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Autore: Desperate Housewriter    13/08/2013    1 recensioni
Fannie Crownden era in ansia quella mattina. Finalmente le era arrivata la lettera, quella lettera.
[...] Chissà che cosa si era inventato George quella volta considerato che ci avevo messo tempo per pensarci. Quel loro gioco era iniziato da quando avevano sei anni. [...] Costinteva nel lanciare sfide a vicenda, uno alla volta. Chi rinunciava veniva considerato un fifone. Ma non era mai successo. [...]
[...] Ma l'ultimo lancio dei dadi non era stato ancora tracciato. Il bello doveva ancora arrivare.
[...] L'ultima volta Fannie aveva sfidato George di prendere la patente di barca a motore e a vela. [...] Chissà, forse in questa sfida si era proprio vendicato.
Fannie, impaziente, aprì la busta.
Alice Williams
Alex Rose McKagan
Alexandra Johansson Smith
Alicia Spinnet
Alison Sincler
Beverly Rose
Caroline Marie Smith
Daisy Pearl
Dianna Scarlett
Elizabeth Darcy
Evelyn Wright
Felicia Lennox
Hannah Baker
Jackie Poe
Kimberly D Crystal
Lana Grafe
Mary Black
Maya Riddle
Michelle Saint Claire
Roxy D Portuguese
Roberta Salvatore
Shelly Webster
Scarlett Waldorf
Trova che cos'hanno in comune e facci una storia.

E ora vi chiederete, chi saranno queste venti persone?
Beh, sono delle persone vere, persone provenienti dal popolo di EFP.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prima a farsi viva era stata Felicia Lennox. Aveva lasciato un messaggio sulla sua segreteria telefonica e quella di altre due Felicia e la prima a farsi viva era stata lei. George non aveva specificato niente in nessuno dei nomi, quindi Fannie aveva presunto che gli andava bene qualsiasi Felicia Lennox. Felicia aveva chiamato Fannie alle due di notte, interrompendo i sonni tranquilli della nostra protagonista. Si era svegliata di soppiatto dallo spiacevole squillare del telefono e aveva risposta senza neanche guardare chi la chiamasse.

- Pronto? -

- Ciao sono Felicia Lennox. Ho sentito che mi ha lasciato un messaggio. Mi scuso per l'orario, ho fatto un concerto stanotte. - La sua voce era molto acuta e dolce, non era certo insicura, ma Fannie si era comunque stupita dall'ultima affermazione di Felicia.

- Un concerto? -

- Già. Io ho una band, noi siamo i "Low Budget", abbiamo fatto scintille stanotte. Comunque accetto di essere intervistata. Possiamo incontrarci al "Break Ten" alle nove se ti va. -

- Sarebbe meraviglioso! - rispose con troppo entusiasmo Fannie. Finalmente era riuscita a rimediare un'intervista e per di più da una componente di una band di successo.

- Va bene, allora a domani mattina. -

Fannie prese la lista e tracciò una riga sopra il nome della sua nuova amica.

Una, trovata. Ne mancavano ancora diciannove.

Al Break Ten

- Allora, Felicia, quanti anni hai? -

- Ventiquattro. - rispose con un sorriso. Forse non sembrava una musicista dalla voce, ma l'aspetto aveva senz'altro fatto cambiare a Fannie alcune idee. Indossava una minigonna con delle calze nere, dei sandali borchiati e una canotta rosa attillata. I suoi occhi azzurri erano circondati da una matita che apparentemente sembrava più ad un indelebile. Chiunque l'avrebbe considerata una "poco di buono".

- Tu hai una band? La cosa mi intriga molto. -

- Già. - rispose molto entusiasta. Felicia sembrava sollevata appena Fannie le fece questa domanda, forse era orgogliosa di parlare del suo talento. - Io suono la batteria, siamo i Low Budget. Abbiamo molto successo. Siamo carini e talentuosi e il pubblico sembra apprezzarlo. Ci hanno fatto grosse offerte di carriera, ma le abbiamo tutte rifiutate. Abbiamo esibito anche allo stadio di Parigi, lì ci vanno i pezzi grossi. -

Felicia si fermò appena vide che mentre parlava l'intervistatrice prendeve appunti, ma Fannie la incitò a continuare.

- In quanti siete? -

- In quattro, come i grandi Beatles. Al contrario di loro, noi facciamo pezzi più... Rock. -

- Conosci per caso un certo George, Georgle Winckleman?-

- No, mai sentito. Forse è un mio fan. -

Fannie inorridì a quell'ultima affermazione. George e il Rock non erano mai andati d'accordo, ma preferì non dirglielo.

