E ritorno da te.
-
Kisshu! – riuscì a mormorare Zakuro dopo alcuni
istanti di smarrimento.
Kisshu era lì che la osservava, i capelli verdi scarmigliati
raccolti nei suoi soliti codini; indossava gli abiti alieni e le labbra
sottili erano stirate in una smorfia di preoccupazione. Gli occhi
dorati, però, sembravano animati da un sentimento
discordante: trafiggevano Zakuro come se volessero comunicare con
l’anima della ragazza, la fissavano come se
l’alieno non riuscisse a saziarsi della presenza della Mew
Lupo e cercasse di assorbire quanto più poteva di lei.
Il resto della squadra si era rialzato dalle macerie e si
avvicinava lentamente ai due, lasciandosi andare ad esclamazioni
incredule sul ritorno del compagno.
Kisshu, però, aveva occhi solo per Zakuro. La
aiutò a mettersi a sedere e rimase inginocchiato accanto a
lei, accarezzandole il volto segnato dai graffi con la sua mano
affusolata, senza mai distogliere lo sguardo da quei pozzi blu.
- Stai bene? – sussurrò Kisshu, lasciando le che
sue dita si impigliassero fra i capelli viola di Zakuro.
- Ora che ci sei sì. –
D’impeto i due si strinsero in un abbraccio che voleva dire
molte cose, che cercava di dar voce a tutte le domande inespresse poste
in tutti quei mesi; quell’abbraccio era rassicurazione,
gioia, tenerezza, e forse qualcosa di più. Kisshu strinse a
sé Zakuro con forza, come se avesse paura di perderla per
sempre se solo avesse allentato la stretta. I polmoni della ragazza si
riempirono dell’odore di Kisshu, di quell’odore di
pioggia, mare e libertà che tanto amava.
E le parole sgorgarono dalle sue labbra prima che lei se ne rendesse
conto.
- Perché sei tornato? –
Non “Perché te ne sei andato?”,
no; a Zakuro importava solo il motivo della sua presenza
lì, sul campo di battaglia. Lì, fra le sue
braccia.
- Non potevo sopportare che tu affrontassi la sfida più
ardua della tua vita senza di me. Non potevo permettere che tu ti
affidassi solamente al destino. –
E con quelle parole lo sguardo di Kisshu si spostò verso un
punto imprecisato sopra alla spalla di Zakuro. Lei e il resto della
squadra seguirono la direzione dettata da quegli occhi dorati,
trovandosi davanti al corpo di Cordelia, esanime e apparentemente privo
di vita. L’aliena giaceva
a terra in una pozza di sangue, uno dei Sai di Kisshu conficcato nella
schiena.
- E’ morta? – mormorò Ichigo senza
riuscire a distogliere lo sguardo dal corpo della sua nemica.
- Lo spero. – rispose Kisshu senza guardarla.
Dopodiché tornò a fissare Zakuro: - Ero
terrorizzato all’idea che dovessi andare incontro alla morte
seguendo le parole di quella profezia; se l’Acqua Mew che ho
consegnato a mia madre non avesse funzionato non sarei mai riuscito a
perdonarmi. Per questo ho deciso di agire. –
Pie, Minto e Ichigo riportarono la loro attenzione su Cordelia,
sdraiata a pancia in giù sull’asfalto, come se
avessero paura che la ragazza potesse rialzarsi da un momento
all’altro. Purin, Taruto e Retasu rimasero educatamente in
disparte, sentendosi a disagio in un’atmosfera
così intima com’era quella che circondava Kisshu e
Zakuro in quel momento.
- Potrai mai perdonarmi per essermene andato? –
mormorò Kisshu prendendo delicatamente il volto di Zakuro
fra le mani.
- L’importante è che ora tu sia qui. Sono felice
che tu abbia avuto la forza di tornare. –
- E di restare. –
Con quelle semplici parole era come se i due avessero appena firmato un
contratto inviolabile; Zakuro sapeva che Kisshu non se ne sarebbe
più andato, ed era altrettanto certa che lei sarebbe rimasta
sempre al suo fianco, nonostante tutto.
Kisshu affondò il volto nell’incavo del collo di
lei, stringendola nuovamente a sé, e sussurrò: -
Non ti lascerò mai più. –
Zakuro si limitò ad annuire, dopodiché chiuse gli
occhi e appoggiò la guancia ai capelli verdi di Kisshu,
beandosi della sua presenza e del calore che il suo corpo le donava.
Un avvenimento improvviso però riuscì a
distruggere quel momento di tenerezza: Cordelia si era mossa.
