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Autore: MAPA_    13/08/2013    10 recensioni
Lei: Summer Horan
Lui: Louis Tomlinson
Lei:sorella di Niall,che si è appena iscritto alla squadra giovanile di calcio di Londra con i suoi amici Zayn,Liam e Harry
Lui: allenatore della squadra anche se molto giovane, ha appena 20 anni
Tra i due è amore a prima vista.
E se poi Summer confidasse al fratello di essere innamorata di Louis, e Niall ne combinasse una delle sue per aiutare la sorella?
*dal testo*
"Sum, ho parlato con Lou.. Ti aspetta negli spogliatoi" le disse il fratello. Il cuore di Summer accelerò. A passo svelto e con il cuore in gola si avviò verso gli spogliatoi, dove trovò Louis senza maglietta mentre si cambiava. "Louis... Niall mi ha detto di venire qui.. Volevi parlarmi?" poi spalancò gli occhi blu vedendo il ragazzo a petto nudo "oh scusa, Niall mi ha detto di venire.. Non sapevo ti stessi cambiando" si scusò abbassando lo sguardo. "Non fa niente tranquilla" la rassicurò Louis "Comunque tuo fratello mi ha detto tutto" disse con un sorriso. Il cuore della bionda perse un battito.
************
Spero di avervi incuriosito :) leggete e se vi va recensite :)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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EPILOGO
Dedicato alla mia MIPA_, una persona davvero speciale<3
 




Mormorando qualcosa di incomprensibile, Summer si svegliò con uno sbadiglio. Di fianco a lei, stava disteso un ragazzo con una maglia a righe, che dormiva steso a pancia in giù e con la testa sotto il cuscino. Summer ridacchiò e alzò piano un lembo di questo, urlando
"Sveglia dormiglione!" nell'orecchio del mal capitato. Il ragazzo fece un balzo e cadde dal letto, tirandosi dietro il cuscino e tutto il lenzuolo.
Summer rise mentre lui si alzava bofonchiando qualche insulto, ma appena vide la sua faccia il sorriso le si spense.
"E ho capito di non essere un figone super palestrato come quelli che piacciono tanto a voi donne, e che magari di mattina non sono proprio uno spettacolo, ma non credevo di essere così brutto" sbottò irritato lui tornando a mettere la testa sotto il cuscino, offeso.
"Tu sei.. Niall?"
"No, sono Zayn! Certo che sono Niall, Sum! E sono anche tuo fratello se non ricordi! Che domande sono!?" rispose lui con la voce ovattata a causa del cuscino.
Summer scosse la testa.
Come aveva potuto pensare che fosse Louis? Avere una maglia a righe non significava essere Tomlinson, e poi lui era in Spagna.
O almeno così credeva Summer.
Louis si alzò dal letto della sua camera dall'albergo passandosi una mano sugli occhi, tanto non aveva dormito. Era arrivato tardi a Londra, e aveva deciso di fermarsi per la notte in un albergo.
Prese il telefono e compose il numero, che ormai sapeva a memoria.
"Pronto?"
"Ehi, sono Louis. Ho bisogno di un favore"
"Ma, Lou, com.."
"Sono tornato a Londra, adesso ascoltami bene. Sono nell'albergo vicino l'aeroporto, hai presente? Adesso non mi viene in mente il nome, dopo guardo l'indirizzo e te lo mando per messaggio, comunque, devi venirmi a prendere e aiutarmi a organizzare uno scherzetto" ridacchiò
"A Summer?"
"A Summer, si Harry, e ho bisogno anche di Taylor"

 
"Quindi, mi state dicendo che la festa di stasera è una festa in maschera?"
Alex e Taylor annuirono vigorosamente. Summer si sistemò meglio sul letto, per ascoltarle.
"Tay ha avuto quest'idea fantastica, così abbiamo chiesto a Sam che organizza la festa e lei ha accettato" spiegò Alex tutta eccitata
"Sarà fantastico, fidati! E ci saranno anche delle sorprese.." disse Taylor sorridendo sorniona.
"Che intendi dire?"
