Fanfic su artisti musicali > Taylor Swift
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Autore: itshikarii    10/08/2013    5 recensioni
“Ma tu..” dicemmo assieme. “Sei uguale a me!” continuammo assieme. Oddio sembrava tanto una scena da film.
La mia sosia si infilò gli occhiali da sole e si sedette di fronte a me.
“Perché ti infili gli occhiali?”
“Perché non voglio che mi riconoscano..” guardò a destra ed a sinistra prima di rivolgermi una sorriso dolcissimo. “Tu sai chi sono?”
“La mia sosia?” tentai ma sapevo che non era quella la risposta giusta.
“Sono Taylor Swift, la cantautrice americana.”
“E che ci fai qui, in questa piovosa città di Londra?” chiesi curiosa di ascoltare la sua risposta.
“E’ una lunga e stressante storia.”
“Se la tua vita è stressante allora la mia come deve essere?” chiesi con sarcasmo.
“Proviamo a vedere, no?”
“Che vuoi dire?” mi spinsi più vicino a lei e la guardai con uno sguardo impaurito. Lei sorrideva.
“Scambiamoci vita per un mese.”
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                  I need u.
   
Mary.
 
“Tay, stai tranquilla. Stiamo arrivando.”  Mi disse Harry posando un mano sulla mia, prima di levarla per posarla di nuovo sul volante.
Dio, come mi sentivo in ansia. Il mio incubo si stava per avverare.
Harry era diventato tutto quello che ormai non avevo da tempo. Era la mia famiglia.
Appoggiai la fronte sul finestrino e tutti i pomeriggi passati insieme passarono velocemente nella mia mente.
 
“Harry.. come ti sei vestito? Sembri una carota!” incominciai a ridere come non mai. Aveva una maglietta arancione e dei pantaloni verdi.
“Ho perso una scommessa con Louis e mi ha dato dei suoi vestiti. Ovviamente non sa abbinare i colori.” Sbuffò mentre uscivo da casa e chiudevo la porta a chiave.
“Secondo me- dissi mentre mi giravo per averlo davanti a me.- l’ha fatto apposta per renderti ridicolo.” Posai tutto in borsa, rigorosamente una tracolla piccolissima, e misi un braccio intorno alla vita di Harry e lui me lo mise sulle spalle.
Amavo quando camminavamo così, mi veniva in mente quando uscivo con mio padre. Al ricordo sorrisi ed una piccola lacrima scese sul viso.
“Che succede?” mi chiese Harry mentre entravamo in ascensore.
“Mio padre ed io camminavamo sempre così. Diceva che in questo modo niente e nessuno poteva separarci.” Dissi lasciandomi stringere un po’ di più.
“Ed adesso.. dov’è?” chiesi impaurito. Aveva paura di farmi quella domanda per sapere la risposta. Sorrisi per la tenerezza del mio ragazzo.
“In florida, con la sua nuova moglie.- risi mentre me lo immaginavo a sorseggiare un cocktail sotto un ombrellone-I miei si sono separati quando ero piccola. Sai non sempre il padre della tua ragazza è morto, come in certe storie.” Risi e proprio mentre stavamo per uscire dall’ascensore, un gruppo inferocite di ragazzine si scaraventò su Harry.
“Harry, una foto!” gridarono alcune. Uscimmo dall’ascensore.
“Ci facciamo una foto assieme?” chiesi tutta contenta, ma quando vidi le ragazzine abbracciarsi con Harry e scattare le foto, abbassai lo sguardo ferita.
Be, alla fine non ero mica Taylor Swift per davvero. Che mi aspettavo?
Mi allontanai piano verso l’uscita quando qualcuno mi chiamò. Mi girai e trovai una ragazza che portava una bandana, sicuramente per nascondere la testa senza capelli a causa di qualche malattia.
“Tu.. sei Taylor Swift, vero?- io annuii- Sai, sono una tua grande fan.. domani devo tornare all’ospedale per riprendere la chemio. Possiamo farci una foto prima che diventi più .. brutta di così? È solo grazie a te se ho trovato il coraggio di venire senza parrucca.” mi chiese sorridendo. Aveva gli occhi rossi a forza di piangere e le labbra stanche di fare finti sorrisi.
L’abbracciai e dopo ci facemmo qualche cinque, sei foto.
“Ricorda ragazza, tu sei bellissima.”
Mi salutò con un bacio sulla guancia e la vidi uscire. Dopo qualche minuto Harry finì e mi raggiunse mettendomi un braccio sulle spalle.
“Grazie..- sussurrai. Lui fece uno sguardo confuso.- mi hai donato un ricordo stupendo.”
 
