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Autore: SliteMoon    11/08/2013    5 recensioni
Sono sempre stata un oggetto per mia madre.
Qualcosa da vendere al miglior offerente per ricavarne profitto.
Mi è vietato essere libera, mi è vietato essere me stessa.
Posso solo essere prigioniera in casa mia.
Beh, le cose stanno per cambiare.
Sono Emma Da Vinci e questa è la mia Ribellione.
Dal secondo capitolo:
“Mi affaccio alla finestra e mentre osservo le bellezze di Firenze penso che la mia vita sia solo uno scherzo. Non è possibile! Vivo nella culla dell’arte e mi è vietato crearla.
Mi è vietato essere me stessa.
Un’artista, ecco cosa vorrei essere.
Colei che materializza i suoi pensieri, colei che trova la libertà nella tela e nei colori.”
Genere: Azione, Generale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezio Auditore, Leonardo da Vinci , Nuovo personaggio, Quasi tutti, Vieri de' Pazzi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Arte della Ribellione '
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Cap. 11
Un aiuto prezioso

 

Com'è possibile che mi stia innamorando di lui? Va bene che è bello, simpatico, scherzoso, affascinante e... va bene, ha molti pregi, peccato che è un seduttore.
Mi accorgo solo ora che nemmeno io so cosa provo, o forse lo so, ma non lo voglio ammettere.
Mentre sono assorta in questi pensieri contrastanti, uno sguardo insistente e perplesso si blocca su di me.
- Perchè mi fissi così?
- Avevi un'espressione piuttosto concentrata. Cosa stavi architettando?- mi chiede mio fratello.
- Niente. Perchè devo sempre macchinare qualcosa? Non posso immergermi nei miei pensieri come chiunque altro?- chiedo, un po' indispettita.
- Certo, dopotutto anche tu sei umana.
- Ah grazie!- mi fingo adirata.
- E dai, scherzo!- dice mentre sorride come un bambino. I suoi occhi ridono con lui, splendendo come due zaffiri. Adoro quando è così di buon umore.
- Tornando seri: a cosa stavi pensando?
- O Santa Maria Vergine! Che impiccione che sei! Comunque, se proprio non puoi vivere senza saperlo, stavo pensando alle sorti di Ezio.
Deve stare in allerta perchè, se non fa attenzione, rischia di essere catturato e giustiziato in qualunque momento.
- Hai ragione. Non sta attraversando un periodo roseo, però con Paola, sia lui che la sua famiglia, sono al sicuro.
- Già. Vado a fare una passeggiata. A dopo.
- Va bene e buona passeggiata. Ah, torna prima di cena, mi raccomando!
- Si si!

Appena uscita vengo investita da una ventata fresca. Faccio un bel respiro, inalando l'aria che sa di primavera.
Mi dirigo verso piazza del Duomo. Mentre la percorro, senza avere una meta precisa, un menestrello mi si avvicina, intonando una melodia orecchiabile e festosa, inno alla stagione fiorita. Gli do qualche fiorino come ringraziamento per la musica.
Continuo a camminare sotto al cielo che imbrunisce, trasportata da un gruppo di persone come un pesce dalla corrente del fiume.
Passo per le vie cosparse da fiori di ogni tipo e colore. Sto camminando ormai non so da quanto e decido di fermarmi per capire dove mi trovo.
Sono davanti ad un bellissimo edificio a tre piani, con una torretta sul tetto. La porta d'entrata e la terrazza sono decorate da bellissime tende e da stendardi scarlatti. Ogni finestra è adornata da un vaso di fiori variopinti.
Uomini di ogni età e ceto sociale entrano ed escono dalla porta in continuazione, quando riconosco tra loro la figura slanciata di Ezio, incappucciato e avvolto, come di consueto, in quel bianco così puro.
È entrato nel bordello. Anch'io mi avvicino, ma a una delle tante finestre per poter vedere cosa accade nella casa del piacere.
Ci sono cortigiane che amoreggiano con uomini ovunque: chi su meravigliosi divanetti dall'imbottitura rosso vermiglio, chi appoggiato ai muri e chi sta per approfondire quei semplici baci in una camera da letto.
