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Autore: Loki__Laufeyson    11/08/2013    2 recensioni
(REVISIONE in corso capitoli --- per ora non andrò avanti ma cambierò un po' di cose nei capitoli precedenti che non andranno ad influire molto sulla storia, mi scuso ancora per il ritardo)
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“Oh mio dio!!! Sembra di stare in una sauna qua dentro!” disse con la vista offuscata dal calore che emanava l'acqua bollente.
Non ci volle molto che Loki capì subito a chi appartenesse quella voce squillante e irritante.
“Ma che...!? Clary, esci! SUBITO!” era infuriato come non mai vedendo la ragazza andare verso la finestra per aprirla. Ma la testardaggine di quella non le permise di ascoltarlo.
“Su esci dall'acqua e vestiti” gli disse amichevolmente girandosi verso di lui e facendogli un gesto con la mano che lo intimava ad alzarsi. Ma il dio rimase lì, guardandola irritato senza dirle una parola.
“Dai su! Che aspetti? Op op” si avvicinò a lui battendo le mani.
Non sopportando quel gesto il dio si mosse di scatto, imprigionandole i polsi della ragazza in una stretta di ferro.
“Non osare. Mai più. A fare. Così” la minacciò scandendo ogni singola parola, con un sorriso amaro e gli occhi pieni di rabbia, mentre la tirava a sé con lentezza mentre
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Violenza
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Remember



 



 



 

Era un bel momento da ricordare, per tutti e due.
Era scattato un silenzio totale. L'uno che guardava gli occhi dell'altro.
Non si volevano staccare da quell'abbraccio, ma quando la piccola peste si mise a miagolare i due si separarono e distolsero lo sguardo.
Erano entrambi imbarazzati ma più di tutti Clary.
Ci fu un attimo di silenzio, finché Loki non decise di parlare “Allora, come lo vuoi chiamare?”
“Mhmm...penso che lo chiamerò proprio come te” affermò con un sorriso.
“Lo vuoi chiamare come me? E come mai?” era stupito della risposta di Clary, insomma nessuno aveva mai pensato di prendere il suo nome per metterlo ad un animale.
“Bhe, un po' ti assomiglia. Se qualcuno ti penserebbe come un animale, di sicuro ti vedrebbero come un gatto nero; furbo e certe volte irritante” affermò fiera della sua risposta.
“Io!? Irritante?” chiese sorpreso, alzando un sopracciglio.
“Sì, e tu non sia quanto se ti prendono i 5 minuti” ammise lei ridendo.
“Certo. Parla quella che entra nelle dimore degli altri senza neanche il consenso del proprietario di casa” disse in sua difesa.
“E' nella mia natura. Che ci vuoi fare!?” ammise, come se fosse più che ovvio, aprendo le braccia.
“Sì, ma almeno potresti evitare di farlo tutti i giorni” rispose, specificando le ultime parole e anche un po' irritato, pensando a tutte le volte che lo aveva svegliato o interrotto nei suoi momenti più...intimi.
“Non è mica colpa mia se ti trovo sempre a dormire o a fare...altre cose” disse come scusa, con un finto broncio dipinto in volto.
“E, secondo te, il modo migliore di svegliare una persona è sgridargli?” gli chiese con voce flebile.
“Secondo me sì” ammise compiaciuta.
“Ci sono troppe cose che secondo te sono giuste, ma, in realtà, sono sbagliate” si avvicinò a lei con la voce più flebile di prima, quasi come un sussurro.
A quelle parole Clary si sedette nella poltrona dietro di sé e guardò con malinconia il piccolo Loki che si mise subito a dormire nel fondo del divano. “Lo sai perché mi bandirono da Asgard?” gli chiese con voce flebile e con gli occhi lucidi, ma non era intenzionata affatto a piangere.
Il dio non rispose. Restò lì, in piedi, a guardarla con una domanda nello sguardo.
“Io ero una di quelle pochissime persone che ti ammirava” si confidò con un leggere sorriso sulle labbra “Un giorno, mentre ero a lavoro, vidi la gente andare a palazzo, così chiesi al mio capo cosa stava succedendo. Lui mi disse che ci sarebbe stata una sfida tra te e Thor...Te la ricordi, non è vero? Quella in cui uno di voi due sarebbe riuscito ha --”
“Sollevare Mjolnir” la interruppe con un tono amaro, al ricordo di quella prova.
“Sì. Proprio quella” abbassò lo sguardo, anche lei addolorata.
Ma mai più di Loki