Non dimenticherò mai quella ragazzina, mi aveva dimostrato una grande forza.
Mi voltai e vidi Harry che canticchiava qualche canzone mentre seguiva la strada indicata dal navigatore satellitare che ogni due secondi si bloccava, ripetendo ‘ricalcolo percorso.’
“Harry, non sai la strada per l’ospedale? Quel coso mi sta rompendo la testa.” Urlai più per il nervosismo che per il vero fastidio di quell’oggetto.
“Certo, volevo solo provare a vedere come funziona.” Disse lui con un tono mortificato mentre lo spegneva.
“Scusa…”
“Tranquilla, credo sia normale.” Disse lui con aria più tranquilla.
Ancora non sapeva che di noi due sarebbero rimasti solamente ricordi. Come quella volta che eravamo andati al cinema e ci avevano cacciato perché disturbavamo; quella volta che siamo andati al lunapark dove avevo vomitato il mio gelato addosso ad un bambino di sei anni; quella volta che avevo accompagnato Harry a farsi fare il milionesimo tatuaggio, una nave; quella volta che voleva portarmi in un ristorante ‘famoso’, aveva detto, e poi era casa di sua nonna.
Non avrei mai dimenticato niente di tutto questo.
Forse sua nonna, aveva cucinato le melanzane ed io ero allergica e sono diventata tutta rossa e piena di bolle. Ecco: quel momento lo dimenticherei volentieri.
 
