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Autore: Juliet97    13/08/2013    1 recensioni
"Ciao.. Io sono Alison, ma puoi chiamarmi Ali!"
-"Ciao, io sono Louis!"
Alison si trasferisce a Doncaster dalla madre da New York, per rifarsi una nuova vita, che a causa della sua 'matrigna' le è stata un po' movimentata. Spera solo, che tornando dalla madre, possa rifarsi una nuova vita.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ragazzi, così mi fate male lasciatemi respirareee!"
Appena mi videro mi vennero in contro tutti avvolgendomi in un caloroso abbraccio di gruppo, anzi direi fin troppo caloroso, mi stavano schiacciando come una sottiletta. Ci sedemmo tutti sul divano a chiacchierare come ai vecchi tempi, Cole e Louis si erano appartati, probabilmente per cose di famiglia, io Niall e gli altri eravamo rimasto dove ci avevano lasciati a rimpilzarci di dolci e patatine imbustate, non c'era cosa più buona, in particolar modo per Niall. 
Li: "Ali, ti va di andare a fare un giro?"
Accettai molto volentieri l'offerta di Liam, anche perché avevo immaginato dovesse parlarmi di qualche suo problema, ogni volta era così. Ci incamminammo a piedi verso la spiaggia, togliendoci le scarpe e tenendole in mano, ci sedemmo sul molo proprio come quando io e Louis litigammo, con i piedi immersi nell'acqua che facevano avanti e indietro ininterrottamente, Liam sembrava quasi agitato. Appoggiai le scarpe di fianco a me, e mi voltai verso Liam che mi accorsi di avere lo sguardo perso nel vuoto.
"Liam che succede?"
Li: "Credo di aver fatto un casino con Danielle!"
Mi preoccupai appena pronunciò quella frase, insomma, cosa poteva aver mai combinato di così disastroso. Fece un sospiro e continuò la sua frase, a fatica. 
Li: "Io e lei.. si insomma abbiamo.. arrivaci per favore, è imbarazzante da dire!"
"Si ho capito, e quindi? E' normale, siete fidanzati!"
Li: "Non abbiamo usato le giuste precauzioni..!"
"Ah!"
Diciamo che quell'argomento me lo sarei aspettato più da Niall visto che era il mio migliore amico, ma non avendo la ragazza chissà cosa avrebbe avuto da raccontarmi. Liam non mi aveva mai parlato di un argomento così serio prima d'ora, e mi sentivo in dovere di aiutarlo visto che per me in passato c'era sempre stato, come tutti gli altri. Gli chiesi di Danielle, dov'era e se stava bene e mi rispose che ci avrebbe raggiunti a Newport la settimana dopo, mi sentii sollevata nel saperlo, avrei potuto aiutare entrambi. Liam mi chiese gentilmente di non parlarne con i ragazzi momentaneamente e accettai. Al ritorno a casa trovai i ragazzi a giocare in salotto con un gioco da tavolo, speravo solo che non si trasferissero per le vacanze tutti da Seth o avrei tentato il suicidio, non avrei avuto un attimo di tregua con loro nei paraggi, già con Seth e Ryan era difficile, figuriamoci con altri cinque ragazzi come sarebbe diventata quella casa. Senza farmi notare e lasciando Liam con gli altri mi rintanai nella casetta in piscina, dove non c'erano urla, schiamazzi, dove c'era solo ed esclusivamente tranquillità, e silenzio, che però, per mia malgrada sfortuna fu interrotto dopo qualche minuti da Louis. 
Lou: "Dì un po', Liam ha qualche strano potere di attirare la tua attenzione? Lo vorrei anche io!"
Nella sua frase c'era un pizzico di ironia, e si capiva anche dal fatto che mentre la pronunciava sorrideva, mi fece ridere come suo solito e gli feci segno di stendersi di fianco a me. 
"No sciocco, ha solo voluto qualche consiglio tutto qui!"
Lou: "Chiedo scusa Madame!"
Mi era mancato tanto il fatto che ogni singola sua frase era fottutamente ironica, mi eramancata la sua ironia in ogni cosa che diceva, mi era mancato il suo sorriso, i suoi occhi nei miei che mi fissavano. In quel momento avevo lo sguardo fisso nel suo, gli accarezzavo i capelli, sapevo che gli piaceva, finché non crollò in un sonno profondo. Quando dormiva era adorabile, sembrava proprio un bambino. Prima di alzarmi dal letto e andarmene gli lasciai un leggero bacio sulla fronte, per poi andare a cercare Harry, con cui non avevo ancora avuto la possibilità di parlare, volevo anche avere notizie della nostra famiglia, di Jason e mamma. Lo trovai sguazzare nella piscina, non era cambiato di una virgola, anche a casa era sempre in piscina e mai a fare altro. Forse adesso,con la storia del loro 'aver superato gli esami di scuola', era diventato più sfaticato del solito. 
"Hai qualche minuto per tua sorella?"
Sentendo la mia voce cadde dal materasso gonfiabile su cui si era appena steso. 
Har: "Si che ce l'ho, ma avvisa la prossima volta ahah!"