"Vedrai Sum, vedrai" ridacchiò lei dondolandosi sui piedi. Summer scosse la testa e tornò a concentrarsi su Alex
"Ma come dobbiamo vestirci?"
"Non importa l'abito, ognuno può vestirsi come vuole, ma l'importante è avere una maschera; le forniscono all'ingresso del locale, sono tutte uguali, bianche per le ragazze e nere per i ragazzi. Sam aveva poco tempo per organizzare tutto, del resto la festa è stasera, e sono le uniche che ha trovato" spiegò ancora Alex paziente, facendo mente locale cercando di ricordarsi se aveva dimenticato qualche particolare.
"Come sono le maschere?" chiese Summer curiosa, interessata all'idea.
"Per i maschi sono semplici, hai presente quella di Zorro? Ecco, una specie, mentre per le femmine sono lo stesso, solo che hanno dei piccoli ricami in raso, sono molto graziose" commentò Taylor.
"Voi che vestiti mettete?" chiese Summer
"Il mio è fucsia!" trillò allegra Alex "l'avevo già preso, e poi tanto la maschera è bianca come le scarpe!"
"È quello che abbiamo comprato insieme?" chiese Sum, e l'amica annuì.
"Poco evidente mi dicono" la prese in giro ridendo, ricordandosi del colore sgargiante dell'abito, mentre l'altra le faceva una linguaccia.
"Io metto quello che mi ha regalato mia cugina al compleanno, ti ricordi quello rosso con il bordo bianco?" disse Taylor. Summer annuì. Rifletté un attimo, poi si alzò e si diresse all'armadio, estraendone un vestito corto, a tubino, nero, semplice ma elegante, e delle scarpe nere da abbinarci.
"Perfetto!" esclamò allegra Alex, e anche Taylor annuì d'accordo. La bionda, fece un gesto ad Alex, e lei annuì.
"Ehi Sum, vieni un secondo giù con me da Niall?" chiese la ragazza
"Certo, tu Tay?" rispose Summer
"Arrivo subito, posso andare un attimo in bagno?" rispose lei.
"Certo, sai dov'è" rispose l'altra con un sorriso. La bionda si diresse al bagno, e quando Alex trascinò Summer giù in cucina, tornò in camera e, senza farsi notare, fece una foto all'abito della ragazza, che lei aveva lasciato sul letto. Poi si sistemò la felpa blu e prese la borsa, raggiungendo le due amiche al piano di sotto.
"Fatto! Grazie mille Sum, ma adesso devo proprio andare, Harry mi aspetta! A stasera!" le schioccò un bacio sulla guancia, si infilò il cappotto e salutò con un cenno della mano le due amiche prima di uscire da casa Horan.
Si incamminò nel freddo pungente di dicembre, tenendo lo sguardo fisso al marciapiede, schivando i piccoli mucchi di neve sparsi qua e là.
Arrivata a casa Styles, suonò al campanello. Harry le aprì sorridente, invitandola ad entrare. La ragazza si tolse il cappotto e la sciarpa, che appese sugli appendiabiti, poi impaziente chiese
"E Louis?" Harry la portò al piano di sopra, nella camera degli ospiti, e aperta la porta gli mostrò Louis che guardava assorto fuori dalla finestra.
"Tomlinson!" esclamò sorridendo, mentre lui si girava a ricambiare il sorriso
"Allora? Cos'è successo? Come mai di nuovo a Londra? Non ti piaceva la Spagna? Barcellona? Il contratto? Hai abbandonato tutto? Perché?"
"Taylor, se continui così ci torna subito a Barcellona pur di non sentirti" sbuffò Harry, sedendosi sul letto.
"Tu sta zitto, che è meglio" rimbeccò lei, poi tornò con lo sguardo su Louis, che spiegò brevemente cos'era successo.
"Oh che dolce, quindi hai lasciato tutto per stare con noi e Sum?" chiese infine Taylor sorridendo, fingendosi commossa ma in realtà davvero colpita dalla decisione del ragazzo. Non sapeva se avrebbe fatto lo stesso, e per questo lo ammirava.
"Ehi, vorrei far presente che IO sono il tuo ragazzo, e tu hai dedicato tutto il pomeriggio a LUI" borbottò Harry, sentendosi messo in disparte.
