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Autore: DanzaNelFuoco    12/08/2013    3 recensioni
Questa FF ha partecipato al contest "Salviamo i personaggi dall'istinto omicida della Rowling!" di RoseDust, classificandosi sesta e vincendo il "premio dolcezza".
- Intro:
2 maggio 1998. Battaglia di Hogwarts.
Remus Lupin perde la vita combattendo coraggiosamente. Ninfadora sopravvive, ma il rapporto con il figlio Teddy vacilla. Non riesce ad andare avanti ancorata alla memoria del marito che il figlio non le ricorda.
Il Salvatore del Mondo Magico dovrà salvare anche lei.
"Cosa vuoi che faccia? Cosa vuoi che dica? Vuoi che dica che amo il mio bambino? Beh, non ci riesco! Non riesco ad averlo vicino perché non è abbastanza lui."
..."Quando sono con lui sento che sto facendo qualcosa, sto aiutando una vita in cambio di quelle che la guerra si è presa."
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Nimphadora Tonks, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Questa FF partecipa al contest "Salviamo i personaggi dall'istinto omicida della Rowling!" di RoseDust


Tutte le volte che lo guardava, faceva male. Sentiva nel petto una fitta orribile. Non riusciva quasi a tenerlo in braccio. 
I primi tempi si era chiusa in camera e si era rifiutata di uscire. Aveva già iniziato lo svezzamento, quindi non era stato un problema per Andromeda prendersi cura del bambino. 
A un anno dalla sua nascita, Teddy aveva una sola mamma, Andromeda Black in Tonks. Ninfadora non aveva più un figlio. 
Ci aveva provato lei e ci aveva provato la madre, ma non c'era stato verso: non riusciva a stare più di dieci minuti nella stessa stanza con il suo bambino. 
Sapeva qual era il problema, ma non lo voleva ammettere. Il fatto era che Teddy era troppo uguale a lei. Un Metamorfomagus. Cambiava colore dei capelli e forma degli occhi e del naso ogni pochi minuti. Le sembrava che di Lupin non fosse rimasto più niente ormai, nemmeno quell'amplesso consumato nella colpa e nel timore che ciò che lei gli aveva chiesto accadesse davvero. 
Ninfadora rimaneva chiusa nella sua stanza perché quel bambino che aveva tanto voluto, per la cui nascita aveva tanto supplicato il suo amato Remus, non riusciva nemmeno a cullarlo per farlo addormentare. Aveva voluto Teddy, perché sapeva che sarebbe stato il frutto del loro amore, testimoniato, che sarebbe durato in eterno nelle generazioni. Si aspettava di rimanere sempre al fianco di suo marito. Nella sua testa sarebbero vissuti insieme o morti insieme, nessuno dei due si sarebbe trovato solo senza l'altro. 
'Perché non posso essere una madre normale?' si chiese incassando la testa tra le ginocchia. I capelli neri caddero ai lati del viso come una tenda. 
Sua madre bussò alla porta.
"Dora, hai una visita." le disse socchiudendo la porta.
"Scendo in salotto." fece con voce atona. 
Non ne aveva voglia. Non le interessava nemmeno sapere chi fosse che la voleva vedere. Dopo la morte di Remus il mondo magico non aveva sentito la sua mancanza. Era semplicemente sparita, chiusa nelle coltri del suo letto nel quale aveva versato lacrime fino a prosciugarsi.
I suoi occhi erano neri, i suoi capelli erano neri, i suoi vestiti erano neri. Vestiva il lutto da sette mesi ormai e non cambiò il suo aspetto scendendo. 
Dal salotto giunse una risata a cui se ne unì una più lieve e argentina. Improvvisamente si rese conto di non aver più sentito suo figlio ridere da quando... scosse la testa e i capelli grigio scuro tornarono neri come la pece. 
Entrò e vide Harry tenere in braccio il piccolo Teddy, che per l'occasione sfoggiava una nera capigliatura leonina. 
