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Autore: Teqvjla    10/08/2013    6 recensioni
Lei. Una ragazza semplice, dei sogni nel cassetto, la voglia di vivere.
Lui. Un ragazzo semplice, milioni di persone ed amarlo, la voglia di vivere.
E tanti, tanti ricordi.
La loro storia. Un'unica storia.
L'amore, i sogni, la realtà.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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MEMORIES…










Eccomi, dopo tanto, tantissimo tempo.
Da quanto tempo aspetti questo momento? Diamine.. circa sei mesi.
Ti rendi conto?

Lo so, sono pessima. Ma ora sono qui.
Inizialmente credevo che non ce l’avrei mai fatta.. invece ci sono.
Credo che ne sia valsa la pena, di aspettare.

Premetto di non aver scritto questa storia da sola.

L’ho scritta con te, passo per passo. In fondo, parla proprio di te, no?
Spero di riuscire a farti arrivare le emozioni che hai fatto provare tu a me.
Lo spero.
Spero davvero, con tutto il cuore, che ti piaccia.
E ricorda che ti amo nonostante la distanza, come se fossi una sorella.

Tu sei una sorella per me.
E forse sarai stanca di sentirmelo dire, ma è così.

Ti adoro troppo scimmietta, e voglio che tutti lo sappiano.

Questa è la storia dedicata a te.
























 

 
Il rumore assordante della porta sbattuta ruppe il silenzio presente nella casa. Passi veloci accompagnati da singhiozzi attraversarono la stanza, salirono in fretta le scale, percorsero il corridoio e si rinchiusero in un’altra stanza.

La ragazza si buttò a capofitto sul letto, stringendo l’orsacchiotto che le era stato regalato quando aveva compiuto tre anni, ora ne aveva sedici. Nella sua mente immagini sfocate continuavano a passare, facendo aumentare il suo pianto. Non riusciva ancora a credere a quello che aveva visto.

Il suo ragazzo avvinghiato ad un’altra.

L’aveva tradita.

L’aveva illusa.

L’aveva fatta innamorare per poi spezzarle il cuore.

Non si accorse nemmeno della figura che si era appena seduta sul suo letto, e che l’aveva stretta in un abbraccio caloroso. Si strinse più forte che poté a quella persona che per lei era sempre presente.

-Oh, mamma..- singhiozzò sul petto della donna, che le accarezzava dolcemente i capelli. La donna non disse niente, continuò a stringere la figlia fra le sue braccia lasciando che piangesse tutte le lacrime, lasciandola singhiozzare liberamente, lasciando che si sfogasse. Non c’era cosa migliore che piangere per stare meglio.

Piano, piano cominciò a calmarsi, a volte qualche singhiozzo scappava, ma le lacrime erano finite, per adesso.

-Hey..- sussurrò la donna alzando il mento della figlia per poterla guardare negli occhi. La ragazza guardò negli occhi la donna, la quale le sorrise dolcemente, facendola sorridere a sua volta.

-Che cosa è successo?- chiese la donna sedendosi a gambe incrociate di fronte alla figlia. Sembrava una ragazzina, nonostante i suoi quasi quarant’anni.

-Ho scoperto la verità..- sussurrò abbassando lo sguardo, la ragazza.

-Quale verità?- chiese ancora la donna prendendo le mani della figlia tra le sue.

-Mi tradiva con un’altra.- mentre lo diceva, rivedeva nella sua mente le immagini della mattinata appena trascorsa, e sentiva gli occhi pizzicare, di nuovo.

-Oh, tesoro..- bisbigliò la donna accarezzando una guancia alla ragazza, la quale aveva ancora lo sguardo rivolto verso il basso. Le dispiaceva così tanto per sua figlia. Sembrava davvero molto presa da qual ragazzo. Vederla sempre col sorriso sul volto era una gioia, ogni volta. Peccato che quel sorriso adesso fosse spento.

-Hey.- disse la donna per attirare l’attenzione della figlia -adesso guardami negli occhi e dimmi tutto ciò che pensi.-

-Proprio tutto?- chiese la ragazza guardando la madre, la quale annuì energicamente.

-Tutto, tutto!- esclamò sorridente. La figlia chiuse gli occhi un secondo, prese un respiro profondo e riaprì gli occhi, puntandoli in quelli della donna di fronte a lei.

