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Autore: Dreamless    10/08/2013    0 recensioni
Ginevra, una studentessa modella di un liceo classico di Londra incontra un giorno in libreria David, ragazzo misterioso che subito dimostra di avere interesse per lei. Ginevra ne è subito attratta anche se non si spiega il motivo, ma la loro storia d'amore nasconde un segreto; un segreto che nessun uomo sarebbe in grado di comprendere. Un segreto nascosto tra le pagine di un libro. Romeo e Giulietta
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Universitario, Storico
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La mia ‘discesa’ nel paradiso mi aveva aperto gli occhi più di quanto avrei mai immaginato.
Io, David, Jared e Helen lavoravamo notte e giorni per cercare più informazioni possibili; il nostro tempo stava finendo e ogni nostra forza era concentrata sui granelli di una clessidra che stava per finire il suo compito.
Intanto tra Helen e Jared stava nascendo qualcosa anche se, ovviamente, entrambi negavano fino all’ultimo.
David si avvicinò a me che, immersa nella lettura latina di un testo di più di mille anni, non l’avevo neanche sentito arrivare. Mi strinse le braccia attorno il collo baciandomi una tempia.
“Amore non vuoi prenderti una pausa? E’ da ore che traduci questo coso” disse lui con tono preoccupato.
“Non posso, mancano tre giorni. TRE GIORNI. Tre giorni e potrei perdere la cosa migliore che mi sia capitata” risposi.
“Hei..”mi prese per le spalle girandomi “Anch’io ho paura, da morire, ma siamo insieme adesso e non puoi caricarti di così tante responsabilità tutte insieme. Vieni con me” mi prese per mano e mi trascinò fuori dalla biblioteca.
 
“Alloraaa dove mi stai portando?” chiesi curiosa.
“Ora vedrai shh” disse sorridendomi.
Camminammo allungo fino ad arrivare ad un grande giardino fiorito. Lo riconobbi subito.
“E’ il mio giardino” dissi con voce commossa.
“Speravo lo riconoscessi”
“E’ tutto come era allora, i fiori, il sole, i frutteti, la gente che passeggia felice tra le aiuole. E’ tutto spettacolare” dissi senza riuscire a smettere di sorridere.
“Nulla cambia se la principessa continuerà a vivere. Questo giardino è parte di te. Morirà solo se tu morirai”
“Non accadrà” dissi decisa.
“Sapevo che questo posto ti avrebbe fatto bene. Ti conosco ancora come una volta”
Mi voltai e vidi il suo sorriso. Così radioso e pieno di vita, un sorriso che, sapevo bene, era merito mio.
Lo strinsi forte mentre scoppiavo in lacrime. Avrei dato tutta me stessa per quel ragazzo, avrei fatto tutto quello che era in mio potere per fare in modo che lui facesse parte di me.
Ed ecco, mentre stavamo lì, abbracciati, mille immagini mi passarono per la mente, mille scene già viste, mille ricordi soppressi. Un lampo. Una visione. Il futuro.
“David”
“Ginevra tutto bene?”
“Si, adesso so cosa devo fare. Dobbiamo andare da Helen e Jared. Ora. Ma promettimi che torneremo qui un giorno”
“Te lo prometto amore mio” disse baciandomi.
 