- Ora passiamo alla famiglia, mi parli un po' della tua famiglia? -

- Beh... Non c'è nulla di interessante. Non vedo come possa interessarti scrivere in una storia dei miei parenti. -

- Beh, bastano genitori e fratelli. Devo trovare un collegamento tra te e altre diciannove persone, quindi mi ritrovo costretta a fare questo tipo di domande. -

- Non ho fratelli. La mia mamma si chiama Mary. Penso che sia la donna più forte del mondo e la mia migliore amica. Sai, noi due ci somigliamo molto.
Lei e mio padre si amano molto, io le leggo l’amore negli occhi, quando si abbracciano e quando si baciano... Sempre. È una bella donna, mi ripete sempre che non bisogna mai lasciarsi andare e far vergognare chi ti sta accanto, anche se il mondo ti crolla addosso e hai solo un pezzo di pane per nutrirti, i capelli devono essere sistemati ed il trucco in ordine.
Mio padre si chiama John. Da giovane era il solito Don Giovanni con un sacco di ragazze che gli cadevano dietro.
Sai come si sono incontrati, mamma e papà? Mio padre appena la vide s’innamorò e, facendo tutto il fighetto, le disse, ad un’uscita con la comitiva «Ok, vengo con te, fammi spazio sul motorino» ed il bello era che era mia madre che doveva guidare, perché il motorino era il suo! E poi si sono innamorati, lo sai, com'è l'amore... -
- E in amore, com va? - si azzardò a chiedere Fannie.

- Sono fidanzata con un ragazzo bellissimo. Oltre il suo aspetto fisico, perchè è veramente bellissimo, è il suo carattere. È dolcissimo, si chiama Matthew. Sembrava uscito da un libro delle favole. Lui è simpatico, amichevole, divertente, romantico... È semplicemente perfetto.
L'ho incontrato mentre ero al parco con una mia amica, seduta su una panchina. Ad un certo punto ci si avvicina lui con il suo gruppo e... Mai mi sono divertita così tanto! Lo amo. -

- E glel'hai mai detto? -

- Beh, certo! -

A Fannie non venivano in mente altre domande, non sapeva che chiederle, oltre alla band non aveva qualcosa di speciale, da accomunare.

- Io credo che per ora possa bastare. Ma ci ricontatteremo comunque, dobbiamo ricontattarci! Esci con me? -

- No, mi incontro qui anche con la band. -

- Fa niente. Ci vediamo! -

- Ci vediamo. -

Felicia era sollevata. Fannie non aveva l'animo da giornalista e, con felicità di Felicia, non si era spinta troppo in certi argomenti che non voleva senz'altro toccare.
All'improvviso le squillò il telefono, era sua madre.

- Pronto Ma' -

- Ciao Fely, com'è andata l'intervista? -

- Tutto bene, tutto bene. Lo sai, ho parlato anche di te! -

- Ah sì? E che hai detto? -

- Beh, che sei la mamma migliore al mondo, ovvio! -

- Senti, con Roberta ci hai parlato? -

Felicia sospirò al sentire quella domanda e si appoggiò letteralmente alla sedia.

- Lo sai che non ne ho il coraggio. Forse ce l'avrei con Kevin, ma è lui ad evitarmi... Mamma, che devo fare? -

- Chiamala, è tua sorella. -

- E perchè non mi può chiamare lei? E perchè nessuno dei miei fratelli sembra mostrare qualche tipo di affetto verso di me? Ho fatto qualcosa che non va? - Felicia sembrava essere sfinita.

- Non lo so, Fely, non lo so. -

- Beh, mamma devo andare. -

- Passi stasera? -

- C'è Kevin... Non credo sarebbe molto contento di vedermi. Semmai passo domani, per pranzo. -

- Andata, allora. A domani. -

- A domani. -




'Pomeriggio a tutti.
Voglio ribadire che Felicia Lennox non è finta, esiste davvero. Lei ha risposto ad alcune mie domande e io le ho solo creato un'età e una carriera. Il resto... È grazie a lei, le sue risposte. È la sua vita. È lei che vi intrattenuto, è la sua storia, non la mia. Io non faccio altro che trascriverla.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Io intanto ringrazio Felicia Lennox per essere stata subito disponibilissima, un bacione.
Desperate
  
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