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Autore: Roev_Chan    12/08/2013    1 recensioni
"La musica è l'armonia dell'anima."
Roev è una studentessa del corso speciale per esorcisti. Pessimo carattere, fredda, asociale e silenziosa, quando non studia, lavora in un negozio di strumenti musicali nella città della Vera Croce, nascondendo a tutti la sua incontenibile passione: ama suonare il pianoforte. Ed è proprio questo che la farà cacciare nei guai, entrando (senza accorgersene) a far parte del sadico gioco del preside dell'Accademia, Mephisto Pheles...
///
-Facciamo un patto, Roev-Chan? ♥- 
-Un patto?-
-Si, un patto! A te piace suonare il piano, no? Bhe, io ti darò la possibilità di suonarlo ogni volta che vuoi, ma in cambio dovrai sottostrami e obbedire a ogni mio ordine! Ci stai?- [...]
-D’accordo, ci sto.-
-Sapevo che potevo contrattare con te, Roev-Chan! Ma ti avverto: se smetterai di suonare, io mi prenderò la tua anima! ♥-

[cap. 4 - "Il patto"]
Genere: Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mephisto Pheles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Roev si era chiusa nella camera da letto dove si era svegliata. Si era gettata sotto le coperte con ancora l’uniforme addosso, e stava avvinghiata a Murasame. Non osava staccarsi dalla spada, era l’unica cosa che la faceva sentire al sicuro, insieme alla protezione delle spesse coperte del letto. Non aveva voglia di vedere nessuno, non sapeva più che fare, non sapeva più di chi fidarsi realmente. Quel bacio che Amaimon le aveva dato, l’aveva mandata completamente in tilt, per la rabbia. Detestava i demoni, nessuno escluso. Persino Mephisto, anche se in quei mesi passati all’accademia i due erano giunti in una strana intimità. Ma il fatto che il demone fosse andato a casa sua, la casa dove tutta la sua famiglia aveva trovato la morte, ed era andato a ficcare il naso, la faceva mandare in bestia. Ora non aveva più un motivo per restare lì. Doveva andarsene, ma anche se ci avesse provato, Amaimon l’avrebbe fermata. Si guardò il palmo della mano, dove vi era stampato il suo marchio, il marchio che la legava a Mephisto. Si mise ad accarezzarlo, quasi contemplandolo, ma in realtà odiava anche quello. Poi, ebbe un flash. L’idea che le era balzata in mente le faceva pompare il cuore a una velocità pazzesca, la eccitava, ma allo stesso tempo le metteva ansia, malinconia: il pianoforte. Se lo avesse distrutto, il contratto con Mephisto sarebbe saltato, e lui non avrebbe più avuto nessun  potere su di lei, nessun legame. Si alzò di colpo dal letto, katana in mano, e l’unico motivo che la spingeva a compiere quel gesto: la voglia di libertà. Uscì dalla stanza a grandi passi, non aveva più paura delle sue scelte. Mentre si avviava verso l’ufficio di Mephisto, la sue mente cominciò a correre. Distruggere il pianoforte, e fuggire lontano, senza che nessuno sapesse dove fosse andata. Voleva far perdere le sue tracce. Se Amaimon avesse tentato di fermarla, decise che l’avrebbe ucciso. Un demone in meno, una scocciatura in meno. Aprì la porta dello studio ed entrò senza rivolgere sguardi all’ambiente, si concentrò sulla porta della sala, dove, in fondo, si trovava l’enorme strumento musicale. Sguainò la spada e fece cadere il fodero con la figura del drago Seiryu disegnata sopra. La puntò dritta contro il pianoforte. Roev tese un respiro profondo, chiudendo gli occhi.
-Murasame, ti prego, dammi la forza.- Mormorò cercando conforto in quelle parole. La impugnò con entrambe le mani, agitandola in aria. Inspirò tutta l’aria che poté, per poi colpire con tutta la forza che aveva. La lama di Murasame risplendette carica di energia, e appena ci fu il contatto, il pianoforte si spezzò in due. Le schegge di legno e i tasti frantumati si librarono in aria, per poi cadere rovinosamente a terra. Sentendo il trambusto, Amaimon si era precipitato nella stanza.
