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Autore: GreMisia    11/08/2013    2 recensioni
Il titolo credo già anticipi il contenuto ;) comunque [ "Dire che fosse agitato, non descriveva esattamente in pieno il suo stato d’animo. Era da un’ora, che stava fissando quel dannato stesso punto sul parquet e non aveva mosso un muscolo, mentre il suo cervello lavorava come una macchina impazzita."] In pratica una LiLo dolce, dolce. ;)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I Think I Wanna Marry You









Dire che fosse agitato, non descriveva esattamente in pieno il suo stato d’animo.
 
Era da un’ora, che stava fissando quel dannato stesso punto sul parquet e non aveva mosso un muscolo, mentre il suo cervello lavorava come una macchina impazzita.
 
Era tornato, dopo un turno stremante all’ospedale, le uniche  cose che era riuscito a pensare lungo il tragitto dal lavoro a casa, erano state  i soffici capelli del suo ragazzo  e le sue morbide labbra e  il fatto che non vedesse seriamente l’ora di stringerlo e crogiolarsi nel suo tepore davanti alla televisione, entrambi  attorcigliati sotto l’orribile coperta a toppe, che proprio lui aveva insistito per comprare.
 
E proprio appena  aveva aperto  la porta, aveva realizzato, che Louis non era  ancora tornato dal suo lavoro, che per lui era troppo presto e dopo essersi messo comodo e in tuta, si era buttato da solo sul divano, a corpo morto, lasciando che le sue gambe prendessero finalmente il dovuto riposo.
 
In quel momento, proprio nel momento in cui lasciò che le palpebre si chiudessero leggermente e il respiro rallentasse, la mente iniziò galoppare come un cavallo imbizzarrito  e capì che tutti i giorni, da sette anni,  da quando,  quel dannato tappetto, con quei vispi occhi azzurri e il sedere all’insù, era entrato nella sua vita,tamponando la sua macchina ( tra l’altro nuova di zecca) in un  parcheggio, non aveva smesso per un secondo di pensare a lui.
 
Tutta la sua vita girava intorno a Louis.
 
Ed era pericoloso, incosciente, dipendere così da una persona;  come mangiava, andava a lavorare, dormiva, camminava, respirava, anche quel ragazzo, ormai, faceva parte dell’insieme e in cuor suo sapeva che per l’altro era lo stesso  .
 
Perciò, allo scattare della mezz’ora di ritardo, in cui, inevitabilmente,  la preoccupazione l’aveva assalito e si era giustificato, come al solito, con avrà trovato il traffico lungo la via del ritorno, aveva deciso e questa volta, l’avrebbe costretto a prenderlo sul serio.
 
Dopo sette anni di vicissitudini, di cui quattro di convivenza,  dove aveva imparato veramente, che poteva aspettarsi di tutto da quell’animale senza controllo del suo ragazzo, era arrivato il momento.
 
Louis era una persona disordinata, fastidiosa, esagerata in tutto, egocentrica e infantile ma era semplicemente perfetta.
 
Quindi, l’avrebbe fatto, non appena, con la sua solita grazia di un elefante dentro una cristalliera, sarebbe entrato nel loro appartamento, glie l’avrebbe chiesto.
 
C’era solo un problema ed era quello che lo rendeva così nervoso.
 
Era quello che lo faceva sospirare e gli avrebbe voluto far sbattere per  terra quel dannato orologio della cucina, che con il suo tic tac, lo stava facendo impazzire.
 
Liam l’aveva già fatto.
 
Aveva chiesto a Louis di sposarlo ben tre volte e per ben tre volte, gli era scoppiato a ridere in faccia.
 
Ripensandoci gli uscì un lamento misto ad un grugnito e cercò di calmarsi.
 
Ok, forse la prima volta era stato un po’ troppo avventato.
 
Erano passati soltanto quattro anni e erano a metà della convivenza, della quale  i primi mesi erano stati terribili.
Louis lasciava le sue cose dappertutto e stava seriamente  per diventare pazzo, non che adesso fosse più ordinato ma era riuscito a dargli una sorta di contegno, ma non era riuscito, comunque,  a trattenersi.
 
Una notte, avevano appena fatto sesso e Louis era così bello: i capelli stropicciati sul cuscino, gli occhi pesanti per il sonno, le labbra arrossate e dischiuse in un vago sorriso di soddisfazione e  una mano  possessiva intorno alla sua vita.
 
 Le parole gli uscirono senza controllo.
 
Louis aveva iniziato a ridere, dandogli del pazzo e dopo pochi secondi era crollato nel sonno.
Entrambi decisero  di fare finta di niente.
 
La seconda volta risaliva al capodanno scorso,  in una piazza gremita di gente, stretti sotto al palco di un concerto rock, avevano bevuto troppo, non appena  era scoccata la mezzanotte e i fuochi di artificio avevano illuminato  il cielo, Louis e le sue labbra appiccicose di spumante cercarono disperatamente di centrare le sue,  cercando di controllare la sua risata ubriaca e isterica.
 
Di nuovo, insieme al boom, boom dei botti uscirono quelle parole, ma erano entrambi troppo ubriachi e  rimasero confuse,  lì tra le luci e la gente.
 
