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Autore: carabrosdellavigna    10/08/2013    4 recensioni
Brooklyn, 1903.
Si stavano rincorrendo come due bambini sul prato pieno di margherite e papaveri; cadevano, si rialzavano, si abbracciavano poi però caddero per terra l’uno sull’altro, Francie non riuscì a controllare i battiti del suo cuore che aumentavano più lei lo guardava negli occhi, in quegli occhi che lei amava tanto, l’esatto contrario dei suoi che invece erano blu come il cielo.
« Liam?» sussurrò piano per paura di rompere quel silenzio magico.
« Dimmi Prima Donna» rispose mettendole una ciocca di capelli ribelli dietro l’orecchi sinistro.
« Tu mi ami, vero?»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brooklyn, 1903.

Francie chiuse la finestra.

Non le sembrava una buona idea lasciare Williamsburg avendo come ultimo ricordo la dolce Florrie che leggeva su una scala di ferro come lei tanti anni prima aveva fatto, quando la sua felicità era composta di due parole:

« Prima Donna- disse a quel punto Liam interrompendo i suoi pensieri – mi annodi la cravatta?»

Liam assomigliava così tanto a papà pensava Francie: aveva gli stessi occhi nocciola e gli stessi capelli biondo-scuro solo un po’ più riccioluti come la mamma; e cantava esattamente come Johnny.

Ah papà...

« Allora Francie? Il matrimonio è questo pomeriggio non ho tutta la giornata»

« Sì, hai ragione adesso ti annodo la cravatta e poi andremo a comprare il bouquet per mamma»

« Giusto il bouquet! Me ne ero completamente dimenticato!» disse Liam portando una mano alla fronte.

« Vuoi stare fermo? Così rischio di farti male»

« Già non vogliamo altri morti in casa»

Francie tacque lasciando che le lacrime le rigassero le guance rosee.

« So quanto ti manca papà e quanto ti continuerà a mancare, sono un completo idiota, perdonami» disse Liam asciugando le lacrime della sorella con un fazzoletto di seta.

« Non dirò più una cosa del genere»

« No non importa, è colpa mia, sono io che sono troppo…»

« Dai vieni qui»

Liam stese le braccia e circondò Francie che tutto ad un tratto smise di piangere.

« Prima Donna, ora è meglio andare non vogliamo che mamma si sposi senza bouquet, vero?»                                                                                                                                                                                                                                        

« Già, è quasi mezzogiorno il negozio della signora Lorraine chiude fra meno di un’ora sbrighiamoci» detto ciò prese due dollari e mezzo ed uscì chiudendo piano la porta.

« Francie, Laurie sta dormendo?»

« Non so, perchè?»

« Niente stavo pensando di portarla con noi, per... farle vedere...i posti dove noi abbiamo giocato, e poi per farle dare un ultimo saluto a Brooklyn... siccome non la vedrà più come la vedrà nei giorni prossimi»

« Sì, buona idea vado a dirlo a mamma» 

E salì le scale.

« Sì ma non dire niente del bouquet a mamma!» urlò mentre la sorella era giunta ormai all’entrata.

“Liam Payne sei un emerito cretino, speriamo che mamma non abbia sentito”

Entrò in soggiorno,fortunatamente mamma era in camera da letto per il riposo di bellezza pre-matrimoniale suggeritole da zia Sissy quindi non volendola disturbare, per non subire un’ulteriore omelia da parte della zia, entrò nella camera della piccola Laurie che stava giocando con la bambola Marianne, regalo del suo ‘papi’:

« Ciao Laurie»

« Ciao Flancie, giochi con Laulie?»

« No, piccola mi dispiace; io e Liam andiamo a comprare un regalino per la mamma ed il sergente McSh... volevo dire ‘papi’vieni con noi va bene? Con Marianne ci giocherai quando torneremo…dai sbrighiamoci che Liam ci sta aspettando e se facciamo presto ci compra anche le caramelle…»

« Caramelle! Caramelle!»

« Va bene, non gridare altrimenti svegliamo la mamma…»

« Troppo tardi- disse Katie varcando la porta- dove andate a quest’ora, ricordate che è quasi ora di pranzo»

« Non ti preoccupare andiamo a fare un giretto giusto per sgranchirci un po’ prima del matrimonio saremo qui puntuali per…»

« Per il delizioso pranzetto di zia Evy» disse la zia entrando in camera fornita di grembiule e mestolo.

« Per il delizioso pranzetto di zia Evy» ripeté a sua volta Francie con tono arrendevole.