 
“Dai, andiamo.” Mi spronò Harry per la ventesima volta da fuori dalla macchina.
Eravamo arrivati già da un paio di minuti ed io mi stavo psicologicamente preparando ad affrontare lo scontro con Harry.
Alla fine scesi e guardai negli occhi il mio ragazzo, che alla fine mi avrebbe lasciata.
“Harry…- mi prese le mani vedendo i miei occhi lucidi. Forse pensava che ero triste per la mia amica. Certo, anche per quello.- io ti amo.
Era il mio primo ‘ti amo ’  detto a voce e non uno stupido ‘tvb’ scritto via sms.
Erano passate tre settimane da quel credo detta da parte sua.
“Anch’io.” Mi rispose lui abbracciandomi.
Cercai di godermi quell’abbraccio, perché avevo il timore che sarebbe passato tanto tempo prima di riceverne un altro.
Ci incamminammo verso l’entrata dell’ospedale e salimmo al terzo piano, come ci era stato indicato da un dottore al piano terra.
Mi avvicinai al bancone e chiesi ad Harry di aspettarmi vicino al corridoio.
Una signora sulla trentina dai capelli scuri e gli occhiali, mi squadrò e poi notò il mio ragazzo un poco più in là.
“Se deve fare delle analisi del sangue per vedere se è incinta deve andare al quinto piano.” Disse senza guardarmi e continuando a scrivere.
“Cosa..?  No, una mia amica ha avuto un incidente insieme al suo ragazzo e volevo sapere il numero della…”
“Mary!” mi girai e vidi Taylor in mezzo al corridoio che cercava di farmi un sorriso decente ma sapevo che in quel momento era impossibile.
“Taylor!” gridai di rimando mentre correvo ad abbracciarla. Si strinse forte e la sentii singhiozzare. La strinsi con altrettanta forza ed incominciai ad accarezzarle i capelli, come una madre che cerca di consolare la propria figlia.
“Stai tranquilla, andrà tutto bene.- cercai di consolarla. Ci staccammo e le guardai la faccia.- Ti hanno dato dei punti?”
“Si, ma poi non ho niente di rotto. Solo qualche graffio.”
“Mi spiegate che succede?” sbottò Harry interrompendo me e Taylor. “E perché ti ha chiamata Mary?” mi chiese non capendo la situazione.
Presi un grosso respiro e mi girai verso di lui. “Be.. perché è il mio vero nome.- lo vidi sbarrare gli occhi- Mi chiamo Mary Ross e lavoro in pasticceria. Quasi un mese fa ho conosciuto Taylor ed ho potuto constatare che siamo due gocce d’acqua. Morale della favola: ci siamo scambiate vite per un mese. Poi ci sono stati tutti i problemi dei manager, le fan, il concerto, noi due..”
“Quindi- Harry mi guardò finalmente negli occhi.- mi hai mentito per tutto questo?- annuii ed abbassai lo sguardo verso i miei piedi.- per un cazzo di mese mi hai mentito su chi eri?” alzò il tono e molti pazienti si girarono a guardarci.
“Io ho bisogno di te, Harry.” Dissi.
“Tu.. sei solo una..”
“Harry!- l’aveva interrotto Taylor, mi ero dimenticata che era ancora con noi.- Non credo che tu si in grado di poter dire niente contro Mary. Al concerto, ti ho sentito mentre parlavi con i manager del fatto che il piano di metterti con Taylor era riuscito. Quindi credo che tu non sia nella posizione di dire niente.” Finì di parlare ed io ero scioccata. Harry aveva gli occhi sbarrati ed allo stesso leggevo un velo di… tristezza.
“È vero?” chiesi con le lacrime che ormai scendevano da sole dai miei occhi. Il riccio rimase muto. “Mi avevi detto che mi amavi!”
“Io ho risposto anch’io, non ho detto ‘ti amo’…” mi rispose poi pentendosene.
E fu in quel momento che sentii qualcosa spezzarsi.
“Tu..- cercai di dire nonostante le lacrime.- .. sei solo uno stronzo egoista. Io ho mentito sul mio nome e non sui miei sentimenti verso di te!”
“Mi dispiace.” Voltò il viso, facendomi un favore visto che non riuscivo a sostenere il suo sguardo.
“Vattene..- dissi con un filo di voce.- Vattene! Non ti voglio più vedere!” gli urlai dandogli dei pugni nel petto.
Mi fermò i polsi prima di andarsene, come se non fosse successo niente.
 Che rumore fa un amore che si spezza? Che rumore fa un amore che finisce?
Che rumore fa un amore.. che forse non era nemmeno iniziato?
 
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*soffia naso*
Hi girlz, rieccomi e rompervi le palle ovaie  scatole.
Voglio ringraziarvi, mi fate tornare il sorriso anche quando lo perdo a causa di un litigio dei miei.
Sapete, non volevo più scrivere perché ero così.. depressa.. che non mi andava di fare niente. Ero stanca di tutto e di tutti.
Poi, apro efp e che vedo?
Tutte quelle meravigliose recensioni che mi fanno tornare il sorriso e la voglia di continuare per non deludervi e perché ci tengo a questa storia.
VI AMO.
Che ne dite del capitolo (mettiamo da parte la mia depression time) ? io ho pianto mentre lo scrivevo.
Credo che sia più triste di quello di prima *va a piangere in un angolo*
Allora nel prossimo non so che cosa potrò scrivere ewe
Sono indecisa se un lieto fine oppure un non-lieto fine D:
Boh, mi verrà l’ispirazione, anche perché voglio scrivere altro ma non ho nessun’idea in mente. CHE PALLE!
Vabbè, vi ho rotto anche abbastanza.
Buon weekend, io forse stasera andrò in discoteca. Boh, non si sa c:
Scusate per questo punto autrice schifoso ma ho fretta che forse vado di nuovo a mare.
Lo sapete che mi sono bruciata? Le spalle, le mani ed i piedi! Cribbio D:
Hikaric: 

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