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Autore: RoxxyNeko    12/08/2013    1 recensioni
Vi era un castello, collocato in un mondo inesistente, popolato da esseri che non dovrebbero esistere, i Nessuno.
Questi esseri erano solo dei gusci vuoti, che andavano avanti guidati dal desiderio di completare Kingdom Hearts, colui che avrebbe ridonato loro un cuore. Queste figure incappucciate di nero erano tredici.[...] Purtroppo questi tredici Nessuno non erano più in grado di continuare la loro scalata, poichè il loro lavoro non era sufficiente per raggiungere Kingdom Hearts.
Xemnas decise di mandar loro in cerca di altri senza cuore, come loro, e di portarli al castello.Mandò in ricognizione i suoi sottoposti in diversi mondi ma, solo tre di loro restarono più a lungo nei mondi assegnati, forse guidati dal richiamo di altri simili.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Organizzation XVI'
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03 – Jekax’s past

 

Nuove navi che salpano da vecchi porti, nuove opportunità per chiunque voglia ricominciare. Venti ampi che soffiano portando la tempesta. Due occhi smeraldo che guardano curiosi quella bandiera nera che svolazza sull’albero maggiore.. quella bandiera così nera da far risaltare i suoi capelli rossicci, scompigliati dal vento. Ecco la nave che riparte per un luogo ancora sconosciuto. Ti aspetta  una vita piena di avventure.. in fondo è questo il desiderio più nascosto che ha il figlio di un pirata.

Dopo il ritorno di Xisir non ci furono nuove riunioni. Il Superiore decise di non disturbare tutti i suoi sottoposti e parlare solo con il numero XV.
La prima missione del numero XIV era stata un successo, a parere suo. La ragazzina era più determinata che mai ad allenarsi per raggiungere il suo, loro, scopo. “L’incantatrice”, questo era il nome che Xemnas le aveva conferito. Non poteva scegliere un nome migliore, ritraeva in pieno quello che era Xisir: era una ragazzina minuta con due grandi occhi azzurri spesso coperti dalla frangia che le ricadeva sulla fronte. I lunghi capelli chiari, raccolti in due codini bassi, ondeggiavano ogni volta che camminava, quasi trotterellando. Spesso si passava una mano tra i capelli, dischiudendo leggermente le labbra rosee, quasi per vantarsi della bellezza che aveva in corpo, sorrideva assottigliando gli occhi, quando le passava qualcuno affianco e la guardava. Era piuttosto vanitosa, si vedeva, ma il carattere tranquillo non faceva trasparire alcuna malizia in ciò che faceva. Semplicemente, erano gesti abituali che il suo “qualcuno” faceva giornalmente. Il suo aspetto docile nascondeva una guerriera ormai diventata forte. Nel poco tempo che era passato dal ritorno dalla missione si era decisa a rafforzarsi, non solo fisicamente, ma riusciva a padroneggiare alcune illusioni. Le poche volte che si incontravano per il castello era sempre stanca, appena uscita da un allenamento, lo sguardo fiero, ma addolcito da una finta emozione che sembrava gioia. La vedeva, aveva voglia di aiutare l’organizzazione nel suo intento di ottenere nuovamente un cuore. Col tempo sarebbe migliorata ancora, questo lo avrebbe intuito chiunque. 

Il Superiore, mentre bussava alla porta del numero XV, si chiedeva se anche questo membro sarebbe diventato così deciso.
“Si?” Jekax stava alla porta, con aria sorpresa, mentre Xemnas lo fissava con un espressione indecifrabile “Buongiorno numero XV, volevo avvisarti che, come il numero XIV dovrai affrontare una missione da solo.” Jekax sussultò un poco “Da solo..? Crede che ne sia già in grado?” sorrise appena, forse qualcuno cominciava a fidarsi delle sue potenzialità “Ne sono certo.. in fondo dovrai solo andare nel tuo luogo d’origine e ricordare il tuo “qualcuno”. ” ma come faceva a stare così calmo, il Superiore?
Jekax si sentiva intimorito da quella freddezza che emanava, sembrava così distaccato, mentre lui cercava, almeno, di sembrare carino.
Carino.. per Xemnas? Arrossì un poco al pensiero, sperando che il suo capo non capisse cosa gli passava per la mente “Oh, capisco.. quando partirò?” chiese, speranzoso di levare dall’aria quell’imbarazzo che provava “Quando ti ritieni pronto. Prima di partire, però, avverti Saix.” Poi, vedendo il viso confuso del più giovane aggiunse “L’uomo con la “x” sul viso e i capelli azzurri..” a quel punto Jekax fece un cenno con la testa e salutò velocemente il Superiore “Buona fortuna per la missione, numero XV.”.

