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Autore: _Astrea7469_    13/08/2013    1 recensioni
Delilah è un'adolescente americana fin troppo comune, assolutamente nella media. Certo, è cinica, intelligente, sagace, con qualche pungente battutina sempre sulle labbra, ma niente di che. Una come tante, insomma. Ma ritrovarsi a doversi districare in una fitta rete di messaggi segreti e privi di mittente che sembrano voler fare da cupido, ma che riescono solo a gettare zizzania non è cosa da tutti.
Tra intrighi d'amore, liti da adolescenti, familiari dalla dubbia utilità, considerazioni acide e figure da dimenticare, riuscirà Delilah a scoprire chi diamine si sta facendo in 4 per trovarsi un compagno di vita?
Genere: Commedia, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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[Il capitolo è un po' più lungo, spero non risulti pesante e/o noioso]

 

Quando si dice "festa in piscina", sembra naturale figurarsi una specie di raduno trash di pseudo malavitosi californiani, rilucenti per le innumerevoli catene d'oro, e di porno dive amatoriali la cui massima ambizione è quella di diventare Conigliette Playboy.

Avrete certamente notato, quindi, che il tema portante di tali circostanze è l'ostentazione di maggior cattivo gusto e la vanagloriosa indole di mostrarsi migliori di altri.

Nel nostro piccolo, anche qui a Gloomfield abbiamo manifestazioni di tal fattura e una di queste è senz'alcun dubbio l'annuale festa in piscina a casa Trecy, nettamente meno sfarzosa ed illegale di quelle della Costa Ovest, ma ugualmente narcisistiche e di dubbia eleganza. Ne è un esempio lampante il fatto che, in questo momento, il suo giardino brulichi di semi nudi giocatori di football, di cheerlader con il bikini più trasparente che io abbia mai visto, o meglio, non visto e che le casse acustiche stiano sparando monotone canzoni pop di qualche maschione palestrato hollywoodiano che si spaccia per cantante ad un volume talmente alto che dubito esistano decibel in grado di registrarlo.

La domanda più ovvia da porgermi, in queste situazioni, è: che cosa diamine ci fa un gruppo formato da una rocker innamorata (Laura), una maniaca dell'igiene (Nathie), un clown senza arte né parte (Micheal), un nerd tutto fumetti e parole dotte (Chad) e una pignola col cuore di ghiaccio (io) in un posto del genere?

Domanda legittima, ma che lascia l'amaro in bocca a più di qualcuno.

La spiegazione è ben riscontrabile di fianco a quel gruppo di ridenti gallinacee, ossia in quell'ammasso di corpi bagnati che un tempo doveva essere una piscina; in modo particolare, per trovare una risposta a questo quesito primordiale, bisogna concentrarsi sul ragazzo dai capelli castani che, in questo momento, si sta issando sulle braccia al bordo piscina, nonché oggetto delle risa del già citato gruppo di ragazzine con gli ormoni a mille.

Tale ragazzo è alto, slanciato, con le spalle larghe e una muscolatura leggermente accennata.

Sempre tale ragazzo, mentre si ravvia un ciuffo castano e bagnato lontano dalla faccia e mentre il solito gruppo femminile si concentra ben bene sulle sue natiche, si avvicina all'angolino il più lontano possibile dalle casse della musica in cui mi sono solitariamente rintanata.

Ma sempre questo ragazzo, in verità, non è altri che Chad.

Sì, Chad Murray, il mio amico d'infanzia, nonché nerd della peggior specie (e mio migliore amico).

-Dove sono gli altri?- mi chiede mentre inforca gli occhiali spessi come fondi di bottiglia e che gli coprono gli occhi azzurri.

-Micheal è in giro come giullare di corte, Nathie credo stia controllando il pH della piscina e Laura...be', se ben la conosco, con la musica che stanno passando si sarà già impiccata da qualche parte- elenco brevemente.

Si siede sull'erba di fianco a me -Conoscendoti, mi sorprende che tu stia qui e non abbia seguito Laura nel suo triste destino-

-Ci avevo pensato, ma poi chi avrebbe sparso perle di cinismo in giro per questo ritrovo di tamarri?- gli rispondo mentre veniamo pian piano attorniati da un gruppo di giovani donne con i bulbi oculari puntati sul torace immeritatamente ben fatto di Chad.

