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Autore: Hetaliame    12/08/2013    2 recensioni
“È Poirot, il famoso investigatore francese!” Se suo fratello non l’avesse trattenuta e se Poirot sullo schermo del televisore non avesse corretto dicendo che lui era belga, probabilmente Bella avrebbe distrutto la televisione.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belgio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Poirot è belga

“È Poirot, il famoso investigatore francese!” Se suo fratello non l’avesse trattenuta e se Poirot sullo schermo del televisore non avesse corretto dicendo che lui era belga, probabilmente Bella avrebbe distrutto la televisione. Non riusciva a sopportarlo, perché tutti pensavano che Poirot fosse francese? “Tim… cosa dovrei fare?” “Dimostra a tutti che Poirot è belga” disse il fratello senza smettere di fumare la sua pipa. Bella ebbe l’illuminazione.

Il giorno dopo si svegliò di buon’umore. Fece colazione con dei buonissimi waffle e uscì di casa dirigendosi a nord. Bussò alla porta della casa di Inghilterra. “Buongiorno Arthur.” “Buongiorno a te Bella.” Era felice di vederla. Era una ragazza educata, l’unica vicina di casa che non rimpiangesse. “Posso offrirti un thè?” “No, grazie. Ho appena fatto colazione.” “Va bene. Cosa ti porta qui?” “Devo farti una domanda importante” “Su avanti. Vuoi un biscotto?” disse lui continuando a sorseggiare il suo thè “No grazie.” Avrebbe trovato qualsiasi scusa per non mangiare un biscotto cucinato da Inghilterra. Ma non era lì per quello “Riguardo ad Agatha Crhistie….” “Una donna degna di rispetto”L’aveva conosciuta, la ricordava, eccome se la ricordava! Era stata nominata Dama dell’Impero Britannico, la più alta onorificenza che il suo paese potesse dare ad una donna. “Comunque… Poirot…” “Il detective…”Arthur bevve un sorso di thè. Non dire francese non dire francese non dire francese pensò Bella in quei due cinque secondi di distacco da una parola all’altra “Belga?” continuò lui. Lo sguardo della ragazza si accese di gioia. Gli prese le mani “Grazie Arthur grazie grazie davvero!” disse lei lasciandolo senza parole. “Ora devo andare. Non serve che mi accompagni alla porta. Grazie ancora!” ed uscì. Lui rimase a fissare la soglia. Grazie di cosa?

“Tim!” Disse Bella sbattendo la porta di casa davanti a suo fratello che non era di ottimo umore, proprio come sempre. “Arthur ha detto che Poirot è belga! Sìììììììììì” e si mise a saltellare per la gioia. “Ma Arthur non è mica il mondo intero,no?” si accese la pipa con tranquillità lasciando sua sorella a sbiancare sulla soglia. “Io… non ci avevo pensato…” Come poteva Tim essere così deprimente?? “Ma non importa!” urlò “Dimostrerò a tutti che Poirot era belga!” e detto questo corse fuori. Tim continuava a fumare. Tanto a lui che gliene importava?

“Francis!” urlò la ragazza “Oh, bonjour Belle” “Senti, presente Poirot?” “Quel genio di investigatore francese?” Bella sentì il bisogno di tirargli qualcosa. Guarda caso, Antonio e Lovi passavano di lì con una borsa di pomodori. Bene bene bene… Lasciò Francis coperto di sugo di pomodoro e si degnò a rivolgere la parola ai due ragazzi.“Lovi!” disse avvicinandosi “Salve Bella…” “Heilà Bella! Ma lo sai che Lovi prima è inciampato e…” lui gli tirò una gomitata sullo stomaco “Ahia…” “Ma tu stare un po’ zitto no eh Antonio?” “Hehe…ahia…” cavolo Lovino era anche debole, ma ci andava forte… “Sentite ragazzi” disse Bella sperando che le due persone che avevano passato tutta l’infanzia, i suoi migliori amici, non la tradissero “Avete presente Poirot, quell’investigatore…” “Non ne ho mai sentito parlare” fece Antonio “Ma sì genio!” lo rimbeccò Lovi “Quel celebre investigatore… hem… com’era?” Bella rimase spiazzata. “Va bene… Lovi… Toni… ci sentiamo dopo ok?”si girò e fece per andarsene, ma ad un certo punto senti Toni che diceva “Aspetta… non era quell’investigatore francese?” stava per girarsi a pestarlo, ma fu preceduta da Lovi che gli tirò un’altra gomitata sullo stomaco “Idiota! Lo sanno tutti che era…” -belga belga belga- “Canadese!”

Dopo essersi trattenuta dal picchiare i due ragazzi vide Gilbert ed Elizabeta che litigavano “Ehi! Sentite, presente Poirot?” ma la risposta non arrivò mai. Erano troppo intenti a litigare. Ad un certo punto Eliza tirò fuori la sua padella ed allora Bella capì che le cose andavano sul pesante e decise di allontanarsi. Vide Roderich che beveva un thè tranquillo. “Ma tu li lasci fare?” “Oh, tranquilla, in fondo si vogliono bene.”–quanto in fondo?- pensò lei guardando i due che se le davano di brutto “In ogni caso… mai sentito parlare di Hercule Poirot?” “Il celebre investigatore francese?” disse lui con la sua proverbiale calma da snob aristocratico che per sua sfortuna non apparteneva anche alla ragazza. Così Roderich vide la sua meravigliosa tazzina da thè di porcellana sfracellarsi al suolo e si mise a piangere a dirotto. Liz si fermò e lo fissò “Che hai? Deve essere grave! Non hai pianto così neanche il giorno del nostro divorzio!” “Si è rotta la mia tazzina da thè preferita!” lei lo fissò con gli occhi iniettati di sangue. “Così quella tazzina era più importante di me!” “Era…” disse lui con voce flebile. E quel giorno le padellate di Eliza non furono riservate solo a Gilbert.

