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Autore: Ily18    17/02/2008    0 recensioni
Michael e Sara si ritrovano a vivere nello stesso quartiere e non solo, Michael scopre che Sara è la sua nuova vicina di casa di cui tanto aveva sentito parlare in giro.
Come andrà a finire?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Michael Scofield, Sara Tancredi | Coppie: Michael/Sara
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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A/N: Aggiornamento arrivato prima del previsto! Prima di tutto grazie mille a Cristie per il commento :) Per quanto riguarda le domande che mi hai fatto, non ho mai pensato di scrivere la storia solo sotto il punto di vista di Sara, per cui più avanti potrebbero esserci dei capitoli visti dal punto di vista di Michael (anche se a dire il vero il mio intento era quello di tenere la storia distaccata rispetto ai punti di vista dei personaggi, ma sembra che io non ci sia riuscita!). Grazie per i complimenti, spero tanto questo secondo capitolo sia all'altezza delle tue aspettative!


Sara aveva passato le ultime due ore a buttare all’aria tutta la roba presente nelle poche scatole che si era portata dietro. In meno di mezz’ora sarebbe dovuta andare da Michael, per quello che Sara si sforzava di non vedere come un appuntamento. Li aspettava una tipica serata “pizza & film”. Aveva chiesto qualche consiglio alla sua migliore amica, Katie, su quale film fosse più adatto da guardare con un ragazzo.

“Prendi un film sparatutto con qualche ragazza seminuda, vedrai che gradirà! Dopotutto è un uomo come tanti” fu il consiglio di Katie.

Sara scosse la testa divertita nel ripensare a quelle parole. Non poteva dire di conoscere Michael, ma ne era sicura, lui non era uno come tanti.
Rimase per qualche secondo a fissare le custodie dei film che aveva affittato, “White Chicks” un film comico, “Kill Bill vol.1” uno d’azione e “Elizabethtown” uno romantico. Di certo Michael non poteva accusarla di non avergli offerto un’ampia scelta sui film da guardare!
Tornò a concentrarsi su tutta la roba sparsa sul suo letto. Alla fine optò per un paio di comodi jeans e una maglietta color carta da zucchero a maniche corte.
Lanciò nuovamente uno sguardo alle lancette dell’orologio e si cambiò.

Qualche secondo più tardi sentì il campanello suonare.

“Un momento!” disse, mentre finiva di infilarsi e allacciarsi i jeans.

Raggiunta la porta, senza guardare chi fosse e farfugliando delle scuse per averci impiegato troppo, aprì.

“Per quanto questo quartiere sia tranquillo, ti consiglio sempre di dare un’occhiata dallo spioncino. –le disse Michael, prendendola in giro nel modo più carino che Sara potesse ricordare- Sai, molti lo sottovalutano ma è una grande invenzione!” continuò sorridendole.

“Già… -rispose a metà dall’essere divertita per quella sua battuta e imbarazzata per la figura che aveva appena fatto- Cambiando discorso, pensavo dovessimo vederci da te tra… -diede un’occhiata al suo orologio- dieci minuti” gli fece notare confusa.

“Già, sono venuto per parlarti di questo… -disse cercando di evitare il suo sguardo- credo dovremmo annullare la nostra serata…” continuò con un tono di scuse che non passò inosservato a Sara.

Michael si sentiva gli occhi di Sara addosso e, apparentemente, lo sguardo della ragazza sembrava nascondere molto più di quello che Michael riuscì ad intuire.
Sara ne era convinta, nonostante i suoi sforzi, Michael aveva capito quanto c’era rimasta male da quello che suonava come un rifiuto.

“E tu che credevi fosse diverso! –le disse una vocina nella testa- E’ esattamente come tutti gli altri… –insistette la vocina- … a meno che…”

“Va tutto bene?” riuscì finalmente a chiedergli. Con quella domanda aveva deciso di aggrapparsi all’unica speranza che, in quei pochi secondi, era riuscita a scacciare tutti i brutti pensieri su Michael che avevano iniziato a farsi spazio nella sua mente. Lui era diverso, Sara ne era certa, e di sicuro c’era una valida ragione che lo aveva costretto ad annullare la loro serata.

“Si” rispose lui abbozzando un sorriso e sorpreso da questa domanda.

“Bene, -si disse Sara- rassegnati, sei stata appena scaricata!”

“Ok, -disse suonando fredda- allora ci vediamo in giro…” disse abbozzando un falso sorriso ed evitando di guardarlo in faccia.

Sara fece per chiudere la porta, ma Michael alzò prontamente la mano per bloccarla.
Lo guardò confuso, mentre sul viso di Michael era spuntato un sorriso quasi compiaciuto.

“Credo tu abbia frainteso quello che ho detto. –disse costringendola a riaprire la porta e salendo su uno dei tre gradini presenti di fronte alla porta di Sara- Dobbiamo annullare la nostra serata ‘pizza & film’ perché penso che una giornata come questa passata in casa, sarebbe sprecata”

“Ti sto ascoltando…” disse curiosa di sapere cosa passava nella testa di Michael.

