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Autore: JamesPotter182    13/08/2013    6 recensioni
Piccolo resoconto dal punto di vista di Hermione dopo due anni dalla battaglia di Hogwarts
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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E SE... ?
 
 
La piuma grattava sulla pergamena in modo febbrile. Si tolse da davanti gli occhi una ciocca di capelli ramati e sbuffando si appoggiò sulla sedia. Doveva consegnare quella relazione alla McGranitt il giorno seguente.
Mentre il sole calava tingendo di arancione le montagne e il lago attorno a Hogwarts ripensò a come erano cambiate le cose in quei ultimi due anni. Voldemort era stato sconfitto da Harry, la pace era ritornata nel mondo magico, mentre colui che l’aveva riportata era sparito lasciando poche spiegazioni a lei e Ron, che erano stati i suoi migliori amici. Sparito. Così... due giorni dopo la morte di Voldemort aveva preso le sue cose ed era partito, salutandoli e spiegando a Ginny il perché non potevano stare insieme.
Tutti rimasero basiti da quella scelta, non lei. Lei in fondo lo aveva sempre capito, cosa girava nella sua testa senza che aprisse bocca.

Tutti i suoi piani per il futuro erano stati stravolti.
Aveva si continuato la scuola per superare i M.A.G.O, ma giunta alla fine aveva deciso di insegnare Antiche Rune ad Hogwarts. Anche perché si ricordava fin troppo bene quella promessa fatta con lui durante il quinto anno, mentre sistemavano la Stanza delle Necessità;

«Herm... vorrei chiederti una cosa. Io non so fin quanto vivrò, ma se dovessi essere così fortunato da essere ancora in vita da qui a qualche anno vorrei intraprendere la carriera da Auror» disse impacciato il ragazzo
«Non vedo persona più adatta di te per quel lavoro» sorrise triste la ragazza
«Vorresti accompagnarmi in questo viaggio?» domandò Harry dopo qualche attimo di silenzio
«Sai fino all’anno scorso tutto avrei pensato fuorchè diventare Auror. Poi quando il professor Moody... o meglio, quello che credevamo essere il professor Moody, ha detto che eravamo portati per quel tipo di mestiere mi sono ricreduta. Ho riflettuto su quelle parole, seppur dette da un pazzo, e stranamente non sembravano male. Il fatto che Voldemort abbia acquistato il suo corpo, poi, ha aiutato sicuramente questa mia scelta» disse la ragazza guardandolo.
«Quindi?»
«Quindi... Auror» sorrise la strega tendendo la mano al ragazzo.
 
Intraprendere la carriera da Auror insieme. Era quella la loro promessa. Ma era stata impossibile da mantenere dopo la partenza di Harry, e quindi si era buttata sull’insegnamento.
Con Ron era finita dopo qualche mese. Non funzionava, tutto lì. Lo sapevano entrambi e nonostante tutto era ancora la benvenuta al pranzo della domenica dai Weasley.
Durante il periodo dei M.A.G.O era stata troppo occupata per notare qualsiasi cosa che non fosse un libro di testo, figurarsi un ragazzo. Anche se la sua mente continuava a pensare ad un ragazzo in particolare. Un ragazzo che vagava per il paese e che non rispondeva ai suoi gufi.
Quante volte si era trovata con lo sguardo perso fuori dalla finestra, con la mente che vagava
 
Sono preoccupata solo perché è il mio migliore amico...”
 
“Certo come no!”
 
“Vorresti dirmi che non è così?”
 
“Cara, sono il tuo inconscio. Ti conosco bene”
 
“Anche io mi conosco, e piuttosto bene. E non cercare di fregarmi! Ho letto Freud a quindici anni”
 
“Mi congratulo. Dunque sai che stai solo scappando dal tuo subconscio e da me”
 
“Io non scappo da nulla”
 
“Allora neghi l’evidenza”
 
“Non nego un bel nulla! So cosa stai per dire... e non è così!”
 
“Non sembrerebbe. E se...”
 
“Non dirlo!”
 
“E se...?”
 
“Non ti azzardare!”
 
“E se in realta ti piacesse Harry?”
 