La porta si chiuse con un debole tonfo e l’uomo dai capelli argentei si allontanò camminando tranquillo. Che ragazzino strano, forse, essendo ancora giovane, si era spaventato.. in effetti l’aveva trattato con poco riguardo. Nemmeno gli importava, sinceramente, ma quel primo sguardo da angioletto e, più avanti, quella voglia di essere considerato da qualcuno l’avevano spiazzato. Un po’ gli ricordava il suo passato, quando era ancora un apprendista che voleva farsi conoscere dal mondo. Si fermò un attimo a riflettere e scrollò la testa, ora doveva scacciare quei pensieri.. il passato era passato, e non sarebbe più tornato nulla come prima.

Il giorno dopo Jekax si alzò molto presto, deciso a partire per la missione. Sceso dal letto guardò la sua figura in uno specchio messo su una parete. Si sistemò alla meno peggio i disordinati capelli rossi, si chiedeva spesso come facessero a prendere quella strana piega all’insù, ma, soprattutto, si chiedeva come facesse a mantenere quel ciuffo malefico sull’occhio destro. Scostò per poco quei ciuffi, per lasciare un po’ di luce all’iride verde smeraldo. Ogni mattina, da quando era entrato nell’Organizzazione faceva quel processo di “osservazione”. Non ricordava chi fosse prima di diventare un nessuno, ma quelle poche azioni mattutine gli sembravano così naturali.
Uscì dalla stanza e strizzò lievemente gli occhi, la vista di tutto quel bianco lo accecava sempre.. non si sarebbe mai abituato a quella luce. Si avviò verso la sala da pranzo, dove vi trovò Xaldin intento a mangiare. Appena l’uomo si accorse di lui salutò docilmente “Hey, sei mattiniero, oggi!” l’uomo sorrise “Sai dov’è la cucina o hai bisogno di aiuto?” Jekax declinò l’offerta facendo un cenno con la testa e si dileguò nella stanza affianco. “Nh, che caratteraccio quel ragazzino!” pensò Xaldin, ma forse si era alzato per un allenamento mattutino, in quel caso avrebbe preso Xigbar a calci, non gli piaceva essere trattato con sufficienza “Avrà preso da quel dannato guercio” si disse ancora, prima di prendere un sorso di caffè.

Jekax uscì dalla cucina con una tazza enorme, secondo il numero III, piena di cereali “Non è che ha preso una biella per l’insalata?” pensò ancora “Wow, devi avere proprio fame, eh?” rise, attirando l’attenzione del più piccolo “Mh.. ho bisogno di energie per la missione di oggi” spiegò atono, sedendosi di fronte all’uomo “Non so nemmeno dove andrò.. cioè, nel mio mondo nativo. Ma chi lo conosce? Non ho nemmeno uno straccio di ricordo di chi ero, e il Superiore mi manda, da solo, in un luogo sconosciuto.” Sputò fuori senza troppi problemi “Acidello il ragazzo..” pensò il più grande “Beh, è una missione che abbiamo fatto tutti, credo. Serve solo a far tornare i ricordi.. non preoccuparti, non credo dovrai combattere.. se ti preoccupa questo.” Cercò di tranquillizzarlo, ma in cambio ebbe solo un’occhiataccia “No, non mi preoccupo di quello.. so cavarmela. Tu, piuttosto, come mai sei sveglio così presto?” chiese, prima di portarsi un cucchiaio in bocca “Sono un tipo mattiniero.” Spiegò veloce “Pensavo che Xigbar volesse allenarti già a quest’ora.” Jekax storse il naso “Quel beota starà ancora sbavando sul cuscino. Se solo sapessi dov’è lo soffocherei con un cuscino..” Xaldin per poco non si strozzò nell’intento di non ridere “Che ha combinato per farsi odiare?” “Non è in grado di allenare qualcuno, quindi è spesso irritato da come combatto. Certo che se mi facesse notare subito il problema, invece che urlarmi contro, non si troverebbe tutte le volte, misteriosamente, un paio di fori sul soprabito.” L’uomo non riuscì a trattenersi, cominciò a ridere di gusto sotto lo sguardo sorpreso del più giovane, pensava che l’avrebbe sgridato, o quanto meno ammonito “Xigbar è fatto così, ma anche tu gli dai del filo da torcere, eh! Con questa tua parlantina scommetto che lo farai infuriare!” il numero XV annuì fiero, ricordando il numero II su tutte le furie per ogni suo insulto di ripicca.  

