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Autore: whitevelyn    13/08/2013    0 recensioni
momenti perfetti che ho paura di dimenticare.
due respiri uguali che si perdono nell'aria inquinata di una città.
il mio respiro e il tuo respiro. quello che mi succede quando ti guardo.
i tuoi colori nella mia vita.
una luce che brucia.
e non saper che fare.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Especially me. Low.


Continuo a pensare a quante cose sono successe nella mia vita, al susseguirsi di scelte ed addii che mi hanno fatta arrivare qui, sul ciglio di un marciapiedi a fissare il colore sbiadito delle mattonelle di casa tua. Pensando che stai per diventare un addio anche tu.
Vorrei scriverti una lettera, vorrei lasciarla scivolare in mezzo ai vestiti piegati nella valigia. Quelle magliette che conosco a memoria, con gli animali stampati a colori e quell'odore di ammorbidente che fa sembrare la tua vita un po' più normale.

Te ne andrai, Colibrì.
Sfreccerai in voli verdazzurri tra le tigri dei monaci tibetani con le tue tele sottobraccio e la barba che ti cresce sul viso da ragazzino.
Quante cose vedrai, quante ne imparerai. Amerai le ragazze sotto alle stelle, insegnerai loro i nomi delle costellazioni e chissà se ripenserai a me, quando spiegherai loro che stella è Betelgeuse.
E sarai così lontano da qui, da questa minuscola città in cui siamo cresciuti senza incontrarci per tutto questo tempo.
Dimmi che giro hai fatto, quali angoli hai svoltato, prima che ti trovassi. Dimmi dov'eri.
Poi una sera ho visto i tuoi occhi, che hanno fatto cambiare tutto. Non sono riuscita a smettere di amarti nemmeno quando ho saputo che non saresti più tornato. Ed è quasi incredibile il modo in cui, finchè sei qui, riesci a sembrare più reale di tutto quello che invece resterà.
Resterà la tua casa, resteranno le mattonelle sbiadite, resterà tua madre mentre si affacenda in cucina, resterà tuo fratello che si laurea per la seconda volta in dicembre, resteranno i nostri amici che si prendono le sbronze in discoteca ogni weekend, resterà il mercatino dell'usato dove compri i libri a pochi spiccioli, resterà il pub con le candele sui tavoli e i disegni dei pazzi appesi ai muri, resterà la tua barchetta ammaccata che hai voluto riverniciare di rosso, resteranno le albe fiabesche sul molo, resterà il mare anche d'inverno.
Ma mi sembrano tutti dettagli che si scioglieranno all'interno di un sogno di ghiaccio, appena mi saluterai.
Il mio cuore batte più forte adesso che per la prima volta mi sforzo di visualizzare concretamente il momento in cui vedrò il treno allontanarsi lungo le rotaie, chissà se riuscirò a chiudere gli occhi per non incrociare il tuo ultimo sguardo.
Chissà se riuscirò a non far sparire negli anni nessuno dei ricordi che ho di te.
L'immagine delle tue dita sporche di colore, le tue ciglia che si muovono al rallentatore nel vento caldo delle sere d'agosto, il tuo sorriso ancora assonnato nella foschia mattutina di novembre, gli anfibi che indossi quando andiamo a ballare, i disegni con le farfalle, i gorilla e i pappagalli, le poesie che abbiamo scritto insieme.
Chissà perchè ci siamo incontrati. Chissà cos'è stato quella sera a restarmi così impresso.
Forse lo smarrimento che hai sempre negli occhi, simile a quello che leggo nei miei quando mi trucco allo specchio. Forse sì, forse è stato all'improvviso trovare qualcuno che non sapeva da dove veniva. Qualcuno che in mezzo alla gente non centrava niente, che la sua anomalia non la sapeva nascondere e che ballava come se nessuno lo guardasse, cercando di essere libero, di essere felice, di essere autentico.
Qualcuno che non pensava che io esistessi e che stessi per scaraventare tutta la mia vita contro la sua.
Scrivendo col rossetto un numero di telefono sul tuo braccio.
In un momento soltanto ho sentito la mia vita cambiare.
I tuoi occhi scavare fra tutti gli oggetti e gli affetti della mia vita, in cerca dell'unico aneddoto importante: chi ero io.
Ho sentito che si muoveva tutto dentro al mio corpo, fra i succhi gastrici e i sogni, fra la noia e la disperazione, si apriva un varco in cui non restava spazio che per questo sentimento luminoso che non si può scalfire e che non riesco a toccare.
Io non lo riesco ad affrontare, ed è l'unica cosa che non riesco a dirti. Io ci ho provato.
In camera mia ho immaginato mille volte l'istante in cui mi sarebbero venute da sole le parole.
Ho immaginato mille volte di baciarti come se non mi facesse paura.
Ho immaginato mille volte di chiederti di non lasciarmi qui.
E oggi penso che se non ce l'ho mai fatta è perchè ho capito che infondo amarti vuoldire lasciare che la tua vita segua il suo corso.
Infondo amarti vuoldire lasciarti volare, Colibrì.


Ti vedo mentre compari oltre la soglia di casa tua e indossi la maglietta blu scuro con i tulipani e le libellule. Penso che ti stia meglio di tutte le altre.
E che oggi sia ancora una normalissima giornata di metà agosto, che mancano ancora due mesi alla partenza.
Mi sorridi senza sapere che ti amo, senza sapere che non riuscirò mai a dirtelo.
Mi sorridi come se non stessi pensando che un giorno poi non ci rivedremo mai più.

Mi sorridi come se un giorno avessi pensato di ritornare.
  
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