Mentre osservo stupefatta questa scena, la mia attenzione si posa su una bellissima donna, diversa da tutte le altre presenti nella stanza. I lunghi capelli castani sono raccolti in una treccia che le accarezza la schiena, coperta da un drappo color granata.
È avvolta in un lungo abito dello stesso colore, con piccoli dettagli in oro e con una profonda scollatura squadrata che le mette in risalto il seno.
È terribilmente attraente.
Si avvicina a Ezio con fare sensuale, ancheggiando vistosamente, come solo una cortigiana sa fare.
Capisco immediatamente chi è: è Paola, la proprietaria della Rosa Colta.
Da dove mi trovo sento perfettamente cosa dicono, anche se c'è molta confusione sia all'esterno che all'interno del bordello.
- Sei stato via per un bel po'.
- Leonardo è un chiacchierone.- e io? Sono un fantasma?
- Ah, lo so, ma confido che non abbiate solo parlato.- dice indicando con lo sguardo l'avambraccio sinistro di Ezio che, repentinamente, fa scattare la lama.
- Notevole.
- Non sai quanto garba a me.- vorrei avere anche io un'arma del genere, starei sempre a studiare e a macchinare nuove possibili modifiche.- Io ti ho donato l'abilità, Leonardo ti ha dato la lama. Ora non ti resta che agire.
- Dove posso trovare Uberto?- dice con tono glaciale, estremamente serio.
- Secondo le mie ragazze, stasera assisterà alla presentazione dell'ultima opera del Verrocchio, presso il chiostro di Santa Croce.-interessante, ora so cosa fare per passare la serata.
- Veglia su mia madre e mia sorella mentre sono via.
- Sicuro Ezio, come se fossero le mie.
Ezio si volta e sta per uscire quando si accorge di me. Maledizione! Nello spionaggio faccio schifo.
Mi guarda con sguardo assente, duro.
Esce e mi viene incontro a passo di marcia.
- Che ci fai qui?
- Ehm, stavo facendo una passeggiata quando ti ho visto entrare e... senti, sono molto curiosa.
- L'ho visto. Torna a casa.- dice risoluto.
- No.
- No?
- Mi dispiace per te, ma sono piuttosto testarda. Non torno a casa.
- E cosa vorresti fare, seguirmi?
- Esatto, erano questi i miei piani.
- Assolutamente no. Saresti solo una zavorra.
- A chi hai dato della zavorra?!
- A te ed ora vattene.
- Ma voglio solo aiutarti.
- Smettila di fare la mocciosa. Lo vuoi capire che mi aiuti restandotene a casa? È pericoloso e non voglio che ti accada qualcosa, altrimenti non potrei mai perdonarmelo.
- Ti stai preoccupando... per me?
- S-si, certo- mi dice, diventando completamente rosso. Non posso crederci, Ezio Auditore, uno degli uomini più affascinanti di Firenze, che arrossisce? Non ci avrei mai creduto se non l'avessi visto con i miei occhi.- Comunque, ora torna a casa, tuo fratello sarà in pensiero.- questa volta è più una supplica che un ordine.
Non replico. Lo vedo allontanarsi in fretta, arrampicandosi agilmente sui palazzi e correndo velocemente sulle tegole.
Mentre fisso la sua figura scomparire oltre i tetti, mi avvio automaticamente verso casa per poi bloccarmi poco dopo.
Cosa sto facendo? Mi sto arrendendo? Io che faccio a gara con i muli in testardaggine?
Non ci penso nemmeno! Io non mollo.
Guardo con tristezza i tetti. Purtroppo non posso seguirlo da lassù per via della mia ingombrante gonna. Spero proprio che in futuro le donne le brucino tutte.
Decido di andare direttamente a Santa Croce, una volta arrivata vedrò cosa fare.
Percorro velocemente le vie di Firenze, utilizzando qualche scorciatoia per arrivare più in fretta possibile a destinazione.
Arrivata davanti alla meravigliosa chiesa cerco la figura bianca di Ezio sui tetti.
Lo vedo che fissa due uomini passeggiare: Lorenzo de' Medici e Uberto Alberti.
Mi siedo su una panchina vicina ai due e ascolto la conversazione.
- Ancora questa storia!
- Hai oltrepassato ogni misura Uberto.- sembra stiano parlando dell'impiccagione degli Auditore.