“Dannazione...no!”
 
“Sicura?”
 
“Certo. Io... lui non... io... è il mio migliore amico”
 
“Oh si, detto mentre balbetti nella tua mente rende ancora di più l’idea”
 
“Io non...”
 
“Ricordi tutto quello che avete passato insieme? Il troll e la sciarada del primo anno? Fierobecco, Sirius e la Giratempo al terzo anno? La tenda dei campioni e il cercare di ingelosirlo con Krum? L’ansia per la sua udienza e la folle corsa dentro al Ministero? Oppure la consapevolezza nel capire che era interessato a Ginny e che era meglio lasciare perdere? Oppure quando eravate in viaggio insieme e Ron vi ha abbandonati lasciandovi da soli in quella tenda?
 Non dirmi che non ricordi tutto questo. Non puoi mentirmi, ci sono anche io quando sogni”
 
“È così dunque...”
 
“Eh si mia cara. Non devi essere abbattuta, il tuo è un bel sentimento. L’amore e l’affetto, in generale, lo sono”
 
“Ma lui sicuramente non ricambia”
 
“Questo non possiamo saperlo... per il momento”
 
“Credo proprio di no”
 
 
Il sole era tramontato da un pezzo quando alzò lo sguardo dalla pergamena per guardare fuori dalla finestra. Gli alberi della foresta si muovevano appena, mossi da una leggera brezza. La stessa brezza muoveva placidamente le acque del lago, dove sulla riva risplendeva un...
«È un Patronus quello?» sussurrò la ragazza strizzando gli occhi, cercando di capire chi e perché si stesse esercitando in riva al lago. Guardò meglio e vide qualcosa che la paralizzò per un attimo, il patronus aveva delle corna.
«No...no» balbettò alzandosi e uscendo dalla sua stanza. Doveva vedere con i suoi occhi. La distanza era tanta, sicuramente aveva visto male.
In pochi minuti era fuori dal castello, dove la brezza tiepida di fine settembre carezzò i suoi capelli. Subito si diresse verso la riva del lago. Il patronus era sparito e li attorno sembrava non esserci nessuno, si riscosse. Era impossibile, non dava sue notizie da due anni... se fosse ritornato avrebbe avvisato.
Si stava avviando delusa verso il castello quando una sensazione dentro di se la costrinse a voltarsi verso la macchia di alberi a destra del lago. Una luce bianco-bluastra avanzava tra gli alberi, la tipica luce di un patronus, anche se era difficile capire cosa fosse di preciso, ma come attratta da una forza a lei sconosciuta seguì il patronus a debita distanza. Senza accorgersene fu davanti alla capanna di Hagrid, la luce passò dietro di essa e sparì.
 
Confusa la ragazza vide che la capanna era illuminata, anche se le tende erano tirate
«Hagr...» bussò piano, ma la porta si aprì, era appena accostata.
«Credo che sia da qualche parte nella foresta» disse una voce roca, quasi contraffatta. La voce proveniva da una figura incappucciata seduta al tavolo di Hagrid. Hermione alzò subito la bacchetta
«Chi è lei?» domandò alla figura
«Un amico» ridacchiò la figura. Hermione osservò il mantello dell’uomo, di un grigio così scuro da sembrare nero
«Thor vieni via da lì» esclamò vedendo il cane con la testa in grembo all’estraneo.
L’incappucciato diede una carezza al cane prima di parlare
«Sai, Hagrid mi ha detto che sei la strega più brillante della tua età» osservò l’incappucciato, la mani intrecciate davanti alla sua bocca rendevano difficile capire cosa dicesse. Hermione rimase in silenzio
«Granger...» sussurrò l’uomo «Granger, Hermione... Herm» aggiunse.
La ragazza sbarrò gli occhi
«No...no» sussurrò «Non ti permettere, c’era una sola persona che mi chiamava così» disse
«Lo so bene» l’uomo abbassò le mani e le avvicinò al bordo del cappuccio «Lo so bene... Herm» la voce non più contraffatta si levò chiara e cristallina. Una voce da ragazzo. Una voce familiare, una voce che non sentiva da due anni.
La ragazza arretrò fino al muro. Il lampo bianco di un sorriso spuntò dall’oscurità del cappuccio, un sorriso familiare. I soliti occhiali incorniciavano i suoi occhi verdi, mentre la frangia dei capelli nascondeva appena la cicatrice sulla fronte
«Ha... Har...» balbettò Hermione con gli occhi lucidi
«Harry?» intervenne in suo aiuto il ragazzo mentre la ragazza si avvicinava a lui con la mano tesa. Harry sorrise raggiante e quando furono solo ad un metro di distanza...CIAFF!
«Ahia! Perché lo hai fatto?» esclamò il ragazzo mentre si teneva la guancia appena colpita dalla mano di Hermione
«Questo è per averci fatto preoccupare... e per non aver risposto alle mie lettere» disse singhiozzando e abbracciando finalmente l’amico che non vedeva da due anni.
 
