E' dolce quello che tu mi dici,
ma più dolce è il bacio che ho
rubato alla tua bocca.
| cit. Heinrich Heine |
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CAPITOLO Ⅲ▪
passionate
kiss ~ tiramisù. ―
Avevano appena finito di guardare un film,
avvolti nella stessa coperta spalla contro spalla. Alec dovette essere sincero:
non ricordava granché del video perché gli sembrava molto più utile sfruttare
quel tempo a recuperare il sonno che una caccia ai demoni della sera prima gli
aveva rubato. Gli sembrava quindi totalmente normale addormentarsi appollaiato
sul braccio dello stregone, leggermente girato verso di lui con un arto attorno
alle sue spalle e l’altro sopra il suo ventre, la pallida ombra di un abbraccio
– come se fosse crollato mentre era sul punto di stringerlo.
Dal canto suo, Magnus decise di non
svegliarlo, gli prese la mano che teneva in grembo e intrecciò le dita con le
proprie con un gesto delicato e sinuoso per non farlo svegliare, ringraziando
di aver tolto gli anelli e di averli abbandonati sul tavolino davanti a loro;
dopodiché decise di prestare attenzione al film.
Ad entrambi piaceva passare del tempo
con l’altro, a differenza di quello che si diceva in giro, Magnus non era uno
che pensava solo al sesso – o meglio, se si presentava l’occasione lo stregone era ben preparato a
cogliere la palla al balzo; quello che piuttosto lo caratterizzava in modo
evidente era la malizia, una malizia studiata e precisa. Magnus amava mettere
in imbarazzo Alec e si divertiva quando lo faceva, e la filosofia di vita di
Magnus (una delle tante, a dire il vero) era quella di divertirsi e ridere.
Ogni tanto quindi, risultava
stressante per Alec andare anche in un semplice bar o una caffetteria di
Nascosti, dove magari proprio uno di questi diceva di aver partecipato ad un
party del Sommo Stregone e di esserci andato a letto.
A tal proposito, entrando in una
pasticceria tranquilla in un angolo di una New York tutto fuorché tranquilla,
Alec poté sentire di questa ifrit che raccontava
all’amica in modo molto animato a proposito di certe cose che aveva fatto con il Sommo Stregone di New York
l’altra sera, nel letto del suddetto. Cose che, rifletté Alec, erano troppo
sobrie per uno come Magnus.
«Davvero è successo?» chiese per
sicurezza Alec, tagliando la fetta di tiramisù con la forchetta, nonostante non
facesse una delle sue solite scenate in pubblico si sentiva che era davvero
irritato.
«Credi davvero che, se fosse
successo, la signora in questione non mi avrebbe riconosciuto? Ti faccio notare
che ha guardato da questa parte quando siamo entrati, e credo che abbia anche
sorriso per i miei fantastici capelli che lei non potrà mai permettersi. Senza
contare che non faccio feste da almeno due settimane, Alec» gli occhi di Magnus
scintillavano di divertimento.
Il Nephilim dovette ammettere che
aveva ragione: Magnus non era uno che di cui ci si scorda tanto facilmente,
Magnus non aveva fatto nessuna festa “l’altra notte” e, cosa più importante di
tutte, Magnus non aveva un letto – ma un materasso buttato a terra con coperte
indecenti sopra di questo.
«Allora perché non fai qualcosa per
smentire queste voci? Insomma, neanche sanno che faccia hai e…
abusano di te», sbraitò Alec con il
tono della voce leggermente alterato, agitando la forchetta sporca di crema del
dolce, si sedette meglio sulla sedia e incrociò le caviglie sospirando e
tornando a prestare attenzione al suo tiramisù. Era decisamente fuori di sé per
quello – gli dava più fastidio che si prendessero gioco di Magnus più che
sapere che, di fatto, lui aveva frequentato sotto le coperte qualcuno
all’interno del campo visivo di Alec.
«Perché ho altro a cui pensare… pasticcino» rispose l’altro e, giusto per
sottolineare quella malizia di cui andava tanto fiero, mise in bocca un boccone
di tiramisù facendo in modo di sporcarsi l’angolo delle labbra e di leccarlo
subito dopo con una lentezza esasperante.
«Stiamo
dando spettacolo» biascicò Alec con la forchetta chiusa in un pugno, il
volto basso e rosso per l’imbarazzo del colore simile a quello dei pomodorini
maturi, si poteva quasi immaginare il fumo uscirgli dalle orecchie esattamente come
nei cartoni della domenica mattina.
«Non posso dare spettacolo per te se non mi guardi» protestò lo
stregone, alzando il tovagliolo di carta e pulendosi le labbra sporche della
polvere di cacao.