- Senti chi parla di misure. Tu, che ti sei incoronato Lorenzo de' Medici, principe di Firenze.
- Questo non è vero.
- Certo che no. Sempre innocente. Comodo è? Almeno adesso sappiamo fin dove puoi arrivare, cioè a dire, da nessuna parte. È stata una preziosa lezione per me e i miei alleati.
- Si, i tuoi alleati, i Pazzi. È di quei cani che si tratta vero?
- Bada alle tue parole Lorenzo, potresti attirarti attenzioni indesiderate.- lo sapevo!
Quel bastardo di Vieri è un nemico della città, come la sua famiglia, Uberto e... Caterina.
Dopotutto lei vuole unire le nostre due famiglie, quindi è praticamente impossibile che non sia al corrente delle porcate dei Pazzi ma, se non fosse così, allora è davvero più stolta e ingenua di quel che pensavo.
Aspetto che si allontanino e li seguo fino all'entrata del chiostro, per poi fermarmi perchè è sorvegliata da guardie.
Mi siedo su una panchina per riflettere, ma vedo Ezio avvicinarsi lentamente e guardarsi intorno.
Anche se ho tentato di mimetizzarmi, mi nota lo stesso fra le due donne ai miei lati.
Mi viene incontro con passo svelto e mi afferra per la mano, trascinandomi in un vicolo poco distante.
- Sbaglio, o ti avevo espressamente ordinato di tornare a casa?!- mi sbraita a dosso.
- Mmm... sbagli.- gli dico, provocandolo.
- Smettila di prendermi in giro. Torna immediatamente da tuo fratello.
- Senti, ora inizio ad alterarmi quindi, sta zitto e stammi a sentire. Voglio aiutarti ad ottenere la tua vendetta perchè so cosa significa perdere un familiare, perchè voglio capire cosa hanno in mente i Pazzi e soprattutto se e che tipo di patto hanno con mia madre. Non voglio sgozzare nessuno, ancor meno Uberto.
- Mmm... se ipoteticamente ti chiedessi di aiutarmi, come faresti?
- Semplice. Come avrai sicuramente notato, l'ingresso del chiostro è sorvegliato da una coppia di guardie e li, davanti a quell'edificio, ce ne sono altre due. Purtroppo per te, non ci sono le cortigiane che, un po' per soldi e un po' con la speranza di venire a letto con te, ti avrebbero sicuramente aiutato a distrarre le guardie. Quindi, per tua fortuna, il diversivo posso essere io.
- ... potrebbe essere un'idea. Come vorresti distrarle?- mi chiede dubbioso.
- O rubandoli i fiorini, o pestandoli per “errore” un piede o, come farebbero le tue amichette, metto in mostra la mia mercanzia.- ovviamente la terza opzione è fuori discussione, ma gliela propongo lo stesso per vedere la sua reazione a queste frecciatine.
- Allora, primo, le cortigiane non sono delle mie amichette...
- Si si, come no.
- E fammi finire! Secondo, non t'azzardare nemmeno a comportarti come loro e terzo, se le guardie cascassero nel tranello, saresti in grado di sfuggirgli?
- Sicuramente. Le batto in velocità e agilità.- gli rispondo fiera.
- Anche con quella gonna?- mi chiede dubbioso.
Ci rifletto un attimo.
- Dammi il pugnale.- gli ordino.
- Cosa?- mi chiede poco convinto.
- Dammelo e basta.
Sbuffa e mi da il coltello. È preoccupato, lo vedo. Appena lo impugno quella sensazione di completezza torna, confermando la mia ipotesi.
Sono destinata a impugnare le lame.
Guardo Ezio che ha sempre quell'espressione allarmata in volto.
- Rilassati! Non voglio spargere interiora per mezza Firenze. Mi serve a strappare la gonna per correre meglio e, in caso di necessità, a difendermi.- gli spiego mentre nascondo il pugnale nella manica.
- Devo ammetterlo, sei furba.
- Modestamente...- lo fisso con sguardo quasi, e ripeto quasi, supplichevole.
- Va bene. Distrai le guardie.- ha ceduto.
- Grazie.- dentro di me gioisco per la mia piccola vittoria.- Ora vado.
- Aspetta. Dopo ritroviamoci alla Rosa Colta. In bocca al lupo.
