Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: BieberBlasted    13/08/2013    0 recensioni
'Il cuore batte o ha smesso?'
'Non lo so, credo che abbia smesso da un bel po'.'
'Mi spiace.'
'Ma mi sa che grazie a te ha ricominciato.'
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Sorpresa
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Il cuore mi batteva a mille, ero spaventata e completamente indifesa. 'Cosa vuoi da me? Mi hanno detto che hai un sacco di ragazze dietro. Cosa vuoi da me?' urlai, con le lacrime agli occhi. 'Sentirti.' 'Sentirmi?' Non capivo. 'Ho sentito molte ragazze, e tutte cadevano ai miei piedi. Tu no.' 'E così non farò.' Mi scostai e corsi verso il magazzino. Era pieno di carne, sembrava un macello. Nel muro finale c'era una porta, magari era aperta. Corsi verso la porta ma qualcosa mi prese da dietro e mi graffiò. Era un cane, un lupo. Era grande due volte un lupo normale, e aveva un pelo castano chiaro, gli occhi nocciola. Era Wolf. Corsi ancora più veloce verso la porta, il braccio mi pulsava e mi sanguinava, ma la paura mi spingeva ad andare avanti. Tirai la maniglia più forte che potevo, finchè la porta non si aprì. Ero spaventata e non sapevo dove andare, così corsi in avanti, senza guardare dove andavo. Stavo entrando nel bosco. Gli alberi alti coprivano quel poco di sole che rimaneva, e il vento gelido mi accarezzava la faccia. Mi sedetti dietro una quercia, nel mezzo di due cespugli. Ripresi fiato. Cos'era quell'affare? Un lupo, un cane? Un mostro? Dov'era Mariah? Il cuore iniziò a calmarsi e il respiro si fece meno pesante. Mi guardai il braccio. Avevo un graffio lungo più o meno sette centrimetri che partiva dalla spalla. Era di un rosso intenso, si stava infettando, dovevo medicarlo al più presto. Ma dove avrei trovato la forza per tornare indietro? Avevo paura, e ne avevo anche tanta. Avevo paura di scendere e trovare Wolf pronto a aggredirmi, a mangiarmi. Avevo paura che spuntasse da un cespuglio, con mio padre tra i denti. Il sole stava calando, erano circa le otto. Due ore, due ore per arrivare a una sottospecie di 'alimentiario' e essere quasi uccisa? Che spreco di tempo! Decisi di tornare indietro, o il taglio sarebbe peggiorato. Corsi verso la strada, sperando di riuscire a orientarmi anche senza sole. Imboccai la via principale, sperando di non incontrare nessuno, questo paese mi faceva paura. Il vento batteva troppo forte e il taglio mi bruciava. Le lacrime si erano seccate. Perchè proprio a me? Perchè quel mostro voleva me? Qualcosa mi tirò per il braccio in un vicolo, nascosto da tutti. Era buio, non vedevo il volto. 'Non farmi niente, ti prego. Mi fa male il braccio.' 'Non dire a nessuno cosa hai visto. TI prego.' la voce di Wolf mi rimbombò nelle orecchie e improvvisamente sentii dei brividi scorrermi lungo la spina dorsale. 'Dire cosa sei sarà la prima cosa che farò.' sussurrai in tono di sfida. 'Tu hai paura di me, non farai niente.' 'Non ho paura di te, sei un mostro che si da un sacco di arie. Sei il solito ragazzo cattivo che ha paura delle professoresse e dei compiti in classe. Non mi fai paura.' 'E cosa vuoi andare in giro a dire, eh? Chi pensi che ti creda?' 'Mio padre. Quello che ti ha quasi investito oggi, ricordi? Mi crede sempre. Non ho mai detto bugie e non ho intenzione di dirle.' sorrisi. 'Tu hai mentito. Ti si sentiva nella voce.' disse. 'Non ho paura di te!' imitò la mia voce, con un tono molto più acuto, e poi rise. 'Sporgerò denuncia, ti farò andare in galera.' 'Sarai talmente pazza di me, che dirai che sono innocente.' mi sussurrò all'orecchio. 'Non sono di certo stupida.' mi scostai e con uno strattone liberai il mio braccio dalla sua presa. 'Solo una stupida si innamorerebbe di te, sei un mostro e sei cafone, inoltre. Spero che ti piaccia l'acciaio, perchè ti attende un bel po' di tempo in galera.' dissi andando a passo svelto verso casa. 'Stupida!' mi urlò sghignazzando dal vicolo. ''Ma chi si crede di essere? Un casanova? Mi ha presa per una facile? No, ha sbagliato persona.'' pensai ad alta voce. Avevo ancora Derek in mente, lui si che era un bravo ragazzo. Ottima media, ottima compagnia, ottimi vestiti e ottimo profumo. One million, mi ritornò subito nella mente. Vidi casa mia e corsi verso il vialetto, la luce del salotto era accesa. Suonai il campanello, che rimbombò in tutta la casa. Varcai la soglia e prima che feci in tempo a salutare mio padre mi arrivò una sberla. 'Ahi! Mi hai fatto male!' la guancia mi bruciava. 'Ti sembra l'ora di tornare? Sono le nove e un quarto! Fuori è buio! Potevi morire! Non hai nemmeno risposto al telefono!' 'Scusa papà.. mi ero persa e non avevo il telefono, l'ho dimenticato a casa.' Mi prese il braccio. 'Cosa ti sei fatta?' addolcì il tono, anche se rimase molto serio. 'Sono caduta.' Infondo aveva ragione Wolf, se gli avessi detto la verità non mi avrebbe creduto comunque. Dovevo trovare delle prove per incastrarlo. 'Vieni, te lo medico.' Mentre andavamo nel bagno per disinfettarmi pensai a come avrei potuto incastrare Wolf. Avrei potuto prendere il tessuto epiteliale nel taglio! Un bruciore al braccio improvviso rese la mia idea impossibile. 'E' disinfettante o candeggina? Perchè brucia un sacco.' dissi a denti stretti. 'Scusa piccola, ma è un taglio serio, non ci credo che sei caduta e basta. Che è successo?' 'Si. Ora vado in camera papà. C'è già il letto vero?' 'Si, non preoccuparti. Vai a letto senza cena?' 'Non ho fame.' 'Ok, dormi bene.' Salì le scale in fretta e furia, volevo parlare al telefono con Bailey, la mia migliore amica di Jacksonville. Aprii la porta e frugai prima nella borsa e poi nella valigia, del telefono non c'era traccia. Vabbè, l'avrei cercato meglio il giorno dopo. Mi straiai sul letto e sentì del rumore di carta, mi alzai e vidi un biglietto. 'Ciao Daisy, che bello il tuo telefono, sarà facile da vendere. Se lo rivuoi, ci vediamo nel bosco alle undici. Ciao stupida!' Ancora lui, merda. Non Wolf, non di nuovo.
  
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