“Io e i miei amici ovviamente eravamo dalla tua parte...ma quando non riuscisti a sollevarlo, fu come se ci mancasse l'aria al vedere quella scena, come se tutti i mondi crollasse giù da Yggdrasill. Poi quando fu il momento di Thor e ci riuscì, tutti erano felici, entusiasti. Ma noi no. Prima che Odino lo proclamò futuro Re di Asgard, noi ce ne andammo. Decidemmo di fare giustizia, di ribellarci. Perché non ci sembrò giusto che quell'arrogante di Thor sarebbe diventato un giorno Re” fece una pausa, per riprendere fiato, mentre Loki si sedette accanto a lei. “Per fortuna loro non furono presi...ma invece io...” iniziò a tremare,
“Avevo 19 anni quando mi presero e, di conseguenza, mi bandirono. - disse con un sorrisetto dipinto sulle labbra, come se non si fosse pentita di nulla - Ovviamente prima che me ne andai chiesi ai miei amici di combinare altre ribellione e di rimanere sempre all'erta, finché non ci sarebbe stata l'incoronazione. Mi dissero di stare tranquilla e di non preoccuparmi, ma sia io che loro sapevamo che, dopo il mio esilio, non sarebbe stato più come una volta” una lacrima sfuggì al suo controllo, al solo ricordo dei tempi trascorsi insieme ai suoi amici. Che ora non avrebbe mai più visto.

“Perché?”
Per tuta la vita Loki non si era mai interessato alla vita degli altri in particolar modo, dato che era una persona che non desiderava neanche la presenza di altre persone.
Ma stranamente la presenza di Clary non lo infastidiva. Era come se, se non ci fosse lei, lui si sentisse perso.
“Perché intraprendevo la magia” confermò guardandolo negli occhi.
Loki restò sbalordito da quella risposta. Per tutto quel tempo, Clary non gli aveva mai rilevato che, anche lei, intraprendeva le arti magiche.
“Com'è possibile? Nessuno, a parte me e Frigga, sapeva intraprendere la magia. E nella biblioteca aperta anche al popolo, non c'erano molti tomi sull'uso del Seiðr
“Questo è vero. Non vi erano molti tomi...ma io e i miei amici non si ingannava solo la gente del popolo...anche le guardie riuscivamo ad ingannare. Pur di intraprendere quell'arte ero disposta a tutto. E poi era anche una scusa per vedere te” ammise con un leggero sorriso.



“Ti posso fare una domanda?” le chiese dopo un attimo di silenzio, guardandola negli occhi.
“Certo”
“Come faceste ad entrare a palazzo?” domandò, curioso.
“Oh, credimi, non è stato affatto facile...almeno le prime volte” ammise, ridendo.
“Come l-le prime volte?...Quante volte siete entrati?”
Tante! Forse anche troppe per contarle!”
Spalancò gli occhi nell'udire quella risposta. “Ma le guardie non vi hanno mai scoperto!?” continuò con il vortice di domande.
“Le prime volte, come ti ho detto, è stato difficile...infatti, a pensarci, due o tre volte ci anno sbattuto fuori. Ma anche se ne passammo di brutte ci siamo sempre divertiti” rise mentre si posizionò meglio sulla poltrona per stare più comoda.
“In quanti eravate?”
“Otto...io li ritenevo i migliori di tutta Asgard” disse alzando lo sguardo e guardando nel vuoto, ricordando le avventura fatte insieme a loro.
Si rese conto che ricordava ancora i loro volti.
“Avevate delle professioni?” chiese ancora più curioso di prima.
“Sì...io e altri due facevamo i sarti. O meglio: io ero una sarta e gli altri due gli addetti alle pulizie. Quattro di noi aiutavano il macellaio di corte. Invece l'ultimo era l'aiutante di un ferramenta” rispose dopo qualche secondo di silenzio.
“Ecco come entravate...grazie al macellaio di corte --” capì subito.
“Sì, ma noi lo scoprimmo dopo. Ecco perché le prime volte non avevamo successo...perché noi, come degli sciocchi, provavamo ad entrare dalla porta principale” spiegò iniziando a ridere.
“Bel rischio” alzò le sopracciglia, sorpreso.
“Già...ma come ci divertivamo. Darei di tutto pur di ritornare a quei bei tempi”
“Non posso dire lo stesso...l'unica cosa che potevo fare era starmene da solo, a leggermi qualche bel libro”
“Ci credi se ti dico che volevamo tutti noi essere tuoi amici? E' solo che avevamo paura che tu ci...sai: chiamavi le guardie e --”
“Si, avevate fatto bene a pensare così perché di sicuro l'avrei fatto” la interruppe ridacchiando la verità, ma comunque sorpreso dalla sua affermazione.

