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Autore: laragazzadirenoir    10/08/2013    1 recensioni
Lui tolse gli occhiali a specchio, aveva gli occhi castani, con qualche piccola e quasi impercettibile linea verde. Si sedette accanto a lei, i suoi occhi avevano una base castano chiaro, ma erano pieni di verde, un verde forte, sembravano quasi gialli.
Deglutì, non si aspettava quegli occhi, restò muto. Fu un attimo che sembrò durare un'eternità e Rosalba sapeva già che sarebbe stato così, che avrebbe pensato a quello sguardo almeno per un mese.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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''Era lui...'', Rosalba era visibilmente sconvolta.
''No, maddai!'', Catia la guardò incazzata e sarcastica, ''Certo che era lui! Guardava verso di te e non l'hai degnato nemmeno di un sorriso, ma che diamine...Rò!''. La ammonì.
Rosalba tolse in fretta il vestitino da mare, rimase in costume, guardò Catia negli occhi in modo incerto, poi si diresse al bar. Andò a passò svelto, attraversando la pedana, sperando che lui ci fosse. Non lo vide, non aveva con lei i suoi occhiali da sole graduati. Andò a sedersi allo stesso posto della scorsa settimana, sperava in un segno. Sperava in lui.
 
 
La vide. Lei era di spalle, correva quasi, verso il bar. Andò a sedersi alla palma, sul divanetto dove lui le aveva chiesto di non scappare. Lei lo aveva fatto, ma questo non aveva importanza. Era tornata. Capita di scappare, si ripeteva tra sé e sé Matteo. Si scappa per paura, insicurezza, problemi. Ma se torni, se torni, allora vuol dire che tutte le ragioni per cui scappavi, non erano così forti da tenerti lontano a lungo. Lei era lì. 
Matteo lasciò il fischietto a Simone, senza dir nulla. Simone lo guardò sconvolto, con gli occhi socchiusi per il sole e il viso incerto. Matteo fece per andarsene, poi tornò indietro, decise che i suoi occhiali da sole questa volta non gli sarebbero serviti, aveva bisogno di guardarla dritta negli occhi, aveva bisogno di quei colori, di riprovare quell'emozione. Li diede a Simone, senza dir nulla e quest'ultimo li prese tra le mani, ancora sconvolto. Matteo scese presto i tre gradini della pedana, arrivò in fretta alla palma. Lei non l'aveva ancora visto, era di spalle. Aveva un costume rosso e i capelli legati in una coda, erano ricci  - li ricordava bene, pensò - e le cadevano lungo la schiena, lei si passò delicatamente una mano dietro all'orecchio, forse cercava di aggiustarli. Quel che era certo era che lo stesse aspettando. Decise di non esitare, si avvicinò e tornò a sedersi accanto a lei. 
Rosalbà sussultò, lui era nuovamente vicino a lei. Si voltò alla sua destra e lo vide, lo vide come aveva fatto per tutta la settimana, nei suoi film mentali. Era bellissimo, la guardava negli occhi come nessuno aveva fatto mai, come se qualcosa potesse dividerli da un momento all'altro, senza che però accadesse.
''Sei qui...'', Matteo fu il primo a rompere il ghiaccio. Sapeva che per lei doveva essere già difficile essere lì, restare anziché andare via. Restare, questa parola gli apparve bellissima.
''Già...'', Rosalba sorrise timidamente. Lui le guardò gli occhi, poi le labbra. Si studiarono a vicenda per qualche secondo. Poi fu ancora Rosalba a continuare ''Scusa, per... l'altra volta'', si fermò ancora, cercava continua approvazione nei suoi occhi e, senza troppa fatica, la trovava costantemente; poi proseguì ''L'altra volta sono stata una maleducata'' - sentiva il braccio di Matteo contro il suo braccio, sentiva la sua pelle morbida, il cuore le stava per esplodere, come una supernova, era come una supernova, un'esplosione di luce, colori, vita, inizio e fine.  ''Ma non volevo, non volevo scappare''. Decise che aveva detto abbastanza, aveva parlato, urlato, anche con gli occhi e Matteo le aveva sorriso timidamente. Non credeva che lui fosse lì, accanto a lei. Non credeva che, per una volta, le sue fantasie fossero diventate reali.
