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Autore: marthiachan    11/08/2013    2 recensioni
"La mia vecchia vita non esiste più, devo costruirmene una nuova.
Dovrò ricostruirla da capo.
Le mie abitudini e i miei legami precedenti sono stati distrutti.
Detesto doverlo fare. Vorrei solo tornare ad avere quello che avevo tre anni fa. Perché, anche se non l’ho mai ammesso, in un modo assurdo e inspiegabile per tutti ma assolutamente logico per me, ero felice.
Voglio riavere quello che ho perso.
Voglio essere di nuovo felice."
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson , Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sherlock's Diary'
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Eccoci a un altro romantico capitolo.
Perché il rapporto tra Sherlock e Molly non è sicuramente un rapporto convenzionale, soprattutto a causa di Sherlock e delle sue bizzarre idee in merito,  quindi ho ritenuto necessario un capitolo in cui vediamo come affrontano determinati discorsi di coppia.
Buona lettura.

8


Fortunatamente, John è partito la sera stessa del matrimonio per il suo viaggio di nozze e Mrs. Hudson è andata a passare il week end da sua sorella, perché sarebbe stato davvero imbarazzante averli per casa mentre io e Molly sfruttavamo quei giorni per approfondire il nostro rapporto.
Ed è stato davvero molto appagante.
Alla fine del week end mi sentivo bene. Era come se ogni parte del mio corpo fosse incredibilmente ricettiva, ma allo stesso tempo non provavo quell'insoddisfazione tipica che mi portava a cercare dei mezzi per tenermi impegnato, a qualunque costo.
Avevo provato qualcosa di simile solo quando assumevo droghe, ma quell'effetto era molto più effimero e molto meno piacevole. L'effetto della droga Molly Hooper, invece, era piacevole sotto ogni aspetto. Non aveva effetti collaterali e il suo effetto era decisamente di maggiore durata. O almeno lo era sino a che lei restava con me.
Ecco perché vederla preparare la valigia per tornare al suo appartamento mi metteva decisamente in allarme.
“Non è necessario che tu vada.” ho detto cercando di non sembrare troppo insistente.
Ero ancora a letto, avvolto solo da un lenzuolo, e la osservavo piegare e conservare le sue cose dentro alla sua valigia.
“Sì, invece. Domani mattina alle sei inizia il mio turno in ospedale.” ha risposto lei senza nemmeno voltarsi.
“Puoi comunque passare la notte qui.”
“E con quali vestiti dovrei andare a lavoro? Con l'abito del matrimonio? O con il pigiama? Devo tornare a casa. Hai detto che la porta è sistemata, quindi non ho motivo per non farlo.”
La porta. Accidenti a Mycroft, per una volta poteva anche non essere così efficiente.
“Dovresti portare un cambio di abiti qui, così non saresti costretta a tornare al tuo appartamento nel cuore della notte.”
“Non è il cuore della notte. Sono solo le otto di sera.” ha replicato lei con tono divertito.
“Comunque, vengo con te. Passerò la notte da te.”
“Come? Perché?” ha chiesto con tono confuso voltandosi finalmente verso di me.
“Perché due giorni fa sei stata aggredita e mi sentirei più tranquillo se potessi occuparmi di te.”
“Non ho bisogno di un baby-sitter.” ha detto sempre con il suo tono ironico.
“Non oserei mai propormi come tuo baby-sitter.”
“Allora come vorresti proporti?”
“Pensavo a come tuo personale dispensatore di piacere sessuale.
Molly ha riso mentre chiudeva la cerniera della sua valigia con un unico fluido movimento.
“Sherlock, non hai bisogno di passare ogni istante con me per questo. Non sarebbe logico. E la logica è il tuo forte.”
“Infatti. La cosa più logica sarebbe che tu vivessi qui.”
“Come?” ha domandato sorpresa voltandosi a guardarmi. “Dici sul serio?”
“Certo. Non ha senso che tu o io facciamo avanti e indietro tra i nostri appartamenti. E poi trovo che svegliarmi con te accanto sia molto piacevole.”
Lei ha deglutito e ha fatto qualche passo verso di me, per poi fermarsi quando era così vicina che avrei potuto toccarla solo allungando un braccio.
“Sherlock, pensavo che dovessimo mantenere la nostra relazione segreta, almeno per il momento.”
“Non sarebbe un problema. Ufficialmente tu prenderesti la stanza di John, come mia coinquilina, anche se in realtà la useresti al massimo come guardaroba. Agli altri sembrerà solo che tu volessi risparmiare sull'affitto e abitare più vicino al Barth's. E, per quanto mi riguarda, avere la mia patologa preferita sotto il mio stesso tetto agevolerebbe il mio lavoro. Nessuno ci troverebbe qualcosa di strano.”