Lui che aveva degli amici?
Sarebbe stato così insolito. Forse quasi assurdo.

“Appunto...però se lo facevamo di sicuro la metà di noi si divertiva!” ammise distogliendo lo sguardo e iniziando a ridere a crepa pelle.
“E perché?”
“Bhe, essere stati arrestati da Loki in persona. Per certi sarebbe stato un'onore” rise in fine.
Subito dopo quella risposta anche il dio si mise a ridere.
“Allora magari...quando torneremo...mandali da me almeno li sbatto subito in cella” disse ironicamente tra una risata e l'altra.
“Si magari lo faro!” disse anche lei continuando a ridere.

Passò un po' di tempo prima che tutti e due smisero di ridere, ma non durarono neanche due secondi di silenzio data la curiosità di Clary: “Davvero pensi di ritornare ad Asgard?”
“Bhe, a dirti la verità, non ne ho intenzione...insomma se torno di certo me la faranno pagare per quello che ho fatto e anche per questa mia fuga” guardò il vuoto, pensando a tutte le azioni che aveva compiuto.
“Ah si, quell'attacco a New York”
“Già...e non solo – sospirò – anche per aver, quasi, distrutto Jötunheimr; tentato di uccidere Thor...” concluse amareggiato mentre si guardò la mano e si rammentò quella volta a Jötunheimr quando uno degli Jotun gli afferrò il braccio e di conseguenza la sua mano divenne blu.
“Sì, mi ricordo”
Loki alzo lo sguardo verso quello di Clary, corrugando la fronte “Ricordi?”
“Sì, bhe visto che ero brava con le arti magiche, contattavo i miei amici. Quando mi dissero che eri caduto dal ponte del Bifröst, tutti noi cademmo in un'enorme disperazione. Eravamo talmente addolorati della tua perdita. Ma un anno dopo quando seppi che tu eri ritornato io --”
“Tu sapevi che ero ritornato...come?” la interruppe.
“Il giornale” alzò le spalle e con un sorrisetto ironico.
“Oh”
“Bhe insomma non appena letta quella notizia sul giornale, parlai con i miei amici e gli diedi l'eccezionale notizia e festeggiammo. Da quel momento cercavo sempre di trovare qualche tua notizia e alla fine di ogni singolo giorno io contattavo gli altri e gli raccontavo tutto” spostò il suo sguardo da quello di Loki, tornando a guardare il vuoto.
“Come facevi, a contattarli? Insomma, io lo potevo fare perché avevo lo scettro ma tu come --”
“Avevo letto un incantesimo dentro uno dei tuoi libri che tenevi in camera. Dato che nella Biblioteche Reale non c'era” confessò con una punta di timidezza “Una mattina, quando tu andasti via dalle tue stanze, io e gli altri ci mettemmo a cercare. Cercavamo di non mettere troppo in disordine, in modo che non ti fossi accorto di niente. Quando trovai il libo mi scrissi alcuni incantesimi su un foglio e ce ne andammo. Ma ti giuro che avevamo fatto questo solo e unicamente per cercare dei libri di magia!” cercò di chiarire subito, sorridendo.

“Quando mi sconfissero nella battaglia contro gli Avengers...potevi ritornare ad Asgard...con me e --” gli era venuta spontanea quell'affermazione. In cuor suo gli dispiacque per Clary, lei che era sempre stata al fianco dei suoi amici. Non deve essere stato facile per lei.
“E cosa, Loki? Minimo se avevo qualche possibilità di tornare mi dovevo acquistare la fiducia di Thor, dato che ero e sono ancora in esilio. E tu sai che cosa dovevo fare per acquistarla. Avrei preferito morire, invece che mettermi contro di te – lo interruppe bruscamente, alzandosi in piedi – anche solo per finta, io non avrei accettato” lo interruppe urlando e alzandosi dal divano con foga.
Loki rimase esterrefatto da quella reazione, ma soprattutto della risposta che emise con tanta sicurezza.
Clary stette in silenzio fissando Loki. Aspettò che reagì.

