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Autore: Eleo_Schrei94    14/08/2013    1 recensioni
Michelle Muller è una giovane ragazza che abita in Germania durante il periodo della seconda guerra mondiale. In un periodo di difficoltà economiche e la possibilità di essere uccisa da un momento all'altro, Michelle incontra un ragazzo con il quale condivide delle esperienze che li faranno avvicinare sempre di più, fino a quando...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lorenz: non importa quello che mi succede, vedi io prima di venire qui avevo una ragazza la volevo sposare, e ci saremmo dovuti sposare a giugno ma la vita è strana a volte, la mia ragazza è stata portata e Bonker e io sono qui. Ci hanno divisi e chissà se la rivedrò, mi manca moltissimo e voi due avete la possibilità di sentirvi e penso che anche tom farebbe lo stesso per me. Lo conosco da molto tempo ormai eravamo amici anche prima di entrare qui, ma spero che usciremo vivi tutti da qui comunque non ho paura della morte non mi spaventa quando arriverà io lo saprò.
Michelle: Lorenz mi dispiace per la tua ragazza ma quanti anni hai tu?? e lei quanti?
Lorenz: io ne ho 24 lei 22 sai com è quando trovi l'amore della tua vita non puoi dirgli di no e tu penso che hai appena detto di si a tom
Michelle: aa ma io..
Lorenz: te lo si legge negli occhi che hai lui in testa!
Michelle: ma non lo conosco neanche molto bene, ci ho parlato poche volte però sento qualcosa per lui.
Lorenz: si chiama amore Michelle
Michelle: mah..
Non sapevo se crederci davvero, magari era solo una cotta quella per tom insomma il ragazzo grande, affascinante non era proprio un'amore il mio, non so come definirlo insomma lo conosco da soli 3 giorni come posso chiamarlo amore, però è un amico. Mentre fantasticavo, un soldato entrò ci ordinò di andare ai bagni. Era il nostro turno, il bagno ci era concesso solo 2 volte al giorno e se in quelle due volte non ne avevi bisogno dovevi farti venire il bisogno. Il mio era un bisogno particolare dovevo ricercare l'anello che avevo ingoiato una volta trovato lo misi all'interno della mia scarpa e per assicurarmi che i soldati non notassero niente di strano cercai di essere più normale possibile. Finito il lavoro duro mi ritrovai ancora nella mia cabina, presi l'anello lo nascosi in mezzo alle assi del letto. Sperando che i tedeschi non l'avessero trovato. Mi misi a dormire e sperai di risvegliarmi nel mio letto di casa mia cosa che speravo sempre.

La mattina seguente...

Quando ci svegliammo Lorenz non c'era, era già partito con gli altri e la mia lettera era in mano sua, speravo che tom l'avesse ricevuta. Oggi ci spettava lavorare al treno ma agli interni almeno questo lavoro era bello io Karen e altre ragazze dovevamo cucire delle coperte non so per cosa, ma questo treno non era per gli ebrei che dovevano trasportare ma sembrava un treno di prima classe per qualcuno. Finito di cucire le coperte ci presero e ci portarono dentro e ci ordinarono di allestire il treno con le cose che trovavamo li. Allestimmo il tutto e ci fecero uscire, ci portarono nelle mense e ci fecero dare il cibo ai nostri simili come ci dissero loro. Presi il mestolo e servi una specie di pappetta liquida marrone, non voglio nemmeno pensare cosa fosse.

Intanto dalla parte di tom...

Lorenz: bill bill mi senti? Apri!
Bill aprii la porta della cabina.
Bill: che ci fai qui?
Lorenz: dai questa a tom è di Michelle, più tardi passerò per la risposta ok? Dagliela
Bill: okok
Bill chiuse la porta e fece come gli aveva detto diede la lettera a tom. -narratore-
Rimasi immobile vedendo quel pezzo di carta nelle mie mani, mi aveva risposto aprii senza pensarci.

Caro tom, hai sentito bene, sono triste oggi ho scoperto che è morta mia sorella Teresa, l'ho dovuta prendere in braccio e buttarla nella mucchia dei cadaveri è stato orribile non sai quanto.. spero che Anja stia bene, mi è rimasta solo lei della mia famiglia e se morirà anche lei sarò sola al mondo e non voglio essere sola. Spero che in qualche modo riuscirò ad uscire viva di qui e spero che ce la faremo insieme. Bill sta ancora male? Digli che si copra bene lassù fa freddo digli che beva molta acqua e tieni questa è una bustina di zucchero gli servirà per dargli un po' di zucchero e per te farò in modo di darti del cibo sto già pensando, domani se mi faranno servire alla mensa prenderò del pane in più per te. A presto
Michelle

Le sue parole erano così forti, la sua firma era scritta tutta tremante, deve essere spaventata e questo mi distrugge vorrei abbracciarla ma non posso questa lontananza è così stupida. Non so cosa provo per lei ma è come un senso di protezione mi sento come il suo fratello maggiore e ho come il dovere di sapere che non le succeda nulla, spero davvero che non le succeda nulla. Le rispondo.

