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Autore: marthiachan    12/08/2013    2 recensioni
"La mia vecchia vita non esiste più, devo costruirmene una nuova.
Dovrò ricostruirla da capo.
Le mie abitudini e i miei legami precedenti sono stati distrutti.
Detesto doverlo fare. Vorrei solo tornare ad avere quello che avevo tre anni fa. Perché, anche se non l’ho mai ammesso, in un modo assurdo e inspiegabile per tutti ma assolutamente logico per me, ero felice.
Voglio riavere quello che ho perso.
Voglio essere di nuovo felice."
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson , Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sherlock's Diary'
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Benvenuti a un nuovo capitolo.
Questo è il penultimo capitolo, il successivo sarà l'epilogo della storia.
Sherlock sta raggiungendo un certo equilibrio, nella sua vita privata con Molly e sul lavoro, grazie anche a un'alleanza inaspettata. Il caso che affronta in questo capitolo è ispirato a “L'avventura del costruttore di Norwood” presente all'interno della raccolta “Il ritorno di Sherlock Holmes” di Sir Arthur Conan Doyle.
Non so se sono riuscita a rendere bene l'indagine perché ci sono delle cose che sono poco credibili con le tecniche moderne, ma ho fatto del mio meglio. Ovviamente, me ne assumo tutte le eventuali colpe.
Ringrazio tutti coloro che stanno leggendo e recensendo la mia long fic, che tra l'altro credo sia la più lunga che abbia mai scritto.
Grazie e buona lettura.



9


Come voleva Molly, abbiamo ripreso la nostra routine. Viviamo le nostre giornate separatamente, incontrandoci solo al Barth's come prima, però qualche volta l'accompagno a casa e mi fermo da lei per un po'. Non tutta la notte, però. Lei preferisce che per il momento ognuno abbia i propri spazi. Immagino sia giusto così, ma devo ammettere che mi secca terribilmente non controllare la situazione.
Nel frattempo, ho fatto il mio meglio per tenermi impegnato. Ho iniziato diversi esperimenti scientifici. E ho composto. Ma questo non è stato sufficiente. Senza la benefica presenza di Molly a calmarmi, ero nervoso. Iperattivo. Annoiato.
Avevo bisogno di lavorare. Avevo bisogno di un caso.
Quando alla fine è arrivato, avrei preferito non fosse su richiesta di mio fratello.
Si è presentato una mattina a Baker Street mentre terminavo di comporre una melodia. L'ho sentito salire le scale lentamente, sapevo benissimo che era lui, il suo modo di camminare e il suo dopobarba sono inconfondibili.
“Delizioso motivo, fratello. Lo stai componendo per qualcuno in particolare?”
“Cosa vuoi, Mycroft?”
“Non posso semplicemente passare a vedere come stai?”
Ti prego.” ho detto voltandomi verso di lui. “Non penserai davvero che io ci creda?”
Lui ha riso e si è seduto sulla poltrona, guardandosi intorno.
“Vedo che sei senza un caso da molto tempo. E che la Dottoressa Hooper non passa la notte qui da diversi giorni. Devi essere terribilmente annoiato.”
“Mi tengo impegnato con dei progetti personali.”
“Oh, sì. I tuoi esperimenti e le tue composizioni. Non sono abbastanza però, giusto?”
Ho sospirato e mi sono seduto in poltrona, davanti a lui.
“Cosa vuoi, Mycroft?”
“Vorrei proporti un caso. Il figlio di un mio amico è sospettato d'omicidio. Le prove sembrano essere schiaccianti, ma lui sostiene la sua innocenza.”
“Perché dovrei interessarmene? Se le prove sono schiaccianti probabilmente è davvero colpevole, a che scopo perdere del tempo?”
“Te lo chiedo come favore personale.”
“Perché non ci pensi tu? Hai tutte le risorse per sbrogliare la faccenda.”
“Non voglio rischiare di essere coinvolto. Occupo una posizione troppo... appariscente.”
“Allora ammetti che il tuo ruolo nel governo britannico è più importante di quello che vuoi far apparire.”
Mio fratello ha sorriso mostrando i denti, con un espressione davvero pericolosa. Come uno squalo.
“Sherlock, questo caso mostra alcune particolarità interessanti. Dovresti almeno sentire di cosa si tratta. O almeno leggere ciò che è riportato sul giornale di stamattina. Io ci ho trovato alcune stranezze. Il resto potrai scoprirlo parlando con il sospettato, Andrew McFarlane.”
“Non credo che lo farò.”
“Vuoi continuare con questa faida infantile?”
“No, in realtà non voglio allungare la lista dei debiti che hai nei miei confronti.”
“Mi pare di avere abbondantemente riparato al danno fatto.”
“Non credo proprio. Ho perso tre anni della mia vita a causa tua. Sei molto lontano dal riparare.”
“Allora consideralo un favore personale, in cambio del servizio reso alla Dottoressa Hooper.”
“Servizio che non è stato richiesto. Dovevi solo tenerla sotto sorveglianza, il resto è stato di tua iniziativa.”
Mycroft è rimasto in silenzio, osservandomi. Non sapeva o non voleva rispondere.
“Per favore, Sherlock. Dai almeno un'occhiata al caso. Se non è di tuo interesse, va bene. Ti chiedo solo di considerarlo.”
Mi sono rialzato e ho riabbracciato il mio violino.
“Ci penserò, ma non farci troppo affidamento.”
“D'accordo.” ha concluso sbuffando e alzandosi dalla poltrona. “Nel caso tu decida di occupartene, saresti così gentile da informarmi?”
Non ho risposto e ho ricominciato a suonare. Mio fratello ha alzato gli occhi al cielo e se n'è andato senza aggiungere altro.
Non appena ho sentito chiudersi il portone, sono andato alla ricerca del giornale di oggi. E ho trovato immediatamente il caso di cui parlava.