"Tranquillo gelosone, Louis è di Sum, e poi era interessante sapere cosa è successo.. Non è da tutti i giorni che un ragazzo giovane come Louis venga chiamato dal Barcellona, parte e il giorno dopo torna dicendo di aver annullato il contratto" si difese lei sedendosi sulle gambe del riccio e baciandogli la punta del naso ridacchiando.
"Comunque, stasera ci sarà da divertirsi" commentò Harry.
"Per me farà un'infarto" disse Taylor
"Be', forse si, siamo un po' stronzi a non dirle che Louis è tornato, ma stasera lo scoprirà da sola"
"A proposito, ho la foto" disse Taylor prendendo il cellulare dalla tasca della felpa e cercandola nella galleria "questo è il vestito di Summer. Devi vederle come le sta addosso.. È bellissima, e non lo dico perché sono la sua migliore amica" disse mentre mostrava a Louis la foto
"Uhm, afferrato il concetto. Per il prossimo anno troveremo tanti piccoli Tomlinson girare per casa"
"Harry! Ma non pensi ad altro?" sbottò Taylor, mentre Louis girava lo sguardo altrove imbarazzato, scuotendo la testa ridendo.
"Comunque, parlando di cose serie, sono sicura che la riconoscerai subito" disse Taylor rivolta a Louis con tono rassicurante.
Lui sorrise "E come farei a non riconoscerla?" commentò divertito, ripensando al bellissimo viso di Sum.
 

 
Summer fece un respiro profondo.
"Avanti, ti divertirai!" le aveva urlato suo fratello per sovrastare la musica prima di scomparire tra la folla con Alex.
Perché quella frase le suonava così familiare?
Ah già, perché era la stessa che Niall aveva usato più volte per convincerla ad andare ai suoi allenamenti.
Il problema era che si sbagliava sempre, quel biondo tinto.
E anche quella volta si era sbagliato. Summer non si stava divertendo, anche perché era sola in un mare di gente mai vista prima, avendo perso di vista tutti i suoi amici dopo neanche tre minuti che erano arrivati al locale. Stirò una piega del vestito con una mano, poi annoiata si guardò intorno, cercando di riconoscere qualcuno.
Si sistemò meglio la maschera, e si avviò verso una testa riccia che aveva notato a poca distanza da lei.
"Harry!" lo chiamò, avendolo riconosciuto anche con la maschera -e dove li trovavi dei capelli e degli occhi come i suoi?- e lui si girò.
"Ehi Sum! Wow, Tay aveva ragione sul vestito! Stai benissimo!" le disse -urlò, a causa della musica.
Perché mai Taylor avrebbe dovuto parlare del suo vestito a Harry? Sopratutto considerando che era uno di quei ragazzi che non prestavano molta attenzione a quel genere di argomenti quando la loro ragazza ne parlava.
Summer scrollò le spalle, sorvolando quel pensiero. Non era importante saperlo, infondo.
"Grazie" rispose, "anche tu stai benissimo, comunque" si complimentò, sorridendo.
"Grazie, ti va di prendere qualcosa da bere? Ho perso di vista Tay mentre andava a prendere un drink, magari riusciamo a ritrovarla"
"Certo". Lui la prese per mano, per non perderla tra la folla. Mentre percorrevano la poca distanza tra il punto in cui erano e il piano bar, Summer sentì la nuca pizzicare, come se qualcuno la stesse osservando. Si guardò intorno, eppure c'erano solo ragazzi e ragazze che parlavano, ballavano o sorseggiavano qualcosa dal loro bicchiere, nessuno sembrava interessato a lei.
Poi lo vide.
Poi li vide.
Due occhi azzurro ghiaccio, bellissimi, brillanti, circondati dal segno nero di una maschera. Il fatto che fosse nera le fece capire che era un ragazzo.
Sbatté le palpebre, ma quando le riaprì il ragazzo misterioso già non c'era più.
Eppure lei era sicura che.. Nah, mi sarò sbagliata, pensò.