Il motivo per cui mi sto così dettagliatamente divulgando nella descrizione fisica del mio migliore amico è dato dal fatto che in lui è racchiusa la risposta alla vostra domanda iniziale.

Come avrete certamente intuito, Chad, pur essendo un nerd e, quindi, per definizione uno sfigato dall'abbigliamento improponibile, è un bel ragazzo (anche se è possibile notarlo solo quando non ha in dosso imbarazzanti T-shirt su cartoni animati) e molto ricercato. Ebbene, uno di quelli che gli fa il filo è niente popo di meno che Pierce Trecy, l'artefice di questo abominio musicale provinciale.

L'unico problema è che Chad è etero e Trecy no, ma ciò non sembra intimidire quest'ultimo che, ogni anno, si impegna sempre per coinvolgere Chad e noi amici di Chad nelle sue numerose feste kitch a cui il mio amico darebbe più che volentieri forfait, ma che, a causa della madre che lo vorrebbe meno isolato dal mondo degli esseri umani e Micheal che considera come un invito a nozze ogni evento pubblico, è costretto a frequentare. E noi come sua personale corte dei miracoli, certo.

Ed ecco risposto al "Perché vi trovate qui?". Lo so, non è una buona spiegazione, ma l'amicizia da tempo immemore non è mai pienamente razionale.

-Secondo te- esordisce Chad -Il mittente di quelle lettere è questo Prince?-

-E' un'ipotesi- dico vaga.

-Mh- fa lui -Dal colloquio che ha avuto con te, sembra essere completamente sparito-

Mi guardo intorno, in quella marea ambigua di corpi a distanza ravvicinata -E' vero, non lo si è più visto...Be', deve aver capito l'antifona quando gli ho tirato un calcio sull'omero-

-Sì, sei stata decisamente esplicita-

-Oppure c'è qualcosa sotto...-dico quasi più a me stessa.

Chad si gira a guardarmi -Tu non hai intenzione di metterti ad indagare su questo fenomeno, non è vero?-

-No...Be', non credo. E' più che altro semplice curiosità la mia, semplice curiosità generata da umana propensione alla conoscenza-

-L'umana propensione alla conscenza ha causato grandi passi per l'umanità e grandi dolori ed emarginazioni per coloro che la vivevano. Lascia perdere quello che vuole metterti in testa Laura, fare un passo più lungo della gamba è pericoloso persino per un gigante-

-Grazie per la velata considerazione che hai fatto sulle mie capacità intellettive, ma dubito che la mia testa sia una scatola vuota che si riempie di discorsi a caso pronunciati in un giardino di periferia- svio il discorso.

-Lo so bene ed è proprio per questo che penso che dovresti lasciar perdere tutto ciò-

La cosa inizia a sembrarmi strana -Se mi concedi una domanda, perché tanta morte e passione per una proposta detta quasi per caso? Cosa c'è che ti turba a tal punto da farmi la paternale su di un biglietto anonimo?-

Lui sorride vacuo -Mi era stata richiesta una concessione per una sola domanda, ma non credo di aver dato la mia disponibilità anche solo per quella-

E si allontana probabilmente in direzione della risata di Micheal, seguito quasi per inerzia dalle ragazzette con l'aria da fanatiche sessuali.

Molte volte Chad ha evitato di rispondere a domande che lo mettevano a disagio e/o in cattiva luce, ma ciò non rende meno fastidioso il suo comportamento.

Lui ti chiede una cosa, tu gli chiedi il perché e lui se ne scappa via a gambe levate come se gli avessi chiesto di donare in sacrificio agli dei il suo primogenito. Ciò che sta per dire va contro ogni fibra equalitaria del mio corpo, ma: eh, uomini!

Faccio per alzarmi e per assillare Chad in cerca di spiegazioni quantomeno logiche, quando qualcuno mi sfiora il braccio.