Efferato omicidio! Giovane avvocato agli arresti.

Nella notte di ieri si è consumato un terribile crimine nella periferia di Londra.
Ciò che inizialmente sembrava essere l'incendio di una vecchia legnaia, si è rivelato essere la scena di un brutale omicidio.
Poco dopo la mezzanotte, la legnaia situata nella proprietà di Mr. Jones, un costruttore in pensione, ha preso fuoco. Durante le operazioni per spegnere l'incendio, non è stato possibile trovare il proprietario, nonostante a quell'ora di notte sia normalmente nel suo letto a dormire. Dopo un'attenta ricerca, sono state ritrovate delle tracce di sangue nel suo studio, in particolare sopra il manico di legno di un elegante ombrello.
In seguito, tra i resti della legnaia bruciata, sono stati rinvenuti i resti di un corpo smembrato carbonizzato che è stato possibile identificare solo dagli abiti. Le analisi del DNA sono ancora in corso, ma si ritiene appartenesse a Mr. Jones.
La governante, Mrs. Harris, una volta interrogata, ha confermato che Mr. Jones aveva ospitato quella sera un giovane avvocato, Mr. Andrew McFarlane, e che egli si era presentato proprio con quell'ombrello. In seguito, Mrs. Harris non aveva avuto modo di vederlo andare via perché si era ritirata per la notte molto presto.
Non sono state rinvenute altre impronte digitali o di scarpe nello studio, e i documenti di Mr. Jones erano sparsi ovunque. In base a queste prove evidenti, è stato spiccato un mandato di cattura per Mr. Andrew McFarlane, che è stato messo agli arresti questa notte.