'Dovrebbe essere suo figlio, non il mio.' pensò guardando la naturalezza con cui giocava con il suo figlioccio. Il suo sguardo si intristì ancora di più. 
Harry alzò i suoi occhi smeraldini su di lei e la fissò con durezza. 
"Ho fatto il tè!" disse gioviale Andromeda entrando con un vassoio carico di tazze, teiera e zuccheriera.
"Grazie, Meda. Ti dispiacerebbe lasciarci soli? Devo scambiare due parole con Ninfadora." disse freddo, tranne che nel ringraziamento.
La donna annuì e, posato il vassoio, prese in braccio il nipotino prima di andarsene.
Harry rimase freddo ed impassibile, prendendo la sua tazza e mescolando lo zucchero. Accavallò le gambe e la squadrò. 
Ninfadora si sentiva sotto esame, in piedi, il capo chino e i pugni stretti, come se i giudizi di quel ragazzino le importassero davvero. 
"Tu non meriti di essere una mamma." sputò cattivo.
Gli occhi della ragazza fiammeggiarono. Come si permetteva quel ragazzino di dire a lei...
"È vero." sospirò lasciandosi cadere sulla poltrona davanti al divano dove il Salvatore del Mondo Magico era seduto. Non aveva intenzione di farsi giudicare come una qualsiasi scolaretta dal suo professore. "Ma non vedo come questo possa interessarti." lo sfidò.
"Sono il padrino di Teddy, dopo la morte di Lupin avrei voluto aiutarti a crescere il bambino, ma in questi mesi mi sono accorto che tu non ti stai occupando di lui." la accusò.
"In questi mesi?" chiese incerta.
"Sì, sono venuto qui più o meno quattro volte a settimana dopo la battaglia e mai una volta te ne sei accorta, perché mai una volta eri con tuo figlio." il suo tono era crudele e la feriva come una lama. 
Quello che stava dicendo era vero, ma lei non poteva fare niente...
Lacrime di rabbia cominciarono a scorrere lungo il suo viso.
"Cosa vuoi che faccia?" gli urlò contro, scattando in piedi e urtando il tavolino. Il vassoio fu catapultato via e il vasellame si infranse sul pavimento. "Cosa vuoi che dica? Vuoi che dica che amo il mio bambino? Beh,  non ci riesco" sibilò cattiva. "Non riesco ad averlo vicino perché..." le parole le morirono in gola vedendo il sopracciglio inarcato del ragazzo, come se quello che lei stava dicendo fosse soltanto il capriccio di una bambina. Perché era tanto disarmata di fronte a lui, che era molto più piccolo, che aveva sette anni meno di lei e aveva già affrontato tanto?
"Perché?" chiese lui, sfidandola a rivelare un motivo che sapeva già non sarebbe stato sufficiente.
"Perché non è abbastanza lui." lasciò che le parole le uscissero di bocca. "Ci sono solo io, non ha niente di Remus, è come se avessi fatto un figlio da sola. Non riesco a guardarlo cambiare in qualcosa di diverso da lui, mi sembra un tradimento alla sua memoria." si lanciò nella spiegazione con frenesia, come temendo che se non avesse buttato fuori tutto e subito, non ci sarebbe riuscita mai più. 
Harry si ammorbidì impercettibilmente e appoggiò la tazza semivuota sul tavolino. Quando parlò la sua voce fu però piuttosto empatica.
"Oh Dora." sospirò alzandosi e avvicinandosi a lei. Evitò i cocci sul pavimento e la abbracciò. 
La giovane donna appoggiò la testa nell'incavo del collo del ragazzo e pianse lacrime amare che per una volta non erano di auto-compatimento, ma di tristezza per ciò che il figlio non poteva ricevere da lei.
"Dora, Teddy non è Remus. Non deve essere Remus." le sussurrò in un orecchio. 
Ninfadora annuì contro la sua spalla, le lacrime che inzuppavano la camicia dell'altro.
"Che ne dici se passiamo un po' di tempo insieme a Ted?" le chiese.