-Che cos’hai fatto?- Gridò. Roev si girò con un sorriso insano e gioioso.
-Ora sono libera, brutto figlio di pu…- Non fece in tempo a finire la frase che una potente e dolorosa fitta la colpì al cuore. La costrinse in ginocchio, mentre il marchio sul palmo cominciò a bruciare in maniera terribilmente violenta, quasi fremeva. Proprio in quegli istanti, Mephisto fece capolino nella stanza, e guardò Roev sconvolto. La ragazza incrociò lo sguardo con quello del demone. Stava soffrendo, ma nei suoi occhi si leggeva la fierezza del gesto che aveva appena compiuto.
-Roev…- Mephisto si avvicinò, ma lei tentò di alzarsi aiutandosi con la spada. Non riuscì nell’intento, e cadde a terra, incapace di qualunque movimento. Mephisto corse e  si chinò verso di lei facendola alzare per il busto –Roev!- La chiamò. La ragazza rivolse uno sguardo al demone. Era ancora cosciente, ma Mephisto lesse nei suoi occhi che stavano per spegnersi –Rimani con me, Roev. Non devi chiudere gli occhi!- Lei sbatté le palpebre e cominciò a tossire e  sputare sangue, macchiando le vesti bianche del demone. Mephisto si levò con la bocca il guanto della mano destra e recitò una breve formula, schioccando le dita –Tempo!- Sopra le loro teste, apparve un pendolo dorato, che si muoveva preciso e costante. Il pendolo perse il suo ritmo e cessò di muoversi, creando una specie di barriera attorno a loro. Il tempo si fermò, e Mephisto continuò a sorreggere Roev per il busto. Lei lo guardava e sorrideva, sorrideva sinceramente. Per la prima volta, il demone vide la felicità, in quel sorriso che per tanto tempo lei gli aveva negato. I suoi occhi cominciarono a farsi sempre più spenti, e le lacrime cominciarono a rigarle le guance –Roev non morire, te lo ordino!- Mephisto la strinse a sé. Le prese la mano che lui le aveva marchiato e si voltò a guardare il pianoforte, da dove avevano cominciato a fuoriuscire delle piccole sfere luminose. Con un morso deciso, il demone aprì una ferita sul suo palmo e in quello della ragazza, facendoli congiungere –Per i poteri che mi sono stati concessi dalla nascita, in nome di Samael e in nome del tempo, spezzo il marchio che ti tiene legata a me e ti restituisco la tua anima!- I palmi delle mani congiunte presero fuoco, mentre le sfere luminose che stavano uscendo dal pianoforte si congiunsero in un'unica sfera, che entrò nel corpo della ragazza. Un’onda d’urto carica di energia spazzò via i resti del pianoforte. Mephisto strinse forte Roev, e il pendolo sopra le loro teste, riprese pian piano a ticchettare preciso. Mephisto alzò lo sguardo e la barriera del tempo scomparve. Amaimon, che era rimasto fermo insieme al tempo, li guardò sconvolto.
-Fratello mio…- Mephisto si guardò la mano completamente ustionata, poi controllò quella di Roev: il marchio non c’era più, ma era rimasta stampata la cicatrice. Poi, il battito del cuore di Roev irruppe nel silenzio. La ragazza si svegliò urlando. Non riusciva a controllare il respiro, e continuava ad annaspare faticosamente. Mephisto le appoggiò la mano sana sulla spalla.
-Respira Roev… Con calma…- La ragazza lo guardò e infine si concentrò, tornando a inspirare ed espirare normalmente. Guardò il pianoforte distrutto, e infine si girò a guardare Mephisto. I suoi candidi abiti erano macchiati di sangue e la sua mano era completamente ustionata. Improvvisamente si ricordò di quegli ultimi istanti e capì ciò che aveva fatto. Le vennero le lacrime.
-Mi dispiace…- Scoppiò a piangere, continuando a guardarlo –Mephisto… Mi dispiace!-
 