"Tutto bene Sum?" chiese Harry
"Uh? Oh, certo" sorrise. Bevve un sorso dal bicchiere che Harry le aveva preso, non sapeva cos'era ma era buono. Si girò di nuovo, e questa volta fu sicura di aver visto quegli occhi. Vide il ragazzo uscire dalla finestra.
"Vado a prendere una boccata d'aria" si congedò dal riccio, che acconsentì con un cenno del capo. Mentre cercava di raggiungere la terrazza, si scontrò con una ragazza.
"Scusa" disse lei, e dalla voce Summer riconobbe Sam.
"Ehi Sam! Festa fantastica, complimenti!" disse, sbrigativa, ma cercando comunque di essere gentile.
"Oh, grazie" disse lei sorridendo "vuoi unirti a noi? Stavamo parlando di quella volta che.." Sam cominciò a raccontare qualcosa, mentre dei ragazzi lì vicino annuivano e sorridevano, ridacchiando di tanto in tanto e commentando quello che Sam diceva. Summer regalò sorrisi a quei ragazzi che nemmeno conosceva, e rimase con Sam giusto per gentilezza, anche se la sua attenzione era tutta per quello strano ragazzo dagli occhi azzurri.
"Io.. Ehm.. Vado un po' fuori, ho bisogno d'aria" riuscì finalmente a lasciare il gruppetto, e si diresse fuori, dove, delusa, non trovò nessuno, a parte una coppietta intenta pomiciare e due ragazze che parlavano tra loro con un drink in mano, che decisamente non facevano al caso suo.
Fece per tornare dentro, quando si accorse che a lato della finestra c'era una scala. Senza pensarci due volte, si diresse da quella parte e salì i gradini, che la portarono al tetto del palazzo. Il locale era infatti un palazzo a due piani, -Sam aveva affittato il secondo- e il tetto era come un'enorme terrazza da cui si vedeva buona parte di Londra, essendo il locale un po' fuori città e quindi non circondato da altre case. Summer si guardò intorno ammaliata. Quel tetto era anche una specie di giardino, dove il proprietario coltivava delle rose. Appoggiò entrambe le mani sul parapetto, e inspirò l'aria fresca. Osservò Londra in notturno, bellissima, illuminata da tante luci. Non erano molto in periferia, e riusciva a scorgere anche il grande orologio illuminato del Big Ben, che segnava -le sembrò- le undici, minuto più, minuto meno.
Rabbrividì sentendo un soffio di vento freddo accarezzarle la pelle e scompigliarle i capelli, e si passò le mani sulle braccia, quasi a scaldarle. Ma rabbrividì ancora di più e sussultò quando qualcuno poggiò le sue mani su quelle della ragazza, sussurrandole all'orecchio "Freddino quassù, eh?" con un tono divertito.
Mille brividi le percorsero la schiena.
Quel tocco.
Quella voce.
Eppure era impossibile.
Ignorò quelle sensazioni e si girò verso il suo interlocutore.
Sussultò ancora.
Quegli occhi.
Stava decisamente delirando. Magari per colpa di quel drink che Harry le aveva dato prima. Ma si certo, doveva essere per quello.
"E tu che ci fai qui?" chiese, più acida di quanto avrebbe voluto.
"È capodanno, sono a una festa" disse lui con ovvietà. Summer lo scrutò attentamente.
"Vieni nella mia scuola?" chiese, decisa a scoprire di più su quel tipo.
"No" si limitò a rispondere lui.
"Quanti anni hai?"
"Più di te"
"Da dove vieni?"
"Non sono di Londra"
"Ma ce la fai a rispondere decentemente?" sbottò lei, stufa delle sue risposte enigmatiche.
"Se non vuoi farti riconoscere, bastava dirlo eh" continuò. Lui rise, divertito.
Quella risata.
Summer si convinse che con quel freddo si era presa una bella influenza e stava delirando per la febbre.
Lo scrutò ancora, come se volesse leggergli dentro e scoprire la sua identità.
"Ti piaccio così tanto che devi fare una radiografia?" chiese ancora, il ragazzo, sempre ridacchiando. Summer fece un passo indietro, sedendosi sul cornicione del parapetto. Lo ignorò, continuando ad osservare ogni suo piccolo dettaglio, soffermandosi molto sugli occhi.