Essendo cresciuta con due fratelli e con una sorella simpatica quanto un incudine su di un alluce, la mia reazione è dettata da un inconscio spirito di sopravvivenza e prevenzione, non da un volevere vero e proprio o da un qualcosa di accuratamente calcolato. Quindi mi giro e mollo un ceffone in faccia a colui che mi ha sfiorato il braccio, che solo dopo scopro essere Jules Leeman, lo stesso ragazzo con la quale mi ero scambiata un bacio alla fine dello scorso anno scolastico e con cui non avevo più intrattenuto rapporti di alcun genere da allora.

Dovrei decidermi a moderare il mio subconscio -Oh, scusami- dico forse un po' troppo pacatamente; insomma, uno sguardo accorato e una mano sulla bocca avrebbero fatto molto più effetto di un misero sopracciglio alzato da parte della sottoscritta.

-No, no, non preoccuparti. Uff, hai una bella mano pesante, sai?- dice lui, ridacchiando.

-Già, è ciò che ha portato l'evoluzione del femminismo in occidente- ironizzo.

- Comunque mi fa piacere rivederti, mi avevano detto che eri qui, ma non ti avevo vista, fin'ora, dove ti eri andata a nascondere?-

-Bha, ho cercato il più a lungo possibile di celarmi sott'acqua, ma l'aria contenuta nei miei polmoni non sembrava voler collaborare e così eccomi qui-

-Ahahaha! Mi era mancata la tua ironia...Sei sempre stata qui, quest'estate?-

-No, ho trascorso un paio di settimane su ad Indianapolis da mio fratello maggiore Steve-

-Oh, wow. E ti è piaciuta, Indianapolis?-

-Poiché il confronto era con questo prefabbricato urbano congelato nell'immediato dopo-guerra, la risposta dovrebbe essere ovvia-

-Ahahaha- Ora ricordo perché io stessa non l'ho contattato durante queste vacanze: c'è qualcosa di immensamente irritante nel parlare con qualcuno che risponde ad ogni tua affermazione con una risata nasale che lascia ben'intendere quanto poco profonda possa essere la comprensione della critica di fondo che si cela nei tuoi discorsi.

-E dimmi- provo a riportare il discorso su terreni meno avvezzi ai sorrisi -Dov'è che frequenterai il college, quest'anno?-

-A Bloomington. Ho preferito così, almeno posso tornare qui ogni week-end -

-Non mi è ben chiaro il perché qualcuno dovrebbe voler tornare qui spontaneamente, ma contento tu...- e ovviamente lui si mette a ridere.

Ah, beata ignoranza, io gli dico che solo un povero derelitto potrebbe voler passare i fine settimana nella cittadina più noiosa e monotona d'America e lui se la ride, come un qualsiasi villico che non ha colto neppure il significato dei predicati verbali presenti nella frase. Poveri noi!

-Ho visto che prima eri con Chad- cambia discorso lui, questa volta. Suppongo abbia notato la mia espressione annoiata e abbia voluto deviare su argomenti più attinenti alla mia indole, ma non vorrei arrischiarmi in supposizioni, mi ritrovo pur sempre davanti uno dei pochi in grado di sbellicarsi con le tristi freddure di Micheal.

-Sì, come mio migliore amico è anche uno dei miei interlocutori di punta-

-Capisco...Ma dov'è la sua fidanzata?-

-Tra Chad e la ragazza con cui usciva si è stabilito reciprocamente un netto taglio di legami- riassumo brevemente ciò che prima Chad aveva detto a me e agli altri -Ma non credo che una divulgazione globale sia appropriata per argomenti così privati-

-Oh, sì, certo, era solo per informarmi. Hai da fare sabato?-

Fantastico! Jules-Risata Beota- Leeman è tornato all'attacco dopo il break estivo. Quale lieta novella!

-Sì, la mia vita comprende anche impegni- E mi guardo bene dal dirgli che questo impegno è il lavare la macchina di mio padre.

-Oh...- si avvicina- In ogni caso, mi piacerebbe vederci prima che io parta per il college...sai, per continuare quanto detto alla fine dello scorso anno...- fa per toccarmi i capelli e io mi siedo sull'erba, schivandolo e notando con un sorrisetto sulle labbra come stia facendo apparire il suo trasferimento al college una partenza per il Vietnam.

-Ho un telefono e una pagina facebook: se devi dirmi qualcosa puoi trovarmi lì- rispondo lapidaria.