- Crepi.
Detto ciò, ci dividiamo. Lui si apposta vicino all'entrata del chiostro e io mi dirigo verso le guardie vicine all'edificio di fronte a Santa Croce. Fingo di inciampare e casco sul piede di una di loro.
- Ehi! Fa attenzione!- mi ammonisce rabbiosa.
- Ops, mi scusi tanto messere! Non era mia intenzione.- gli dico con tono civettuolo, mentre gli rubo la scarsella col denaro.
- Sii più prudente mentre cammini.
- Certamente e mi scusi ancora per il disagio.- dico mentre mi allontano lentamente, non nascondendo bene la refurtiva.
- Cosa hai in mano?- mi chiede l'altra guardia sospettosa. Tutto sta andando come speravo.
- Ehm, niente.- rispondo per poi iniziare a correre.
- Ehi ferma!- mi urla la vittima del furto.- Rendimi il mio denaro!
Vedendo che non mi fermo, i due bischeri mi seguono, attirando l'attenzione degli altri due all'entrata. Anche questi partono al mio inseguimento, lasciando il via libera a Ezio.
Sperando che ottenga la sua vendetta, continuo a correre, ma la gonna è un vero e proprio ostacolo alla mia fuga. Tiro fuori il pugnale e la squarcio sul lato destro, rendendomi la corsa molto più facile. Finalmente sono libera di arrampicarmi sui tetti e così faccio: inizio a scalare un'abitazione a due piani e, arrivata in cima, scappo da quelle guardie decisamente svampite. Dopo aver saltato e essermi issata su cornicioni per più di cinque minuti, riesco a seminarle.
Mi guardo attorno per capire dove mi trovo e vedo il tetto del bordello poco distante da me.
Lo raggiungo in breve tempo e aspetto che arrivi Ezio. L'attesa dura poco, perchè me lo vedo arrivare dalla direzione opposta alla mia.
- L'hai ucciso?- gli chiedo, anche se non ho bisogno che mi risponda, perchè ne ho la conferma vedendo la sua veste macchiata dal sangue e il suo viso leggermente più rilassato.
- Si. Ora devo parlare con Paola. Te resta qui.
- Va bene.- sospiro, mentre lui entra nel bordello. Ovviamente ascolterò la conversazione.
Paola abbraccia Ezio, con fare rassicurante.
- Sarà meglio che io lasci Firenze.- vuole andarsene? Effettivamente è l'unica soluzione che gli resta per sopravvivere.
- E dove andresti?
- Mio zio Mario ha una villa vicino a Monteriggioni.
- Sei ancora ricercato Ezio.- gli ricorda Paola.
- Che vuoi che faccia allora?- le chiede esasperato.
- Ho visto dei manifesti appesi nel distretto. Strappali e la gente si scorderà la tua faccia. Anche i banditori istigano la popolazione. Potresti corromperli, così che parlino d'altro. O potresti cercare i falsi testimoni a tuo carico. Hanno venduto la propria dignità. Nessuno ne piangerà la scomparsa. Fa una qualunque di queste cose, e sarai libero di partire.- il suo ragionamento non fa una piega.
Appena torna da me, gli espongo l'idea che ho elaborato.
- Ezio, che ne dici se te ti occupi dei banditori e dei falsi testimoni, mentre io penso ai manifesti?
- Hai origliato un'altra volta? Sei un ficca naso.- è una presa di giro.
- Non è colpa mia se ho un buon udito.- gli dico tranquilla, non dandogli soddisfazione.
- Comunque, hai avuto una buona idea. Ci ritroviamo qui quando siamo sicuri che non ci sia più nessuno che mi cerchi.
- Va bene.
Mi incammino per le strade ormai oscurate dalla sera, illuminate solo dalle lanterne, in cerca di manifesti.
Setaccio tutto il distretto e ne trovo una decina. Continuo a girovagare nella zona per assicurarmi che nessuno parli più dell'assassino.
Certa che nessuno lo cerchi, torno al bordello e trovo Ezio ad aspettarmi.
- Già fatto?
- Si. Vieni, Paola ci sta aspettando.
- Ti sta aspettando, volevi dire.
- So quello che ho detto. Vieni dentro, si o no?
