13/08/2013
1 recensioni
L'ELEMENTO MANCANTE
Tornavo entusiasta da una caccia estremamente eccitante... mi sentivo pienamente soddisfatto e nuovamente in ottima forma.
Amavo la mia vita, amavo essere un vampiro e soprattutto amavo trasformarmi in un cacciatore spietato, senza il minimo rispetto per la vita umana.
Una cosa solamente non riuscivo a tollerare: la vita monotona di tutti i giorni.
Per più di mille anni mi ero dedicato alla passione per la lettura, la musica, l’arte e le scienze, ma niente di tutto ciò riusciva a colmare del tutto il mio vuoto.
Adoravo sfruttare i miei poteri per compiere delle missioni affidatemi dai miei capi, e tornare vittorioso mi procurava delle notevoli soddisfazioni.
Le lotte erano il mio forte... non mi era mai capitato di tornare a casa sconfitto, in caso contrario avrei intaccato il mio orgoglio, preferendo, come soluzione, il suicidio, cosa estremamente difficile da mettere in atto, per un vampiro.
Una delle cose che più amavo fare, era passare del tempo con il mio migliore amico. Gli anni scorrevano in modo più piacevole in sua compagnia. Con lui condividevo di tutto... dispiaceri, risate, vittorie, sconfitte, ed era proprio con lui che trascorrevo la maggior parte del mio tempo libero.
Nonostante tutto, le mie giornate erano intasate dalla più completa noia... desideravo sperimentare qualcosa di nuovo.
Tornato a casa, chiusi alle mie spalle, la porta di camera mia, e cercai di pensare a cosa avrei potuto fare per trascorrere la notte nel modo più piacevole possibile, con l’intenzione di intrattenermi con qualcosa di innovativo, scacciando così i continui pensieri che non facevano altro che accrescere la mia noia.
Trovai che sarebbe stato più divertente farlo in compagnia del mio migliore amico, decidendo così di fargli visita nei suoi appartamenti.
Bussai alla sua porta ripetute volte, ma non vi fu risposta da parte sua. L’unica soluzione sarebbe stata entrare ugualmente. E così feci.
Se di lui non vi era traccia in camera, significava solo una sola cosa.
Mi arrestai sulla soglia della porta del suo bagno privato, e ad uno a uno, mi tolsi tutti gli indumenti di dosso, lasciandoli scivolare sul pavimento. Quando di me non rimase altro che il mio corpo nudo, aprii il box doccia, il che fece nascere sul viso di Felix, un espressione simile ad un misto tra sorpresa e incanto.
Lo osservai interamente, dalla testa ai piedi, soffermandomi su ogni minimo dettaglio del suo fisico marmoreo e della sua pelle perfetta, che mi eccitava maledettamente.
Lui fece lo stesso, e senza pronunciare una singola parola, mi infilai al di sotto dell’acqua corrente, richiudendo la doccia alle mie spalle.
Non lo avevo mai fatto, ma era una cosa assolutamente innovativa ed estremamente eccitante.
Mi bloccò alla parete, forzando le sue labbra sulle mie, che al contatto con le sue, si lasciarono sfuggire un gemito di piacere. Il suo era un bacio sfrontato, passionale, desideroso chissà da quanto tempo, esattamente come il mio, che io ricambiavo allo stesso modo, mentre stringeva i miei capelli umidi tra le dita.
Lo sentivo fremere mentre la sua pelle bagnata continuava ad essere percorsa dal mio tocco deciso, e ogni volta che la mia lingua la sfiorava, percepivo degli ansimi di piacere fuoriuscire dalle sue labbra.
Amavo le sue labbra sulla mia gola, mentre la mordeva con foga, sotto il continuo flusso dell’acqua che scendeva velocemente sui nostri corpi… era tutto alquanto eccitante.
Il suo corpo si muoveva ritmicamente sul mio, ed in poco tempo esaudì il mio più profondo ed oscuro desiderio, facendomi raggiungere il piacere assoluto.
Quella notte era stata la più bella di tutti i miei mille anni di esistenza. Più che un intrattenimento, avevo trovato ciò di cui avevo realmente bisogno, e che riusciva a colmare quel vuoto: l’amore, quel sentimento che avevo ignorato per secoli interi, senza rendermi conto che era l’unico in grado di rendermi davvero felice.
Con Felix, l’eternità, non sarebbe più stata dura come credevo.