 

Ma Loki, non sapendo che cosa dire, rimase lì, seduto a guardarla confuso. Lei non lo aveva mai conosciuto direttamente eppure fin dall'inizio era stata disposta a rinunciare a tutto per lui; ai suoi amici; alla sua vita.

“Io non potrei mai farlo...poi non so che cosa avresti fatto tu al mio posto” concluse in fine, indicando Loki stesso con una mano.
“Hai ragione” ammise con voce flebile, come se lo dicesse più a se stesso che a lei. Poi si alzò per incrociare meglio lo sguardo di Clary.
“Cosa?” era confusa da quell'affermazione. Forse aveva sentito male.
“Ho detto che hai ragione” ripeté più chiaramente a voce bassa per farla tranquillizzare.
“D-davvero?” chiese non credendo alle sue parole.
“Davvero...ora siediti e continua a dirmi tutto” concluse invitandola a sedersi accanto a lui.
“Ok – si sedette e continuò, ormai voleva che Loki sapesse tutto, anche perché non aveva più senso tenere nascosto il suo passato, non ora che il loro rapporto si era così stretto – ...quando seppi della tu sconfitta, tornai a casa per avvisare i miei amici e appena sentita la notizia loro ripresero ad entrare nel palazzo, ma mi dissero che per entrare nelle prigioni non era affatto facile. Infatti ci misero un po' prima di entrarci. E quando mi dissero che tu eri scappato io seppi già cosa fare. Dopo averli salutati, mi diressi subito in tutti i parchi d'intorni e quando ti trovai --”
“Come facevi a sapere dove ero?”
“Bhe non fu facile, i miei amici mi dissero che tu balbettavi qualcosa, insomma quello che capirono è che ti saresti teletrasportato in questa zona. In uno di questi parchi” disse corrugando la fronte.

“Vi sentite ancora?” gli chiese attirando lo sguardo di Clary su di sè.
“No” sospirò attonita.
“Come mai?” chiese confuso da quella risposta.
“Perché... - una lacrima cadde, lasciando il Dio degli Inganni perplesso – a dirti la verità non lo so il perché ma...dopo averti portato a casa, feci per parlare con loro ma... - un'altra lacrima cadde – subito dopo avergli detto che tu eri con me il contatto si interruppe. Provai e riprovai a riattivare il contatto...ma non ci riuscì ed ora posso temere solo il peggio” concluse iniziando a piangere e singhiozzare.

D'avanti a quella reazione Loki non seppe cosa dire, prese dolcemente la testa di Clary e se la portò al petto, cercando di farla tranquillizzare ma Clary non smise di piangere, non si era mai sentita così allarmata e preoccupata, nonostante ci fosse Loki al suo fianco a consolarla. Era come se dentro di lei si fosse aperta una crepa. Era da molto tempo che ormai non pensava più a quell'episodio, proprio per non piangere. Per lei non era mai stato facile accettare il fatto di non rivedere mai più i suoi compagni.

“Dai su. Andrà tutto bene...ehi – allontanò la testa della ragazza dal suo petto, per vederla negli occhi – andrà tutto bene. Asciugati le lacrime”
Clary senza dire nulla fece ciò che gli aveva detto Loki e si portò le mani agli occhi per poi stropicciarli ed asciugare tutte le lacrime che erano cadute.
Il dio notò che stava ancora singhiozzando così si alzò e le disse dolcemente: “Vieni” la invitò con una mano ad alzarsi.
Clary prese la mano di Loki, perplessa.
Posando un suo braccio sulle sue spalle la portò in cucina, offrendole un bicchiere d'acqua, che Clary accettò volentieri con un sorrisetto timido.
Loki capì che non si era ancora ripresa, nonostante il suo sorriso. Erano i suoi occhi che mentivano: traspiravano dolore, sofferenza e malinconia. Non seppe cosa dire ma poté solo regalarle un abbraccio forte e premuroso, che Clary ricambiò subito. Iniziò a cullarla piano piano cercando di farla ridere.


 

In quel momento, Clary, capì una cosa, una cosa che non aveva mai capito – stranamente – fino ad ora.
Comprese che se era in difficoltà poteva sempre contare su Loki. In qualsiasi caso.
Si ricordò i momenti in cui lei – palesemente – si faceva male, o si metteva nei guai, e Loki era sempre stato lì ad aiutarla.

