Fanfic su attori > Keanu Reeves
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Autore: Codivilla    13/08/2013    2 recensioni
Raccolta di piccole Flash-Fic incentrate sulla vita di Keanu Reeves. Per scoprire qualcosa di più su di lui, in poche parole. Il titolo della raccolta è ispirato al film 'My Own Private Idaho'. L'ho scelto perché questo in fondo è il 'Mio Personalissimo Keanu Privato', non pensate? I pezzi sono in ordine assolutamente sparso, non c'è ordine cronologico; possono essere letti separatamente come piccole storie, ognuna con un suo significato.
«I've never heard him ever say anything bad about anyone, and I've never heard him gossip about anything or anyone. Keanu just sees the good in other people».
{Carrie-Anne Moss, a proposito di Keanu Reeves}
• Disclaimer: quello che è descritto in questa raccolta è frutto unicamente della mia fantasia. Non conosco Keanu Reeves, né ho voce in merito ai fatti della sua vita, dei quali so unicamente quello che i media negli anni hanno riportato. Leggerete episodi che non sono avvenuti davvero, altri invece riportati dai media per come immagino che siano andati, senza pretesa alcuna di verità, ma con un forte sentimento di empatia per questo personaggio tanto complesso nel suo modo di essere, quanto criticato ferocemente durante l'intera sua carriera.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L.A.P.D.
«L'alcol uccide lentamente. Chi se ne frega.
Non ho fretta».


_________ ₰ _________


- Los Angeles (California), Maggio 1993 -

Gli veniva da ridere. Dannatamente. Senza potersi fermare in alcuna maniera.
Cercò di mantenersi serio… per quanto gli fosse possibile.
Chissà che fine aveva fatto quel coglione di River[1]. L’aveva lasciato in balia di una bottiglia di Tequila mezza vuota e di un paio di biondine che non erano niente male.
«Come si pronuncia, qualcuno me lo sa dire?!»
Un vocione baritonale gli trapanò il cranio, già notevolmente oppresso da un mal di testa che gli faceva pulsare le tempie. Cercò di tenere gli occhi aperti. Aveva l’aria di un completo idiota. E da come lo stava guardando, sembrava che il ciccione che debordava dalla sedia dietro la scrivania, proprietario della voce che lo stava rimproverando da almeno mezz’ora, la pensasse esattamente allo stesso modo.
Però quel localino era stato una bella scoperta. Bisognava tornarci, prima o poi.
Tentennò col capo in avanti un paio di volte, come una sedia a dondolo sfasciata, rischiando di sbattere col naso sul bordo della scrivania, incapace di mantenere a lungo fisso il proprio baricentro.
«Ma che cazzo di nome di merda ti hanno messo?!»
La voce insistette. Da qualche parte nella sua testa, partì a raffica un martello pneumatico. Tum-tum-tum. Chissà se prendere a craniate la scrivania avrebbe attenuato quel dolore. Non aveva la forza di replicare; più che altro perché aveva la netta sensazione che non fosse una buona idea, aprire la bocca per dir qualcosa in merito. Una morsa acidogena che non prometteva nulla di buono gli stringeva la bocca dello stomaco.
Un’altra voce si fece largo nella Babilonia che c’era nel suo cervello. Più giovanile, di tono più alto, stridula. E se era possibile, ancora più fastidiosa.
«Ho aperto un dossier da nuovo, signore. Keanu Charles Reeves. È incensurato» la voce gracchiante fece una pausa. «E inoltre…»
Riaprendo un occhio a metà vide una divisa blu che si chinava su un’altra, sussurrando qualcosa. Che non capiva. Sfido. Non aveva capito neanche che diamine volesse il panzone che urlava. A dirla tutta i suoni bypassavano le sue orecchie per conficcarsi direttamente nel suo cervello come lame affilate.
«Non me ne frega un cazzo di chi è!» tuonò il panzone, che si rivolse poi verso di lui. «Stanotte te la passi al fresco. Così ti passa la voglia di guidare da sbronzo!»
Continuò a non replicare. Quantomeno era riuscito ad aprire entrambi gli occhi, adesso. Così potè vedere il doppio mento del poliziotto traballare mentre lo rimbeccava aspramente. L’altro lo osservava con espressione apparentemente neutra; aveva ancora l’acne in volto. Un ragazzino arruolato da poco, con ogni probabilità.
A un certo punto, alzò l’indice della mano destra, come a chiedere parola. L’intera mano sinistra seguì la gemella in quel gesto. Le catenine delle manette che gli cingevano i polsi tintinnarono fra loro.
Il panzone in divisa dietro la scrivania lo guardò, facendogli segno che poteva parlare.
«Devo vomitare».
Sulla faccia del poliziotto comparve una smorfia di disgusto.
«Levamelo dai coglioni» disse soltanto, rivolto al giovane collega.

 

_________ ₰ _________

 

Note:
[1]
 River Phoenix, il migliore amico di Reeves e suo compagno di scorribande notturne.
 

 

_________ ₰ _________

 

Anche questo è un episodio successo davvero, precisamente nella notte fra il 4 e il 5 Maggio del 1993. Non so se fosse con River Phoenix o con chi altri, ma sta di fatto che Keanu Reeves venne arrestato per guida in stato di ebbrezza. La foto a sinistra nel bannerino è la foto segnaletica originale che gli venne scattata quella sera. Il titolo della Flash è una sigla che sta per: Los Angeles Police Department.
Siccome nella vita di ognuno c'è il bianco, ma anche il nero... doveroso farvi conoscere anche questo lato dell'ombroso Keanu! XD
Grazie a chiunque passerà di qui. 

 

   
 
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