"Mmh.. Niente di che, solo assomigli tantissimo a una persona, in tutto e per tutto" disse, dondolando le gambe.
Il ragazzo si avvicinò a lei, arrivando a meno di un metro dalla ragazza.
"Ma davvero? E chi sarebbe questa persona?" chiese lui, accarezzandole il braccio destro con la mano morbida. Summer si lasciò andare a quel tocco.
Brividi.
Questo provava, e non capiva perché. Nella sua testa c'era una confusione pazzesca.
Lo osservava attentamente, e quando era convinta di aver capito tutto, subito lo negava a se stessa.
Non era possibile fosse lui.
Non li, non in quel momento.
Impossibile.
Era impossibile che fosse lui.
Continuava a ripeterselo, eppure non ne era convinta.
"Il mio ragazzo" rispose.
"E dov'è lui ora?"
"Non qui"
Il ragazzo ridacchiò.
"L'avevo notato. Qui non c'è nessuno"
"Tranne noi" lo corresse Summer, fissandolo negli occhi.
"Tranne noi" ripeté lui. Si avvicinò ancora a lei, tanto che ormai le ginocchia della ragazza toccavano le sue cosce. Prese una ciocca di capelli bionda e cominciò a giocarci. Summer lo lasciò fare.
"È stano che tu sia proprio identico a lui" commentò, dopo un paio di minuti in silenzio.
"Lui chi?" chiese il ragazzo, facendo il finto tonto.
"Il mio ragazzo"
"Uhm.. Allora potrei essere io, il tuo ragazzo?" chiese lui, sempre divertito e con quel sorriso sulle labbra.
"Ci ho pensato anche io. Ma non credo.. Lui è..lontano" disse Summer.
"Ah no?" rispose lui, togliendosi con un gesto secco la maschera.
Summer strabuzzò gli occhi, ma prima che potesse parlare si ritrovò le labbra del ragazzo sulle sue.
Non avrebbe mai smesso di prenderla alla sprovvista con quei baci.
"Non mi ero sbagliata allora! Louis! Sei davvero tu!?" Summer dovette reggersi meglio al parapetto con le mani per non cadere, presa da un'improvviso giramento di testa. Ci aveva pensato anche troppo, e adesso averlo davanti, sul serio, era strano.
Louis ridacchiò, mettendole una mano su un fianco, per avvicinarla e anche per tenerla. Magari Taylor non scherzava quando aveva detto che Sum avrebbe fatto un'infarto.
"Si, in carne ed ossa"
"Ma non dovresti essere in Spagna?" chiese, confusa.
"Louis Tomlinson non sarà l'allenatore del Barcellona"
"Perché?"
"Perché ho capito che era meglio così. Questo è quello che voglio veramente. Te, i miei amici, la mia famiglia, la mia città" fece spallucce.
"Quindi.. Hai lasciato tutto per me?" chiese, sentendo già arrivare i sensi di colpa.
"Si, ma so come sei fatta, quindi ti dirò di no o morirai tra i tuoi sensi di colpa" rise Louis "sul serio Sum, va bene così, non è colpa tua".
Summer sospirò.
"Sum, io ho fatto questa scelta. Voglio stare con te, punto e basta. Non mi interessa altro, e giuro che non ti abbandonerò più. Voglio solo te" le lasciò un umido bacio sul collo "te" un altro bacio "te" ancora uno "te e solo te" ridacchiò baciandole le labbra.
Lei sorrise.
"Ok ok ho capito! Ah, mi sei mancato" sorrise
"Anche tu" rispose lui, tirando fuori da chissà dove una rosa rossa, sicuramente raccolta tra quelle coltivate lì sul tetto
"E ti amo"
"Anche io, e grazie per la rosa" disse sorridendo Summer appoggiandola sul parapetto, di fianco a lei.
"Almeno raccontami cos'è successo in Spagna"
Louis cominciò a parlare, raccontandole anche che quello 'scherzetto del ragazzo misterioso' l'aveva ideato con Harry e Taylor.
"Dio, siete tre menti malefiche. Fate paura insieme" scherzò ridendo Summer.