Restarono ancora per un po' in quella posizione, fin quando Loki non decise di dargli un delicato bacio sulla fronte per poi accarezzarle la guancia sinistra. Era una carezza dolce, tenera e calda. A quel gesto Clary chiuse gli occhi e appoggiò nuovamente la testa sul petto di Loki.
“Stai meglio?” chiese lui, con le dita che scivolavano sotto il mento di Clary, alzandoglielo cosicché possa guardarla negli occhi.
Non rispose e quando Loki notò che la ragazza singhiozzava ancora, la strinse più forte a sé e iniziò ad accarezzarle la schiena e regalarle vari baci sulla fronte.
“Su col morale – la consolò, ma la ragazza non smise di singhiozzare, così decise di tirarle su il mento per guardarla – ehi...ti prometto che andrà tutto bene...d'accordo?”
Clary non rispose, si dedicò solo ad annuire.
“Ok” disse riportando le testa di lei sul suo petto e appoggiando il mento fra i capelli sciolti dell'amica.
Da quel momento Clary smise di singhiozzare.

 



 

“Se posso chiedere...come siete diventati amici?”
“Bhe a dirti la verità penso che fu il destino che ci fece incontrare” si staccò da lui per poi mettersi a sedere “Ti ricordi tutte quelle volte che Thor si faceva spettacolo di sé e tutti lo acclamavano?”
“Si...un'altra tra le tante cose che odiavo e odio ancora di mio fra...di Thor” si corresse in fine.
“Tutti andavano lì...ad acclamarlo, ed ancora mi chiedo il perché di tutte quelle attenzioni verso il figlio di Odino --”
“Molta gente lo acclamava perché avevano paura di lui o perché non vedevano veramente lo stolto che era --”
“Sì, molti avevano paura. Ma noi otto no. Perché, vedi, noi tutti ce ne stavamo infondo, lontani da quel branco di pecore che seguivano quell'arrogante di un cane”
“Siete stati gli unici sani di mente”
“Sì – accennò un leggero sorriso - Fu proprio uno di quei giorni che ci incontrammo. Eravamo lì un po' distanti gli uni dagli altri. Fu uno di loro il primo a parlare. Disse che tutti quelli sono degli idioti ad acclamare un simile individuo. Non appena disse quelle parole io mi misi a ridere e gli dissi che aveva ragione, anche gli altri si misero a ridere e da quel momento capimmo che tutti noi avevamo le stesse idee; le stesse opinioni e gli stessi pensieri. Così diventammo amici. Da quel giorno tutti noi sapevamo che le nostre vite sarebbero cambiare. Iniziammo a parlare per giorni e giorni, spesso sugli stessi argomenti” disse ridacchiando.
“Che tipo di argomenti?”
“Bhe. Uno dei molti era la stupidaggine di tuo frate...cioè su Thor – si corresse non appena vide l'espressione di Loki cambiare istantaneamente – poi ce ne erano altri ma tutti sullo stesso individuo”
“E chi era?” sapeva già la risposta che sarebbe uscita fuori dalle sua labbra.
“Tu Loki - gli disse con sorriso stampato sul suo volto – non smettevamo mai di parlare di te, e molte volte ci mettevamo a parlare sul fatto che il legittimo erede al trono dovevi essere tu”
“Perché pensavate questo?”
“Perché tu eri l'unico sano di mente e molto più intelligente di quello sfrontato di Thor. E poi mi sorprendo ancora sul fatto che ti prendono in giro per il tuo elmo cornuto. E sulla stupidaggine di Thor? Su quello non si fa parola?” rise.
“Su questo concordo appieno” iniziò a ridere anche lui.
“Ma noi sapevamo che, pensando certe cose, ci sarebbe costato” iniziò a parlare Clary smettendo di ridere, e a sua volta smise di ridere anche Loki.
“Che vuoi dire?” corrugò la fronte, non capendo quello che stava dicendo Clary.
“Una volta successe che mentre parlavamo di te e della tua intelligenza adatta per governare, dei ragazzi più grandi ci sentirono e ci picchiarono. Due di noi erano in condizioni così gravi che dovevano essere portati subito da un curatore” finì la frase con tono cupo, forse più di quello che sperava.
“E perché voi non vi difendeste?”
“Loki, non tutti erano come te che se la cavano con le parole o con un incantesimo. Noi... - sospirò – eravamo ancora piccoli e quei ragazzi che ci picchiarono avevano, sì e no, cinque o sei anni più di noi!”
“Scusa non lo sapevo” capì che aveva chiesto un scemenza.
“No, non ti scusare. Ovviamente tu non lo potevi sapere”