Tolsi le calze abbandonandole nel prato e mi sedetti a bordo piscina aspettando che Harry venisse nellamia direzione, era leggermente lunga quella piscina, e lui era così dannatamente lento a nuotare, era assurda la sua lentezza e la sua volgia di fare. 
Har: "Dimmi tutto!"
"Mamma e Jason dove sono? e tuo padre? Si insomma.."
Har: "Non preoccuparti, saranni qui a giorni!"
"E la casa? Dove andrete? Anzi, andremo..?"
Har: "Sarà pronta settimana prossima!"
Non avevo il coraggio di chiedergli quando se ne sarebbe andato Louis, solo al pensare di averlo lontano da me mi fece venire l'orticaria alla pelle, non potevo stare di nuovo lontana da lui, non ora che potevamo finalmente stare insieme. Ero però consapevole del fatto che non potevo sottrarlo alla sua famiglia, alle sue sorelle, mi sarei comportata da egoista, quindi comunque sarebbero andate le cose, avrei accettato la situazione senza rimpianti. Mi feci forza e chiesi ad Harry di lui.
"Qu-Quando va via..?"
Mi guadò perplesso, ma il suo volto cambiò espressione in un sorriso quando si rese conto che quella mia domanda era riferita al ragazzo che momentaneamente stava dormendo nella mia stanza, a Louis. 
Har: "E' appena arrivato e già vuoi che vada via? Ahah Parlane con lui Ali!"
Gli sorrisi, mi feci coraggio e andai nella mia stanza a recuperare degli asciugamani per entrambi. Mentre rovistavo nel cassetto del bagno per degli asciugamani da spiaggia, non mi resi conto di aver svegliato Louis, e che mi stesse parlando. Stavo ancora pensando a ciò che aveva detto Harry, il mio carattere era così codardo e pauroso che non avrebbe mai avuto il coraggio di chiedere a Louis quando sarebbe stato il giorno del suo ritorno a Doncaster. 
"Scusa, non volevo svegliarti! Torno subito!"
Andai da Harry a portargli il mio asciugamano, avvisandolo che avrei fatto come consigliato da lui, ne avrei parlato con lui cercando di non mostrare tutta quella paura che all'apparenza sembrava tranquilla. Mi fece l'occhiolino e rintrai nella mia stanza stendendomi a pancia in giù sul mio letto sotto gli occhi di Louis. Feci un respiro profondo e poiparlai. 
"Quando vai via? Voglio prepararmi psicologicamente per quando arriverà quel mom.."
Lou: "Chi ti dice che me ne andrò di nuovo?"
In quel momento andai in confusione, non avevo capito che cosa volesse dire con quella frase, e sicuramente non me lo avrebbe mai spiegato. Mi guardava serio, con sguardo glaciale quasi da mettere paura. 
Lou: "Sto prendendo delle decisioni ultimamente.. Quando ne avrò la conferma, te ne parlerò Ali, promesso!"
Mi sentii più tranquilla quando parlò per l'ennesima volta, anche se non sapevo di quali decisioni stesse parlando almeno ero consapevole del fatto che non era arrabbiato per avergli fatto quella domanda. 
Lo lasciai nella mia stanza che era ancora steso sul letto, ma il mio infallibile udito mi fece sentire la suonera del suo cellulare, dal tono e dalla confidenza che aveva con la persona dall'altra parte del telefono, sembrava proprio che stesse parlando con sua madre, o meglio, litigando. Non volevo origliare, ma volevo solo capire come mai stessero litigando, per cosa o perchi. 
Lou: "Non puoi decidere della mia vita!"
...
Lou: "Sono maggiorenne, ho finito la scuola posso prendermi le mie responsabilità da solo!"
...
Lou: "Non voglio lasciarla mamma!"
Stavano discutendo per me, era palese la cosa. Lui aveva in mente chissà che cosa, che però alla madrenon andava giù. Feci la scelta migliore, o meglio farmi gli affaracci miei e me ne tornai in salotto, dove trovai Liam e Zayn fare una partita con Seth, e Niall nel frigo, che novità,non passava minuto che non avesse un pezzo di qualcosa da mangiare in mano. 
Ni: "Hey principessa! Vuoi?"
Sorrisi involontariamente a quel nomignolo, ormai me lo dava sempre, per lui il mio nome non esisteva più, e non sapevo se considerarlo un bene. 
"No ciccio, grazie ma non ho fame! A che giocate voi?"
Gridai dalla cucina per farmi sentire, anche se potevo parlare normalmente perché la cucina e il salotto erano praticamente collegati, ma non badai a questo. 
Za: "Mortal Kombat!"
"Oh mamma, ancora non lo hai buttato quel gioco Seth?"
Set: "Mai sia, non vivrei senza!"
"Ma lo hai finito un sacco di volte ormai!"
Li: "Noi no Ali, lasciaci godere di questo privilegio!"
Era chiaro che per almeno quella notte, i ragazzi si sarebbero fermati a dormire da noi, lo spazio era abbastanza per parecchie persone e sicuramente per i genitori di Seth non ci sarebbe stato alcun problema per ospitarli, a loro ha sempre fatto piacere avere tanta gente intorno. 
 