Solo allora si accorsero che non si sentiva più la musica, e tutto era nel silenzio più assoluto. Summer si girò verso il Big Ben, e notò che il grande orologio segnava esattamente le undici e quarantanove. Infatti, dopo qualche secondo, si sentì un coro provenire dal piano della festa.
"Dieci!"
A Summer brillarono gli occhi.
"Nove!" si sentì ancora il coro
"Otto!" esclamò allegra, seguendo il coro. Louis ridacchiò.
"Sette!"
"Sei!" Urlò Louis, sovrastando la voce di Summer.
"Cinque!" dissero in coro, guardandosi negli occhi.
"Quattro!" dissero ancora.
"Tre!" Louis portò anche l'altra mano sul fianco di Summer, mentre lei mise la mani sulle spalle del ragazzo.
"Due!" esclamarono sorridendosi
"Uno!"
Fecero incontrare le loro labbra, che si modellarono perfettamente, le une contro le altre, come fossero fatte solo per quello. Sentirono le urla di gioia venire dal piano si sotto e qualche bottiglia di spumante che veniva stappata, ma a loro non interessava molto.
Lei portò le sue braccia intorno al collo di Louis e aprì le gambe in modo che lui potesse mettersi tra di loro e annullare ogni distanza tra i loro corpi.
La distanza tra i due era infatti davvero minima, il seno di Sum sfiorava appena il petto del moro, ma nessuno dei due aveva intenzione di allontanarsi.
"Auguri" sussurrò Louis
"Buon anno" si sorrisero, poi ripresero a baciarsi mentre i fuochi d'artificio colorarono il cielo di Londra di blu, verde, rosso, giallo, viola e ogni colore possibile e immaginabile brillando in mille scintille.

 
 
Cinque anni dopo.

 
"Sum!" urlò Niall dalla camera.
"Si?"
"Peter fa i capricci!" Summer sbuffò
"Niall, sei tu quello adulto! Cosa c'entro io?"
"Mi sembra che sia tu la madre di questa piccola peste!" urlò ancora lui. Summer scosse la testa, ridendo.
"E tu sei lo zio! Applicati!"
"Ma dov'è Louis quando serve!?" piagnucolò Niall, mentre la risata contagiosa di Peter arrivò alle orecchie di Summer.
"Mamma, perché lo zio a volte è peggio di Pet?" chiese la piccola Hope, finendo di sistemarsi i boccoli biondi come quelli della madre.
Summer rise di gusto.
"Non lo so amore, ma a volte la natura gioca brutti scherzi" disse scoppiando a ridere. La piccola annuì assorta, come se stesse riflettendo su quelle parole.
Erano passati cinque anni, e ora Summer e Louis erano felicemente sposati, con due bambini, Peter e Hope, due gemellini di appunto cinque anni.
Summer sistemò il vestito di sua figlia, la prese per mano ed entrò nella cameretta dei bimbi. La scena era a dir poco esilarante.
Niall era seduto in un angolo con la testa fra le mani, con un'espressione disperata sul viso, mentre Peter giocava tranquillo con delle macchinine sul letto.
"Allora? Dov'è il disastro?" Niall alzò lo sguardo, e si guardò intorno confuso.
"Non è possibile.. Fino a un attimo fa.. L'apparenza inganna, prima non era così tranquillo.. lo fa apposta.. Questo bambino fa i capricci solo con me, non è giusto, mi odia" si lagnò battendo un pugno per terra, e sbuffando. Summer pensò che in quel momento era lui il bambino. Sorrise e lasciò andare la mano di Hope, che andò vicino allo zio e gli prese le mani con le piccole manine.
"Non è vero che Pet ti odia. Solo che tu sei troppo buono e lui sa che non lo sgriderai mai, qualunque cosa faccia. E comunque io ti voglio bene, tanto bene" disse allargando le braccia come per indicare una grande quantità. Niall rise e la abbracciò
"Anche io ti voglio bene, tu sei decisamente la mia preferita" disse prendendola in braccio. A quel punto Peter scattò in piedi e si attaccò alla gamba dello zio.