Il caso era piuttosto stano in effetti. Perché mai il giovane avvocato avrebbe dovuto uccidere il suo cliente? E perché farlo a casa sua, in quell'orario, quando poteva benissimo essere identificato dalla governante? E perché usare il suo ombrello e poi lasciarlo lì? E che dire della legnaia bruciata? Era tutto decisamente illogico.
Senza attendere oltre, ho chiamato Lestrade e ho ottenuto immediatamente il permesso di recarmi presso la scena del crimine a dare un'occhiata.
Meno di un'ora dopo ero lì. La polizia teneva ancora sotto controllo la zona. I nastri erano ancora presenti. Mi sono presentato all'agente di guardia che mi ha fissato come se vedesse un fantasma.
“Fallo passare, Lewis.” ha ordinato una voce di donna purtroppo a me molto familiare.
L'agente mi ha fatto passare e poco dopo mi sono trovato di fronte al sergente Donovan.
“Sally, quanto tempo.”
“Già. Non posso certo dire che tu mi sia mancato.”
“Il sentimento è reciproco. Lestrade ti ha informato?”
“Sì, puoi curiosare, abbiamo già fatto i nostri rilievi. Non capisco perché tu sia qui in effetti. Non c'è nulla da fare. McFarlane è colpevole.”
“Sally, non dovresti tirare delle conclusioni affrettate, rischi di rovinare gli ingranaggi arrugginiti del tuo cervello.” le ho detto entrando nella villa. “Che cosa avete rilevato dalle analisi del DNA?”
“Niente di fatto. Pare che fosse troppo compromesso per ricavare qualcosa di utile.”
“Chi ha fatto le analisi?”
“La squadra di Anderson.”
Ovviamente.
“Sarebbe possibile richiedere un secondo parere? Sono certo che la Dottoressa Hooper al Barth's sarebbe in grado di fare di meglio.”
“Non so se questo possa essere...”
“Lestrade approverà.”
Donovan ha annuito e si è allontanata leggermente per telefonare al commissario capo.
Nel frattempo ho osservato la stanza. Il sangue era poco, decisamente troppo poco. Quel cadavere non aveva sanguinato molto. Forse era ancora vivo quando è stato chiuso nella legnaia? I documenti sparsi in giro non presentavano niente di importante. Di rilevante, c'era la copia di un'assicurazione sulla vita con beneficiario un certo Mr. Cornelius, ma non era specificato chi fosse.
Dopodiché, sono andato a parlare con la governante, Mrs. Harris. Non ne ho ottenuto molto, in verità. La donna ha confermato ciò che riportava il giornale.
Il suo sguardo era basso e mai fisso su un punto. Continuava a stringere i pugni. Il suo naso era arrossato in punta, dovuta al fatto che il suo corpo reagiva a quello che stava dicendo. Mentiva.
Ho fatto finta di nulla e l'ho lasciata andare. Poi sono tornato dal sergente Donovan.
“Ho bisogno di parlare con il sospettato.”
“Non credo che sia...”
“Cosa ti ha detto Lestrade?”
“Ha detto che hai carta bianca.”
“Perfetto. Portami da McFarlane.”
Quando siamo arrivati a Scotland Yard per prima cosa ho visto una donna in lacrime, identificandola immediatamente come Mrs. McFarlane, la madre del sospettato.
“Ho già parlato con i poliziotti. Mio figlio è innocente!” ha detto quando le ho domandato se potevo farle qualche domanda.
“Io non sono un poliziotto. Suo marito ha chiesto la mia consulenza tramite mio fratello. Sono Sherlock Holmes.”
La donna ha sussultato leggermente e poi i suoi occhi si sono spalancati. Speranza.
“Ma certo! Mi perdoni, non l'avevo riconosciuta.”
“Cosa può dirmi su Mr. Jones? Lo conosceva?”
La donna si è rabbuiata immediatamente.
“Lo conoscevo anni fa. Eravamo fidanzati, ma poi quando ho capito che razza di uomo fosse, l'ho lasciato. Godeva nel torturare gli animali. Gatti, cani, conigli... Che razza di essere fa del male a delle creature indifese? Dopo averlo lasciato ho conosciuto mio marito. Il giorno del mio matrimonio, quel demonio di Jones mi ha inviato una mia foto in cui la faccia era stata sfregiata con un coltello. Mio figlio sapeva questa storia e non aveva mai avuto niente a che fare con lui. Non so in realtà perché avrebbe dovuto recarsi nella sua casa. Non si conoscevano nemmeno.”
“Capisco. Ha domandato questo a suo figlio?”