Lui sembra intendere questo mio due di picche come un "Aspetto un tuo messagio per definire i termini della nostra presunta relazione"- Oh, fantastico, perfetto! Allora ti chiamo o ti contatto in altro modo, ok? Ciao!- e se ne va con passo baldanzoso.

Oh cielo, quanti cretini in un unico mondo!

Mi alzo e mi allontano anch'io in cerca di un volto amico con la quale scambiare parole differenti dai soliti convenevoli e mi imbatto di nuovo in Chad, seguita a ruota, un istante dopo, da Trecy.

-Ciao Chad, finalmente ci vediamo!- lo saluta Trecy con un sorriso da rivista patinata.

Chad stira un sorriso e fa -Sì, ciao Pierce. Purtroppo io e Delih stavamo per lasciare la festa, ma...- Trecy non gli dà il tempo materiale per continuare la frase che già lo ha afferrato per un braccio e, dopo aver lanciato uno sguardo a me del tipo "Sappiamo bene entrambi che la tua amicizia è qualcosa di dannoso e deviante per qualcuno che altrimenti sarebbe destinato a grandi traguardi", se lo trascina lontano con la scusa di presentargli qualcuno dei suoi amici scimmieschi.

Pur essendo animata dai più egoistici pensieri fomentati dal brutto ambiente che mi circondava, ragioni morali ricollegabili ai rapporti standard d'amicizia mi tengono ancora ancorata lì, indecisa sul rischiare un pestaggio per aver seguito Regina Trecy o continuare a starmene seduta in un angolo a farmi sanguinare le dita strappandomi pellicine, ma lo sguardo apatico e accondiscendente di Chad mi comunica la buona nuova di "Scappa finché puoi" e così raccatto la mia roba e me ne vado.

Mi dispiace non aver salutato Laura, Nathie e Mike, soprattutto perché le prime due erano ugualmente afflitte nel trovarsi in quel posto, ma preferisco andarmene ora che è appena tramontato il sole, piuttosto che dopo l'ubriacata serale di rito che si sarebbe svolta di lì a breve.

Salto in sella alla mia bici e con sempre meno fretta mi allontano dal chiasso assordante del giardino di casa Trecy.

Come sempre il caldo è stemperato, ma mi è impossibile, passando di fronte al punto in cui quella mattina ho fatto un volo in picchiata degno di nota, non notare l'assenza del pezzettino di carta sulla quale c'era scritto "A.A.A.-Cercasi partner, disperatamente".

Senza neanche accorgermene, pigio sui freni e mi guardo intorno.

-Ohi, Baby, hai perso il tuo fidanzato?- mi urla una voce maschile dall'accento del sud.

Volto la testa e, sotto il portico della casa di fronte, noto un uomo anziano seduto in poltrona con un grosso cappello bianco da cowboy sulla testa.

-Mi scusi?-chiedo, leggermente infastidita per quel "Baby".

-Ho chiesto chi poteva mai cercare una signorina della tua età guardando così bene l'asfalto.- urla più forte, come se l'ottuagenaria, tra noi due, fossi io -Lo stavi facendo anche stamattina, te lo sei guardato ben bene l'asfalto, oh sì!-

-Lei mi ha vista stamattina?-

-Certo!- e scoppia a ridere - Hai anche fatto un bel volo, oh sì che lo hai fatto! Un volo coi fiocchi davvero. A quest'età ho ancora una mira precisa come quella di un orso di montagna a caccia di salmoni-

-Non capisco cosa intende...-Inizio seriamente a pensare di essere inacappata in uno schizzofrenico.

Il vecchio, per tutta risposta, alza l'indice ed il pollice mostrandomi qualcosa stretto tra di loro: un sassolino -Dopo tutti questi anni, ho notato che persino a questa distanza riesco a colpire i raggi di una bicicletta-

Bene, diagnosi confermata, questo tipo è realmente schizzofrenico! -E' stato lei a farmi cadere lanciandomi un sasso? Ma è impazzito! Avrebbe potuto uccidermi!-

-Sei un'esagerata, Baby-

-Esagerata un corno! Basta anche un trauma lieve per atrofizzare il cervelletto e costringere una persona sulla sedia a rotelle per l'eternità!-