Dopo la colazione e lasciato sul tavolo il resto, per felicità di Xaldin, il rosso s’incamminò per il castello alla ricerca di Saix. Non doveva essere così difficile cercare un uomo dagli inconfondibili capelli azzurri, se non fosse stato per il fatto che il castello era deserto.
Sbuffò più volte, non sapendo dove cercare, quando, dalla camera del Superiore, uscì il suo obiettivo. Ringraziò una possibile divinità per l’aiuto e si avvicinò all’uomo “Ciao, tu sei Saix?” chiese “Cosa vuoi, moccioso?” lo guardò male, ma chi diavolo si credeva quello lì?
“Se non me l’avesse chiesto Xemnas non sarei mai venuto a parlarti, con quella faccia brutta che ti ritrovi..” rispose acido “Ma come ti permetti?” lo spinse contro il muro con poco riguardo, quelle poche parole l’avevano fatto innervosire “Se non fosse perché Xemnas mi ha ordinato di trattarvi bene, saresti già morto..” si allontanò un poco e cominciò a camminare “E adesso dove te ne vai? Devo chiedere a te per la missione, diavolo!” Saix si girò verso di lui, guardandolo male “Seguimi, non lascerò di sicuro aperto un varco oscuro davanti alla camera del Superiore..” Jekax si ammutolì e lo seguì di malavoglia, lanciandogli ogni tanto qualche occhiataccia.

Jekax si ritrovò in un luogo affollato e piuttosto maleodorante. Sembrava che da ogni dove arrivasse l’odore del pesce. Storse il naso, cercando di ricordare il punto da dove era apparso mentre si incamminava per le passerelle di quello che sembrava un porto. Passavano gruppi di persone sghignazzanti e poco raccomandabili, mentre da molti edifici si sentivano urla e bottiglie rotte, da quando ci si ubriacava a quell’ora?
Fece spallucce, tentando di passare senza dare nell’occhio, cosa piuttosto difficile dato che era l’unico con un soprabito nero, mentre tutti indossavano vestiti chiari e, ad occhio, piuttosto vecchi.
Le strade di Port Royal non erano proprio il posto ideale per passeggiare, soprattutto se sembri un ragazzino innocente e solo. Si tirò su il cappuccio, sperando che nessuno lo disturbasse durante il suo cammino, mentre tentava di ricordare almeno un poco del suo passato. Gli sarebbe bastata una minima traccia per poter collegare una scia di ricordi, ma, sfortunatamente, non la trovava.
“Accidenti a me, non dovrebbe essere così difficile come missione” pensò, e si diede mentalmente dello stupido per aver pensato che sarebbe stato facile ricordare il suo passato partendo da 0.
Si ritrovò, dopo molto tempo, a camminare per strade poco affollate, quando sentì un forte mal di testa.

Due bambini correvano per quelle strade sterrate, mentre ridevano divertiti “Dai Jake, che se arriviamo tardi mamma si arrabbia” disse il più grande, guardandolo con due occhioni verdi “Aspettami, stupido!” disse l’altro, cercando di raggiungerlo “Yuki, non lasciarmi indietro! Lo dico alla mamma!” urlò ancora, prima di scattare in avanti.

Teneva la testa fra le mani, mentre altri ricordi riaffioravano nella sua mente. Camminava nella stessa direzione dove si dirigeva il suo “qualcuno”. Si ritrovò davanti a una casa piuttosto grossa e in condizioni buone. Ricordava suo fratello maggiore, di quante volte l’aveva aiutato nel momento del bisogno e di quante volte l’aveva sgridato al posto dei suoi genitori, per qualcosa di stupido che aveva combinato. Sorrise, presto sarebbe tornato da loro, aveva solo bisogno di un cuore.

