13/08/2013
10 recensioni
Marcel Styles, grandi occhiali marroni sul naso, occhi verdi, capelli -forse ricci o lisci?, chi lo sa- tirati dietro, appuntamento fisso con odiose camice quadrettate e scarpe anni ottanta, tipico secchione della Danum School in Doncaster, infatti aveva voti che non andavano al di sotto della A+ -forse aveva solo una B in educazione fisica, ma a lui non interessava- era sempre vittima di un gruppetto di bulli -si credevano loro.
Si sa che in qualsiasi scuola c'è il tipico gruppetto di fighetti che dà fastidio ai più deboli, e in quell'anno avevano preso di mira proprio Marcel. Era al secondo anno, e proprio quei fighetti erano in classe con lui: lo importunavano, lo obbligavano a fare i compiti al posto loro, di fargli copiare i compiti di matematica, e spesso e volentieri gli rubavano pure il pranzo e i pochi spiccioli che teneva nel suo portafogli.
Marcel non poteva dirlo a nessuno, non aveva amici, suo padre era morto quando lui aveva compiuto otto anni, e la madre era sempre occupata con il lavoro e rientrava la sera, stanca morta e andava a letto, senza chiedere al figlio com'era andata la sua giornata a scuola.. così Marcel si rifugiava nei libri, soprattutto nella fisica e nella tecnologia. Ma c'era anche un'altra cosa che rendeva felice Marcel: il canto.
Non era il massimo in quella sezione, ma voleva migliorare, e appunto per questo frequentava le lezioni di canto dal professor Thoms.
«Hey Styles, sei pronto a suggerirci per il compito di matematica?» chiese Zayn, il capo -se così si può dire- del gruppetto. Poi c'erano i suoi 'scagnozzi', che sembravano duri e cattivi quanto Zayn, ma Marcel, in cuor suo, lo sapeva che non lo erano affatto: Louis, Niall e Liam.
Aveva visto una volta, mentre tornava dalle lezioni di canto, Liam passeggiare mano nella mano con una ragazza, era davvero dolcissimo.. ma non gliel'avrebbe mai detto.
E Niall. Beh, lui l'aveva trovato una volta al parco, sotto un albero a suonare la chitarra, insieme ad un bambino -che Marcel non sapeva fosse suo nipote.
Louis, invece, non lo aveva mai visto in giro e c'era qualcosa di lui che lo attirava, che lo rendeva così bello, forse quei diamanti azzurri che aveva al posto degli occhi, i suoi capelli sparati in aria..
Marcel annuì per rispondere alla domanda di Zayn.
«Lo spero per te, se prendiamo un brutto voto ti finisce male.» e andarono via.
Era così, ogni giorno o quasi.
La campanella suonò e tutti entrarono in classe.. il compito di matematica poteva avere inizio.
**
Marcel aveva fatto il suo dovere, era abbastanza sicuro delle sue risposte.. ed era piuttosto sicuro che sia lui, che tutto il gruppetto, potevano prendere ottimi voti.
Era uscito dalla classe, molto velocemente, anche per non incontrare Zayn e i suoi amichetti. Si era avvicinato al suo armadietto per posare i libri delle due ore precedenti e per prendere quelli delle due ore successive.
Ma non era andata come doveva andare.
Zayn lo vide e si avvicinò.
«Hey Styles. Il pranzo?»
«Non ce l'ho.» disse con un tono spezzato dalla paura.
Non aveva mai detto un 'no' a lui. Aveva paura di una sua reazione: si era stretto ancora di più i libri al suo petto.
«Mi hai appena detto un 'no'? Cos'è, sei diventato un duro di colpo?» disse con il suo solito sorrisetto -odioso- stampato in faccia. «Su, Styles, non fare il difficile con me, dammi il pranzo.»
«Ti ho detto che non ce l'ho.» alzò il tono di voce.
Liam, Louis e Niall stavano un po' più lontano a guardare la scena.
Zayn gli tirò un schiaffo talmente forte che fece voltare le persone lì vicino.
«Se non me lo dai con le buone, me lo darai con le cattive.» lo spintonò.
«Sm-smettila.»
«Fai la femminuccia? Battiti se ne hai il coraggio..»
Gli tirò un pugno sullo stomaco.
Lo fece piegare su se stesso e i libri caddero a terra.
«Non hai il coraggio di reagire? Femminuccia!» ancora un altro pugno, che stavolta lo fece cadere a terra, definitivamente.