 
 
La mano di Mephisto era stata fasciata con cura. Le ferite sarebbero guarite presto, grazie alle sue capacità di rigenerazione, ma preferì farsi curare la mano da un medico. Esperimenti con prodotti chimici estremamente dannosi per la cute, si era giustificato. Ora lui era nel suo ufficio, osservando svarianti documenti mentre teneva la mano ferita appoggiata al tavolo. Si alzò dalla comoda poltrona per avviarsi verso le camere da letto. Bussò ad una delle porte, non ricevette alcuna risposta, ma entrò comunque, chiudendosi la porta alle spalle. Con un gesto della mano sana, accese la candela posta sul comodino del lato sinistro del letto, e rimase in contemplazione dell’ammasso di coperte. Non tanto per le coperte, ma di ciò che nascondevano. Si sedette sul ciglio del letto, e Roev sussultò da sotto le spesse lenzuola.
-Roev, devo parlarti.- Le disse con dolcezza. La ragazza mosse una gamba, ma non osò ficcare il naso di fuori. Stava in silenzio e ascoltava, seppur con ribrezzo –Mi dispiace per quello che ti è successo, per te e la tua famiglia. Credimi, non avrei mai voluto che capitassero a te queste disgrazie.- Fece una pausa, lei non si degnò nemmeno di ribattere. Risposte come “Sei stato tu la mia disgrazia.” Sarebbero state nello stile della ragazza, Mephisto si aspettò una risposta del genere, ma lei non parlò; così il demone continuò –Li ho fatti seppellire nel giardino di casa tua, ora potranno riposare in pace.- A Roev salirono le lacrime agli occhi –Poi sono stato al tribunale dei minori, ho spiegato loro la tua situazione. Siccome non sono riusciti a trovare tracce dei tuoi parenti più stretti, volevano mandarti in una casa famigl…- Roev si alzò di colpo dal letto con gli occhi lucidi, incrociando lo sguardo con Mephisto e guardandolo intensamente negli occhi.
-Non permettere che mi portino via…- Disse con un filo di voce tremante. Lui la guardò e le appoggiò la mano sulla spalla, stringendola.
-No Roev, non glielo permetterò. Ho spiegato che tu studi e vivi qui alla Vera Croce, di cui io sono il principale. Ho chiesto loro di prenderti in affidamento fino alla tua maggiore età… Aspetto che mi diano la conferma.- La ragazza parve sollevata allo stesso tempo contrariata.
-Quindi adesso secondo la legge sei mio padre?- Chiese quasi schifata.
-Non ancora… e in teoria sarei il tuo tutore.- Accennò un breve sorriso –Sono lieto che tu stia bene.- La ragazza strinse le spalle, e guardò con rimorso la mano fasciata, che Mephisto nascose sotto il mantello. Roev abbassò lo sguardo e non fece a meno di fermare le lacrime, che cominciarono a correrle lungo le guancie.
-Perdonami…- Mephisto fece correre la mano sana dalla spalla della ragazza a dietro la sua nuca, e se la portò al petto, stringendola. Lei tentò di staccarsi da quell’abbraccio spingendolo via, ma lui non la mollò.
-Non mi merito la tua compassione, e non la voglio.- Mephisto sospirò.
-È tempo che la smetti di rifiutare l’aiuto delle altre persone. Non sei più sola.- Le disse –E non mi tratterrò dall’aiutarti.- Era sincero. Quelle parole la lasciarono così sconvolta che questa volta, il suo pianto si fece violento. Era sempre stata sola, sì. Il dolore represso della solitudine che l’aveva accompagnata per tanti anni, si fece sentire, e la faceva stare terribilmente male. Si sentì patetica per quel pianto così aperto, e tentava di asciugarsi le lacrime, ma subito ne spuntavano delle nuove.
-Perché mi hai salvata?- Chiese ad un certo punto. Il demone si fece cupo, al pensiero di quello che era accaduto.