#La mattina dopo. 
 
Fui la prima a scendere dal letto, decisi impulsivamente di preparare la colazione, ma un foglio in una busta me lo impedì. Era per me, da parte di Louis, e la cosa non era buona. Il cuore iniziò a battere all'impazzata mentre molto lentamente aprivo quella busta. 
 
'Ciao amore mio,
Quando aprirai questa busta io non ci sarò, sarò su un aereo diretto per l'Inghilterra per tornare a casa. Ormai sono più di tre mesi che stiamo insieme a distanza e nonostante tutto io non mi stanco, anche se ti vedo poco la voglia di stare con te non manca credimi, ma qui.. io qui ho delle faccende da sbrigare e non posso muovermi finché non le avrò risolte. Ti prego di perdonarmi per questo mio insulso gesto, non ti ho avvisato, non ti ho salutato e so che per questo mi odierai, ma per più di tre mesi c'è una cosa che non ti ho detto: ti amo. 
Si, ti amo e forse anche tanto. Io starò via per un po' ma non ti sentirai sola, i ragazzi rimarranno in America per tutto il tempo che vorrai, c'è tuo fratello e i tuoi nuovi amici, starai più che bene. Promettimi solo che non soffrirai, perché non lo sopporterei. 
Ti amo.
Louis.
 
Piansi stringendo la sua lettera tra le mani e portandole al petto, non avevo più fame ne la voglia di preparare la colazione. Uscii di casa senza dire niente a nessuno, ero ancora in tenuta pigiama ma non mi importava, volevo stare sola. Sta volta era lui ad avermi lasciato solo, e anche se avevo con me i ragazzi, io mi sentivo sola perché una parte di me se l'era portata via. In tre mesi avevamo avuto poche occasioni per conoscerci, e vedendo questo via vai iniziavo a pensare che non avremmo mai avuto la possibilità di conoscerci fino in fondo. Mi stesi sulla sabbia a guardare il cielo che dava segni di nuvoloni grigi, prometteva pioggia. Difatti, dopo qualche minuto lì a pensare iniziò a piovere. Il cielo piangeva, come me, entrambi ci sentivamo soli, ma in compagnia. 
Erano ormai due ore che ero fuori casa, non vedevo l'ombra di nessuno sulla spiaggia e nonostante la pioggia non mi ero mossa da mio posto. Mi accorsi che sopra di me qualcosa mi corpiva dall'acqua, un ombrello, verde, bianco e arancio. Era l'irlandese. Mi alzai di mia spontanea volontà e lo abbracciai, e piansi, di nuovo. Lui si limitò a mettermi un braccio intorno al busto sussurrandomi che sarebbe andato tutto bene. 
Ni: "Ho letto la lettera!"
Appena parlò scoppiai ancora di più, non potevo credere di essere nuovamente lontana dal ragazzo che avevo scoperto ormai di amare dopo tre mesi di amore a distanza, ora che potevo averlo tra le mie braccia, mi era sfuggito ancora, come una saponetta. 
Ni: "Tornerà principessa, te lo giuro che tornerà!"
Alzai lo sguardo per far incastrare i nostri sguardi, eravamo così vicini. In quell'arco di tempo che avevo conosciuto Niall non mi ero mai accorta che i suoi occhi fossero così belli, di quell'azzurro così intenso in grado di rapirti. Ci si poteva letteralmente perdere dentro nelle sue iridi blu. Mi accarezzava la guancia mentre dolcemente mi toglieva le lacrime che ancora invano, scendevano. 
Ni: "Ora che non c'è posso dirtelo!"
"Di che si stratta?" 
Fu tutto ciò che riuscii a biascicare tra un singhizzo e l'altro. 
Ni: "In questi giorni ha avuto parecchi batti becco con la madre, lui vuole rimanere qua essendo consapevole del fatto di poter badare a se stesso ormai, ma la madre non è ancora pronta a staccarsi da figlio!"
Da una parte sua madre era comprensibile, l'amore e l'affetto di un genitore non è, e mai sarà come l'affetto che può darti una semplice ragazza. L'affetto di un genitore è essenziale nella vita di un ragazzo o di una ragazza, e quell'affetto io lo avevo sempre avuto, anche se solo da parte di mamma. Lei cercava sempre di rendermi felice, cercava sempre di fare anche la parte del padre quando lui non c'era, e anche se non le veniva bene, sia io che Jason apprezzavano il fatto che lei per lo meno ci provasse, apprezzavamo tutti i suoi sforzi e sacrifici che aveva fatto per noi. Dopo quel discorsetto di Niall, decisi per lui. Decisi che sarebbe stato meglio se fosse rimasto con la sua famiglia ancora qualche anno, non volevo sottrarlo alla madre e al padre, tanto meno alle sue sorelline che ancora piccole avevano bisogno di lui. 
"Credo sia meglio che rimanga con loro!"
Ni: "Ne sei sicura?" 
Annuii silenziosamente, sotto lo sguardo insucuro del mio migliore amico, che aveva capito fin troppo bene che non ero affatto sicura di ciò che stavo dicendo. 
"Si ma.. Io sono sola senza di lui!"
Ni: "No non sei da sola, ci sono io, c'è tuo fratello, Jason che tra qualche giorno arriverà! Starai bene Ali, te lo prometto!"
"Qui tutti promettono, ma nessuno mantiene!"
Ero stanca delle promesse, ero stanca del fatto che nessuno era mai stato in grado di mantenerle. La sorpresa che i ragazzi mi avevano fatto si era sgretolata in mille pezzi, era solo un flebile ricordo perché senza di lui, per me non significava nulla. Tornai a casa bagnata come un pulcino, avevo lasciato Niall sulla spiaggia andandomene via correndo, tanto, l'unica cosa che sapevo fare era solo scappare, e lo avrei sempre fatto perché non ero in grado di gestire determinate situazioni. 
 