“Ok… -disse divertito dal sentirla così interessata da quello che le stava per dire- Ho sentito dire che in città è arrivato un nuovo luna park… -cercò gli occhi di Sara per vedere la sua reazione e notò un sorriso curioso spuntare sulle sue labbra- Potrebbe interessarti? -chiese infine, ma prima che la ragazza potesse rispondere aggiunse- E se hai intenzione di dirmi no, sono disposto a promettere che ti comprerò uno zucchero filato gigante!” aggiunse ridendo.

Sara sorrise divertita per quel suo modo originale di invitarla ad uscire. “Sapevo che era diverso!” pensò.

“Zucchero filato gigante eh? Come posso dire di no! –sorrise- Dammi cinque minuti per cambiarmi” disse, mentre rientrava in casa.

“Non ce n’è bisogno, sei perfetta” disse Michael senza pensarci, mentre metteva una mano sul braccio di Sara per bloccarla.

Michael non aveva realizzato cosa aveva appena fatto, finché non notò uno sguardo sorpreso sul viso di Sara e le sue guance leggermente rosate dall’imbarazzo. Che non fosse abituata a ricevere complimenti? “Impossibile!” pensò Michael.

“… Perfetta per andare ad un Luna Park” si corresse lasciando andare il braccio di Sara, che aveva un dolcissimo sorriso imbarazzato che faceva capolino sulle sue labbra.

Sara continuava a stare lì a fissarlo divertita, mentre le farfalle che tanto aveva cercato di tenere imprigionate se ne andavano a spasso per il suo stomaco. Aveva appena immaginato tutto, oppure Michael le aveva appena fatto un complimento? Il suo lato egocentrico la costrinse a pensarla così e doveva ammettere che la sensazione che provava era stupenda. Non che non fosse abituata a riceverne, ma detto da Michael suonava quasi… naturale!

“Ok… -disse imbarazzata cercando di pensare a qualcosa di sensato da dire- Allora entro a prendere la borsetta e torno subito” aggiunse guardando la mano di Michael che stava ancora sul suo braccio.

“Ok, questo te lo concedo” sorrise lasciandola andare.

Sara gli aveva appena dato le spalle per entrare in casa, quando disse “Oh, per la cronaca, anche tu sei perfetto… Per andare al Luna Park, ovviamente. –aggiunse, girandosi il tanto giusto per incrociare il suo sguardo ed entrando in casa.

Questo non era da lei, pensò con un sorriso mentre cercava la sua borsetta, non era la tipa che si metteva a flirtare con un ragazzo conosciuto qualche ora prima.
Prese in mano le chiavi e, giocherellandoci, uscì di casa con quel sorriso che non riusciva a scacciare dal suo viso.

“Il luna park è qui vicino, -le disse Michael- ti va se facciamo due passi?”

“Certo” le rispose camminandogli a fianco.

“Bene. –le sorrise mentre s’incamminavano- Allora, com’è andato il pranzo con la tua amica?” le chiese curioso.

“Bene, un pranzo come tanti. Invece tu che mi dici del tuo pranzo in famiglia?” gli chiese a sua volta.

“Alla grande a dire il vero! –girò leggermente il viso per poterla guardare negli occhi- A quanto pare sarò zio per la seconda volta” aggiunse con un sorriso imbarazzato.

“E’ stupendo, Michael!” disse Sara contenta per lui.

Michael poteva giurarci, non aveva mai sentito qualcuno, a parte Lincoln, così felice per lui.

“Già, mio fratello mi ha fatto avere la notizia in un modo tutto suo… -disse sorridendo prima di schiarirsi la voce e imitare quella grossa di Lincoln- Mike, dato che tu non ti dai da fare, il compito di mandare avanti la dinastia tocca tutto a me!”

“Però, tuo fratello sì che ha tatto!” gli fece notare Sara divertita da quell’imitazione.

“Già, lo penso anch’io! –disse Michael ridendo a sua volta- Sarà meglio per lui che non sia una femminuccia!” disse con tono serio.

“Ci odi così tanto?” gli chiese Sara, con la stessa espressione di un cucciolo che era appena stato sgridato. Michael la guardò, sorpreso di come un’espressione così infantile la rendesse così stupendamente dolce.

“No! –si sforzò di distogliere lo sguardo dai suoi occhioni- E' solo che lui abbiamo un patto” disse con un sorriso malinconico.

“Ah si? Che patto?” chiese Sara curiosa.

Michael la guardò imbarazzato, indeciso se aprirsi con quella ragazza che aveva conosciuto qualche ora prima, ma che gli sembrava conoscere da una vita. Prese un respiro profondo.

“Chi di noi due avesse avuto per primo una figlia, l’avrebbe potuta chiamare come nostra madre. –incrociò i suoi occhi malinconici con quelli curiosi di Sara e aggiunse con un sospiro- Christina Rose…”

Sara si ritrovò a guardarlo con aria sognante, prima imbarazzata per avergli portato alla mente dei ricordi tristi su sua madre, poi commossa da quello che aveva appena sentito e dal fatto che Michael aveva deciso di aprirsi in quel modo con lei.
Non pensava che Michael potesse essere così adorabilmente egoista, da preferire un altro nipotino maschio piuttosto che sentire il nome di sua madre su una bimba che non era sua figlia.