Gli occhi di tutti i presenti saettarono su di lei, mentre
il panico si dipingeva sui loro volti. Cordelia, tremando da capo a
piedi, si mise in ginocchio, alzando lo sguardo color ghiaccio sui suoi
nemici. L’arma di Kisshu era ancora conficcata nella sua
schiena e l’abitino blu era completamente imbrattato di
sangue, ma l’aliena era viva e più furiosa che mai.
- Ma come è possibile? – mormorò Mew
Purin indietreggiando di alcuni passi.
Negli occhi di Cordelia, oltre che la furia cieca, dimorava anche la
sorpresa: non riusciva a spiegarsi come, dopo aver ricevuto un colpo
mortale, potesse essere ancora in vita.
- Tu! – ringhiò incrociando lo sguardo dorato di
Kisshu, che nel mentre si era posizionato di fronte a Zakuro per
proteggerla, - Hai cercato di uccidermi!
–
- Ammetto di averci provato, sì. – rispose Kisshu
recuperando il suo proverbiale sarcasmo.
- Ma non ci sei riuscito. – continuò Cordelia
alzandosi in piedi – Voi sciocchi non potete niente contro di
me, niente! Sono persino più forte della morte. –
Zakuro si rialzò e tentò di schierarsi assieme ai
suoi compagni, ma Kisshu la teneva ostinatamente nascosta dietro di
sé; evidentemente, anche lui aveva capito che, dopo
quell’inutile tentativo, rimaneva soltanto un modo per
uccidere Cordelia.
- Me la pagherete! – urlò ancora Cordelia, lo
sguardo reso folle da una luce inquietante che le illuminava il volto,
prima di lanciarsi su Kisshu.
L’alieno rispose all’attacco appena in tempo,
richiamando l’ultimo dei suoi Sai, e gettandosi in un corpo a
corpo.
- Presto, dobbiamo aiutarlo! – si fece sentire Minto,
spiccando il volo verso i due combattenti. Il resto della squadra la
seguì, fatta eccezione per due persone.
Zakuro incrociò lo sguardo roseo della sua leader, la quale
pareva preda di un dolore invisibile.
- Zakuro… - cominciò Mew Ichigo, ma
la Mew Lupo la interruppe.
- Sapevamo da subito che sarebbe dovuto succedere. –
affermò con decisione – Il tentativo di Kisshu non
poteva funzionare, non finché una parte di Deep Blue vive in
me. So quello che devo fare. –
Ichigo non sembrava convinta delle parole di Zakuro, ma non ebbe tempo
di replicare: la battaglia si era spostata a terra e la Mew Neko fu
costretta ad intervenire.
Zakuro avanzò qualche passo vacillante, ma subito Kisshu le
fu addosso e la bloccò per le braccia.
- Zakuro, lascia fare a me! – gridò, ma una nota
di panico nella voce dell’alieno tradì la sua
disperazione.
Sembrava che Kisshu fosse deciso a fare di tutto pur di evitare il
sacrificio di Zakuro.
- Kisshu, hai sentito la profezia! –
urlò di rimando la ragazza divincolandosi dalla stretta
dell’alieno – Finché io non anniento
ciò che rimane di Deep Blue, qualsiasi attacco non
sarà in grado di uccidere Cordelia! –
Zakuro si voltò in modo da guardare negli occhi Kisshu, che
lasciò cadere la sua arma a terra.
- Ho l’Acqua Mew che mi hai dato, è tutto studiato
nei minimi dettagli! – spiegò lei, forse
più per convincere se stessa che Kisshu. Il momento della
verità era vicino.
- No Zakuro! – si impuntò l’alieno
rafforzando la presa sulle braccia della ragazza. – Non
rischierò di perderti di nuovo! –
- Lasciami! – urlò Zakuro, mentre la disperazione
cominciava a sopraffarla. Si voltò e vide i suoi compagni
cercare di tenere testa a Cordelia, che sembrava più forte
che mai. Mew Minto era a terra, esausta, e Taruto era appena stato
colpito al volto dal gatto a nove code di Cordelia. Qualsiasi cosa
cercassero di fare Mew Mew e alieni insieme non era sufficiente di
fronte alla furia omicida della sovrana di Edren.
“Devo farlo.”
Zakuro avvertì la stretta di Kisshu sulle sue
braccia allentarsi, fino ad abbandonarla del tutto; evidentemente,
l’alieno aveva creduto di essere riuscito a farla desistere
dal suo obiettivo. La Mew Lupo richiamò mentalmente tutto il
suo coraggio e le sue forze, mentre attendeva il momento migliore per
agire. La sua mano sinistra corse inconsciamente alla tasca dei
pantaloncini viola, dove si trovava il contenitore con una singola
goccia di Acqua Mew.