-Beh.. sono triste. No, triste è poco. Sono delusa, ecco. Delusa da lui e da me. Da lui perché mi ha fatto questo. Cioè, davvero non me l’aspettavo. Lui che mi ha chiesto di diventare la sua ragazza, per poi andare da un’altra. Lui che mi diceva che mi amava, per poi andare da un’altra. Lui che diceva che non mi avrebbe mai lasciata per nessun’altra. Ci sto male.- cominciò a fare il suo discorso gesticolando.

-E per quale motivo sei delusa da te stessa?- domandò la donna, curiosa.

-Emh, credo per essermi legata tanto a lui. O non lo so! Fatto sta che non credevo sarebbe finita così, e mi sento una stupida.. mi ha presa in giro per tutto questo tempo, ed io non mi sono mai accorta di niente! Sono scema!- concluse gesticolando come una forsennata. La  donna ridacchiò vedendo la figlia. Era così buffa.

-Beh, tesoro, non sei stata una stupida. Sei solo stata molto ingenua, ecco.- cominciò a dire la donna.

-E non è lo stesso?- la interruppe la ragazza inarcando un sopracciglio.

-Fammi finire. Dunque, sei stata ingenua, ma sono.. come possiamo definirli.. incidenti di percorso! Vedi, alla tua età sono cose che succedono. Anche a me è capitato, sai? Ma sono cose che aiutano a crescere e ad imparare. Sono piccole cose che ti faranno capire come gira il mondo, ok?- disse, cercando di far capire alla figlia qualcosa del suo discorso.

-Sì, ma non è giusto. Le persone soffrono e non va bene. Io sto soffrendo, e non voglio!- esclamò la ragazza alzando le braccia al cielo.

-Invece è giusto. Non dico che soffrire sia una bella cosa, però aiuta molto. Guarda me per esempio. Sai quanto volte ho sofferto nella mia vita? Troppe! Eppure sono qui, sposata con un uomo meraviglioso e con una figlia di cui vado fiera. Soffrire aiuta a diventare più forti.- spiegò la donna continuando a guardare la figlia dritta negli occhi.

-Vedi, se ti butti giù adesso, io ci sarò, ed anche tuo padre; ma arriverà il giorno in cui tu crescerai, ed i problemi saranno maggiori, e dovrai risolverli da sola in qualche modo, quindi ascoltami bene. Ogni volta che qualcosa o qualcuno ti butterà giù, tu dovrai essere forte e rialzarti, dovrai lottare per i tuoi sogni e per le tue speranze. Dovrai combattere contro ogni ostacolo. Non devi permettere a nessuno di impedirti di essere quello che vuoi, chiaro? Non devi dare a nessuno la soddisfazione di vederti crollare a pezzi. Tu devi dimostrare ciò che sei capace di fare. Devi sempre camminare a testa alta, e mostrare il tuo sorriso a tutti. Questo ragazzo è stato veramente un cretino, ad andare da un’altra. Non sa cosa si sta perdendo, e non lo dico perché sono tua madre, lo dico perché so cosa sei capace di dare. So che sei una ragazza fantastica con grandi qualità. Lascia perdere quel bambino, è solo un imbranato! Tu meriti di meglio!- concluse la donna, con un gran sorriso sul volto. Lei sapeva bene come sua figlia si sentiva, e non voleva permettere di vederla triste. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vedere sempre il sorriso raggiante di sua figlia, proprio identico a quello del padre, nonché suo marito.

-Grazie mamma, ti amo.- sussurrò la ragazza stringendo sua mamma fra le braccia, lasciandosi coccolare. La donna sorrise sulla sua spalla.

-Ti amo anche io.- sospirò in risposta. Si staccarono dopo alcuni minuti.

-Come ti senti ora?- chiese la donna accarezzando la guancia della figlia.

-Beh, direi decisamente meglio, però..- cominciò, lasciando la frase a metà.

-Però cosa?- chiese la donna riducendo gli occhi a due fessure.

-Però.. mi sentirei meglio se mi raccontassi come vi siete conosciuti tu e papà, proprio come facevi quando ero piccola!- esclamò euforica la ragazza. La donna scoppiò a ridere.