“Ginevra ha avuto una visione” disse David aprendo le porte della biblioteca che, come sempre, era occupata solo da noi quattro e dal guardiano sordo.
Mi fece passare e io mi sedetti a capo della tavola su una grande poltrona con rivestimenti rossi e dorati.
“Questa è stata mia. Io sono già stata seduta qui” pensai.
“Cosa hai visto?” chiese Helen seduta alla mia destra con accanto Jared e davanti David.
“La mia battaglia. La mia vita. La mia famiglia”
“So cosa dobbiamo portare sul colle degli immortali. Anzi, so CHI dobbiamo portare sul colle degli immortali” dissi.
“Dicci tutto” disse Jared.
“Ho visto il passato e il futuro. Insieme. So dove è il calice che cerchiamo. E’ un antico manufatto che la mia famiglia ha custodito per anni e io so dove è nascosto”
“Lo andiamo a prendere” dissero Jared e David alzandosi.
“No” la mia voce  riecheggio nella stanza come un canto “Devo prenderlo io. Così è stato scritto da tempo”
“Poi che altro hai visto?” chiede Jared ancora scosso dalle mie parole.
“I due innamorati. So chi sono, ma non lo dovrò dire fino a quel giorno”
“E come faremo a portarli là su?” chiese Helen.
“Verranno loro a noi” dissi sorridendo.
“E Amelia? Verrà anche lei spinta da chissà quale istinto?” chiese David.
“Lei verrà perché la porterai tu” dissi sorrisi “Non mi importa come, ma sarai tu a doverla portare sul colle”
“Dici..dici sul serio?” disse David sotto shock.
“Si, devi farlo tu. Adesso dobbiamo dividerci. David pensa a come attirare Amelia dopodomani. Jared e Helen voi avete la giornata libera. Io vado a prendere il calice. Tutto chiaro?”
“Si, tutto chiaro” dissero in coro tutti e tre.
 
Uscì dalla biblioteca un po’ titubante, sapevo cosa doveva accadere nel futuro e questo mi spaventava, sapevo che il futuro sarebbe stato duro, molto duro, per me, ma avevo un ruolo molto importante nella profezia. E dovevo fare in modo che tutto andasse per il verso giusto.
Il calice d’oro era rinchiuso tra due pannelli nella mia camera, nel castello dei Capuleti. L’unico problema era riuscire a disincastrarlo da lì. Il destino era stato chiaro, per riuscire a staccarlo da lì doveva prenderlo la principessa in persona o il calice sarebbe andato in mille pezzi al sol sfiorare di qualcun altro che non fosse lei.
“A noi due calice dei miei stivali” mi arrampicai dal balcone fino alla mia camera, lì, nel letto a baldacchino c’era una piccola fessura impercettibile; scostai il letto e vidi il calice bloccato da due pannelli di marmo.
Come diavolo l’avrei staccato da lì?
Poi ripensai alla profezia, forse poteva funzionare anche per staccarlo da lì.
Presi il coltello, che ormai tenevo sempre dentro gli stivali neri alti fino al ginocchio, e mi sfregiai il dito facendo uscire delle gocce di sangue che adagiai sui bordi del calice; questo come per magia, lentamente si stacco dai due pannelli e cadde sulle mie mani.
Sorrisi dalla gioia. Strappai un pezzo della mia maglietta e lo strinsi intorno al dito per fermare la fuori uscita di sangue e saltai giù dal balcone, poi iniziai a correre fino all’albergo.
 