Annuì di nuovo. "Mi dici una cosa? Perché sei venuto qui così spesso?" gli chiese, la voce ancora incrinata dal pianto. 
Gli occhi di Harry si velarono di tristezza. "Perché Teddy è l'unico che posso aiutare. I morti sono morti e i vivi sono andati avanti." Sorrise amaramente prima di aggiungere: "Forse io e te siamo gli unici ancora ancorati al passato."
"Gli unici?" 
"Tutti quelli che hanno perso qualcuno bene o male se ne sono fatti una ragione. Soffrono sì, ma questo non vuol dire che non ridano più. Al matrimonio di Ron ed Hermione mi sono accorto di essere l'unico che indossava una maschera. Mentre sorridevo pensavo a tutti quelli che non potevano essere presenti. Gli altri no, i Weasley hanno dimenticato Fred almeno per qualche minuto." 
"E Ginny cosa ne pensa?" chiese, ricordando che sette mesi prima stavano insieme.
"L'ho lasciata perché andasse avanti. Teddy è l'unico che permette a me di andare avanti, anche solo per un qualche minuto. Quando sono con lui sento che sto facendo qualcosa, sto aiutando una vita in cambio di quelle che la guerra si è presa."
Ninfadora guardò il ragazzo che la guerra aveva costretto a crescere troppo in fretta e pensò che erano dannatamente uguali. Avevano lo stesso problema, ma, mentre lei rifiutava Teddy, Harry lo usava come cura. 
Fece l'unica cosa che l'avrebbe salvata: gli chiese aiuto.
All'inizio non fu facile. 
"Ciao, Teddy!" lo salutò Harry facendolo sedere sulle sue ginocchia, quando Andromeda riportò il nipote. Ninfadora, seduta accanto a lui sul divano, rimase rigida.
"Ta tiii!" rispose il bambino allegro, in quello che tradotto doveva significare "Ciao, zio".
"Ti ricordi della mamma?" gli chiese gentilmente.
"Ma? Uhm..." fece poco convinto.
"Lei è la tua mamma. Vuoi che ti prenda in braccio?" 
Ted non sembrava molto convinto, ma poi annuì. "Cì!" 
Con cautela Harry le passò il bambino e lei lo tenne rigidamente tra le braccia. Teddy riconobbe l'odore della mamma e si rilassò un po', permettendo ai suoi capelli di cambiare dal nero, che assumeva sempre quando zio Harry veniva a trovarlo, al giallo limone. 
Harry vide la ragazza irrigidirsi ancora di più e le posò una mano sul braccio. 
"Tranquilla, Dora. Ricordati che lui non è Remus. Perché non fai come durante le riunioni dell'Ordine a Grimmauld Place, ricordi? Quando per far divertire Ginny ed Hermione cambiavi la forma del tuo naso."
Con poca convinzioni il suo naso assunse la forma di un becco di papera e ridendo suo figlio glielo tirò. Con finta indignazione la ragazza protestò e il bambino ne rise, ancora più deliziato. 
Ninfadora aveva di nuovo un figlio, constatò con soddisfazione Harry, notando come la ragazza stesse ritrovando la confidenza con il piccolo. 
Si decise a togliere la mano dal suo avambraccio e la vide irrigidirsi impercettibilmente. 
"Ma?" chiese Teddy notando il cambiamento improvviso. 
Il ragazzo la guardò stupito e, allo sguardo desolato e imbarazzato di lei, tornò a posare la mano dove si trovava prima.
Teddy tornò alla sua precedente occupazione, cioè tirare i capelli alla mamma, accompagnando il tutto da gorgoglii gioiosi.
"Grazie" sillabò muta Ninfadora all'indirizzo di Harry prima di tornare ad occuparsi di suo figlio. 
 
Sei anni dopo 
"Mamma, mamma!" chiamò in lacrime Teddy, entrando in casa.
Ninfadora si sporse dalla cucina, la testa come un semaforo giallo limone, per vedere la fonte di tutto quel chiasso e si ritrovò il figlio piangente ancorato alle ginocchia. 