« Ed ora - disse Evy rivolta alla sorella - non ti preoccupare e va a riposarti!»

« Ma è da due ore che tento di prendere sonno» si ribellò Katie scuotendo la testa come una bambina capricciosa.

« Suvvia piccola Katie va a nanna che questo pomeriggio sarà il giorno più importante della tua vita»

« Ti sbagli zia - disse a quel punto Francie - mamma ha già avuto i suoi tre giorni più belli della sua vita: il matrimonio con papà, la nascita di Liam e quella di Laurie, questo sarà un giorno come gli altri non potrà mai essere tanto felice come quelli passati»

« Non dimenticare la tua…di nascita.. - disse Liam entrando - sempre la stessa storia quando dobbiamo andare da qualche voi donne ci mettete sempre una vita!»

« Maschilista!» urlarono all’unisono le tre donne.

« Mi spiace passare in campo nemico ma questa volta Liam ha ragione è da un’eternità che è nel vicolo ad aspettarci, su forza andiamo!»

Prese la sorellina al volo, la borsa e con il fratello le due Payne si avviarono verso il negozio della signora Lorraine.

Era una bella giornata, nonostante fosse già il ventidue di settembre, in strada c’erano molte ragazze, molte delle quali salutavano Liam con sguardo seducente, che a sua volta ricambiava con qualche occhiolino qua e là. Francie rimaneva sempre stupita dalla quantità di ragazze che il fratello conosceva: “Tutte ragazze conosciute ai bar, e che sicuramente gli avranno offerto da bere o...” scosse la testa energicamente tentando di scacciare via quegli sciocchi pensieri.

« Va tutto bene Francie?»

« Sì sono solo sconvolta dalla quantità di ragazze che ti conosce»

« Invidia? È una brutta bestia sai?»

« Non sono invidiosa è solo che non mi piace il fatto che tu frequenti ragazze del genere, la mamma non approverebbe!»

« E dai Francie non hanno fatto niente di male che offrirmi due o tre volte una birra!»

“Appunto non sbaglio mai, quando una cosa è così lo è”

« E comunque quali sono le ragazze che non dovrei frequentare mamma?» recitò scherzosamente Liam, ma non si accorse che la sorella era davvero seria.

« Ho paura che tu possa essere imbrogliato, ti ricordi quando mamma non voleva che noi parlassimo con quella ragazza che aveva la stessa età che ho io ora? Come si chiamava?»

« J..e qualcosa»

« Bhè ti ricordi anche tu cosa successe e quale fu la conseguenza!»

« Ho capito... hai paura che delle stupide vecchie possano lapidarmi vivo?» disse ridendo, ma Francie non mollava rimaneva impassibile.

« Sei un deficiente! - sbottò allora Francie – Tu non sai quanto io sia preoccupata quando ti sento rientrare alle quattro del mattino, domandandomi sempre dove tu sia stato per tutta la notte, forse a casa di qualche tua amichetta, o forse sotto il ponte di Brooklyn o alla metropolitana di New York?»

 

Francie non si era accorta che stava piangendo fortuna solo che la piccola Laurie si era addormentata e che le urla della sorella non l’avevano svegliata.

« Ascoltami Francesca, io capisco che tu ti preoccupi dopo quello che hai passato quel pomeriggio, ma ti posso garantire che non farei nulla di tanto stupido da mettere nei guai te, la mamma o Laurie quindi ora smettila di frignare e dammi la piccola che ha l’aria di pesare...»

« No, grazie non è poi tanto pesante»

« Allora sei più tranquilla ora?»

« Dimmi soltanto una cosa: noi due ci somigliamo? Per favore è importante»

« Perchè continui a farmi questo genere di domande: “ Liam secondo te sono bella?” e ora “ Noi due ci somigliamo?”; perchè per te è così importante , diavolo?»

Francie tacque, non capiva il perchè della risposta sgarbata del fratello dopo tutto voleva solamente un ‘sì’ o un ‘no’; niente di così particolare.

« L’importante è quello che c’è qui dentro - continuò facendo segno sul proprio cuore - non quello che c’è di fuori; non capisco perchè ciò deve essere così importante per te»

« Hai ragione ma...- e le parole le morirono in gola - è solo che...»

« Continua» la esortò.

« Niente lascia stare»

« No, ora voglio sapere.Dimmi perchè mi tormenti con queste domande e soprattutto perchè tormenti te stessa. Dillo»

Francie rimase in silenzio.