“Non ne ho avuto l'occasione.”
Quando mezz'ora dopo, mi sono trovato fronte ad Andrew McFarlane, ho capito che non poteva essere stato lui a uccidere quell'uomo.
La sua altezza, la sua conformazione fisica, la sua palese insufficienza toracica, indicavano che non era in grado di dare un colpo mortale con un bastone o, come in questo caso, con un ombrello.
Ho parlato comunque con lui, avevo bisogno della sua versione dei fatti.
“Mr. Jones è venuto l'altro ieri nel mio studio, portando con se una brutta copia di un testamento. Voleva che venisse trascritto in forma legale. Mentre lo facevo mi sono reso conto che il beneficiario di tutto ero io. Non capivo il perché, era la prima volta che vedevo quell'uomo. Sapevo che aveva conosciuto i miei genitori in passato, ma sapevo anche che non erano in buoni rapporti, quindi perché mai avrebbe dovuto fare una cosa simile? Lui si è giustificato dicendo che voleva farsi perdonare per i modi che aveva avuto in passato e mi chiese di non rivelare a nessuno del testamento sino a che non fosse stato lui a darmi l'autorizzazione. Non vedevo perché negare questa richiesta. Mi ha invitato a casa sua per cena, in modo da mostrarmi alcuni documenti. Mi sono recato da lui, effettivamente con quell'ombrello, un regalo per la mia laurea. Dopo alcune ore di lavoro, quando me ne stavo andando, però, non riuscivo più a trovarlo. Mr. Jones mi disse che lo avrebbe fatto cercare l'indomani e che me lo avrebbe fatto avere al più presto. E così me ne andai. L'indomani mattina, leggendo i giornali, ho scoperto cosa era avvenuto. Non ho idea del perché, ma qualcuno sta cercando di incastrarmi.”
Era la stessa conclusione a cui ero giunto io quella mattina. Ora avevo bisogno di prove scientifiche.
Avevo bisogno di Molly.
Mi sono recato al Barth's, portando con me le sue patatine preferite e una tazza di caffè fumante. L'avevo avvisata con un sms che probabilmente sarei passato in laboratorio, ma quando mi ha visto è rimasta comunque sorpresa.
“Non ti aspettavo così presto.”
“Lo so. Ho bisogno del tuo aiuto per un caso. Sei occupata?”
“Devo solo finire le scartoffie. Di cosa si tratta?”
“Sembrerebbe un omicidio. Ci sono dei resti carbonizzati da cui Scotland Yard non è riuscita a estrarre del DNA, ma sono certo che tu potresti.”
Lei ha sorriso in quel suo modo particolare, arricciando il naso e mordendosi il labbro superiore. Fa sempre così quando le faccio dei complimenti.
“Posso provare.” ha accettato alzando le spalle.
Un'ora dopo eravamo entrambi occupati a osservare delle cellule al microscopio. Ancora nessun risultato valido. Doveva pur essere rimasta una traccia, se pur minima, da cui rilevare del DNA!
Mentre passavo a un altro vetrino, ho gettato un'occhiata a Molly.
Era concentrata. Seria. Affascinante.
“Hai impegni dopo?” le ho chiesto guardando nel mio microscopio.
“No, e tu?”
“Finito con questo dovrei occuparmi di far arrestare un criminale, ma credo di poterlo fare anche domani mattina.”
Lei ha riso, sempre continuando a studiare il suo campione.
“Magari questa sera potremmo fare qualcosa di diverso.”
“Qualcosa di diverso? Intendi che non vuoi che mi infili nel tuo letto?”
“Intendo che, forse, potremmo avere un vero appuntamento. Sai, in un ristorante. Che ne pensi?”
Ho alzato lo sguardo e l'ho osservata. Lei continuava a non distrarsi.
“Sì, forse. Potremmo andare da Angelo. È un piccolo ristorante italiano, molto riservato. Io di solito ci vado quando sto indagando, ma la clientela è principalmente composta da coppie in atteggiamenti romantici, quindi dovrebbe andare bene.”
“Sì, può andare.” ha accettato lei voltandosi finalmente a guardarmi. “E magari dopo potrei essere io a infilarmi nel tuo letto. Cosa ne pensi?”
“Mi sembra un'ottima idea.”
“Bene.”
Entrambi siamo tornati ai nostri campioni di cellule carbonizzate e in meno di un'ora avevamo il nostro risultato, che confermava le mie teorie e scagionava Andrew McFarlane.
Ho scritto immediatamente un sms a Lestrade.