“Che faceste dopo?”
“Decidemmo che dovevamo trovare un posto più sicuro, un posto in cui non ci avrebbe trovato nessuno. Passarono dei giorni ma infine lo trovammo e da quel giorno in poi ci riunivamo sempre lì, ogni mattina fino al calar della sera stavamo in quel posto che per noi sembrava come un quartier generale”
“Ma mi chiedo che cosa c'era in me di così tanto da parlare? Insomma la gente parlava di me solo per gli incantesimi proibiti che apprendevo di mie spese e --”
“Credimi: noi non vedevamo solo il tuo lato 'oscuro'. Noi vedevamo qualcosa di più grande dentro di te. Non facevamo mai caso alle chiacchiere del popolo” lo interruppe facendogli capire che c'era qualcosa di più grande dentro di lui, oltre che l'odio.

“E' buffo” ridacchiò.
“Cosa?” chiese curiosa.
“Ed io che pensavo che nessuno mi voleva nel regno. Sono sempre stato all'ombra di Thor, ero sempre stato uno scalino sotto il suo...forse più di uno. Nessuno mi voleva veramente bene, a parte Madre” aggiunse in fine, pensando che l'unica persona che gli era stata accanto era sempre stata sua madre.

“Bhe anche se tu non lo sapevi c'eravamo noi” lo tirò su di morale poggiandogli una mano sul ginocchio.
“Sì, lo so, ma a parte voi chi altri?” chiese sconfitto nell'idea che nessuno lo voleva nel regno.
“C'è un detto midgardiano che dice: Un solo uomo, può fare la differenza”
“Sì, ma lì non era Midgard, era Asgard. Lo sai che lì le cose sono diverse” disse con gli occhi che gli stavano diventando lucidi.
“Sì, lo so ma - non seppe come finire la frase – tutti ti volevano bene...è solo che avevano paura di --”
“Sì, esatto! Avevano paura del mosto che abitava dentro il castello!” la interruppe alzando la voce. A quell'affermazione Clary ritrasse la mano che stava accarezzando la guancia. Esplose – anche senza il suo volere – di rabbia: “Lo sai che non è così!” protestò, anche lei alzando non di poco la voce.
“Ed invece era così Clary..e sarà sempre così. Non cambierà mai nulla!” continuò urlando, come se avesse perso il nume della ragione, alzandosi dalla sedia.
Clary non rispose. Rimase lì a guardarlo con un espressione confusa e sconvolta per la reazione di Loki, che non gli ricambiò la stessa espressione, bensì la guardò con rabbia e con una confusione nella mente.


 


 

I ricordi riaffiorarono dentro di lui.
Pensò a quando andò nella Camera delle Armi e prese in mano lo Scrigno degli Antichi Inverni e la sua pelle divenne blu come quella di uno Jotun. Ricordo che però fu scacciato non appena vide lo sguardo di Clary: confusa e sconvolta.
E solo a quel punto Loki notò che stava solo cercando di tranquillizzarlo.
“Perdonami” molte volte si era dovuto scusare con Clary.
Solo che non poteva farci niente. Al solo pensiero del suo passato, urlava – di dolore -, ma al pensiero di ferire Clary nel profondo lo faceva sentir male con se stesso.

“No. Non ti scusare...capita a tutti qualche momento di 'follia' come si può chiamare” si alzò anche lei, e per consolarlo meglio gli prese una mano, per poi dondolarla in qua e in là.
A quel gesto Loki sorrise ma sempre tenendo la testa bassa. Con un rapido gesto Clary fece per avvicinarsi di più a lui per prendergli l'altro braccio, e anch'esso farlo volteggiare di qua e in là, facendo alzare la testa a Loki e iniziando a ridacchiare. Con un gesto quasi meccanico Loki afferrò per la vita Clary, avvicinandola più a sé.
Si tranquillizzò e iniziarono a dondolare il qua e in là, quasi come una specie di ballo.