-Ma, Emma, conosci quella storia a memoria ormai!- sbuffò divertita la donna incrociando le braccia al petto. Emma sporse il labbro inferiore, assumendo un’espressione da cane bastonato.

-Ti prego!- squittì imitando la voce di una bambina piccola e unendo le mani in preghiera.

-D’accordo!- borbottò la donna, di nome Francesca, arrendendosi agli occhi dolci della figlia.

-Allora..- cominciò Francesca, prima che la figlia la bloccasse.

-Aspetta!- sbottò Emma, alzandosi in fretta dal suo letto ad una piazza e mezza. Chiuse le finestre della sua stanza, facendola immergere nel buio. Si avvicinò al comodino, ed accese l’abat jour. Fece segno alla madre di sdraiarsi sul letto sotto le coperte.

Dopodiché si accomodò anche lei sul letto, di fianco alla madre, appoggiando la testa sul seno della donna e stringendole la vita con un braccio.

-Che hai fatto?- chiese ridendo Francesca, vedendo come si era mossa in fretta la figlia per fare tutto.

-Volevo rendere l’atmosfera! Dai, comincia a raccontare!- esclamò eccitata chiudendo gli occhi, proprio come quando era piccola. Era una cosa strana.
Quando era piccola, Francesca le raccontava sempre le sue sventure adolescenziali al posto delle favole, ed Emma amava sentire quelle storie. Era bello sapere come si erano conosciuti la sua mamma ed il suo papà, era bello sapere di essere un legame così forte in un amore così speciale.
Perché se c’era qualcosa che riusciva a legare Francesca e suo marito oltre all’amore, era la loro bellissima figlia, Emma.

-Beh.. ripartiamo dall’inizio..-






-Francesca, sbrigati, sono già le cinque e mezza!- gridò la donna dal piano inferiore.

-Arrivo, arrivo!- borbottò la figlia in risposta. Era nervosissima. Finalmente il suo sogno stava per avverarsi. Li avrebbe conosciuti. I suoi idoli.. oddio, quello era un sogno! Non poteva crederci.. era talmente emozionata che quella sera non era riuscita a chiudere occhio. Era  rimasta tutta la notte a fantasticare su quello che sarebbe potuto accadere il pomeriggio seguente.
Avrebbe incontrato i One Direction.

 Avrebbe conosciuto i suoi idoli, quei cinque ragazzi che le avevano rapito il cuore.. soprattutto “lui”.

 Aveva passato tutta la mattina insieme alla sorella in giro per i negozi, comprando qualcosa da indossare per il pomeriggio a seguire. Era stata chiusa in bagno per circa tre ore. Voleva essere carina per i suoi idoli. Le ore parevano trascorrere più lentamente del solito.. sembrava che le sei e mezza non volessero mai arrivare. Eppure mancava un’ora esatta.

Ora tutte le sue sicurezze e le raccomandazioni che si era fatta stando un’ora davanti allo specchio avevano preso un biglietto di sola andata all’inferno, lasciandola sola con le sue insicurezze. Sentiva la paura pressata sul cuore come un enorme macigno. Era spaventata a morte.
“E se non gli fossi piaciuta?” continuava a ripetersi nella sua testa. Il problema era che neppure lei si piaceva. E questo era un enorme problema. “Le persone amano le persone che amano se stesse!” le diceva sempre sua madre, per confortarla. Ma lei non si amava, per niente. L’unica cosa che le piaceva di lei erano i suoi occhi.


Quegli occhi di una profondità più che unica quanto rara.
Quegli occhi che tendevano tanto al celeste, un celeste abbastanza scuro.
Quel celeste strano, quella tonalità sconosciuta. Quel colore che diventava grigio quando si arrabbiava e che tendeva ad essere di un azzurro cristallino quando si sfogava con le lacrime. Era un mix di colori, un arcobaleno di meraviglie.


Si guardò per un ultima volta allo specchio, sistemando gli ultimi ritocchi al suo abbigliamento e corse al piano inferiore, dove sua madre la stava aspettando, spazientita.

-Finalmente! Credevo che non saresti mai scesa!- esclamò la donna guardandola. Lei sorrise, troppo nervosa per rispondere alla madre. Uscirono di casa, salirono in macchina e partirono. Destinazione: One Direction.















Continua..
  
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