-Io non permetterò che tu muoia.- Le prese la mano dove un tempo vi era stampato il marchio del patto, e gliela aprì –Avevo sigillato la tua anima nel pianoforte. Distruggendolo hai rischiato di perderla per sempre, ma te l’ho restituita.- Spiegò. Roev non capì quelle parole.
-In che senso?-
-Quando Amaimon ti ha attaccata, e tu sei finita all’ospedale, ti ho curata, ho preso la tua anima e l’ho sigillata all’interno del pianoforte. Questo l’ho fatto per impedire che ti accadesse qualcosa…- Roev cominciò a capire. Si guardò la cicatrice sulla mano e strinse il pugno.
-Perché hai fatto tutto questo? Che cos’hai ottenuto alla fine?- Chiese alzando lo sguardo su di lui. Mephisto le scostò i corti capelli ribelli dagli occhi per guardarla meglio. Le sorrise enigmatico.
-Volevo testare la volontà di voi umani, e tu eri perfetta. Nel tuo cuore c’era oscurità, ma hai resistito fino adesso, sei una persona forte e di buon cuore anche se non lo dai a vedere… e poi volevo giocare un po’ con te.- Rispose divertito. Roev parve irritata da quella risposta.
-Quindi per te ero solo una cavia umana? Un giocattolo?- Chiese ancora, stizzita. Mephisto tornò serio.
-Non fraintendere le mie parole, Roev. Tu sei diventata quello che sei grazie a me.- Si alzò in piedi per congedarsi, ma lei balzò fuori dal letto e si parò davanti alla porta, impedendogli di passare. Mephisto sorrise compiaciuto –Ti senti sola a tal punto che vorresti la compagnia di un demone come me?-
-Lo sai cosa avrei voluto fare una volta diventata esorcista?- Roev ignorò le sue parole e lo guardò intensamente, per poi distogliere lo sguardo –Avrei ucciso tutti demoni che tormentavano mio fratello, e avrei fatto aprire gli occhi a quella scettica di mia madre. Avrei voluto lavorare qui, magari, guadagnare soldi sufficienti per fuggire lontano con loro…- Mephisto si chinò verso di lei, che si fece piccola piccola, sentendosi oppressa dalla sua presenza.
-E una volta fuggita che avresti fatto?- Le chiese con un sorriso. Lei non rispose. Si spostò dalla porta e afferrò Murasame, che era appoggiata al comò di fianco al letto. Gliela porse.
-Questa ormai non mi serve più.- Mephisto la prese in mano –Apprezzo molto che tu mi abbia permesso di partecipare al corso e che ti voglia prendere il disturbo di tutelarmi fino ai miei vent’anni… Ma non voglio rimanere qui.- Mephisto la guardò deluso, quasi arrabbiato.
-Sei una pessima bugiarda, Roev.- Il demone gettò la spada nel letto e si sistemò il cilindro sulla nuca –Puoi tenerti Murasame, non si sa mai che in futuro ti possa tornare utile.- Prima di uscire dalla stanza si voltò verso di lei e la guardò un’ultima volta –Dove andrai una volta lasciata l’accademia?- Le chiese. Lei ci pensò un attimo.
-Andrò a salutare la mia famiglia un’ultima volta.- Rispose –Poi andrò per la mia strada.-
-Capisco.- Il demone si voltò verso il corridoio –Allora ti auguro buona fortuna, Roev.- La giovane fece un breve inchino.
-Grazie, Mephisto.- E detto quello, il demone se ne andò senza più voltarsi.



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Angolo Autrice:
Siamo giunti a un punto cruciale di [Candy Piano] ♥ !
Sono andata a rileggermi i primi capitoli, e credo che modificherò qualcosa, ne unirò un paio all'inizio!
Comunque, ho iniziato questa fic il 9 Ottobre del 2011, e tra due mesi, [Candy Piano] ♥ compirà 2 anni!
Vi lascio con queste "notizione" e me ne torno a scrivere! :3

Roev_Chan 


P.S. Ho cambiato il mio nick, prima ero Verox_XVIII !
 
   
 
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