 

Non passò molto tempo quando ad un tratto Clary si allontanò dal corpo di Loki che rimase perplesso e confuso: “Ho fatto qualcosa che ti ha offeso?” le chiese prendendole una mano dolcemente “Perché se è così dimmelo, almeno rimedio all'errore” continuò riportando le mani sui fianchi di Clary ed avvicinarla a sé.
“No, al contrario è solo che devo andare a trovare...un amico” disse guardando negli occhi Loki e staccandosi lentamente da lui.
Loki capì, guardandola negli occhi, che stava mentendo, e lui odiava chi gli diceva una menzogna. “Non mentirmi, tanto non funziona con me” gli spiegò con un sorrisetto ironico.
Clary sapeva che era inutile: “Sì, lo so” ammise abbassando la testa, che venne subito tirata su con una mano di Loki “Devo andare da una persona” si arrese subito soffiando.
“E, se posso chiedere...cosa devi fare con questa persona?” chiese curioso con tono canzonatorio.
Clary si avvicinò lentamente verso di lui a pochi centimetri dalle sue labbra: “Questo non ti riguarda” disse con un sorriso, poi si voltò di scatto facendo volare per aria i suoi capelli e colpendo la guancia di Loki, facendogli leggermente male.
“Potresti tenerlo te?” lo supplicò, indicando il piccolo Loki che stava ancora sul divano.
Loki ricambiò fulminandola con lo sguardo facendo capire subito a Clary che cosa poteva dire con quello sguardo. Insomma già era tanto che aveva sopportato quella peste per un giorno e non voleva averla fra i piedi neanche per altri cinque minuti.
“Solo per un po'...finché non ritorno. Ci metterò poco, saranno, sì e no, dieci minuti” cercò un compromesso.

Dieci minuti? Dieci minuti?! Il mo limite è cinque e non di più, bella!
Pensò fra se e se Loki mentre non distoglieva lo sguardo da Clary.

“Va bene...ma non un minuto di più” la voce era seria e tollerante, come un padre che parla a sua figlia.

Solo dopo si accorse di quello che aveva detto non appena vide un sorriso spuntare nelle labbra di Clary: “Grazie, grazie, grazie” l'abbracciò forte prima di uscire.

Con uno sbuffo e roteando gli occhi andò in salotto, si sdraiò sulla poltrona e posò la piccola peste sopra il suo petto.
Fece un altro sbuffo e si massaggiò ancora la guancia che gli faceva ancora male, ma meno di prima.
Cercò di non chiudere gli occhi. Sapeva che se lo faceva si sarebbe addormentato da un momento all'altro.
Si mise a guardare il soffitto e iniziò a pensare.
Pensò a quel momento, successo pochi minuti fa, con lui e Clary che stavano abbracciati, l'uno appoggiato all'altro; quando facevano le passeggiate nel parco di sera, così che nessuno li potesse disturbare - visto che Clary conosceva così tante di quelle persone che lui non riusciva neanche a contare - ; quando lui vide per la prima volta Clary nel parco che l'aspettava, come una vecchia amica che conosce da tanto tempo; le molte volte di quando Clary lo disturbava mentre faceva il bagno.

Al pensare a quei momenti passati insieme nelle labbra di Loki si dipinse un sorriso.
Sentì la piccola peste che lo stava graffiando sul petto. Iniziò ad accarezzarlo con delicatezza per farlo calmare.
“Mi fai male. Lo sai?” gli sussurro al gatto, che iniziò a fare le fusa cominciando a camminare cauto sul petto di Loki per poi arrivare al collo, dove si appoggiò con rigidezza, come se avesse paura di cadere da un momento all'altro.
Ma continuò a fare le fusa facendo addolcire Loki, che poggiò una mano sul fianco della piccola peste per farlo rassicurare. “Tranquillo...non cadi” la voce del dio era come un bisbiglio ma abbastanza forte che il gatto capì e iniziò a rilassarsi. Dormì sotto lo sguardo di Loki che lo osservava con occhi stanchi e addolciti.


 



 



 



 



 



 



 

Note dell'autrice



 

E bene si, ragazzi, Loki dovrà ancora sopportare per un po' quella piccola peste!!Comunque grazie per aver letto e recensito anche questa storia, spero che vi piaccia vi spinga a proseguire. Non so esattamente quando pubblicherò l'altro capitolo, ma spero presto.
Saluti



 

Loki__Laufeyson

  
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