“Penso che questa sia la cosa più dolce che io abbia mai sentito! -gli disse appoggiando delicatamente la sua mano sul braccio destro di Michael- E penso che se avrai fede come ti diceva tua mamma, tuo fratello avrà un’intera squadra di football finché tu non avrai la tua Christina Rose!” aggiunse sorridendo.

Michael si ritrovò imbambolato a sorridere, perso nella forma che gli occhi di Sara prendevano quando sorrideva, nel suono della sua genuina risata e nel perfetto sorriso che era sempre presente sulle sue labbra. Quel sorriso lo faceva impazzire e si ritrovò a sperare che la sua Christina avesse un sorriso bello quanto quello di Sara.

“Se lei fosse la madre dei tuoi figli, questo non sarebbe impossibile…” gli disse una vocina nella sua mente che cercò di scacciare il più in fretta possibile, quasi impaurito che Sara la potesse sentire e scappasse via terrorizzata.

“Michael, sei tra noi?” gli chiese Sara divertita, mentre gli schioccava le dita di fronte agli occhi.

“Si, scusa” disse divertito da quella situazione.

Era da molto che non gli capitava di incantarsi di fronte ad una ragazza. A dire il vero, forse questa era la prima volta che gli succedeva. Con Sara era tutto diverso da come se lo ricordava. Mani che sudavano al solo pensare di starle vicino, una strana sensazione di vuoto nello stomaco al solo pronunciare il suo nome, battiti cardiaci aumentati improvvisamente al solo sfiorare la sua pelle di porcellana, mente leggera e libera di fantasticare a come sarebbe grandioso spendere il resto della sua vita accanto a lei e brividi lungo la schiena al solo sentire il suo nome, Michael, pronunciato da lei. Per non parlare di quanto gli piaceva parlare con lei. Mai un momento imbarazzante tra loro, mai una battuta fuori luogo; e se c’era un momento di silenzio tra loro, non era casuale o imbarazzante, era giusto che fosse così.

“Tutto troppo perfetto per essere vero, –gli disse la vocina della sua parte realista- avrà già qualcuno al suo fianco”

“Sai, -disse Sara costringendolo a smettere di pensare ad altro per ascoltarla- io non ho la minima idea di come chiamerò i miei figli. Sarà stupido, -continuò abbassando lo sguardo, imbarazzata da quello che stava per dire- ma credo che prima di scegliere un nome, debba vedere tuo figlio in faccia…”

“Non è stupido” disse Michael interrompendola e sorridendole dolcemente.

Sara lo guardò in faccia e sorrise a sua volta prima di continuare.

“… Ma per un caso come il tuo, farei un’eccezione, perché la tua motivazione è la più dolce e tenera che abbia mai sentito” finì la frase di prima, mentre abbassava nuovamente lo sguardo perché imbarazzata dagli ipnotizzanti occhioni sorpresi di Michael.

“Beh, grazie!” disse Michael toccato da quelle sue parole, mentre le poggiava gentilmente una mano sulla schiena.

“Christina Rose Scofield –disse Sara alzando improvvisamente lo sguardo e corrugando la fronte- sai che non suona niente male?” gli fece notare con una buffa espressione in viso, mentre annuiva leggermente.

“Di certo è meglio di Christina Rose Burrows!” sorrise Michael.

Notò che Sara non sorrise con lui e le spiegò cosa lo divertiva tanto.

“Io e mio fratello abbiamo cognomi diversi. –le spiegò- Io ho quello di mia madre, lui quello di mio padre” disse notando, come l’espressione confusa sul viso di Sara lasciava spazio ad una divertita.

“Michael Burrows… -ripeté più volte, mentre lentamente portava i suoi occhi ad incrociare quelli di Michael- Non suona per niente bene!” disse scuotendo la testa, mentre una buffa espressione contrariata appariva sul suo viso.

“Già, lo penso anch’io! Fortuna ho preso il cognome di mia madre!” disse sollevato, passandosi una mano sulla fronte.

Questo gesto fece ridere Sara. Di nuovo.
Michael non era il tipo di persona che si definisce divertente; certo, anche lui faceva delle battute, ma in pochi sembravano capirle.
Invece lei… Beh, lei era Sara.
Michael pensò fosse inutile continuare a fare paragoni tra lei e tutte le altre persone che precedentemente erano apparse nella sua vita. Per quanto potesse suonare scontato e sdolcinato, Michael doveva ammettere che Sara era diversa.

Mentre Sara continuava a ridere, divertita da quel semplice gesto di Michael, lui notò che avevano raggiunto il luna park.

“Incredibile come vola il tempo, quando hai vicino una persona che ti fa stare bene” pensò divertito, continuando a sentire quella risata che gli riempiva dolcemente le orecchie.
   
 
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