Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: Gracedanger    11/08/2013    2 recensioni
La verità è che c’è una fastidiosissima sensazione mi tortura lo stomaco. I giorni vuoti, stare sola, tutto sembra essere tornato come quando lui non faceva ancora parte della mia vita. Perché c’era entrato, si. C’era entrato con la forza, con il suo comportamento bizzarro e le sue attenzioni intermittenti. Ora senza di lui avverto la tristezza che prima si celava dietro ogni mio respiro.
Genere: Malinconico, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                

Credits: Sara_Scrive


26 febbraio 2018
New York
Queens
River Street
Condominio n.46
Terzo piano senza ascensore
Appartamento 3H
7:58 a.m.

 
Una fredda mattina di febbraio.
Sono passati un paio di giorni dalla serata del pianerottolo e mio malgrado non smetto ancora di pensarci.
Qualcuno bussa.
“Chi diavolo è alle otto di mattina? Il postino non passa prima delle dieci.”
Mi alzo da quel vecchio divano che scricchiola e apro la porta.
“Tu?!”
“Buongiorno anche a te.”
“Buongiorno… ma che ci fai qui?”
Joseph dondola un po’ sui piedi con le mani nelle tasche.
“Non mi inviti ad entrare?” sussurra.
“Okay..”
Mi faccio da parte ed entra in casa, si guarda attorno e poi siede sulla poltrona di fronte al tavolino.
“Avanti, perché sei qui?” dico mentre riprendo la tazza di caffè e mi siedo sul divano e appoggio i piedi sul tavolino.
Lui mi squadra in silenzio con un sorriso malizioso e due minuti dopo mi accorgo di portare solo una camicia azzurra un po’ troppo larga, salto giù dal divano e corro dietro il separé che avevo comprato ad un mercatino delle pulci. Cerco qualcosa di decente nei cassetti: trovo un paio di Jeans sgualciti e un maglione, vanno più che bene, tanto non devo far colpo su nessuno, o si?
Mi levo la camicia e la getto sul letto, mi accorgo di stare indossando un paio di lanose mutandine nere.
“Le avrà viste di sicuro, maledizione, perché ho messo queste proprio oggi?”
Mi schiaffeggio un secondo dopo per la stupida frase che mi era venuta in mente.
Ma cosa me ne frega? Mi ha visto le mutande e allora? Tipi come quello ne avranno viste centinaia. Dio, che imbarazzo.

Riappaio dal separé sperando che Joseph se ne sia andato, ma lo trovo ancora lì, con le labbra sulla mia tazza, che beve il mio caffè, che avevo poggiato sul mio tavolino.
“Hey! Stai bevendo il mio caffè!”
“Si ed è un po’ freddo, se posso dirlo.”
“Ma perché lo stai facendo?”
“Tu non me l’hai offerto.”
“Il caffè è per gli ospiti graditi.” dico e gli sottraggo la tazza dalle labbra e riprendo a bere.
Ride e abbassa lo sguardo, mette la mano in tasca e tira fuori una chiave, si alza dalla poltrona, mi prende la mano, rivolge il palmo verso l’alto, e mise sopra la chiave. Mi guarda divertito.
“Che significa?”
“Beh, visto che entrambi non troviamo mai le chiavi, ora ti ho fatto una copia della chiave del mio appartamento, da tenere, nei casi d’emergenza, o…”
Si appoggia con le braccia sul divano, bloccandomi i fianchi da entrambi i lati e si piega sopra di me, avvicinandosi abbastanza da sfiorarmi con la punta del naso.

“..o nel caso ti venisse una pazzesca voglia di venirmi a trovare.”

Ad ogni movimento delle sue labbra mi viene il desiderio di scoprire che sapore avessero, inclino la testa e mi avvicino ancora di più sto quasi per toccargli le labbra, lo vedo chiudere gli occhi, pronto a pregustare un bacio.
“Non ci spererei tanto se fossi in te.”
Gli riporto il caffè alle labbra, lui apre gli occhi allarmato, ma la prende con classe e riafferra la tazza.
Vado in bagno a lavarmi i denti e ad aggiustarmi i capelli.
“Dove corri?”
“Devo andare a lavoro.”
“Uh, che lavoro fai?”
“Non sono affari tuoi.”
Esco dal bagno e lo trovo ad armeggiare con la mia chitarra che era nascosta dietro il divano.
“Mettila giù.”
“Sei una musicista.”
“Già, se mi posso definire così…”
“Interessante.”
Prendo il cappotto e la sciarpa e apro la porta.
“Beh, io sto facendo tardi, quindi ti pregherei di andartene, grazie.”
“Ehm, non posso.”
“Perché?”
“C’è una ragazza nel mio appartamento, notte fantastica, ma mi ha chiamato “amore” già tre volte, altri cinque minuti in più in casa mia e avrebbe organizzato il pranzo di nozze. Aspetto qui che se ne vada.”
Si siede sul mio divano e incrocia le gambe,  con totale nonchalance.
“Sei disgustoso, Joseph.”
“Nah, solo previdente.”
Guardo l’orologio.
“Dio, le otto e un quarto! Questa è la volta buona che mi cacciano.”
Rivolgo di nuovo lo sguardo verso Joseph, in un ultimo disperato tentativo di cacciarlo via dal mio appartamento e in tutta risposta lui mi fece un cenno disinteressato della mano, come per scacciare pigramente una mosca.
Mi arrendo e chiudo la porta alle mie spalle con un sospiro.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: Gracedanger