La terza volta era legata invece a qualche mese fa, ma fu un approccio totalmente diverso.
 
Durante una serata insieme ai loro vecchi amici Zayn, Niall e Harry quest’ultimo se ne uscì con la classica frase a quando le nozze ? e Liam non poté fare a meno tra le battute e le prese in giro, di sussurrare un flebile già,  che si beccò  un’occhiata sospettosa.
 
Almeno questa volta non gli aveva riso in faccia.
 
Liam sapeva, che alla fine, il matrimonio non era così fondamentale, vivevano già insieme e si amavano, ma la realtà era e Louis lo sapeva, che era solo romantico e avrebbe voluto dargli  tutto il  possibile.
 
Ma come poteva fare questa volta ad attirare la sua attenzione?
Forse Louis non voleva semplicemente sposarlo, forse non lo amava quanto lo amava lui?
 
La porta dell’appartamento si aprì, all’improvviso.
 
“Dannazione” Louis imprecò, richiudendola dietro di sé bagnato fradicio “Perché!? Tu dimmi perché non ho mai un cazzo di ombrello!”.
 
“Ciao” disse, tirandosi su dal divano e iniziando a ridacchiare.
 
Louis era completamente zuppo, delle piccole pozzanghere si erano già formate sul pavimento ai suoi piedi e si trascinò  fino a lui gocciolante, con lo sguardo abbattuto.
 
“Appena sono uscito dal lavoro ha iniziato a diluviare e ho trovato anche traffico” disse, con il broncio cercando di liberarsi dal giacchetto e gettandolo noncurante per terra.
 
Liam sbuffò, roteando gli occhi: a chi sarebbe toccato ripulire?
Sempre il solito Louis.
 
“Povero Lou” disse, prendendolo in giro, cercando di rimanere in bilico ben attaccato alla spalliera del divano.
 
Louis gli lanciò uno sguardo piuttosto offeso, poi, inondandolo con il freddo e i vestiti bagnati, gli saltò addosso, aggrappandosi  ai suoi fianchi e lasciandogli dei baci sulle guancie e sulle labbra.
 
“Louis!” cercò di lamentarsi, tra un bacio e l’altro “ mi sono appena cambiato!”.
 
“Tu” disse l’altro, puntando un indice affusolato sul suo petto “doccia- calda- con- me” scandì bene, prima di scendere di nuovo a lambire le sue labbra.
 
Liam sospirò, tutto quello che aveva desiderato durante tutta la giornata, adesso era proprio lì e era anche meglio.
 
Louis, le sue guance arrossate per il freddo, i suoi capelli umidi, il profumo di pioggia misto alla sua acqua di colonia, le sue ciglia bagnate e il naso dalla punta congelata.
 
Lo strinse ancora di più nell’ abbraccio, intrecciando le loro gambe e avvicinò le labbra ad un suo orecchio infreddolito.
 
“Sposami”.
 
Sentì il corpo dell’altro irrigidirsi e questa volta, decise che non avrebbe lasciato correre e forse Louis, fino a quel momento non aveva mai risposto, perché aveva solo bisogno di più sicurezza e conferma, perché nemmeno lui poteva crederci che stesse succedendo .
 
“Sposami Louis”  sussurrò, di nuovo,  solleticando con le labbra il suo collo, nel parlare.
 
Louis si allontanò, in modo da far coincidere i loro i occhi, l’espressione quasi cauta,  in cerca di qualsiasi prova  nel volto del suo ragazzo.
 
“Sei serio?” chiese con voce flebile, deglutendo a fatica.
 
Liam sorrise “si” disse,  accarezzandogli le braccia nel tentativo di scaldarlo “ma se non...” iniziò subito a incespicare e a farsi prendere dal panico, perché forse, allora, veramente era troppo presto ed era stato un sempliciotto e un cretino “se pensi che…”.
 
“Si”
 
Liam sentì il sangue congelarsi nelle vene, incredulo.
 
Il sorriso di Louis era dolce e bellissimo, più del solito .
 
“Che cosa?” chiese, esterrefatto .
 
Louis rise, ma questa volta era una risata completamente diversa, che non lo fece sentire insicuro e a disagio, al contrario lo inondò di calore.
 
 “ Ho detto di si, Payne e adesso quella doccia…” disse a un millimetro dalle sue labbra, ammiccando e muovendo la testa verso il bagno.
 
Non poteva crederci.
 
Intrappolò quelle labbra, sollevandolo di botto dal divano e trasportandolo bruscamente  verso la doccia mentre l’altro lo prendeva  in giro su quanto fosse forzuto e poco aggraziato e lui, invece, fosse una delicata principessa.
 
Niente poteva essere più perfetto di così.
 
Avrebbe sposato Louis.
 
Si sarebbero sposati.

 
 


Ok... Chiedo scusa per questa.
Credo di non meritarmi nemmeno la lettura perchè è proprio una cavolata, ma se non scrivevo di Liam che chiede  in "moglie" Louis morivo ahahah.
E' un esperimento dei miei stupidi e senza senso, quindi chiedo ancora scusaaaa! 
Comunque li adoroooooooo <3

Un bacione!!
Alla prossima!!

Gre

  
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