-Be', io non la farei così lunga! Ai miei tempi i ragazzi facevano fini peggiori, non poter usare più le gambe era una benedizione al confronto, oh sì!-

-Sì, grazie tante per aver rivangato i bei vecchi tempi, ma preferirei vivere nel XXI secolo con entrambe le mie gambe funzionanti senza che qualcuno mi spiaccichi al suolo per un capriccio!-

Il vecchio s'incupisce -Un capriccio dici, eh Baby? Questo è il Karma! Tu hai fatto del male all'asfalto ed il male ti si è ritorto contro-

-Ma che diavolo sta dicendo?!-

-Hai buttato una carta per terra, Baby, oh sì, io ti ho vista. Ma non sono arrabbiato con te, ora giustizia è stata fatta- e sputa alla sua sinistra come uno di quei caw-boy dei film western.

Sono abbastanza perplessa da ciò che ho appena sentito e sto per andarmene quando mi viene in mente una cosa -Lei vive qui da molto?- gli chiedo -Io vivo in quella casa gialla, ma non l'ho mai vista-

-Lo so, Baby, ma io ho visto te e tutti quelli del quartiere, oh sì. Esco poco però, questo è vero, le mie articolazioni si sono rammollite come il pane nel latte. Te lo davano da piccola il pane nel latte, Baby?-

Ignoro la sua domanda e vado dritta al punto -Visto che dice di essere onniscente, avrà certamente visto chi, stamattina, ha consegnato a tutte le ragazze della zona un biglietto anonimo-

-Certo che l'ho visto! Oh sì che l'ho visto! E' stata la postina-

Inizio a chiedermi se anch'io non abbia dei seri problemi psicologici per essere ancora qui ferma a parlare con un vecchio convinto che le poste possano consegnare lettere senza mittente.

Pedalo di nuovo e abbandono la bici di fronte al garage. Poi biascico un "buonanotte" all'indirizzo del vecchio prima di chiudermi la porta alle spalle, sopprimendo il saluto dell'uomo.

Alle 3,28 del mattino suona il telefono. Poiché Miss Lana è tornata a condividere la stanza con me, io sono relegata sulla brandina sotto alla finestra, mentre lei è comoda nel mio letto, di fianco al comodino col telefono.

-Pronto?- biascica con la bocca impastata dal sonno, mentre io cerco di fare violenza alla mia percezione della realtà per autoconvincermi di star ancora dormendo.

-Sì...Delih, è per te- fa Lana tirandomi un cuscino in testa, come se fosse colpa mia che qualche pazzoide mi chiami a quest'ora.

Predo il telefono tra il brontolare dimesso di mia sorella -Pronto?-

-Ehi, Delih, ma che fai dormi? Ahahah, la notte è giovane!- prorompe la voce squillante di Micheal, costringendomi ad allontanarmi dalla cornetta, assordata.

-Mike, ascoltami bene: tu hai bevuto. Ora va' a vomitare e mettiti a letto, invece di romprere le palle alla gente che dorme-

-Macché ubriaco! Vade retro, ahahaha! Sono perfettamente lucido e dovevo dirti una cosa-

-Bene, ma fa' in fretta, vorrei dormire un paio d'ore prima che sorga il sole-

-Ho pensato di dirti che anch'io e gli altri ragazzi abbiamo ricevuto quel messaggio anonimo...'A.A.A.-Cercasi partner, disperatamente'-

-Cosa?- in un attimo sono sveglia, cosa più che strana, visto che soliamente servono dosi industriali di caffeina per mettere in stand by le mie elucubrazioni oniriche.

-Sì, ce ne siamo accorti tutti quando siamo tornati a casa e volevo dirtelo. Suppongo ci sia arrivato mentre eravamo in piscina...-

-L'avete ricevuto di pomeriggio?- Non riesco a cogliere la risposta di Micheal perché soffocata dai colpi sul muro di mio padre e dal suo "DELIH, DI' A CHIUNQUE SIA DI FICCARSI A LETTO E SMETTERLA DI ROMPERE, CAZZO!".

Riattacco e mi sdraio con gli occhi spalancati e la mente lucida. Ho la situazione che questa situazione stia andando via via sempre più ingigantendosi senza che qualcuno di noi se ne stia realmente rendendo conto.

 

  
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