Ho le prove dell'innocenza di McFarlane. Manda uno dei tuoi agenti a ritirarle al Barth's. Domani mattina dovrò rivedere la scena del crimine. SH

E poi un secondo a mio fratello.

McFarlane è innocente. Domani il caso sarà risolto e lui rilasciato. SH

Come da copione, nemmeno un grazie. Fratello ingrato.
Dopo aver consegnato le prove nelle mani di un agente, io e Molly siamo andati fuori a cena insieme per la prima volta.
E mi è piaciuto.

La mattina dopo mi sono svegliato con lei accovacciata addosso. Come un koala che si aggrappa a un albero. I suoi capelli morbidi e profumati erano sparpagliati coprendo il suo viso. Le sue labbra erano appena appoggiate sul mio collo, in maniera apparentemente casuale.
Ho guardato l’orologio. Era presto. Non volevo svegliarla. Apprezzavo troppo la sua vicinanza. Ed erano giorni che desideravo svegliarmi di nuovo accanto a lei. Finalmente me lo aveva concesso, quindi dovevo assolutamente gustarmi appieno quella sensazione. In realtà, avrei voluto restare tutto il giorno in quel letto con lei, ma non mi era possibile. Dovevo concludere il mio caso. E per la prima volta non avevo nessuna voglia di farlo. Decisamente questo non era da me.
Mi sono messo su un fianco e l’ho stretta a me, e questo l’ha svegliata.
“Buongiorno.”
“Buongiorno. Voglio che tu venga con me sulla scena del crimine.”
Lei ha riso, come fa sempre quando le faccio proposte inaspettate.
“Sherlock, preferirei di no. Io sono a mio agio nel mio laboratorio, ma in una scena del crimine sarei davvero fuori posto.”
“Saresti con me. E poi sei più intelligente di tutti quegli agenti messi insieme, non hai nulla di cui imbarazzarti.”
“Preferisco di no, davvero. Ma grazie per avermelo chiesto.” ha detto avvicinandosi a me e baciandomi sul naso in una maniera che penso qualcuno potrebbe definire tenera.
“Non mi va di andarci e speravo che con te lo avrei fatto più volentieri.”
“Mi spiace, ma devi andarci da solo. Però, se può farti sentire meglio, io resterò qui ad aspettarti con ansia.” ha aggiunto con tono malizioso.
“E cosa farai mentre mi aspetti?”
Curioserò in giro.”
“Come?” ho domandato perplesso.
“Sì, potrebbe essere la mia unica occasione di scoprire i tuoi segreti.”
“Non ho segreti, non per te. Ma se c’è qualcosa che vuoi sapere, basta chiedere.”
“Ok, allora passerò il tempo a pensare a delle domande da farti. Va bene?”
Ho annuito e mi sono chinato a baciarla, stringendola più forte a me. Un secondo dopo ero rotolato sopra di lei.
“Pensavo dovessi andare sulla scena del crimine.”
“C’è ancora tempo. E poi mi diverte far arrabbiare Donovan.” ho replicato ridendo e concentrandomi su attività più interessanti.

