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Autore: mahidevran    11/08/2013    4 recensioni
[Marina & the Diamonds, Lana del Rey]
Marina è una liceale che sa esattamente chi essere e cosa volere, o almeno si illude di saperlo per assecondare i genitori e la società perbenista in cui è nata e cresciuta.
L'incontro con una nuova studentessa ribelle e misteriosa, una certa Elizabeth Woolridge Grant, le aprirà gli occhi, impedendole di tornare alla vita fatta solo di apparenze e regole a cui era abituata.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno tanto atteso era finalmente arrivato. 
Dalle sei del mattino un gruppo di studenti euforici si era radunato nel cortile della scuola, dove c'era già ad aspettarli un autobus.
Marina si era particolarmente goduta la vista dei suoi genitori sulla porta di casa. Suo padre stava un passo dietro la madre, le accarezzava la spalla per confortarla, chiuso in un rigoroso silenzio che voleva significare molte cose. La ragazza non era nemmeno certa di averle capite tutte, quelle cose, comunque colse le più importanti, tra cui l'amara consapevolezza che i figli prima o poi crescono.
La signora Lambrini, invece, teneva tra le dita un fazzoletto che ogni tanto si avvicinava agli occhi e non faceva altro che comunicarle ogni raccomandazione che le venisse in mente, anche la più stupida. Continuò finché Marina non arrivò in strada, dove non poteva più sentirla. 
Si sentiva strana, insolitamente soddisfatta. Era sola, camminava con le sue gambe e andava dove voleva. Doveva proprio ringraziare Elizabeth alla prima occasione.
 
" Finalmente hanno smesso d-... "
 
Non appena svoltò l'angolo della strada, sentì che gli occhi le uscivano dalle orbite. Rimase immobile per alcuni secondi poi, accorgendosi che lui la guardava e che quindi non era lì per caso, si decise a pronunciare il suo nome con un tono sinceramente sorpreso.
— Lawrence? —
Il suo fidanzato. Era un po' che non si vedevano. Era stato occupato con l'università e lei con la scuola. Almeno, questa doveva essere la versione ufficiale dei fatti.
La verità è che se l'era completamente dimenticato. 
Sebbene non avessero mai litigato né si fossero detti addio, la sua esistenza era uscita lentamente dalla sua mente non appena Elizabeth aveva cominciato ad affermare la propria presenza nella sua vita.
— Non mi avevi detto che saresti partita. —
 
" Però l'hai saputo lo stesso. "
 
— Anch'io l'ho saputo da poco. —
I signori Diamandis dovevano aver sicuramente parlato con lui a insaputa della figlia. Marina ostentò un'espressione piuttosto irritata provocata dalla quella complicità, da sempre esistente tra il suo fidanzato e i suoi genitori, alleanza che lei aveva detestato fin dal primo momento.
 
" Poi non devo mica dirti tutto. "
 
— Capisco. Ti accompagno allora, così possiamo salutarci. —
Smise di guardarla immobile per muovere qualche passo verso di lei. Le accarezzò una guancia, provocando in lei ancora più stupore.
Era come se Marina si fosse dimenticata totalmente di quell'individuo e persino rivedendolo aveva creduto che si trattasse di un'allucinazione, un miraggio o una specie di fantasma del passato, pertanto sentire la sua mano di carne ed ossa sul viso fu come ricevere una doccia fredda.
Avrebbe voluto dirgli che no, non doveva, non si doveva disturbare ma in fin dei conti si era già disturbato un bel po' venendo da lei alle sei del mattino. Acconsentì in silenzio.
Marina sentiva che quel barlume di indipendenza e soddisfazione che aveva avvertito prima di incontrarlo si stava estinguendo sempre più. Il muto accondiscendere e la rinnegazione dei propri sentimenti la facevano sentire angosciata come mai prima.
— Sei strana oggi. Qualcosa non va? —
 
" Sì, tu. "
 
— Nulla. Solo che è la prima volta che mi allontano da casa. —
Si meravigliò di sé stessa, ma poi fu costretta a complimentarsi tra sé e sé. Anche lei era brava a dissimulare e quando ci si metteva sapeva risultare davvero convincente.
— Non preoccuparti, sono solo cinque giorni. Andrà tutto bene. — 
Gli avevano detto anche quello? Marina sbuffò, stufa di quella situazione asfissiante. Nessuno dei due aggiunse altro fino all'arrivo a scuola.
Gli occhi della Diamandis si illuminarono non appena scorse il gigantesco autobus circondato da studenti rumorosi. Aguzzò la vista e tra loro vide lei, Elizabeth Woolridge Grant. Sorrise radiosamente, ma dovette sforzarsi per non agitare il braccio e salutarla poiché sia Lawrence che i suoi compagni di classe sapevano che non aveva nessuno da salutare così animatamente.
— Fa' buon viaggio, Marina. —
Marina trasalì. Si era di nuovo dimenticata che il suo fidanzato era lì con lei. Si voltò verso di lui, mentre il sorriso di poco prima cominciava a svanire.
— A prest-... —
Impossibile. Cosa stava accadendo? Gli occhi di Marina rimasero sbarrati come due fari, completamente inermi.
Le labbra di Lawrence si posarono senza preavviso sulle sue, tremanti. Per lunghi interminabili secondi la baciò.
Quando si allontanò di nuovo la ragazza corse via, dopo avergli lanciato un'ultima occhiata interrogatoria.
   
 
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