“Ma cosa stavate combinando? Vi ho chiamati tante volte!” chiese una donna dai capelli dello stesso colore di Jekax. Aveva le mani sui fianchi ed aveva un espressione imbronciata. “Scusaci, mamma. Stavamo giocando!” rispose Jake, teneva lo sguardo basso, si sentiva in colpa per averla fatta preoccupare. La donna sospirò “Non fa nulla, dai entrate che è tardi.” Arruffò i capelli ai due bambini e li fece entrare in casa.

Ricordava sua madre, così dolce e premurosa, ma anche severa. Si arrabbiava se facevano tardi, altrettanto faceva quando combinavano qualche guaio coi vicini. Anche se in cuor suo rideva degli scherzi che facevano. Non l’avrebbe mai ammesso, ma sapevano bene, i suoi figli, che detestava i loro vicini.
Si allontanò dalla casa, prima che qualcuno lo vedesse o lo riconoscesse. Pian piano tanti ricordi riaffioravano dalla mente, completando sempre di più quello che era il suo “qualcuno”.
Ormai credeva di ricordare tutto: il fratello, la madre, la sua infanzia e il poco che ha vissuto dell’adolescenza. Ma mancava ancora qualcosa che per qualche motivo non riusciva a ricordare. Non ricordava né la faccia, ne qualsiasi cosa riguardante suo padre.. forse non l’aveva mai conosciuto.
Mentre tornava al porto, dove il varco oscuro lo aspettava, vide delle navi enormi attraccare e ricominciarono i capogiri.

"Allora Jake, sei pronto?" un uomo dai capelli lunghi e neri sorrise al ragazzino, che teneva in spalla una sacca.”Prontissimo, papà! Non vedo l’ora di salpare! Chissà quante cose ci sono da scoprire? Hai mai scoperto qualche isola? O un tesoro?” Jake non stava più nella pelle all’idea di partire, finalmente, assieme a suo padre.
Era un pirata e stava spesso via, anche mesi. Non era un donnaiolo, amava sua moglie e i suoi figli e non si sarebbe mai nemmeno sognato di lasciarli. Ogni volta che tornava, carico di oggetti nuovi e oro raccontava alla famiglia le sue avventure. A Jake sarebbe piaciuto tantissimo partire col padre e, ora che era abbastanza grande, poteva coronare il suo sogno.

Ora anche i pochi ricordi che mancavano comparivano a completare il puzzle. Tutta quella voglia di esplorare, tutto quel divertimento sulla nave e tutta quella sete di oro l’avevano poco a poco rovinato. Se si fosse contenuto, se fosse rimasto coi piedi per terra forse non sarebbe diventato un nessuno. Ora poco importava, aveva la sicurezza di poter tornare come un tempo, grazie all’organizzazione, e non avrebbe più commesso errori. Non avrebbe più messo sé stesso su un piedistallo, avrebbe dato più importanza a tutte le persone che gli volevano bene. Quando sarebbe tornato, avrebbe sistemato ogni cosa.
Si incamminò verso la passerella dove si aprì il varco oscuro che l’aveva portato in quel mondo e ci entrò voltandosi indietro per un ultima volta “Presto torneremo insieme, vedrete”.

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Salve ragazzi! Non ho scuse per il ritardo con cui posto, ma, purtroppo, l'ispirazione era in vacanza e.e
Una luunga vacanza, direi!
L'importante, però, è che.. sono tornataaa!!!
Spero che ci sia ancora qualcuno a leggere questa schifezzuola e spero che l'apprezziate!
Jake: "Aspetti a scrivere il bello nei prossimi capitoli, eh? Intanto Saix mi vuole morto ç_ç "
Saix: "Adesso non fare la vittima, hai cominciato tu!"
Jekax: "Gne gne!"
Eh, 'sti nessuno!
Emh.. vi faccio tanti saluti ^^
RoxxyNeko



RECENSIONI:


Lizzie Sora: Demyx si sà, è uno scansafatiche :') povera Xisir! 
Anche io avevo pensato a Hayner, ma poi non mi sembrava il tipo che faceva avances alle ragazze, quindi ho optato per Seifer ( Eeeh, vecchio marpione! ). 
Sono contenta che ti sia piaciuto :3

   
 
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