“Ce l’hai fatta?” mi chiese David appena entrai in camera.
Sollevai il calice “Che dici tu?” dissi sorridendo.
“Come hai fatto?” disse abbracciandomi.
“Era nel mio castello, nella mia camera fra due pannelli di marmo dietro il letto”
“Non mi dirai che hai distrutto il muro?!” disse lui sorpreso.
“Ma ché. E’ bastato un po’ di gocce del mio sangue per farlo cadere sulle mie mani” dissi sorridendogli.
“Mi dispiace che cada tutto sulle tue spalle amore” mi strinse a sé.
“Non puoi farci nulla, il destino ha scelto me e io dovrò fare quello che il destino mi chiederà, almeno se voglio sopravvivere”
“Quali sono i piani? A me devi dire tutto” disse lui facendomi sedere davanti a lui sul letto.
“Ti ricordi il nostro primo incontro? Quello di cui i dettagli non volevi raccontarmi?”
“Si..”
“Il destino mi ha mostrato quella notte. So cosa è successo. Quella sera scappammo nel bosco e io ti confessai che sapevo il nostro futuro, sapevo che saremmo morti e sapevo che per poter sopravvivere e rincontrarci in un’altra vita dovevamo diventare immortali. Io ti diedi un po’ del mio sangue e tu il tuo. Scambio di sangue uguale immortali”
“Si, è così..”
“Per sconfiggere la maledizione io devo morire”
David mi guardò spaventato e stava per ribattere, ma lo fermai.
“Devo morire, ma rinascerò. I due innamorati sono Jared e Helen, Amelia verrà sotto tuo invito, arrivati lì noi avremo già tutto pronto. Dentro questo calice verserai le tue lacrime, quando saremo tutti lì tu bacerai Amelia, io dovrò soffrire, mi ucciderò, Helen e Jared verseranno il mio sangue nel calice e tu ne berrai, poi saprai tu cosa devi fare, ma ricorda, io non dovrò mai bere da quel calice. Quel calice conserva ancora il veleno che bevvi allora, a te non farà nessun effetto, ma per me potrebbe essere letale per sempre”
“Questo è il piano? Semplice davvero..”
“Lo so amore, ma il destino è stato chiaro sul dà farsi. Fidati di me”
“Mi fido di te, ma non voglio che tu soffra”
“Devo. Sono morta soffrendo allora e dovrà capitare anche questa volta e Amelia è l’unico modo per ferirmi”
“Ma non voglio baciarla. Non voglio baciare nessuno che non sia tu”
“Baciala. Per farmi vivere devi baciare Amelia. David. Fidati di me e fallo”
“Lo farò. Te lo prometto. Vivremo insieme amore mio”
Lo baciai cercando di rassicurarlo “Ti amo, ricordalo ogni istante e non sbaglierai mai il tuo dovere”
“Ti amo anch’io, ricordalo sempre e non dimenticherai di tornare qui da me”
“Non lo farò mai. Tornerò da te. Il mio cuore sa quale è il mio posto. Ed è accanto al tuo”
In quel momento, cuore contro cuore, potevamo soltanto sentire i nostri battiti all’unisono, battere per far battere l’altro. Vivere uno per l’altro.
Quello era uno dei momenti che sapevo, anche se sarei morta, avrei ricordato per sempre. Mi avrebbero dato la forza necessaria per tornare dall’aldilà come mortale. Mi avrebbero dato la forza necessaria per vivere l’amore che ho sempre sognato un’ultima volta. Quella perfetta.
“Aspetta,  Jared e Helen saranno i due innamorati?” disse scoppiando a ridere.
“Non mi vorrai dire che non hai visto come si guardano?” dissi ridendo.
“Si, ma non credevo che lui e lei finissero insieme”
“Neanche io, ma succederà”
“Almeno ho la consapevolezza che non dovrò più aver paura che cerchi di rimorchiare la mia ragazza”
“Tranquillo non sarebbe accaduto comunque” dissi sporgendomi sul letto e baciandolo.
“Che ne dici di riprendere un vecchio argomento amore?” chiese lui con una luce negli occhi che conoscevo bene.
“Quando saremo mortali si, adesso no” dissi facendogli l’occhiolino e tenendolo lontano con una mano.
“D’accordo allora buonanotte amore mio” disse baciandomi e poi togliendosi la maglietta mettendosi di spalle.
Mi misi a ridere e rimasi appoggiata al cuscino ad osservarlo. Tutto di lui era perfetto. Anche con i capelli spettinati e le borse sotto gli occhi dalla stanchezza era perfetto. Non avrei mai creduto che esistesse un qualcosa di così perfetto finché non avevo incontrato lui. Ripensai a quel giorno, a scuola, qualcuno l’avrebbe chiamato ‘ amore a prima vista’ ma non era quello. Noi eravamo destinati a stare insieme e lo saremmo sempre stati.  Mi strinsi a lui e l’abbracciai, lo sentivo ridere e questo faceva ridere anche me, ma alla fine ci addormentammo l’uno stretto all’altro.
 
  
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