Ritornarono a casa, mano nella mano,
alternando discorsi seri – come: «hai da fare domani?» oppure «non è che
ritorno a casa e ti trovo svenuto per il troppo lavoro, vero?» - a quelli totalmente
imbecilli o, per meglio dire, mondani.
Alec dovette ammettere che non gli dispiaceva la vita relativamente tranquilla
che faceva con Magnus, per quanto potesse essere tranquilla la vita di uno
stregone e di un Nephilim assieme, certo.
Rimase fermo un passo dietro di
Magnus mentre questo cercava le chiavi del cancelletto nel suo mazzo – e sistematicamente
Alec si domandava perché non l’apriva con la magia. Quindi lo seguì per le
scale tenendogli il lembo della sciarpa lilla che svolazzava poi, senza
preavviso, si ritrovò contro il muro, le braccia naturalmente appoggiate sulle
spalle di Magnus e questo davanti a lui, con una mano di fianco al suo viso e l’altra
che gli accarezzava il mento.
«Non te l’ho detto prima, ma mi piace
quando sei geloso…» mormorò lo stregone. Dalla porta
provenivano opachi i miagolii del Presidente che avvertiva la loro presenza e
palesava la propria, che ovviamente aveva come scopo quello di farsi dare del
cibo.
Alec, dal canto suo, non sapeva come
rispondere. Inoltre lo stregone non aveva detto nulla che lo turbasse più di
tanto o che non avesse imparato a sopportare nel corso del tempo, si limitò
quindi a guardarlo, gli occhi blu – con le stesse sfumature delle viole del
pensiero di William, pensò Magnus, lo pensava (quasi) ogni volta da quando
gliel’avevano fatto notare – accesi dal piacere della vicinanza, entrambi
venivano inebriati dal profumo di sandalo dell’altro, «davvero?» mormorò alla
fine, arricciandosi una lunga ciocca di capelli glitterati
attorno alle dita.
Magnus sorrise felino, allungando il
pollice verso l’angolo delle labbra dell’altro e pulendole da una sostanza
cremosa, piantandogli poi il misfatto davanti agli occhi, «eri sporco… di mascarpone», disse poi, leccandosi il rimasuglio
dal dito con teatralità.
Teatralità che tuttavia non poté
neutralizzare l’imbarazzo di Alec, diventato un’altra volta rosso, «mi… mi hai fatto andare in giro per Brooklyn con la faccia
sporca?» pigolò, stringendo la sopracitata ciocca tra le dita.
Magnus sorrise e catturò il mento del
Cacciatore con l’indice e il pollice appena ripulito, facendogli schiudere le
labbra, «mi piace il sapore che dai al tiramisù…»
mugugnò e con un gesto fluido gli regalò un bacio di quelli che Alec amava,
intimo e pieno di una passione dolce come quella del cioccolato. Se ci avesse
prestato attenzione, avrebbe potuto sentire il sapore del caffè nella bocca
dello stregone.
Il Nephilim
si strinse contro lo stregone affondandogli le mani nei capelli – consapevole ma
non cosciente dei glitter che sarebbero rimasti appiccicati alle sue dita – mentre
questo gli avvolgeva i fianchi con un braccio e con l’altro si teneva il muro.
Il Presidente insistette ancora
qualche secondo nel suo miagolare, poi, stufo, decise di aspettarli appollaiato
sul divano, perfino il gatto aveva capito che quando c’era di mezzo la
passione, Alec e Magnus non si sarebbero fermati neanche davanti all’Angelo Raziel.
Note d’Autrice ◊ «viviamo e respiriamo parole»
Buonasera, almeno nel mio caso~
Non ho molto da aggiungere, solo che
ringrazio le persone che hanno aggiunto la raccolta tra le
preferite/ricordate/seguite (che sono molte di più di quanto potessi
immaginare!), e spero che gradiate anche questa shot
al tiramisù.
Come penso abbiate notato, ho
revisionato la grafica e cambiato il titolo all’opera, sperando che vi piaccia
comunque, se non di più ♡
Inoltre, sono davvero eccitata per l’uscita
del film, e, giusto per informare chi ama la Malec
come me ma che magari non sta incollata al fandom di tumblr da cui escono subito
le notizie, il nostro caro Gao ci ha detto che ci
sarà un bacio tra i nostri due bellini e--- mh! ;u; quanta dolcezza!
Vorrei solo puntualizzare una cosa:
tutta questa shot gioca sul fatto che molti Nascosti
credono che Magnus sia una leggenda, trovate le fonti alla fine di Città di Cenere, quando due licantropi
stanno mangiando al Taki’s, vi cito qui la frase in questione~
“«Credo
che neanche Magnus Bane esista» replicò il primo in
tono beffardo. «Tu l'hai mai incontrato?»”
Detto questo, vi auguro buona serata
e un parere fa sempre piacere! ~
radioactive,