- Si, va bene.- certo che vengo! Voglio capire che tipo è questa donna.
Dopo avermi fissata in modo molto strano, finalmente Ezio si decide a bussare e aprire subito dopo la porta.
Appena varcata la soglia del bordello molti sguardi curiosi, soprattutto di uomini, si posano su di me, mettendomi a disagio.
Odio stare al centro dell'attenzione. Fortunatamente ogni cortigiana riconquista l'interesse del proprio cliente.
Mentre mi guardo intorno, completamente disorientata da tutti quei sussurri e sospiri, arriva la proprietaria della Rosa Colta.
- Bentornato Ezio. Ci sei riuscito?
Io me ne resto in disparte, non voglio interferire con la conversazione.
- Si, anche grazie al suo aiuto.- dice guardandomi.
- Madonna da Vinci. È un piacere conoscervi. Io sono Paola, la proprietaria di questo edificio.
- Chiamatemi pure Emma... aspettate, come fate conoscermi?- chiedo confusa.
- Per favore Emma, diamoci del tu. Tuo fratello adora parlare, soprattutto dei suoi progetti, delle sue scoperte e della sua adorabile, nonché intelligente sorella.
- Leonardo dice tutto ciò su di me?
- Ho sintetizzato le sue lodi nei tuoi confronti.- mio fratello è orgoglioso di me?
Come a leggermi nel pensiero, Paola mi risponde con un cenno affermativo della testa.
Passano svariati secondi di silenzio, poi la cortigiana batte improvvisamente le mani, come a chiamare qualcuno.
Poco dopo, in risposta a quel richiamo, vedo scendere dalle scale Maria ancora sotto shock con una ragazza.
- Madre.
- Ezio! Ma dove sei stato?- chiede la ragazza. Deve essere la sua sorella minore, lo intuisco da come si abbracciano.- E nostra madre non ha detto una sola parola da quando abbiamo lasciato casa.- guardo Maria mentre fissa il figlio con sguardo assente.
Quella che ho davanti è solo l'ombra della donna che ho conosciuto qualche giorno fa.- Nostro padre dovrà sistemare tutto. Ma lui dov'è? E Federico? E Petruccio?- nei suoi occhi percepisco solo confusione.
- È successa una... disgrazia.- dice Ezio. Nel suo sguardo c'è dispiacere, per non essere riuscito a salvare i fratelli e il padre.
C'è compassione, nei riguardi della sorella.
- Che cosa vuoi dire?- quella nebbia di confusione sembra diradarsi sempre più dai suoi occhi, trasformandosi in dolore e consapevolezza.
- No, è impossibile...
- Claudia...
- No no no no no.
- … ho fatto il possibile piccina.
Mi si strugge il cuore davanti a questa scena a me troppo familiare. Anche se sono passati anni e la situazione è completamente diversa, nei due fratelli Auditore rivedo me e Leonardo quando è morto nostro padre. Sono certa che stanno provando le stesse emozioni che abbiamo provato allora.
La ragazza piange disperata, stretta a Ezio, che tenta di consolarla.
- Ascolta, ciò che più conta adesso è andare tutti in un posto sicuro, ma per fare questo ho bisogno che tu resti lucida. Ci siamo capiti?- con queste poche parole, Ezio la tranquillizza.
Porto lo sguardo su Maria che sembra accorgersi di me solo adesso.
Spalanca gli occhi e mi viene incontro, abbracciandomi stretta.
- Mi dispiace Maria, non sai quanto.
Sciolto l'abbraccio, vedo Claudia che mi guarda.
- Voi chi siete madonna?- mi chiede gentilmente la ragazza.
- Sono Emma da Vinci e, se vi va, diamoci del tu.
- Da Vinci? Sei una parente di Leonardo?
- Si, sono sua sorella.
- Che ci fai qui?
- Ho aiutato tuo fratello per permettervi la fuga.
- Grazie mille... ma perchè ci stai aiutando?
- Perchè so cosa vuol dire perdere il padre.
- Oh, scusa la mia curiosità.
- Sta tranquilla, so cosa comporta essere curiosi.- con questa frase le strappo un sorriso, uno splendido sorriso.
- Bene. Claudia, ti spiace badare a nostra madre?
