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Autore: aelfgifu    10/08/2013    3 recensioni
Elettra, Filottete, Antigone: due giovani donne e un guerriero sospesi tra amore e odio, vendetta e giustizia, obbedienza e ribellione, vita e morte. Le loro voci.
Nota. I monologhi dei tre personaggi sono da situare in momenti ben precisi della loro vicenda. Quello di Elettra si colloca prima dell'arrivo di Oreste a Micene e del bagno di sangue che ne consegue; Filottete parla a Neottolemo che gli ha appena rivelato la sua identità e lo scopo del suo arrivo a Lemno; i pensieri di Antigone vengono formulati mentre la ragazza si reca a incontrare la sorella Ismene (e a esporle la sua risoluzione suicida) all'alba del giorno fatale davanti alle porte del palazzo reale di Tebe.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parla Antigone

 

Il mio povero papà diceva

che con la corazza l’elmo e la spada

sarei stata il migliore degli strateghi.

E a volte, quando per sbaglio

consideravo il mio riflesso

sulla superficie di bronzo di uno specchio,

di me non vedevo nient’altro

che una fronte alta,

la faccia rosea, il collo sottile,

un’onda di capelli castani

appoggiati sulla spalla, le mani di una ragazza

che passa il suo tempo al telaio;

e non capivo la tenerezza, o l’amore,

nello scherzo di mio padre

 

Finché ad un certo punto

ho visto penzolare da una trave

il cadavere di mia madre, ho visto

gli occhi di papà ruscellare

fontane di sangue, mentre donne

parate a lutto ululavano,

e il palazzo risuonava

dei loro ululati. Ade era entrato

anche nei muri

 

Ora faccio una somma:

il sonno mi ha abbandonata,

la pace mi ha abbandonata,

vedo le braccia tese di mia sorella

ma mi succede come nei sogni,

non riesco a muovermi.

Che cosa farò di tutto questo sangue:

fatto di espiazione, rancore,

deliri di ogni genere?

E proprio su di me dovrà versarsi?

 

Allora mi dico prendi, rimisura,

delibera: delibera di separare

quello che è reale da quel che è spurio,

togli il sudicio che si è accumulato

sopra tanto dolore;

e cerco un gesto che mi sia possibile

 

Primo, per la pace di chi è morto,

secondo, per la mia.

  
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