« Sto aspettando - disse scuotendogli la mano davanti al viso - Allora?»

« La risposta è semplice tu hai qualcosa di speciale che attrae tutte le donne: madre o sorella non è importante, ma c’è una cosa che non ti ho mai detto quando: tu scherzi mentre parli a McShane di tutte le ragazze belle e ‘dotate’ che ci sono al bar, ma non ti accorgi mai che lì in cucina o in qualunque parte della casa siamo; c’è anche tua sorella»

« Francie...»

« No aspetta, ora lasciami finire. Io non pretendo che tu mi riempia di complimenti ogni ora,ma almeno di considerarmi: sono anche io una donna per Dio! Ma tu, mi tratti come se non lo fossi; è da un po’ di tempo che ti vedo strano, freddo nei miei confronti, ti prego dimmi che cosa non va in me perchè io da sola non capisco»

« Tu non hai niente che non va Francie, io ti voglio un bene dell’anima e perdonami se qualche volta non capisco ciò di cui tu hai invece bisogno. E quindi ti dico che tu sei la ragazza più bella, solare e intelligente che io abbia mai conosciuto; e no, non ci somigliamo fortunatamente per te; io ho un tremendo carattere, tu invece sei sempre così solare, premurosa, gentile ecco perchè affascini tutti i ragazzi che incontri... persino tuo fratello»

« Ti voglio bene Liam, e non riuscirei a sopportare se qualche donna o ragazza approfittasse di te, credo che morirei»

« Ed io invece ti amo, Prima Donna»

 

La mattinata passò così tra abbracci e risate, il bouquet per il matrimonio di Katie ed il sergente McShane venne comprato, ed anche le caramelle promesse a Laurie vennero comprate in uno spaccio dolciario non lontano dal negozio della signora Lorraine, per cinque soldi. Il resto della mattina venne trascorsa al parco in compagnia di due ragazze, abbastanza curiose e pettegole che non lasciavano spazio a Francie nè di prendere parte alla conversazione nè di lasciare la piccola Laurie alle cure del fratello, poiché lo tenevano occupato da entrambi i lati. Francie svolse dunque, per tutto il tempo, il compito bambinaia tenendo la sorellina in braccio mentre si puliva accuratamente le mani piene di zucchero nei suoi capelli appena lavati. Nonostante ciò era orgogliosa nel vedere il fratello circondato da ragazze, soprattutto perchè dopo la sua dichiarazione sapeva di essere la donna più importante nella sua vita, e ciò le bastava. “Papà sarebbe fiero di Liam - pensava Francie - è diventato un vero don Giovanni ed io una delle sue vittime”. Impegnata così a osservare il comportamento spavaldo del fratello con le due ‘dame’; Francie non si lamentò più del peso della sorellina che, forse annoiata dalla conversazione, si addormentò per la seconda volta nelle sue braccia. Fortunatamente prima di svoltare nella via di casa Payne, il bell’adulatore riuscì a liquidare le due ragazze con la promessa di rivedersi, in un modo o nell’altro; cosa che lasciò perplessa Francie. 

“È proprio vero gli uomini non cambiano mai”.

Arrivati a casa lasciarono Laurie ed il bouquet nelle cure di zia Sissy e i due Payne restarono nel cortile a parlare, in attesa del pranzo, come d’abitudine.

 Scusami Francie se ti sei occupata di tutto senza che io potessi darti una mano.

« Sia chiaro che questa è l’ultima volta che io faccio da facchino e bambinaia - disse Francie con tono minaccioso - però sono contenta»

« Di che cosa?»

« Che la tua cravatta sia ancora pulita, perchè se avessi tenuto in braccio Laurie la tua cravatta a questo punto sarebbe commestibile tanto sarebbe zuccherata, guarda un po’ i miei capelli come sono!»

« Bellissimi - commentò Liam - posso assaggiare magari sono commestibili anche loro.... uhm - disse facendo finta di mangiarne una ciocca - deliziosi sanno di shampoo alle more mischiato ad aroma di menta e zucchero direttamente dallo spaccio dolciario»

« E dai smettila di fare l’idiota»

Questa, pensava Francie, fosse la caratteristica più adorabile di Liam sapeva essere dolce ma allo stesso tempo non risultava patetico.

« Liam»

« Che c’è Prima Donna?»

« Io ti voglio bene, ma più di quanto una sorella dovrebbe voler bene al proprio fratello...» disse quasi arrossendo.