La ragazza va subito da Maria, per poi scortandola fuori con la dolcezza che si riserva solo ai bambini.
- Allora siamo pronti. Grazie di nuovo, di tutto.- ringrazia Ezio.
Paola gli si avvicina, baciandogli la guancia, sfiorando la cicatrice sul labbro.
Lo ammetto, questa scena mi da fastidio.
- Stai in guardia Ezio. Sii cauto. La strada davanti a voi è molto lunga.- una piccola pausa- Arrivederci anche a te Emma, spero di rivederti e porta i miei saluti a tuo fratello.
- Certamente.
Salutata la donna e lasciata la Rosa Colta, ci avviamo verso le mura della città, cercando di evitare scontri con le guardie.
Dopo averne sviate minimo una dozzina e cambiato strada per ben sette volte, arriviamo alla biforcazione per Monteriggioni nella più completa oscurità.
La luna è alta nel cielo, piccole lucciole illuminano i cespugli fioriti e una fresca brezza soffia fra gli alberi.
È sera inoltrata. Mio fratello sarà in pensiero per me e quando tornerò a casa, ci metto la mano sul fuoco, mi ammazza.
- Eccoci qua. Maria, mi ha fatto piacere rivederti e Claudia, è stato un onore conoscerti. Spero che d'ora in avanti la fortuna sia dalla vostra parte.- detto ciò, le abbraccio entrambe.
Liberata dall'abbraccio, mi giro verso Ezio.
- Grazie Emma.
- Ti ringrazio anch'io. Finalmente, dopo anni, mi sono sentita viva, una ragazza e non un arnese da usare a proprio piacimento.- i nostri sguardi si incatenano, studiandone le profondità. Solo ora mi ricordo di avere ancora il pugnale di Ezio nascosto nella manica.- Ah, tieni. È tuo.
- No, tienilo pure. Te lo regalo. Potrebbe esserti utile.
- Grazie.
Mi avvicino in punta di piedi per dargli un bacio di riconoscenza sulla guancia, ma quando sono quasi a sfiorarlo, lui ruota la testa di scatto, baciandomi sulle labbra, dolcemente, stringendomi a sé.
Sono sconvolta, rigida come un ghiacciolo e rossa come una fragola.
Passano pochi secondi e mi inizio a sciogliere come ghiaccio in estate. Istintivamente chiudo gli occhi, rispondo al bacio e lentamente porto le braccia a circondargli il collo. Quel semplice sfiorarsi diventa ben presto una danza passionale. Il mio cuore batte all'impazzata, vibrandomi nel petto.
Ci stacchiamo e torniamo a guardarci intensamente negli occhi. In quegli occhi color cioccolata non vedo più la tristezza che c'era fino a poco fa, ora c'è qualcosa che non so decifrare, una luce che non gli avevo mai visto e sono io la causa.
Purtroppo, questo magnifico incantesimo finisce quando percepiamo lo sguardo di Maria e di Claudia su di noi. Ci allontaniamo immediatamente l'uno dall'altra.
- Ehm, buon viaggio e abbiate cura di voi.- dico completamente rossa in viso.
- Anche te Emma e saluta Leonardo.
- Lo farò, stanne certo.
Dopo esserci fissati un'ultima volta negli occhi, Ezio si volta e si avvia con la madre e la sorella verso Monteriggioni.
Finalmente so rispondere alla domanda che mi ha assillato in questi ultimi giorni.
Si, Ezio Auditore è entrato nel mio cuore.

Mentre li guardo allontanarsi, tra gli alberi della selva vedo degli scintillii che possono appartenere solo a delle lame.
Un orrendo presentimento si insinua nei miei pensieri.
Un terribile tranello si cela dietro l'apparente quiete del bosco.




L'Angolino dell'autrice

Hola! :D
Quanto mi è piaciuto scrivere questo capitolo.
Finalmente quei due si sono baciati! ^_^
Spero vi sia piaciuto! ;)
Come al solito vi ringrazio tutti! *_*
Vi avverto che non aggiornerò fino ai primi di Settembre, perchè sarò al mare e non avrò un computer con me.
Detto ciò, vi saluto e ditemi cosa ne pensate con qualche recensione! :D
Alla prossima!

SliteMoon

 

   
 
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