«Si può sapere che fine hai fatto? E questa barba?» domandò mentre singhiozzava felice sulla sua spalla
«È una lunga sto...» cercò di dire il ragazzo, ma la porta della capanna si aprì e la figura di Hagrid si stagliò imponente
«E tu chi dia... ?» esclamò burbero «Per la barba di Merlino!» disse l’omone lasciando cadere la balestra
«Ciao Hagrid» disse piuttosto impacciato Harry, prima di finire stritolato nell’abbraccio di Hagrid.
 
Mentre sorseggiava del tè nella capanna di Hagrid, Harry raccontò gli ultimi due anni trascorsi in giro;
«Dopo aver sconfitto Voldemort è come se qualcosa dentro di me si fosse spenta, ma non in modo negativo. Sentivo che dovevo allontanarmi.
Ho ripercorso lentamente il viaggio che abbiamo fatto. Dopo un annetto ho deciso di fermarmi nella foresta di Dean...»
«È dove... è dove...» disse Hermione
«Dove Ron ci ha “lasciati”, per così dire, si» annuì il ragazzo «Avevi ragione, quel posto è semplicemente spettacolare. È così... antico, e pieno di magia. Ho scoperto che è una delle foreste più antiche in tutta l’Inghilterra» aggiunse sorridendo
«Tutto qui?» domandò Hagrid «E noi che pensavamo chissà cosa...» aggiunse
«Tutto qui... mi serviva del tempo» concluse il ragazzo.
 
Camminavano verso il castello. Hermione stringeva il braccio di Harry, come se avesse paura di vederlo sparire di nuovo
«Non scappo mica Herm» ridacchiò il ragazzo, intuendo i pensieri dell’amica
«Non mi hai ancora spiegato il perché di quella barbetta» domandò  Hermione
«Oh... sai, dietro la barba di un ragazzo c’è sempre una buona dose di pigrizia... direi circa il novantanove percento» disse saggiamente Harry
«Perché la Foresta di Dean?» chiese la ragazza
«La verita? Mi ricordava te»
«Me?»
«Sei una delle persone più importanti della mia vita Herm. Il ricordo di quei pochi giorni in quella tenda con te mi ha accompagnato mentre soggiornavo nella foresta» disse Harry avvicinandosi
 
“Le cose si fanno interessanti”
 
“Scusa... ti dispiace?”
 
“Oh certo...certo”
 
«Mi sei mancata...» sussurrò con il volto a pochi centimetri da quello della ragazza
«Anche tu» disse flebilmente prima di incontrare le labbra di Harry
 
“A quanto pare ricambia...”
 
«A quanto pare si...» sussurrò Hermione ridacchiando
«Come dici?» domando Harry
«Niente... niente!» esclamò arrossendo e attirandolo a se.
 
 
 
 
Hola spettinaaaaaaaaaaaaaati!
Come state? Spero bene. Piccola OS scritta di getto e per dimostrarvi che ci sono! CI SONO! I’M STILL ALIVE!

Spero che vi aggradi (si lo so, il plot non è dei più originali... ma ho cercato di fare del mio meglio)

 
Un saluto a tutti voi: CIUUUAOOO SPETTINAAAAAAAATIIIIIIII!

James.
   
 
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