Non so, oggi mi sentivo stranamente malinconica…questo lo dimostra il fatto
che per questa fic ho cambiato persino il mio solito font…bah, me e il mio
umore del cavolo…ci tengo a precisare che avevo un’altra idea del personaggio
di Yumiko Akatoshi, creato per un’altra fic, ma che poi ho dovuto cambiare…usando
il suo aspetto per Setsuka Yashiro, di un’altra mia fic, in una parola ogni mia
fiction contiene un po’ di questo mio personaggio inventato, che rispecchia il
mio carattere e in parte il mio aspetto!! E’ ovviamente un membro dell’Akatsuki,
ha come partner Zetsu, ma dato che quella specie di pianta carnivora bipolare è
sempre per cavoli suoi, va spesso con altre coppie della nostra organizzazione di
pazzi preferita, soprattutto con Hidan e Kakuzu.
Ecco qui una cosetta one-shot sfornata dalla mia mente malata ^^
Sono i suoi pensieri dopo la morte del suo amato Deidara, spero che vi
piaccia, recensite per favore, mi sono impegnata a staccarmi dalle fiction
comiche ^^
Silver
Silk and Blue Velvet
- Perché -
Quell’unica parola scivolò silenziosa nella notte illuminata da una luna
indifferente al dolore che si manifestava in quel momento nella ragazza dai
capelli castani.
Yumiko non riusciva a frenare le lacrime.
- PERCHE’ DEIDARAAAAAAAAAAAAAAAAA????????????????? - urlò con tutto il
fiato che aveva in gola
Lui era morto.
Non avrebbe mai più sentito la sua risata, mai più rivisto il suo sorriso o
ascoltato i suoi discorsi sull’arte.
Mai più.
Eternità.
Perché lei lo sapeva che cos’era l’eternita, eccome se lo sapeva.
E’ un lasso di tempo in cui tutto rimane sospeso, tutto si ferma rimanendo
dannatamente immobile. Come adesso.
- Yumiko? -
Un uomo dai capelli tendenti all’arancione, gli occhi grigi dalle otto
iridi che la scrutavano impassibili, i vari piercing che brillavano alla luce
della luna si era avvicinato a lei. Il capo.
- Dimmi Pain. -
Solo lei e Konan, l’altra donna dell’Akatsuki, potevano chiamarlo per nome.
Perché lei era stata il primo membro ufficiale dell’organizzazione e, di fatto,
li conosceva entrambi molto bene.
Yumiko continuò a fissare la luna, l’ultima lacrima che scendeva, simile ad
un diamante, sotto le stelle fredde e la luna impassibile.
- Non si è sacrificato invano. - fu la frase di Pain, pronunciata nel
solito tono scostante – Lui credeva nella sua arte. E’ morto nel migliore dei
modi, come avrebbe voluto. -
- Cosa ne sai tu? CHE COSA NE SAI? – gridò Yumiko, devastata dal dolore –
COME SAI COME AVREBBE DESIDERATO MORIRE? QUANDO? DOVE? –
Pain rimase a fissarla, indifferente. Questo genere di reazione era
normale. Soprattutto per una come Yumiko.
- Glielo si leggeva negli occhi. Quando parlava. Ma anche quando stava zitto.
I miei occhi vedono molte cose. Hai mai provato a osservare da otto punti di
vista diversi? - rispose lui
- Tsk! – si imbronciò la ragazza, voltandogli le spalle
- Devi andare avanti –
- Tu non sai cosa vuol dire. –
- Che cosa? –
Adesso Pain era leggermente seccato.
- Vivere in eterno. Perfino Hidan ne aveva un concetto limitato. Vedere
come il mondo cambia nella sua immobilità. Vedere chi ami invecchiare,
avvizzirsi e poi morire. Invidiargli la morte. Tutto fuorché continuare
a vivere una vita senza senso, sapendo che poco a poco svanirà tutto. E ci
sarai solo tu. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. Si può
uccidere un immortale? NO. Puoi fargli a pezzi il corpo, renderlo capace di non
nuocere, ma non puoi ammazzarlo. Mai. Puoi fargli ogni danno immaginabile,
strappargli qualunque cosa. Ma continuerà a vivere, la sua anima troverà
qualcos’altro da ospitare. In eterno. E sapere che non lo rivedrò nemmeno all’Inferno
mi fa incazzare sul serio. Nemmeno questo mi posso permettere? -
Pain rimase immobile, la luna che gli illuminava il viso pallido e gli
occhi, la veste nera che oscillava piano nel vento.
- Ti sembrerà strano, ma capisco cosa intendi. Non l’avrò vissuto sulla mia
pelle, ma mi sembra di capirti, almeno nella prima parte. Non so perché. -
disse infine
- Alleluia. – disse Yumiko sarcastica
- Hai sempre i suoi ricordi. Il suo sangue ti è stato utile. No? –
- Sai cosa mi importa, ne ho assorbite talmente tante di innate che ho
perso il conto. Che palle. –
- Si vede. Stare insieme a Hidan non ti ha giovato al linguaggio però. –
- Ah beh. Tanto è sepolto e basta. Mica mi sente. E morirai anche tu un
giorno. Non oggi, magari nemmeno tra una quarantina d’anni, ma un giorno sì. –
- Ne sono pienamente consapevole. E quando quel giorno verrà, lo accetterò.
–
- Fortunato te. Pensare che non rivedrò mai più i suoi occhi…-
Le lacrime ricominciarono a scendere dagli occhi color dell’argento della
ragazza. Detestava piangere davanti a qualcuno, ma non riusciva a farci nulla. Era
troppo triste.
- Ha fatto il suo dovere. Non ha ucciso Sasuke però…-
Le lacrime si arrestarono.
Una voce che non era affatto quella di Yumiko emerse dal suo petto.
- Nessun problema. Terminerò io il lavoro per lui. In suo onore. -