« Anche io ti amo Francie- e detto ciò stampò un bacio sulla fronte della sorella- mi dispiace -continuò- ma per ora più di così non sono capace»

“Non importa Liam, aspetterò perchè anch’io ti amo” 

« Ora entriamo - disse Liam alzandosi da terra - credo si aver sentito zia Evy chiamarci»

« Già»

 

 

Il matrimonio venne celebrato nella chiesa di Williamsburg da un sacerdote che Liam continuava a paragonare a Babbo Natale.

“Ma non vedi che barba bianca e che naso rosso ha? Secondo me è ubriaco.. ma Francie è lecito celebrare un matrimonio quando si è ubriachi? Farebbe meglio a non benedire il vino credo che ne abbia già bevuto abbastanza...” e poi scoppiavano a ridere sotto lo sguardo minaccioso di zia Evy e di zia Sissy che ad ogni canto ripeteva ai due fratelli: “Ma insomma cercate di assumere un comportamento da adulti! Dopotutto è il matrimonio di vostra madre! Per Dio!”

La funzione si concluse così tra risolini nascosti e sgridate, il pranzo si consumò invece appena fuori Brooklyn in un ristorante italiano, pagato ovviamente dalle due vecchie e ricchissime zie ‘acquisite’ del sergente McShane.

« Salve ragazzi, voi dovreste essere i figli di Katie, giusto?»

« Sì, esattamente madame» rispose Liam con tono seducente.

« Oh, tu parles français? Je l’adore. Sai ragazzo, io ero sposata con un ufficiale francese della marina, divenuto a soli trentacinque anni generale per la sua ineguagliabile bravura e astuzia senza tralasciare il sue ammirevole coraggio; pensate che avev...»

« No, Victoria mi dispiace molto ma quello era mio marito» disse improvvisamente la sorella sbucando da dietro la parete.

« Vi presento la mia adorabile gemella Sally!» disse con tono aspro e forzato.

« Ragazzi miei non credete ad una sola parola che esce dalla bocca di questa mentecatta. Léon era mio marito che disgraziatamente venne sedotto da questa opportunista di mia sorella, che era invidiosa della mia felicità...»

« Suvvia non dire menzogne mia cara eri tu quella che bolliva dalla rabbia se tuo marito mi faceva un minimo complimento!»

« Strega!» disse Sally.

« Bugiarda!» ribatté la sorella.

« S’il vous plaît mesdames, non alzate i toni - disse Liam molto diplomaticamente - non mi sembra il caso nè il luogo adatto per discutere... e adesso scusateci ma ci dobbiamo assentare per qualche minuto»

« Un’ultima domanda galantuomo, voi due quindi siete quindi figli di Johnny Payne?»

« Sì» disse a quel punto Francie sentendosi in quel momento come chiamata in causa.

« Ci dispiace molto ma qual è stata la causa? Polmonite, vero?» chiese Victoria.

« Veramente io ho sentito che la causa era la depressione che riversava sull’alcool, pareva che tornasse tutte le sere a casa ubriaco...» disse Sally sussurrando senza accorgersi che i due Payne erano in ascolto.

« Papà non è morto perchè era ubriaco e tanto meno perchè era depresso, con noi papà era felice!» gridò Francie lasciando la terrazza dove si teneva il banchetto nuziale, per nascondere le lacrime che non riusciva più a frenare.

« Che modi ha tua sorella, giovanotto,- sbottò Sally rivolgendosi a Liam - urlare così a due povere vecchiette dispiaciute per la precoce morte di vostro padre...»

« Faresti meglio ad andarla a cercarla tra poco ci sarà il taglio della torta» intervenne allora Victoria.

“Al diavolo la torta!” pensò Liam.

« Già meglio che vada a cercarla... scusate»

E si avviò alla ricerca della sorella.

 

 

 

 

 

 

 

Francie si trovava riparata dal grande ciliegio posto nel giardino dietro il ristorante, i cui fiori cadevano sul suo bianco vestito come le lacrime che non smettevano di scendere sul suo viso.

“Perchè? - pensava Francie - perchè la gente pensa sempre al lato esteriore di papà, e nessuno mai si è domandato se fosse un buon padre per me e Liam?”

Erano dei pensieri strazianti che le logoravano l’anima, come il giorni di tanti anni prima quando Katie era entrata nella cucina e, abbracciando lei e suo fratello, le aveva dato la tragica notizia.
Era un bel pomeriggio di settembre, il sole era ancora caldo nonostante fosse ormai iniziato l’autunno, stagione che Francie adorava perchè riusciva ancora a ricordare il profumo delle caldarroste che Johnny le portava a casa il venerdì sera, anche se con un velo di malinconia. Il vento le scombinava i lunghi capelli neri che zia Sissy le aveva raccolti con l’aiuto di un cerchietto di perle finte, regalo di nonna Rommely per la sua prima comunione.