“Ti aspetto da due ore!” ha esordito Donovan con tono stizzito mentre scendevo dal taxi.
“Se ben ricordo, io e Lestrade non abbiamo parlato di orari.”
“Lestrade pensava che saresti venuto di primo mattino, per concludere al più presto questo caso.”
“Ho avuto bisogno di riflettere. So che tu non sei abituata a farlo, ma alcuni di noi usano la materia grigia all’interno del nostro cranio.”
Lei ha sbuffato e poi si è incamminata all’interno della casa.
“Hai ricevuto i risultati delle analisi?”
“Sì, ma non cambia nulla. Forse quello non era il cadavere di Jones, ma non significa che McFarlane sia innocente. Il cadavere potrebbe essere altrove.”
“Non c’erano tracce che potevano suggerire il trasporto del corpo altrove.”
Ho dato nuovamente un’occhiata alla stanza in cui sembrava essersi compiuto il delitto, nulla era cambiato.
Ho controllato il corridoio al piano terra. Era lungo circa venti metri. Dopo ciò, sono salito al primo piano e lì, invece, il corridoio era più corto, di almeno cinque o sei metri. Sono entrato nella stanza in fondo, quella che, teoricamente doveva confinare con il lato est della casa ma, affacciandomi alla finestra a nord, capì subito che non era possibile. E questo confermava le mie teorie.
Sono uscito dalla stanza e ho chiamato Donovan.
“Ho bisogno di un accendino.”
“Io non fumo.”
“Il poliziotto che ieri non voleva farmi passare, sì. Fallo venire qui assieme a un altro agente. Subito.”
Cinque minuti dopo i due agenti e Donovan mi hanno raggiunto nell’ultima stanza in fondo. L’agente Lewis mi ha fornito il suo accendino con il quale ho acceso un piccolo fuoco nel cesto della carta straccia.
Mentre le fiamme aumentavano e cominciava a sollevarsi del fumo, io e gli agenti ci siamo messi spalle al muro nell’angolo nord della casa. L’allarme antincendio ha iniziato a suonare poco dopo e, sotto gli occhi stupiti di Donovan e dei due poliziotti, la parete accanto a noi si è aperta, mostrando un passaggio e una camera segreta. Ne è uscito un uomo piccolo e rugoso, che si guardava intorno con occhi spaventati.
Mi sono piazzato davanti a lui, spaventandolo.
“Salve, Mr. Jones. Ha un bell’aspetto per essere morto.”
L’uomo ha tentato di rinchiudersi nuovamente dentro la sua camera segreta ma l’ho bloccato impedendoglielo. L’ho afferrato e portato di fronte a una Donovan stupefatta.
“Arrestalo.”
“No! Il mio era solo uno scherzo!” ha cercato di difendersi l’uomo.
“Con quale accusa?” ha domandato Donovan ignorandolo.
“Questo dovresti valutarlo tu, sono certo che fingersi morto per far accusare qualcuno di omicidio possa essere considerato un reato. Senza contare la frode assicurativa.”
Frode assicurativa?”
“Certo. Aveva una polizza sulla vita con beneficiario Mr. Cornelius, che altri non è che il nostro Mr. Jones.”
L’uomo è sbiancato quando ha capito che il suo gioco era finito e mi ha lanciato uno sguardo minaccioso.
“Non mi guardi così, Mr. Jones. Non poteva pensare di farla franca. Non era credibile che fosse morto lasciando così poco sangue in giro. Per non parlare delle carcasse nella legnaia che abbiamo identificato come carcasse animali. Il fuoco non ha distrutto tutto il DNA. La chiave del mistero è stata Mrs. McFarlane, sua ex fidanzata di cui voleva vendicarsi, che mi ha rivelato la sua antica mania di torturare animali indifesi.”
Donovan ha ammanettato l’uomo comunicandogli i suoi diritti e poi lo ha dato in custodia a uno degli agenti.
“Non posso crederci… Abbiamo arrestato un innocente, e non avevamo nemmeno un cadavere!”
Ovviamente. Dimmi, Donovan, quanti casi irrisolti avete avuto negli ultimi tre anni?”
“Non li ho contati.”
“Io sì. Sono cinquecento ottantasette. Un bel numero vero? Senza contare l’arresto di innocenti come McFarlane.”
“Dove vuoi arrivare?”
“Vuoi fare carriera, vero Donovan? E non perché ti sei inginocchiata davanti ai tuoi capi…”
“Certo che voglio fare carriera. Qual è il punto?” ha insistito lei ignorando la mia allusione.
Il punto, Sally, è che dovresti imparare a considerare le mie parole oro colato. Ti è chiaro?”
Lei ha deglutito. Si è sforzata di contenere la rabbia che le stavo provocando e infine ha annuito.
“Bene. Questo sarà il primo successo della tua fulgida carriera. Io me ne vado. Ho altro da fare.”
E così dicendo ho raggiunto il taxi che mi aspettava di fronte alla casa.
“Aspetta! Non intendi prenderti il merito?”
“No, lo lascio a te.” Ho detto sedendomi nel taxi.
Lei mi ha raggiunto e si è chinata per parlarmi attraverso il finestrino.
“Senti, per quello che è successo tre anni fa… Mi dispiace. Non potevo immaginare che…”
“Avrei preferito che ci pensassi prima, ma chiaramente pretendo troppo. Comunque, non ti preoccupare. Ormai è tutto risolto.”
“OK. E grazie ancora per oggi.”
Ho alzato le spalle e ho chiesto all’autista di dirigersi a Baker Street mentre il sergente Donovan restava a guardare il taxi in partenza.