"Che è successo?" chiese non tanto al figlio, che non sarebbe stato in grado di dire una parola tanto era scosso dai singhiozzi, quanto a Harry che lo aveva accompagnato a casa.
"Non lo so. In macchina non ha detto una parola ed è rimasto imbronciato tutto il tempo." fece lui con aria desolata.
"Mamma!" reclamò attenzione Teddy. La donna si inginocchiò e ripeté la domanda, passandogli la mano tra i capelli celeste pallido.
"A scuola oggi mi hanno preso in giro perché ho detto di avere due papà!" disse tirando su col naso. "Mi hanno detto che non si possono avere due papà! Però io ce li ho, vero mamma?" 
"Sì, Ted, ma non nel senso che intendeva la maestra. Ti abbiamo spiegato la storia del semino che un uomo mette nella pancia della mamma, ti ricordi?"
Teddy annuì, soffiandosi il naso nel fazzoletto che Harry gli aveva porto. 
"Un solo uomo può mettere il semino e quello è il padre biologico. Purtroppo il tuo papà biologico è andato in cielo con gli angeli poco dopo la tua nascita. La mamma ha conosciuto un'altra persona e lui ti ha fatto quello che avrebbe fatto un padre,  dunque è lo stesso tuo papà anche se non ha messo lui il semino dentro di me." 
Teddy aveva la faccia un po' confusa. " Quindi papà Harry è lo stesso mio papà, anche se c'è già papà Remus?" 
"Sì." annuì seria la donna. 
"Ma allora perché mi hanno preso in giro?" 
"Perché non sanno che l'amore va oltre i vincoli di sangue." chiarì la madre. "E adesso perché non andiamo a tutti a tavola?" chiese rialzandosi e cambiando tono. "Vai a lavarti le mani, Teddy! Harry, tesoro, andresti a controllare Lily? Se è sveglia vorrei metterla nel seggiolone." 
"Certo" disse cingendola per la vita e posandole un lieve bacio sulle labbra. Mentre apriva la porta dove sua figlia che aveva i capelli multicolore e che, a differenza di Teddy, non riusciva a cambiare il colore degli occhi, verdi come quelli di Harry, riposava, pensò di essere molto fortunato. 
Appurato il sonno letargico della figlia, entrò in cucina dove sua moglie e il suo figlioccio stavano apparecchiando la tavola, sfoggiando entrambi una meravigliosa capigliatura giallo limone.
 

 
N.d.A.
Oh cielo, non ho la più pallida idea di cosa mi sia saltato in mente di scrivere. Non ho figli, non ho fratelli piccoli, cuginetti, bambini a cui faccio da baby-sitter, anzi io ai bambini sto antipatica! L'ultima volta che ho giocato con un bambino piccolo è stato sette anni fa e cosa faccio? Scrivo una ff incentrata su un bambino! Oh mamma, devo proprio essere malata.
Yahoo Answer mi ha aiutato un sacco, motivo per cui ho imparato che:
a- i bambini vengono iniziano lo svezzamento a circa sei mesi.
b- nel primo anni di età i bambini parlano attraverso lallazione. La lallazione è caratterizzata da suoni vocalici o consonantici che vengono ripetuti e modulati. Inizialmente il bambino produce suoni come "pa", "ma", "ta" e, successivamente, arriva a produrre forme più complesse come "papapa" e "mamama".
Vogliate perdonarmi se ho commesso errori sul comportamento di Teddy.
Non mi sembra che Tonks sia OOC perché in fondo non l'abbiamo mai vista disperata e neanche che lo sia Harry perché abbiamo visto che si "comporta male" (passatemi l'espressione) anche con Lupin quando abbandona suo figlio. 
So che probabilmente si saranno fatti un sacco di pare sul tradire la memoria di Lupin nello stare insieme quindi, nonostante siano passati sei anni, la loro bambina è piccola perché si sono accettati da poco. 
Sì, lo so il mio cervello è piuttosto bacato! 
Spero che la storia vi sia piaciuta. DNF.
  
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