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Autore: Stilistire    12/08/2013    0 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Fernando_Torres]
Silvia Trussardi. Fernando Torres. Lei lo odia, lui la odia. Si incontrano in aeroporto e si ritrovano nello stesso hotel. Lui la chiama belle curve, lei lo chiama carciofo. Entrambi famosi, lei figlia d'arte, lui calciatore. Sono diversi, ma entrambi sanno cos vuol dire essere snob. Loro lo sono.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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DUE ANNI FÁ - non mi potete mandare a Fulham- borbottai dopo aver sentito che i miei genitori mi avrebbero mandato in Inghilterra per controllare la loro azienda. - mi dispiace, ma io e tuo padre abbiamo già deciso- si giustificò mia madre, come se fosse la scusa giusta per passarla lisca con me. - ti prego mamma- mi attaccai a lei ancora una volta. - papá, tu mi capisci, vero?- provai con mio padre, ma neanche lui mi salvò da quella partenza. - ormai sei grande, non puoi vivere sempre sulle spalle dei tuoi genitori- si giustificarono ancora una volta, e questo mi faceva male. - cosa ho fatto di male? Ho solo vestito griffato per tutto questo tempo, ma tu me lo concedevi no?- dissi io tra le lacrime che scorrevano in viso. - ti avevo detto che tutto questo sarebbe finito un giorno...avresti dovuto credermi...ora è arrivato quel giorno- continuò lei. Salii piangente le scale di quella casa che era stata la casa della mia infanzia, della mia vita, fin a quel momento. Le valigie erano già state fatte, tutto merito della governante che lo faceva ogni volta, ogni volta che il ritorno sarebbe stato breve, non così lungo. Andai a dormire e mi distesi su quel letto, salutandolo per bene e addormentandomi. "Il letto più morbido e comodo di tutta la mia vita " pensai. Ore 6.00 . Già sveglia, già sveglia da un pezzo. Mi alzai e andai a lavarmi, mi vestii con una camicia bianca di raso firmata Calvin Klein, un paio di pantaloni neri attillati per contenere all'interno la camicetta troppo lunga per i miei gusti e le mie platform colorate. La boccetta di profumo Cartier inondò il mio collo e i miei polsi, ormai profumati a Perfezione. Lasciai i capelli liberi dalla coda, leggermente ondulati alle punte.Scesi la scalinata e tutti mi stavano aspettando, dalla mia famiglia alla servitù, a cui ero molto affezionata. Erano diventati la mia seconda famiglia, soprattutto quando la mia vera famiglia era in giro per lavoro e mi scaricavano a casa come una pila esausta. - ti voglio bene bambina mia- commentò mio padre. -non è più una bambina, ma ti vogliamo bene lo stesso- si intrufolò mia madre tra il nostro abbraccio. - devi sempre rovinare tutto, eh mamma!- commentai. Salutai tutti con un bel schiocco di bacio e mi avviai a salire sull'auto che mi avrebbe portato all'aeroporto. Varcai l'enorme porta che divideva l'interno dall'esterno dell'aeroporto. " Come mai tutto questo casino?" Mi chiesi, vedendo un amalgama di gente davanti la pista dell'aereo che avrei dovuto prendere. - ma cosa succede?- chiesi ad un addetto alla sicurezza. - ci stanno i giocatori del Chelsea...sa signorina come son fatti i giornalisti no?- rispose. - capisco- dissi - ma la squadra devono prendere questo aereo?- continuai a chiedere. - si, questo perchè?- chiese incuriosito. - perché è lo stesso che dovrò prendere io- risposi. " Ah ....siamo messi bene!" Pensai ad alta voce. L'addetto alla sicurezza sentì il mio commento e disse - stia attenti con tutti quei ragazzi- - non si preoccupi, sono un osso duro!- La ma fama mi precede, ma la mia sfortuna precede sempre anche la mia fama. Sarei stata in aereo con dei smorfiosi e incompetenti calciatori... Ah sai che divertimento! Entrai dalla porticina dell'aereo a forza di spintoni tra i paparazzi intendi di immortalare il momento in cui i giocatori sarebbero partiti. Mi scossi i vestiti nell'intento di far cadere la polvere che quelle stupide persone con una macchinetta mi avevano attaccato. " Che scarsa qualità di sicurezza che c'è" pensai ancora una volta a voce alta. - colpa nostra- sentii una voce provenire da dietro. - appunto. Tutte dal verso sbagliato mi vanno....secondo te ho l'acchiappa sfiga?- chiesi senza girarmi. Stavo parlando fluidamente con uno sconosciuto a cui stavo dando le spalle e stavo accusando. - quà dietro sembra di no!- rispose. - quà dietro?- non capii. - mi sta dando le spalle, non è che vedo se abbia l'acchiappa sfiga! Comunque ha un bel fondoschiena!- disse sarcasticamente. Mi rigirai così fluidamente come mai fatto prima, presi la mira e preparai il lancio. - ma come si permette?- commentai poggiando con forza la mia mano sulla sua guancia. - ho solo detto la verità. Davanti è anche meglio, se lo vuole sapere- continuava imperterrito. - ne vuole un altro?- lo invitai a prendere un altro schiaffo da me. - no, no. Arrivederci signorina belle curve- continuava a farmi i complimenti quel carciofo. Io non so che gente fanno andare in giro! - niente arrivederci. A mai più! Addio!- risposi con il mio solito fare da stronzetta viziata che mi ero portata avanti negli anni. Era la cosa che mi riusciva meglio, era naturale. - ammazza che stronza- si continuava a sentire dietro che commentava con gli amici. Sbuffai allo stile " toro infuriato di corrida" , ma lasciai correre, tanto chi l'avrebbe più visto quel infame maleducato? Mi sedetti in una poltroncina, una di quelle che stavano più lontane di tutte da quell'amalgama di giocatori cafoni che ci stavano. Innalzai su i miei occhi la bendina piena di strass per dormire un po'. Era praticamente impossibile, si sentivano i schiamazzi e le risa dei calciatori. " Ah che rabbia" pensai, " cosa ho fatto di male?"
  
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