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Autore: Simply96    14/08/2013    1 recensioni
«Sai, dobbiamo parlare.»
Lei non emise un suono dopo quella frase, spostandosi semplicemente da un piede all’altro.
«Ne abbiamo parlato un milione di volte.» mormorò, sentendo la gola secca.

Nina non deve far altro che scegliere; Ian deve saper reggere il colpo.
Non sono pronti, eppure lo fanno. Semplicemente con una frase, con un gesto.
Con una porta chiusa; con un'uscita di scena.
Con un arrivederci che sà più di un addio.
[NinaxIan]
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei precisare prima una cosa: il motivo della loro rottura, ovviamente, non lo so. Ho solo deciso di modificare e ampliare ciò che ho letto sulle riviste di gossip, ovvero che Ian continuava a voler parlare di matrimonio e Nina, invece, scansava sempre l’argomento. Questa è solo una mia interpretazione della loro rottura, niente di vero. Bè, Buona lettura!

P.s. per chi già mi conosce, vorrei dire che questa shot è scritta leggermente diversa dal mio solito modo di scrivere. Mh, vediamo se il tentativo di andar fuori dai miei schemi è andato bene o male ahaha.
P.s.2 mi scuso per chi segue la mia long Nian. Non l’aggiorno da quasi due mesi. Mancano pochi capitoli per chiuderla, devo solo tornare a scrivere ed’è fatta.

Broken.
 


Dammi solo una ragione, un motivo, per farla finita.

Lui era di spalle, lei lo fissava schietta.
Erano arrabbiati, delusi, stanchi.
Increduli, amari.
«Sai, dobbiamo parlare.»
Lei non emise un suono dopo quella frase, spostandosi semplicemente da un piede all’altro.
«Ne abbiamo parlato un milione di volte.» mormorò, sentendo la gola secca.

Basta, finiscila, ti prego. Non ce la faccio.

Lui mosse le spalle, come se stesse ridendo.
Si voltò, giusto per guardarla con quegl’occhi che un tempo esprimevano amore, ma che ora sembravano vuoti.
Non gli appartenevano, lei lo sapeva.
«Già, ma non l’abbiamo mai definita.» fece assottigliando lo sguardo.
Nina era seccata da quella stupida ed invadente situazione.
Da quei comportamenti, da quei gesti.
Non ce la faceva, non come una volta, non dopo tre anni insieme.
«Mi stai mettendo in difficoltà, Ian. Non fai altro che peggiorare le cose.» sibillò aggrottando la fronte. In lei stava crescendo un vortice di rabbia e rancore, ma tentava di nasconderlo e di non farlo uscire.
Lui non gliel’avrebbe perdonato.
Appoggiò le spalle al muro, incrociò le braccia e stette così, immobile, fisso a guardarla. Sapeva che tra loro quei silenzi torridi non funzionavano, quegli sguardi di troppo non facevano altro che peggiorare la situazione già critica.
Lei sorrise amaramente, lui fece lo stesso.
«Avanti, dimmi cosa dovremo fare.» sbottò Nina, alzando leggermente la voce.

Parlare, litigare, discutere e parlare, di nuovo.

Ian continuava a scrutarla indifferentemente ma dentro stava morendo.
Stavano in silenzio, lasciando che la rabbia li coltivasse dall’interno.
Un groppo in gola non la lasciava quasi respirare, gli occhi le si inumidivano senza motivo.
E lui era sempre stato il più diretto.
«Voglio sapere se questa relazione ha un futuro.» disse Ian ad un certo punto, alzando la voce, rompendo il silenzio creato.
Lei sussultò, battendo debolmente un piede a terra, contrariata.
«Il presente non ti basta?» domandò incredula, abbassando i toni.
«Tu hai tutta una vita davanti. Una carriera, dei nuovi sbocchi lavorativi. Tutto.»continuò lui imperterrito storcendo la bocca.
Lei gli si avvicinò velocemente, accorciando la distanza tra di loro.
Almeno, da vicino, poteva reggere quello sguardo freddo senza tirarsi indietro.
Gli posò delicatamente una mano sul braccio, lui s’irrigidì.
La scostò, staccandosi dal muro e passandole accanto, dandole nuovamente le spalle.
«Ho trentaquattro anni, Nina.»
«E con questo?»
La voce le tremava e sentiva il labbro fremerle, così come tutta la sua figura.
Era scossa, stanca. Impaurita.
Ian prese un bel respiro.
«E con questo significa che dovrei avere già tutto chiaro. Dovrei già avere una vita
Lei gli tornò davanti, obbligandolo a fissarla. A fissare il problema che era ormai diventata.
«Vuoi di più?» chiese Nina, non capendo.
«Esatto.»
Si sentì un terribile peso.
«Non ti basta la vita che hai ora? Perché vuoi dell’altro?» chiese nuovamente lei mentre lui, questa volta, cercava di non incrociare il suo sguardo.
«Parlare di matrimonio ti sembrerà esagerato, vero?»

Non ancora. Non un’altra volta. Non parlarmene.