Cordelia, il Sai di Kisshu ancora piantato nella schiena, continuava a
menare fendenti sul Mew Team, i lineamenti del suo bel volto deturpati
dall’ira.
Kisshu si portò al fianco di Zakuro, ipnotizzato
dall’immagine della loro nemica che dimostrava una forza e
una capacità di combattimento invidiabili.
La Mew Lupo attese. Non poteva permettersi di compiere
passi falsi, non in quel momento.
Cordelia se la stava vedendo con Mew Ichigo e, nonostante la leader
delle Mew Mew le stesse dando del filo da torcere, la
superiorità dell’aliena era troppo evidente.
Zakuro attese che Kisshu fosse completamente rapito dalla battaglia che
infuriava attorno a loro prima di agire.
“E’ il momento.”
Con estrema rapidità la ragazza si abbassò e
raccolse il Sai di Kisshu da terra, dopodiché
balzò alcuni metri più in là. Questa
azione non durò che pochissimi secondi, ma furono
più che sufficienti per permettere a Zakuro di allontanarsi
da Kisshu. L’alieno si era accorto con un impercettibile ma
imperdonabile ritardo delle mosse dell’amata e non era
riuscito a fermarla. In quel momento la fissava ad occhi sgranati senza
avvicinarsi, come se avesse paura che un suo minimo gesto potesse
scatenare un’azione irreversibile. Tese una mano leggermente
tremante verso Zakuro, prima di esclamare: - Zakuro, ti prego, metti
giù quell’affare e torna qua! –
Ma la ragazza non rispose; si limitò a
guardarlo negli occhi, con uno sguardo che aveva tutta
l’intenzione di chiedere perdono per le sue azioni, prima di
alzare l’arma che brandiva in mano.
- Zakuro, non farlo! –
L’urlo di Kisshu aveva raggiunto le orecchie di Pie che, nel
bel mezzo della battaglia, si voltò, rendendosi conto di
quello che, di lì a poco, sarebbe accaduto.
Mew Zakuro scoccò un’ultima occhiata a Kisshu,
prima di afferrare l’impugnatura dell’arma con
entrambe le mani.
- NO, ZAKURO! –
Lei affondò il Sai nel torace, all’altezza del
cuore. Sgranò gli occhi in preda al dolore, mentre una
macchia scarlatta si allargava nel punto in cui la lama spariva nella
carne. Zakuro cadde sulle ginocchia; rantolando si accasciò
in avanti e il suo corpo venne scosso da spasmi involontari, prima che
la luce della vita abbandonasse quegli occhi blu come il mare.
L’urlo
straziante di Kisshu squarciò l’aria.
La battaglia si arrestò; il Mew Team fissava disperato la
figura priva di vita di Zakuro, mentre Cordelia mostrava solamente una
macabra curiosità, non riuscendo a spiegarsi il
perché di un suicidio.
Kisshu urlò ancora, prima di cominciare a correre in
direzione della Mew Lupo. Si gettò accanto a lei e
sollevò il suo corpo inerte, prestando attenzione ad un
qualsiasi segnale che gli facesse pensare che fosse ancora viva. Il suo
cuore, però, aveva smesso di battere, e dalle labbra carnose
non fuoriusciva alcun respiro.
- Zakuro… - mormorò Kisshu, gli occhi dorati resi
lucidi dalle lacrime che insistevano per essere versate dopo tanto
tempo.
La mano diafana dell’alieno andò a cercare quella
pallida della ragazza ed intrecciò le dita alle sue. Con
l’altra abbassò le palpebre di Zakuro, e Kisshu
ebbe il bizzarro pensiero di una persiana che si abbassa su due
finestre dal quale si vede il cielo notturno.
Il resto della squadra si era portato alle spalle di
Kisshu e attendeva che accadesse qualcosa, che l’Acqua Mew
facesse il suo effetto, ma invano; il corpo senza vita di Zakuro
giaceva nella braccia di un Kisshu che, versando lacrime silenziose,
aveva preso ad accarezzarne il viso.
Mew Minto cadde a sua volta in ginocchio, il viso nascosto tra le mani
guantate.
Il resto della squadra si accorse con difficoltà del grido
di dolore di Cordelia; l’aliena, infatti, si era piegata in
due portandosi una mano al petto, il volto contratto in una smorfia di
sofferenza. Quando abbassò lo sguardo sulla mano che si era
portata al cuore, notò con un sussulto che era sporca di
sangue. Cordelia era stata ferita nello stesso identico punto in cui il
Sai di Kisshu aveva penetrato la carne di Zakuro.
- Che sta succedendo? – la sentirono ruggire,
prima che uno spasmo la fece cadere a terra.