Louis' verse.
 
Scesi dall'aereo più svogliato che mai, non avevo voglia di vedere la faccia soddisfatta di mia madre nel vedermi tornare da lei. Lo avevo semplicemente fatto pernon sentirmi un giorno rinfacciare in fatto di essermene andato dalla loro vita così giovane. Ero sempre rimasto del parere che ognuno di noi, appena si sarebbe sentito pronto di prendere il volo da solo senza i proprio cari, di non farsi scappare quell'occasione perché non ne avrebbe avute altre, e beh io come un completo imbecille, me l'ero fatta scappare solo per accontentare un capriccio di mia madre, solo suo, e non sapevo se ne avrei avuta un'altra, e se l'avessi avuta probabilmente avrei bruciato anche quella. 
Ma: "Ben tornato figlio mio!"
"Ma ben tornato che cosa? Sono partito solo ieri e già sono tornato, ho lasciato la mia ragazza per accontentare un tuo capriccio mamma! Mi stai facendo del male!
Sapevo che il mio comportamento nei suoi confronti era di un totale sbaglio, ma anch'io avevo le mie ragioni, anch'io dovevo vivere la mia vita, imparare a cavarmela da solo. Lei tenendomi sotto una campana di vetro e sempre al suo fianco, non mi avrebbe mai permesso di fare ciò. Buttai le mie valige in casa senza preoccuparmene minimamente sotto gli sguardi delle mie sorelle, mi stesi in camera mia sperando di poter sentire la sua voce tramite computer o telefono. Ma niente, il suo telefono era staccato, e il computer sicuramente spento. Non volevo nemmeno immaginare la faccia che aveva fatto leggendo quella lettera che maledii miseramente una volta in aeroporto. 
Lot: "Fratellone, è tutto ok?"
La faccia di mia sorella era triste. Quando io ero triste, lo era anche lei, era l'unica della casa che forse mi capiva nonostante la sua tenera età. 
"Chiedi a mamma!"
Lot: "Torna da lei! Mamma ci sarà sempre, lei non si sa se vorrà starti accanto ancora! Va da lei finché sei in tempo!"
Avrei sicuramente seguito il consiglio della sorella maggiore rispetto alle altre, ma non in quel momento, ero appena sceso da un aereo ed essere sballottato su un altro volo mi avrebbe solo creato un enorme mal di testa. Gli sorrisi e poi la vidi chiudere la porta della stanza. Mi distesi, aspettando solo di addormentarmi. 
  
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