Abbassò il capo, deglutendo amaramente, non riuscendo a reggere il suo sguardo che intanto le perforava l’animo.
«Immaginavo.» mormorò lui piano, restando immobile dov’era, non ottenendo alcuna risposta.
Nina sapeva di dover interrompere quel discorso. Doveva dirgli qualcosa, altrimenti se ne sarebbe andato.
Ma non aveva nulla da dire, da mormorare o da far capire.
In quel silenzio, si erano già detti tutto.
Prese un bel respiro, pulendosi gli occhi inumiditi.
«Credevo che stessi bene, così. Io sto bene così. Noi stiamo bene, così. Credevo che non avessi bisogno di nient’altro se non di me.» mormorò alzando lo sguardo.
I loro occhi sembravano due specchi.
Erano distrutti, portatori del proprio orgoglio. Sembrava che amassero quel dolore mortale che li prendeva dopo ogni litigio, dopo ogni allontanamento.

E’ colpa tua.

Ian, ti prego, ripensaci. Non continuare.

Ma lui, lui voleva segnare un punto dove molte, troppe volte, avevano messo una virgola.
L’argomento matrimonio era un punto dolente, almeno per lei.
A ventiquattro anni non poteva permettersi di pensare così in grande. Non poteva, per quanto lo amasse, creare questa sorta di patto, promettendo di averlo accanto tutta la vita.
Ma era anche vero che lei senza lui non era niente.
«Non posso perderti.» continuò Nina piano, dopo minuti di silenzio.
Lui s’inumidì le labbra, passandole una mano sulla guancia.
«Nemmeno io, Nina» sospirò confuso  « ma… non va. Non come prima.» finì abbassando sempre di più la voce.
Lei sussultò a quelle parole, ma cercò di non darlo a vedere.
Il cuore tremava, le mani tremavano, tutto in loro tremava, instabile.
Entrambi erano le certezze per l’altro, e si stavano abbandonando.
Lui la stava abbandonando.
«Voglio piantare radici. Voglio completare la mia vita con te.» confessò un’ultima volta Ian.

Non ora. Non posso sposarti.

Non posso.

Quante volte, Nina, aveva già sentito quelle parole e quante volte le aveva respinte, scostandole dalla propria mente.
Ma questa volta non poteva sorpassarle così, come se nulla fosse. Doveva affrontarle come la realtà stessa che la  stava schiacciando.
«Non sono pronta» disse sorridendo amaramente e scuotendo il capo «non ci riesco, non ce la faccio. »
Lui si passò una mano fra i capelli, deluso.
« Allora credo sia chiara la situazione.»
Lei si morse un labbro, tentando di trattenere le lacrime.

Non andartene.

« Un sogno, d’altronde, non può durare per sempre.» disse sarcasticamente lui prendendo la giacca.
Lei rimase ferma, stretta tra le proprie braccia, guardandolo malinconicamente.
« Ian, è solo per questo? E’ solo per… le mie scelte?» chiese poco dopo, deglutendo.
Lui le si avvicinò.
« So quant’è importante la carriera per te, Nina. Non vuoi paletti in ciò che fai, in ciò che sei. E ti rispetto, sul serio.» rispose quasi meccanicamente, a bassa voce.
S’infilò il giubbetto di pelle, sistemandosi bene le maniche e il colletto.
« Te ne vai così? Tre anni di relazione e poi…»sussurrò lei, serrando i pugni, mentre ormai le lacrime le solcavano il viso.
Ian le prese il mento fra l’indice e il pollice, tirandole su il capo e obbligandola a guardarlo.
« Quello che sento per te non è cambiato dal primo giorno che ti ho vista. E non cambierà mai.» sorrise dolcemente, anche se nel suo sguardo c’era una luce che non gli apparteneva.
Come una scarica di energia, lei si avvicinò ancora di più al suo volto, tanto che sentiva il suo respiro sulle proprie labbra.
« Abbiamo solo bisogno di rifletterci un po’ su, di staccarci, di allontanarci per un periodo.» continuò lui.
« E’ una pausa?» domandò Nina, con voce roca.
« Sì, diciamo che è una… pausa.» finì lui mantenendo il sorriso « le riprese sono finite. Non ci vedremo spesso. La mia presenza non influirà minimamente sulle tue scelte. Abbiamo tempo per pensare a noi stessi.»
La stava lasciando. La stava lasciando per… per cosa? Per un no ad un suo progetto famigliare?

Non comportarti così. Ripensaci.

Non cercare di cambiarmi, Ian.

L’importante, per lei, era stare con lui.
Non con qualche patto. Non con un sacramento.
Ma stare, semplicemente insieme, come una giovane coppia di innamorati.
Perché anche a trent’anni, tuttavia, si è giovani.
Lei chinò il capo, lui la scrutò un’ultima volta.
Ian avvicinò le sue labbra alla sua fronte, stampando un sottile bacio d’amore.
Poi si allontanò, e lei non lo sentì più vicino.
Sentì solo un orrendo silenzio con, assieme, un orrendo vuoto.  
Poi più nulla.

E’ finita.

  
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