Bella camminava per la strada. Che poteva fare? Gli serviva qualcuno di esperto in scambi di persona. Ma certo! Camminò tranquilla. Sapeva chi gli serviva. “Buongiorno Alfred! Hai visto Matthew?” “Ma sono io Matthew…”  “Ah. Cioè, hahahaha! Ma scherzavo ovviamente! Come va Matt?” “Ahahaha, ci sei cascata, io sono Alfred!” Le stava venendo uno strano tic nervoso all’occhio. “Allora Alfred” disse in tono gelido “Dov’è tuo fratello?” lui rabbrividì. La temperatura era scesa di almeno tre gradi. “Bhè…è qui” “Beeeneeee.” Disse lei in un tono che doveva sembrare gentile, ma che era assai inquietante. “Matt?” “Oh, buongiorno Bella.” Disse il ragazzo. “Vuoi un po’ di sciroppo d’acero?” “No grazie. Comunque tu sei esperto negli scambi di persona vero? Ho bisogno del tuo aiuto!” “Ti scambiano per  Tim??!!” fece lui incredulo “No…” rispose lei sbuffando “Si tratta di Poirot” “L’investigatore belga?” “Sì sì sì! Tutti dicono che è Francese! Che posso fare?” “Non ne ho la più pallida idea.” “COOOOOME?” “In tutti questi anni non sono ancora stato riconosciuto, mi dispiace, ma non so come aiutarti.” “Vabbè…” disse lei, e se ne andò affranta.

Passava dalle parti della casa di Russia, quando notò Feliks nascosto dietro un cespuglio “Hey Po!” “Ciao cara!” “Cosa stai facendo?” “Cioè, tipo, Toris ha detto che canterà una serenata a Natalia!” “Ma è pazzo???!!!” “C’est  l’amour…” “Ti prego Feliks di francese per oggi ne ho abbastanza. Presente Poirot…” “Shhhh! Inizia!” ed ecco Toris che si apprestava a cantare
“Natalia tu lo sai,                                                                                                                                                                                                                                                                                  lui non ti amerà mai,                                                                                                
sposarlo non potrai,
ma se da me verrai,                                                                                                                                                                                    
 te lo assicuro, felice sarai”

Bella si trattenne dal morire dal ridere,e vide che anche Feliks e Katyusha, che aveva assistito alla scena, facevano lo stesso. Natalia invece era completamente rossa, proprio come Toris. Seguirono interminabili attimi di silenzio interrotti solo da un “Pffffff hahahaHAHAHAHAHA!”di Feliks e dal rumore di un coltello che si piantava per terra a due cm da Toris. Il ragazzo urlò spaventato prima di fuggire via sbattendo su qualcuno. “Kolkolkolkolkolkol” “I-I-Ivan…” il russo impugnava un rubinetto e Toris indietreggiò sbattendo su Natalia che lo fissava impugnando dei coltelli. Urlò ancora più forte e corse ad abbracciare Ivan “Salvami…” solo allora la ragazza si accorse di suo fratello “Sposami… sposami… sposami” disse avvicinandosi lentamente “AAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!” Urlarono in coro Toris e Ivan mettendosi a correre terrorizzati mentre Natalia gli inseguiva. Katyusha si girò verso i due dietro il cespuglio -che erano stati scoperti quando Feliks era saltato in piedi mettendosi a ridere- “Volete entrare?” “Certo cara” fece il ragazzo –ragazzo?- “Io non posso” disse Bella “Sarà per un’altra volta.”       

Passò dai nordici, dove si combinava il solito bordello. “Chiamami fratellone” “Smettila Norge. Sai che non lo farò” “Ragazzi, ma parlate ancora di questo?” “Stai zitto Mat”  disse Lukas prendendo il danese per la cravatta e strangolandolo “Catch catch…” “Oh, buongiorno Bella” “Ciao Tino” “Mgh…” “Salve anche a te Berwald…” “Fratellone” “Non so di cosa parli” “Fratellone” “Non ti conosco” “Hey Isla, chiamerai anche me fratellone?” “Smettetela!” Emil aveva no sguardo più che adirato. Bella decise di lasciar perdere. Non capì bene cosa era successo, ma quando se ne andò l’ascia di Mat volò fuori dalla finestra, e lei si mise a camminare più velocemente.                
Non sapeva più  che fare ormai. Era ora di pranzo. Decise di tornare a casa, tanto ormai... Quando entrò in cucina, rimase sbalordita suo fratello aveva preparato! Non poteva crederci! “Tim…” “Allora ce l’hai fatta?” “Più o meno” lui accese la pipa. Tanto a lui che gliene importava? Fosse stata belga o francese, avrebbe sempre amato sua sorella. 
  
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