PROLOGO

Aprii gli occhi disturbata dalla vibrazione del mio cellulare. Spostai le coperte di seta e cercai sotto il letto: l'ultimo messaggio ricevuto mi fece talmente innervosire da gettare lo smartphone ultimo modello a terra. Lo recuperai e lessi sullo schermo illuminato 'Mamma'. Non si faceva sentire da settimane, e doveva ricordarsi proprio in quel momento di avere una figlia, ovvio. Aprii la chiamata.

- Nina, finalmente! Devi sempre avere il cellulare sottomano, non voglio più ripetertelo. Mi stavo preoccupando!

- Beh, chissà quanto ti sarai preoccupata nell'ultimo mese! - sbottai. - Con che faccia vieni a parlarmi di preoccupazioni? Hai ignorato le mie chiamate per quattro settimane mamma, quattro!

- Sai, in queste vacanze ho voluto staccare da tutto e da tutti, e poi con Tom ho fatto tante cose..

Non potevo crederci. Stava ignorando le mie parole per raccontarmi del suo nuovo insopportabile compagno.

- Senti mamma, adesso ho da fare, dovevi dirmi qualcosa di importante?

- Volevo solo chiederti se andava tutto bene lì..

- Oh beh, non va tutto bene. – riattaccai.

La giornata era decisamente partita in malomodo. Di solito durante i weekend mi divertivo, ma quella mattina avevo trovato un messaggio vocali da Alex, il ragazzo più popolare della scuola, che con poche parole mi lasciava. Non voleva più essere il mio ragazzo. Beh, non gli avrei di certo chiesto scusa per non avergliela data alla festa di quell'idiota di Paul, il suo migliore amico. Come poteva lasciare me, la più popolare della scuola, semplicemente perchè avevo buon senso? Stupido idiota.

Sentii la porta al piano di sotto aprirsi.

- Sono tornato! - la voce di mio padre riecheggiò in casa.

- Ciao! – urlai di risposta. Mi sistemai di nuovo sotto le coperte e scrissi un sms a Jessica, la mia migliore amica. Certo, era stupida, lei si era fatta fregare dal suo ultimo ragazzo, Paul, che l'aveva portata a letto senza troppe difficoltà, ma le volevo bene.

A che ora torni dal fine settimana con i tuoi? Ho bisogno di te, giornata storta.

Squillò il telefono di casa.

- Piccola, sto lavorando, rispondi tu! - la voce riecheggiò nuovamente tra le mura. Non volevo più parlare con nessuno.

- Si, chi parla? - domandai seccata.

- Sei Nina? Ciao, sono Robert – lo sfigato della scuola, aggiunsi mentalmente. Che voleva da me? Non gli avevo mai rivolto la parola sino ad allora. Notando che non rispondevo, continuò a parlare. - ..scusa il disturbo, ma sabato prossimo c'è la festa del solstizio invernale e il preside voleva alcuni scatti di te e del tuo ragazzo per il giornalino della scuola. Vediamoci domani alle 10 in palestra. - il mio ragazzo?! Stava diventando troppo.

- Te lo scordi. - riattaccai.

Il giorno seguente però decisi di andare a scuola. Non avevo paura di affrontare Alex, se mai si fosse presentanto. Il secchio era lì, che aggiustava la sua roba impacciato. Mi schiarii la gola, e finalmente si accorse della mia presenza. Come poteva non aver notato il mio arrivo?

- Oh, ciao Nina. - sorrise timidamente. Notai che aveva delle fossette che contornavano le labbra, come me.

- Ciao.. tu com'è che ti chiami? - risposi altezzosa.

- Robert.. mi chiamo Robert.

- Ah. - Era quasi carino quando le sue guance arrossivano.


 

Salvee.