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Autore: Ndra    12/08/2013    6 recensioni
Immaginate che Katniss non sia mai esistita.
Immaginate che a far scoppiare la scintilla non sia stata lei.
Bisogna combattere il sistema.
Non dobbiamo più essere burattini nelle mani di una sola persona.
Il mio nome?
Selena,Selena Snow
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero nel treno che velocemente correva,senza badare a nessuno,esattamente come un fiume che corre inesorabile verso il mare.
Questo treno  “sfociava” nel distretto 12,ed è lì che volevo andare.
Volevo  andare nel distretto più rovinato,più povero,dove la gente più aveva bisogno di aiuto.
Nessuno si era accorto della mia identità,ed è stato un bene altrimenti avrei dovuto inventare delle scuse e non ne avevo proprio voglia.
Il treno era quasi deserto,perché nessuno predilige i viaggi,qui a Panem.
Si viaggia solo se è strettamente necessario,come per i Pacificatori,come per i tributi o le escort che li sorteggiano.
Ci volle un po’ di tempo per arrivare,e davanti a me scorsi tutti i distretti,che avevano paesaggi completamente diversi ma straordinariamente belli.
E quando arrivai  lo spettacolo fu allucinante.
Le strade erano deserte e le case tutte rovinate,sembrava quasi che stessero per crollare.
A passi lenti,e con il mio zaino dietro le spalle, iniziai a camminare,e osservai quelle case e quei negozi con mille crepe. Avevo l’impressione che se li avessi toccati sarebbero crollati.
E decisi di non provarci.
Ormai era il giorno della mietitura e pensai alle notti insonni di tutti quei genitori,mentre il Presidente aveva dormito tranquillo nel suo letto ornato di rose bianche,mentre non si preoccupava minimamente dove fosse la figlia,scomparsa già da qualche giorno.
Alla fine,avrei voluto di più esser figlio di una povera madre nei distretti come questi,che essere figlia di Snow.
Almeno avrei ricevuto amore,e io di questa parola, non ne conoscevo il significato.
Vedendo la diretta sapevo,che seppur ogni famiglia considerasse questo giorno come una specie di funerale, erano obbligati a vestirsi con gli abiti migliori.
Io non avevo vestiti,nonostante fossi di Capitol City.
Avevo quindi un semplice pantalone nero,con degli stivali dello stesso colore e una semplice maglia.
Ero,in fondo la più sincera,d’altronde,non è questo il colore che si usa nei funerali?
Pian piano vidi le famiglie con in mano bambini tremanti avanzare verso il palco.
 Della gente toglieva loro una goccia di sangue,e poi i ragazzi si mettevano ordinatamente in fila.
Mi misi anche io in fila,dietro ad una ragazza di all’incirca sedici anni e nessuno si accorse di me.
In fondo,come potevano accorgersi di me,quando la tensione si era già impossessata dei loro corpi?
I genitori si avviavano invece verso un altro dipartimento,con passi cauti e con le lacrime agli occhi,perché non avrebbero voluto perdere un figlio o una figlia.
Poiché qui,nel distretto 12, ma come in fondo negli ultimi distretti come 11 o 10,nessuno si era potuto preparare per i Giochi, perché i ragazzi servivano a ben altri lavori.
Vidi l’escort salire sul palco,con un sorriso stampato in faccia. Era talmente stupida che non si accorgeva neanche di ciò che stava per fare. Non si accorgeva che nelle sue mani c’era il destino di povere creature indifese e delle loro famiglie.
Avevo già in mente il mio piano: era semplice ma  prevedeva  poche abili mosse.
 
“Nessuno potrà contraddirmi,io sono la figlia del Presidente,ogni mia parola è ordine”- pensai.
 
“Benvenuti ai settantaquattresimi Hunger Games”- disse un uomo panciuto che,si vedeva benissimo,non era per niente contento di questi Giochi,perché pur essendo il sindaco,sua figlia o suo figlio non sarebbero potuti  scampare a tali orrori.
 
“Siamo qui per ricordare che la ribellione  e bla bla bla bla bla bla” – quella specie di pagliaccio sul palco disse la solita cantilena,che ero stufa di ascoltare.
 
“E come sempre,prima le signore”- esordì,e si avvicinò alla boccia.
Gliel’avrei voluto tanto togliere io quello stupido sorriso.
 
Prese un bigliettino e iniziò a leggere il nome.
“Hope McLean”- disse.
Vidi una bambina,doveva essere la sua prima mietitura, salire tremante sul palco.
 
“Mi offro volontaria,mi offro volontaria come tributo!”
 
Oh no,non era una sorella o un parente. Quella voce era mia.
Salii sul palco con passi decisi,passai affianco alla ragazzina e velocemente le accarezzai i capelli.
 
“Qual è il tuo nome?”- mi chiese l’escort.
 
Sorrisi,presi il microfono e lo avvicinai alla mia bocca,guardando le telecamere.
 
“Selena. Selena Snow”- risposi.
 
L’escort sembrò sconcertata e la sua faccia era ancora più da imbecille del solito.
 
“Si,solo la figlia del Presidente Snow,e verrò in arena,che vi piaccia o no . ”- dissi prima che potesse aprir bocca.
 
“Bisogna combattere l’oppressione,bisogna ribellarsi,e poiché voi non lo farete,lo farò io per voi. Ciao papà”- continuai salutando verso le telecamere.
Avrei tanto voluto sdoppiarmi per poter vedere la sua faccia in quel momento.
 
L’escort iniziò ad agitarsi e a guardarsi attorno per sapere se fosse legale,ma prima che potessero risponderle,le urlai che non mi importava se si potesse fare o no,sarei stata un tributo degli Hunger Games,punto e basta.
 
 
Ciao a tutti,mi farebbe piacere una recensione,perché non sono molto sicura a dir la verità di questa storia..un bacio :)
  
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