"No zio! Anche io ti voglio tanto bene! Scusa!" piagnucolò facendo il labbruccio. Niall sorrise
"Scherzavo, voglio bene a tutti e due" disse facendo scendere Hope e prendendo per mano i due bambini, Hope a sinistra e Peter a destra.
"Perfetto, allora adesso andiamo in cucina che è l'ora della merenda!" Annunciò Niall, poi scrutò sua sorella che lo fissava con un sopracciglio inarcato dallo stipite della porta.
"Avanti, non vorrai lasciare me e questi due poveri bambini senza un panino con la Nutella, potremmo morire di fame e tu ci avrai sulla coscienza" si inginocchiò per essere all'altezza dei bambini, e tutti e tre congiunsero le mani come per pregare
"Ti preeeeegoooo.."
Summer si passò una mano sul viso ridendo, poi si diresse in cucina seguita dai tre. Mentre prendeva il vasetto di Nutella, sentì la serratura scattare e una voce urlare "Ehi amore, sono a casa!".
Louis comparve in cucina con la sua divisa da calcio tutta sporca di erba e fango. Aveva ripreso a giocare, anche se non ancora a livelli importanti.
"Non guardarmi così.." la implorò, vedendo che Summer si era fermata con il vasetto a mezz'aria a fissare il suo abbigliamento.
"E poi mi chiedo da chi ha imparato Peter a rotolarsi nel fango" commentò, prendendo il pane. Louis ridacchiò e si avvicinò ai due bimbi salutando entrambi con un bacio sulla fronte, a cui loro risposero in coro "ciao papà!".
Salutò Niall con un cenno della mano, che ricambiò appena il saluto, impegnato a mangiare. Si avvicinò alla moglie e la baciò, poi si affacciò alla finestra e scrutò il giardino. C'era il sole, e faceva molto caldo per essere solo a maggio. Si girò e guardò gli altri quattro.
"Ehi ragazzi, che ne dite di una partitina a calcio? Io ho già la divisa" propose, sorridendo.
Niall annui con foga,"Vado a prendere la palla!" esclamò, prendendo per mano Peter, e insieme corsero fuori in giardino.
Anche Hope, si alzò da tavola e corse a raggiungere il fratello e lo zio urlando "aspettatemi!".
Louis guardò Summer facendo spallucce "Vieni anche tu?" disse con un tono che stava a dire 'non fare la guastafeste e vieni anche tu'.
Lei alzò gli occhi al cielo, e sorridendo annuì.
Arrivarono in giardino che Peter era già disteso per terra nel tentativo -fallito- di parare il tiro di Hope, mentre Niall diede il cinque alla piccola per aver fatto goal. Louis scoppiò a ridere, mentre Summer corse da Niall, che aveva ripreso la palla, e gliela soffiò sotto il naso. Tirò e fece goal tra le due scarpe che suo fratello aveva messo per segnare la porta.
"Brava mamma!" urlò Hope, fiera.
"Non è giusto!" trillò invece Niall, mentre Summer si sedette per terra ridendo.
"Ammettilo, sono più forte di te!" disse accarezzando con le mani l'erba morbida.
"Non è vero!" sbuffò lui.
"Be', veramente.. Io sono l'allenatore di entrambi e devo dire che Summer è leggermente più precis.." cominciò Louis
"Tu!" lo interruppe Niall "cognato ingrato!" esclamò cominciando a rincorrerlo per il giardino agitando un pugno in aria e .
"Zio, hai fatto la rima!" esclamò Peter, ridendo. Summer si alzò ridendo e prese la palla, tirandola a Hope e cominciando a giocare con la piccola
"Woah, e chi avrebbe mai detto che il calcio fosse così bello!?" esclamò, ridendo.
Summer si alò, prese lk



 

Questo era l'epilogo, è finita :')
Spero vi sia piaciuto, fatemelo sapere con una recensione :D
(i ringraziamenti sono al prossimo capitolo, non crediate mi sia dimenticata di tutte voi eh ;) <3)

Vi lascio anche il link dell'altra mia ff, nel caso vi andasse di passare :)
 Devo sposare Zayn Jawaad Malik: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1575562&i=1
  
La vostra MAPA_ <3gr





  
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