Cordelia rotolò su un fianco, la sofferenza impressa sul
volto. Il gesto estremo di Zakuro aveva dato i suoi frutti.
Kisshu quasi non si accorse del fatto che la loro nemica fosse
finalmente vulnerabile; per lui la battaglia era terminata con la morte
di Zakuro, così come tutta la sua vita.
“Non sono riuscito a salvarla. Nulla di quello
che ho fatto è servito.”
Kisshu avvertì il corpo di Mew Zakuro diventare
improvvisamente freddo, quasi ghiacciato, e poi di nuovo caldo. Con il
cuore in gola, avvicinò di più il viso a quello
della ragazza, cercando di capire che cosa stesse succedendo.
In
quel momento, però, Zakuro venne avvolta da una luce
azzurra. Kisshu rafforzò la presa sulle braccia della Mew
Lupo, come se avesse paura di vederla scomparire, ma questo non
accadde; il corpo privo di vita venne pervaso dall’energia
scaturita da quella singola goccia di Acqua Mew che Kisshu aveva donato
a Zakuro, compiendo il suo miracolo.
Quando il bagliore azzurro si fu disperso, Kisshu abbassò lo
sguardo dorato sul corpo di Mew Zakuro, stretto fra le sue braccia.
Il suo petto aveva ripreso ad alzarsi e abbassarsi
ritmicamente.
Kisshu guardò sbalordito il bellissimo viso di Zakuro,
sporcato dalla polvere e dal sangue rappreso, quando il suo sguardo
venne catturato da quello color del mare della sua amata.
Zakuro schiuse le labbra in un mezzo sorriso, prima di carezzare la
guancia di Kisshu, che continuava a sorreggerla e a fissarla come si fa
solamente con la propria ragione di vita.
- Kisshu. – mormorò Zakuro con un filo di voce.
- Bentornata da me, dolce tesoro. –
Angolo Autrice:
Ciao a tutti lettori e lettrici!
Lo so, sono nuovamente in un ritardo imperdonabile, ma vogliate
perdonarmi: è estate anche per me alla fine!
Ho deciso di scrivere un capitolo bello lungo per farmi perdonare del
ritardo e spero sia di vostro gradimento.
Vi voglio anche annunciare che il
prossimo capitolo sarà l’ultimo! La cosa mi
intristisce parecchio, ma prima o poi anche questa fanfiction doveva
terminare.
Allego ora lo stato che ho
pubblicato sulla mia pagina Facebook, sperando che possa piacervi e che
vi faccia capire l’importanza che ha per me questa storia.
Per me la mia Fanfiction "Il mio
cuore è gelido come l'inverno" e il suo sequel "Il lato
oscuro della luna" non sono solamente semplici storielle nel fandom
Tokyo Mew Mew.
Questa serie rappresenta il mio unico
stereotipo di amore. Un amore discordante, assurdo, tormentato.
Perché le storie d'amore che vale la pena ricordare non sono
tutte rose e fiori. La realtà è fatta di persone
che, per quanto ti abbiano amato, sono destinate ad andarsene;
è fatta di lontananza, disperazione, fuga dal compagno e da
se stessi. Nella realtà devi essere consapevole del fatto
che chi credevi fosse più vicino ti ferirà. La
realtà non è facile.
Zakuro rappresenta me, in tutto e per tutto.
Una ragazza fredda e distaccata, che cerca di alienarsi dal mondo
circostante per non rischiare di essere ferita, una persona che attacca
per non essere attaccata. Zakuro descrive perfettamente il modo in cui
io mi trovo ad affrontare la vita, con sangue freddo e
meticolosità, tentando di avere il controllo su ogni mia
azione. Zakuro è la figura che, meglio di qualunque altra,
rispecchia la difficoltà che incontro nell'aprirmi all'altra
persona, a lasciarmi amare, e come io sappia distruggermi e auto
ripararmi in silenzio.
Kisshu rappresenta l'amore per me.
Perché l'amore è follia,
possesso, rabbia, ossessione, ma anche paura e desolazione. E' un
qualcosa che ti riempie lasciandoti
però con l'amaro in bocca, qualcosa che, molte volte, ti
spinge a battere in ritirata nel tentativo di capire quanto sia vero il
sentimento che provi. L'amore ti brucia dentro come un fuoco dannato,
ti dà alla testa, ti rende completamente schiavo
dell'istinto.
Zakuro e Kisshu non potrebbero essere più diversi come
personaggi, ma il loro bizzarro accostamento è del tutto
voluto.
Loro sono la dimostrazione di come amare una persona riesca a farci
sentire vulnerabili, folli e vivi allo stesso tempo.
Kisshu e Zakuro sono complementari.