Quando sono arrivato a casa mi sono trovato davanti Mrs. Hudson con un’aria sorpresa.
“Oh, buongiorno caro. Non mi ero accorta che fossi uscito.”
“Come mai è così stupita?” ho chiesto sospettandone il motivo.
“Ho sentito dei rumori di sopra. Passi, acqua che scorreva…”
“Oh... Sono uscito poco fa, quindi sicuramente ero io.” ho mentito iniziando a salire le scale.
“Ma non ti ho visto scendere le scale!”
“Mrs. Hudson, la porta non è l’unico modo per uscire da questa casa.” ho risposto vagamente, lasciandola sola e confusa a farsi delle domande.
Non che la cosa mi preoccupi. Il mio comportamento scatena spesso delle domande.
Quando sono arrivato di sopra mi sono guardato in giro. Molly non era in sala, né in cucina, né in bagno. Sono andato diretto in camera da letto e l’ho trovata di fronte allo specchio, con indosso solo un asciugamano avvolto intorno al corpo, mentre era concentrata a fare una treccia con i suoi lunghi capelli castani.
Mi sono appoggiato allo stipite della porta con fare casuale, e sono rimasto a osservarla. Dopo qualche secondo ha alzato lo sguardo, mi ha visto attraverso lo specchio e mi ha sorriso.
“Sei tornato, finalmente.” ha esordito finendo in quel momento di legare i capelli.
“Sono stato via solo un’ora.” ho replicato con fare casuale avvicinandomi a lei e posizionandomi alle sue spalle.
In realtà, a me è sembrata un'eternità.
“A me è sembrato molto di più.” ha replicato lei dimostrando di aver percepito quell'arco di tempo nello stesso modo.
Oh, Molly.
Le ho avvolto le braccia intorno al corpo, poggiando il viso sull’incavo della sua spalla. I nostri visi erano uno accanto all’altro e vederli insieme riflessi nello specchio era davvero strano.
Piacevole.
“Se fossi venuta con me non ti saresti annoiata.”
“Come ti ho detto, la scena di un crimine non è il posto adatto a me.”
“Ma potresti farmi da assistente.”
Io sono una patologa, il mio posto è in laboratorio. E posso assisterti al meglio solo facendo quello che so fare bene.”
“Lo so, è solo che…”
“Ti manca John, vero?” mi ha interrotto sorridendo.
Mi sono raddrizzato infastidito. Era così evidente? O era solo perché si trattava di Molly?
“John tornerà tra un paio di giorni dal viaggio di nozze. Perché dovrebbe mancarmi?” ho replicato sulla difensiva.
“Perché era il tuo compagno di avventure, oltre che il tuo migliore amico.”
“Non ho bisogno di lui. Posso lavorare benissimo anche da solo e credo di averlo pienamente dimostrato. È solo che con John era tutto più… gratificante.”
Gratificante?” ha chiesto lei voltandosi verso di me, ma restando avvolta nelle mie braccia.
“Sì, gratificante. Prima di John, ogni volta che esponevo le mie deduzioni, ricevevo in cambio irritazione e insulti o, nel migliore dei casi, indifferenza. Tutti si sentivano offesi da ciò che riuscivo a capire da pochi banali dettagli. John, invece, era così affascinato dai miei metodi da non riuscire a trattenersi dal complimentarsi a voce alta. Nessuno mi ha mai fatto sentire così… speciale.”