“Sherlock...”
“Non voglio dover avere nuovamente discussioni come queste. Casa mia o casa tua? È una totale perdita di tempo.”
“Sherlock, stai correndo troppo.” ha cercato di obbiettare con tono serio.
“No, sto ottimizzando i tempi.”
“Il significato è lo stesso.”
“No, in realtà...”
“Sherlock! Santo cielo, fermati e rifletti!” mi ha interrotto prima che potessi replicare. “Non dobbiamo avere fretta. La nostra relazione è iniziata da appena due giorni, è troppo presto per vivere insieme.”
“Perché?”
“Perché prima dovremmo conoscerci meglio, frequentarci per un po' per conoscere i rispettivi pregi e difetti, e solo in seguito decidere se siamo adatti a vivere insieme.”
“Io ti conosco già perfettamente. E tu conosci me. Quello che dici non ha senso.”
“Sherlock, non è una gara. L'importante non è fare le cose in fretta, ma farle bene. Capisci?”
“Sinceramente no. Io so già che andrebbe bene. Tu non ne sei convinta?”
Cominciavo a preoccuparmi. Molly sembrava terrorizzata dalla mia proposta, mentre io pensavo che avrebbe gradito e che ne sarebbe stata addirittura entusiasta.
Mi sono alzato e mi sono posizionato di fronte a lei, in modo da poter studiare le sue reazioni.
“In effetti, no. Temo che potrebbero esserci delle difficoltà ad adattarci l'una alle abitudini dell'altro. E io non ho mai vissuto con un uomo, eccetto mio padre.”
Occhi lucidi. Fiato corto. Carotide pulsante. Era terrorizzata.
“D'accordo. Allora faremo un programma in modo da poterti adattare gradatamente.” ho proposto cercando di andarle incontro. Di agevolarla.
“Un programma?”
“Certo. Poco alla volta ti abituerai.”
“Io non credo che sia una buona idea. Non si possono programmare certe cose.”
“Certo che si può.” ho confermato avvicinandomi a lei. “E stanotte vengo a casa tua. Così comincio subito ad osservare e memorizzare le tue abitudini nel tuo ambiente naturale.”
“Sherlock, non sono un maledetto panda!”
“No, ovviamente. Non ne hai né la dimensione né la peluria, ma sei comunque una specie rara.”
“Non sei divertente.”
“Non volevo essere divertente. Voglio davvero passare la notte con te.”
Lei ha sbuffato e poi ha riso.
“D'accordo. Solo stanotte, però. Non voglio che ci impantaniamo in un rapporto simbiotico. Sarebbe una rovina.”
Simbiotico?”
“Sì, quel genere di rapporto in cui due personalità si fondono in una. E la conseguenza è che nessuna delle due sopravvive.”
“So bene cosa sia una simbiosi. Succede solo a chi ha due personalità deboli e un quoziente intellettivo sotto la media.”
“No, Sherlock. Può succedere anche quando una delle due personalità è talmente forte da assorbire e annullare l'altra.”
“Tu hai paura che io ti annulli?” le ho domandato capendo solo in quel momento cosa intendeva.
“Succederebbe, Sherlock. Tu non ti rendi conto, ma la tua personalità soggioga chiunque ti stia intorno. Guarda il povero John! Sino a che viveva con te non è mai riuscito a portare avanti una relazione. E sai perché? Perché tu assorbivi tutta la sua attenzione, tutte le sue energie. L'unico motivo per cui John è riuscito a sposare Mary è che quando l'ha conosciuta tu eri... lontano. Perché tu sei così, tu travolgi tutti.”
“Quindi mi stai accusando di essere solo un egoista che assorbe le energie altrui.” ho concluso sentendo un certo fastidio invadermi.
Non Molly. Lei non può fare un errore simile. Lei mi conosce meglio di chiunque altro.
“No, Sherlock, tu non sei egoista, ma senza che tu ti renda conto tendi a... stregare gli altri.”
“E tu non vuoi essere stregata.”
Io sono già stregata da te, ma voglio continuare a essere indipendente. Non mi vorresti se fossi solo una bambola senza più una personalità propria. Aiutami a non perdermi nella tua magia.” ha confessato con sguardo implorante.
Mi stava pregando di darle tempo. Nient'altro. Sono stato in grado di aspettare tre anni per tornare a casa, posso dare del tempo a Molly.
“Non so se ho capito tutto quello che vuoi dire, ma ci rifletterò su.” ho acconsentito infine chinandomi a baciarla. “Domani, però. Stanotte voglio stare con te.”
“D'accordo. Ma da domani torniamo alle nostre solite abitudini. Ognuno a casa sua. E ognuno al suo lavoro. Spero di essere stata chiara.”
Trasparente.”


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