Restava inerme sotto il grande albero cercando di isolarsi dal mondo intero pensando a quando era piccola che la vita era difficile: l’inverno quasi sempre sopportato al freddo, la fame patita, il salvadanaio costruito insieme alla mamma e alla nonna e infine a papà.

‘Niente sarà più così, almeno la piccola Laurie non dovrà sopportare tutto ciò che abbiamo sopportato io e Liam...questo in parte mi solleva anche se non mi avrebbe importato vivere nell’estrema povertà con papà...ah papà quanto mi manchi!’

Un’altra ondata di pianto più dolorosa delle altre le interruppe i pensieri.

« Francie!» sentì urlare in quel momento era Liam l’unico che avrebbe potuta salvarla da quella così costante depressione, l’unico che l’avrebbe fatta sentire al sicuro tra le braccia, protetta, il solo che l’avrebbe capita, consolata.

Però non ebbe il coraggio di rispondere al grido preoccupato del fratello, non sapeva se sarebbe riuscita a controllare le sue gesta quindi si tolse le scarpe le nascose nel cespuglio vicino e si arrampicò sul ciliegio: la pelle nuda e accaldata dei suoi piedi sulla corteccia fresca le provocò una sensazione gradevole, non pensava che gli alberi potessero mantenere una temperatura del genere anche con un clima così caldo. 

Raggiunse quasi la cima dell’albero, poi scelse un ramo abbastanza spesso che le permettesse di sederci sopra.

Rimase in quella posizione per circa venti minuti scrutando dall’alto le mosse del fratello che come un’ispettore di polizia ispezionava ogni albero, cespuglio, filo d’erba.

“Forse farei meglio a scendere, ho paura che di questo passo non mi troverà mai…”

Fece il percorso contrario che aveva utilizzato per salire sull’albero quando sentì la voce del fratello sussurrarle all’orecchio:

« Sai Prima Donna mi stupisci sempre di più, non credevo che avresti lasciato le tue scarpette e la tua borsettina così in vista nel cespuglio…le payettes al sole riflettono la luce»

« Liam sei un idiota mi hai fatto quasi morire di spaveee!» urlò Francie indicando la sua spalla.

« Cosa c’è?!» chiese il fratello allarmato.

« Stai fermo, non ti muovere, perchè hai un enorme ragno sulla spalla, fermo o ti morderà non so se è velenoso...»

« Ahhh! - gridò Liam - Toglilo, uccidilooo!»

« Sei proprio un fifone fratellino»

« Cosa?! Vuoi...vuoi dire che era uno scherzo? Vieni qui che se ti prendo ti faccio vedere...non scappare!»

Si stavano rincorrendo come due bambini sul prato pieno di margherite e papaveri; cadevano, si rialzavano, si abbracciavano poi però caddero per terra l’uno sull’altro, Francie non riuscì a controllare i battiti del suo cuore che aumentavano più lei lo guardava negli occhi, in quegli occhi che lei amava tanto, l’esatto contrario dei suoi che invece erano blu come il cielo.

« Liam?» sussurrò piano per paura di rompere quel silenzio magico.

« Dimmi Prima Donna» rispose mettendole una ciocca di capelli ribelli dietro l’orecchi sinistro.

« Tu mi ami, vero?»

« Sì, Francie con tutta l’anima»

E successe a quel punto, in quel momento, il bacio segreto che Francie da tanto tempo aspettava pazientemente; e che sapeva sarebbe presto arrivato. Ed infatti eccolo lì, le due labbra si incontrano, si studiano, si toccano e trasmettono tutte le parole che una vita non sarebbe bastata per pronunciarle. 

Ecco, il bacio proibito che Francie fin da piccola aveva tanto desiderato. Quello di Liam.

 






Eccomi! Questa è la mia prima One Shot, quindi ho l'assoluto bisogno di sapere cosa ne pensiate.
Quindi, questa os è ambientata nella Brooklyn del 1903, ossia prima della guerra. I protagonisti sono Liam e Francesca (Francie) Payne.
Mi piace il genere romantico e credo che questa os lo dimostri!
Aspetto qualche recensione, tutte gradite.
Spero a presto,
_Carabros_
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Francie e Liam 
 
Credit banner: ehimaliik
  
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