Lei si è alzata sulle punte, ha posizionato le sue mani intorno al mio viso e mi ha baciato delicatamente sulle labbra.
“Mi dispiace.”
“A me non è dispiaciuto.”
“Non mi riferivo al bacio.” ha replicato ridendo. “Mi riferivo al fatto che in tutti questi anni non ti ho mai detto quanto le tue deduzioni fossero geniali. Non ti ho mai detto quanto le trovassi affascinanti. Certo, spesso e volentieri mi facevi arrabbiare, ma solo perché sembravi non voler dedurre la cosa più ovvia, quello che provavo per te. Ma avrei dovuto dirti quanto ti trovavo speciale.”
L’ho baciata. Ora ero io a essere dispiaciuto.
“Non è stata colpa tua. Facevo di tutto per allontanarti da me. Non sapevo come gestire quello che sentivo quando eri presente. E pensavo che essendo brutalmente sincero tu forse avresti smesso di essere così gentile e carina con me… Ma mi sbagliavo. Tu mi hai sempre perdonato.”
“Non potevo farne a meno.”
“Una volta mi ha detto “dici sempre cose orribili” ed è stato allora, per la prima volta, che mi sono reso conto di quanto potessi ferirti.”
“Oh, certo… Quella volta. È stato quel natale. Poi dopo ti sei scusato e mi hai baciato sulla guancia. Proprio qui.” ha concluso indicandosi la guancia destra con il dito indice. “Per giorni ho ripensato a quel bacio. Era la prima volta che tu mi toccavi, la prima volta che ti avvicinavi a me, la prima volta che sei stato gentile. E dopo di allora è cambiato tutto. Hai continuato a dire quello che pensavi, ma hai smesso di essere crudele.”
“Molly, non ho l’abitudine di dire “mi dispiace” o “perdonami” molto spesso. Neppure con John. Forse perché lui non si arrabbia mai veramente con me, salvo casi eccezionali. Invece, con te mi sono scusato molte volte. E non ti ho mentito quando ti ho detto che hai sempre contato. Tu sei sempre stata importante per me, anche quando non me ne rendevo conto.”
Lei mi ha abbracciato e baciato con trasporto, l’ho stretta a me e l’ho trascinata sul letto, posizionandomi sopra di lei.
Dopo un minuto mi sono fermato , colto da un pensiero.
“Quando mi hai detto che John non ha mai avuto delle relazioni prima che me ne andassi, lo pensavi davvero? Credi sia stata davvero colpa mia?”
Sì, ma credo che conoscere te sia stata la cosa migliore che potesse capitargli. Oltre al fatto che sei stato un amico fantastico, la tua interferenza gli ha consentito di conoscere Mary, il vero amore della sua vita.”
Mi ha sorriso e mi sono chinato a baciarla ancora.
“Mrs. Hudson ha sentito dei rumori. Meno male che non può più fare le scale o ti avrebbe trovato qui.”
“Sarebbe stato davvero imbarazzante visto che stavo andando in giro nuda.”
Nuda? Mentre io non ero presente?”
Lei ha riso e mi ha baciato mettendo le mani fra i miei capelli.
Adoro quando lo fa.
“Posso sempre sacrificarmi e girare nuda per casa ancora per un po’, ma solo se sei pronto a farlo anche tu.”
“Per questo sono sempre pronto.”


CONTINUA


   
 
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