Il suo esile corpo non poteva sopportare quei pugni.
Il gruppo andò via.
Idioti, stupidi. pensò Marcel.
Cercò di rialzarsi, prese gli occhiali che gli erano caduti e cercò anche di prendere i libri.
Prima che finisse di fare tutto questo, passarono dieci minuti scarsi.
«Hey, va tutto bene?»
Sentì una voce soave, semplice, delicata.
Alzò lo sguardo e vide.. Louis.
Louis?! Che ci fa qui? pensò, sorpeso.
Il suo cuore perse un battito.
«S-sì.» si alzò e portò i libri al petto.
«Hai dimenticato questo.» Louis gli porse un piccolo libriccino.
«Gr-grazie!» voleva passarci del tempo, lo intrigava, ma.. non poteva.
Aveva paura di stare con lui, specialmente perché era amico di Zayn. «Scusa, devo.. devo andare.»
Di fretta, iniziò a camminare, passò per forza affianco a Louis e quest'ultimo lo bloccò dal polso.
«No-non mi fare del male, ti-ti prego!» chiuse gli occhi.
Louis allentò la presa.
«Io non voglio farti del male..» Marcel riaprì gli occhi e fissò quelle iridi azzurre, che incontrarono le sue verdi.
Gli accarezzò la guancia, dove Zayn gli aveva tirato lo schiaffo.. e Marcel diventò un pomodoro, e sperava che Louis non se ne accorgesse.
Nessuno aveva mai fatto quel gesto per lui e si sentiva, in quel momento, alle stelle.
Però, forse a malincuore, si scansò. «E.. come mai stai con Zayn?»
«Siamo amici d'infanzia.. Zayn.. Zayn non è così cattivo.» Marcel sorrise amaramente, come per dire a Louis 'e io dovrei crederti?!' «Ok, magari non mi credi.. ma è così. E' dolcissimo come ragazzo, così come Niall e Liam.»
«Lo so -sorrise- e in-invece tu?»
«Io lo sono solo con le persone che lo meritano..» Louis iniziò a camminare verso la mensa.
«Capisco..» Marcel lo seguì, con lo sguardo verso i suoi piedi.
Credeva di amarlo.
«Secondo me, tu sei speciale.» disse più a se stesso che a Louis, ma quest'ultimo si voltò e lo guarò sorpreso.
«Io?»
«Cosa?» chiese spaesato Marcel, rialzando lo sguardo.
«Hai detto che secondo te sono speciale!» sorrise.
Il cuore di Marcel si fermò.
Non lo aveva mai visto sorridere e per lui, quel sorriso, era la meraviglia. Poteva considerarlo l'ottava meraviglia del mondo.
Era davvero un colpo al cuore.
«I-io veramente, non vol...»
Louis avvicinò violentemente il suo viso a quello di Marcel e sfiorando le sue labbra, sussurrò «Anche tu sei speciale per me.» lo fece arrossire e annullò la distanza.
A Marcel tremavano le gambe, non pensava che.. beh, che Louis fosse gay, pensava che non potesse piacere a nessuno, tantomeno ai ragazzi.
Quel bacio per Marcel significò molto. Era così semplice, proprio come lui e Louis, sì perché aveva capito che Louis era davvero un ragazzo semplice.
Gli leccò le labbra, gesto che li fece rabbrividire entrambi e poi Louis gli confessò una piccola cosa.
«E poi.. senza occhiali e senza gel nei capelli sei molto, ma molto più carino.» sorrise.
«Ma com..?»
«Come faccio a saperlo? Io ti osservo, ti ho visto nello spogliatoio della palestra.» gli fece l'occhiolino e sorrisero entrambi.
«Che ne dici di andare a mangiare?»
«E se Zayn gli altri ti vedessero con.. con me?»
«Se n'è andato a casa.. e gli altri lo sanno che.. che mi piaci.» arrossì.
Signori e signore, per la prima volta Louis Tomlinson era arrossito.
«Sei.. sei carino quando arrossisci.» si sorrisero per l'ennesima volta e si incamminarono per il corridoio.
Poi avvenne un gesto inaspettato, Louis prese Marcel per mano, lo tirò a se e lo baciò, ancora e ancora.
**
Sono tornata con una Larcel, non è nulla di che, ma sono stata ispirata e ne è uscita questa mezza schifezza/dolcezza.
Che ne pensate? Ci tengo molto, fatemi sapere nelle recensioni.
Baci.
itspaola.