''Non devi scusarti'', quasi gli sussurrò Matteo. Mentre le aggiustava i capelli dietro all'orecchio.
Lei si imbarazzò, ma poi, come la paura, anche l'imbarazzo sparì di colpo. 
Matteo continuò, deciso a prendersi ciò che, aveva deciso, gli sarebbe dovuto appartenere. 
''Ti ho pensata...'', accennò, fermandosi per un attimo, poi ancora ''Ti ho pensata davvero tanto''.
Rosalba era lì che lo fissava incredula, con gli occhi spalancati. Non riusciva a parlare, qualcosa la bloccava. Ma non era paura, quello era un eccesso di felicità e lei ne era consapevole. Non c'è niente di meglio della consapevolezza della felicità, pensò.
Matteo non le diede alcuna fretta di rispondere, era come se si capissero in modo naturale, anche in silenzio; come se si conoscessero a memoria. Ognuno rispettava i silenzi, le pause e gli occhi dell'altro. Matteo vedeva nei suoi occhi un'esplosione di colori. Verde, giallo, marroncino, bianco. Era una supernova, era la sua stella; Dio - pensò commosso- , quanto ci aveva sperato. Gli venne voglia di stringerla tra le sue braccia, di farci l'amore, di regalargli la sua vita. L'avrebbe fatto, ne era certo. Niente gliel'avrebbe portata via stavolta.
Rosalba si decise a rispondere.
''Anch'io... ti ho pensato'', si prese un'altra breve pausa, poi gli guardò le mani grandi e continuò, annuendo ''Ti ho pensato davvero molto''. Concluse sorridendo, poi aggiunse ''Com'è possibile tutto questo?''.
''Non lo so, vieni quì'', la tirò fortemente a sé, in modo anche dolce, portò la sua testa tra le sue braccia e lei glielo lasciò fare. Rosalba chiuse gli occhi. Se quello era un sogno, non avrebbe voluto svegliarsi. Mai. 
Matteo poggiò le sue labbra nei suoi capelli. Erano morbidi e profumavano molto. Un profumo che aspettava da una vita, pensò. Teneva una mano sul suo volto, lei gliel'accarezzava e quell'attimo gli sembrò infinito, gli sembrò eterno. Lo era.
Rosalba non poté far a meno di parlare, anche se temeva, in cuor suo, di rovinare quel momento perfetto.
''Sembra che tu mi conosca...'', le disse incerta, poi aggiunse titubante ''Ma non conosco neppure il tuo nome...''.
''Ha importanza?'', gli chiese retoricamente Matteo, guardandola deciso negli occhi. La sua voce ora era dolce.
''No... hai ragione...'', Rosalba sorrise incerta.
''Mi chiamo Matteo, signorina. Lei è?'', Matteo cercò di tranquillizzare la ragazza che teneva tra le sue braccia con dei modi di fare spiritosi - avrebbe voluto tenerla così per sempre, pensò.
''Io sono Rosalba!'', poi sorrise forte.
''Che bel nome...'', Matteo era sincero. Le piaceva persino il suo nome. Le sollevò il viso mettendole, delicatamente, le dita sotto al mento. La guardò bene negli occhi, lei fece lo stesso. Si perdevano e ritrovavano nei loro sguardi. 
Matteo proseguì: ''Oggi ci divertiremo, vedrai'', dolcemente.
Rosalba non rispose, si strinse tra le sue braccia, sentì il suo profumo, gli strinse forte anche la mano e lui la incrociò con la sua; così, per un attimo, tutto il resto sparì completamente. 
 
 
Continua
 
P.O.V. Autrice:
Ci siamo! Ho aspettato molto questo momento anch'io e sono davvero soddisfatta di come sia riuscita a tirarlo fuori dai miei pensieri di ... posso dirlo? Massì, dai, mi perdoneranno i migliori ma: pensieri da scrittrice. Sono felice per loro, spero che renda felice anche voi! Buon sabato a tutti/e, fatemi sapere cosa ne pensate. Ci tengo molto. A presto! :)
  
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