Dalla parte di Michele....

Lorenz era tornato nella cabina ma io non c'ero, c'era solo Karen gli diede la lettera, io ero a lavorare solo che questa volta ci avevano portato in un bosco, dovevamo costruire delle torrette di controllo per i tedeschi. Non so a cosa servissero ma notai che c'era qualcosa di strano, c'era una ferrovia e una casa molto grande e molto lussuosa e queste torrette venivano costruite attorno alla casa. Allora non erano di controllo ma servivano per proteggere la casa o ancora meglio la persone che ci abitava, doveva essere colui o colei che aveva ideato questo orrore e volevo vederlo in faccia! Mentre trasportavo le travi di legno mi voltai per vedere se il soldato mi stava guardando, stava rimproverando un prigioniero ne approfittai per buttare la trave e dirigermi verso la casa maledetta. Era nascosta dalle piante, era grigia e bianca con ampie finestre che si affacciavano al campo e alla montagna, c'erano dei furgoni con scritto “SS” avevo sentito parlare delle SS erano dei soldati di difesa sotto un capo, quello dell'orrore. Mi avvicinai lentamente c'erano delle guardie alla porta andai dietro la casa, mi avvicinai ad una finestra e vidi colui che aveva ideato questo schifo! Un uomo sui 40 anni basso con pochi capelli neri, occhi neri come il carbone dei forni crematori, un naso enorme dei baffetti neri che gli ricoprivano il naso e la bocca. Parlava in modo molto aggressivo non riuscivo a sentire i vetri erano troppo spessi. Vidi che diede ai soldati un foglio con sopra un grosso simbolo erano come delle S incrociate poi urlò il nome SVASTICA. Una svastica, era una svastica, poi li vicino nazista il gruppo erano loro. Volevano ucciderci tutti. Non capivo perchè tutto quell'odio verso di noi. Insomma eravamo solo ebrei cosa volevamo da noi. Poi ebbi la risposta.
“il nostro obbiettivo è sterminare questa razza ebraica, sono inferiori, sono indemoniati, sono coloro che vi porteranno via il lavoro, le famiglie, credono in un dio che non esiste, uccideranno la germania se non facciamo qualcosa noi dobbiamo sterminare questa razza immonda! Mi avete sentito? Dobbiamo ucciderli tutti!”
Le parole di quell'essere mi avevano pietrificato. Sentii dei rumori mi nascosi subito, c'era un contenitore della legna mi misi li dentro e vidi delle gambe rivolte verso il barile. Poi sentii altri passi venire verso di me. Era arrivata la mia fine. Mentre il soldato spostava i pezzi di legno venne richiamato da un sergente, andò da lui voltandosi per vedere se c'era qualcosa. Poi sparì, tirai un sospiro di sollievo. Uscii subito da li guardai se c'era qualcuno e corsi nel bosco. Correvo più forte che potevo non volevo voltarmi non volevo rivedere quella casa dell'orrore, dove avevo sentito quelle parole infernali. Volevo solo sprofondare e non riemergere. Arrivai al punto di lavoro, trovai la trave che avevo buttato la ripresi e la portai alle torri. Finito il lavoro ci portarono alla casa, la rividi e volevo tornare indietro, vidi il killer salire su una macchina lussuosa e sparire nel bosco. Ci fecero entrare e a noi donne ci fecero pulire tutta la casa mentre gli uomini doveva spaccare la legna. Entrai in quella casa notai il clima così freddo e distaccato. Mobili antichi, cose così strane, ci fecero andare nelle camere, entrai in una camera. Era la camera di una donna c'erano dei vestiti molto elegante sul letto e cominciai a pulire. Volevo sputare su ogni cosa che vedevo ma eravamo sorvegliate da dei soldati che stavano sulle porte. Nella mia camera c'era un soldato era giovanissimo penso avesse 18 anni. Gli chiesi molto gentilmente.
Michelle: perchè lo fai? Sai quello che vogliono farci? È ingiusto e voi non vi ribellate! Ci lasciate morire
Mi puntò il fucile addosso dicendomi di stare zitta, poi con aria stanca di una persona che non ne poteva più di vivere così, mi disse.
Soldato: tu pensi che io sia felice a fare questo lavoro? Pensi che mi piaccia minacciarti, pensi che io voglia che migliaia di persone muoiano a causa mia. Pensi che io stia bene mentre vedo uccidere le persone sotto i miei occhi e non possa reagire? Pensi che io voglia? Eh rispondi forza.
Michelle: io non lo so. Ma perchè non fai niente! Sei uno di loro. Puoi ribellarti
Soldato: mi ucciderebbero se facessi qualcosa per voi. Vorrei potervi aiutare ma non posso.
Michelle: come ti chiami?
Soldato: Klaus Schneider di varsavia tu?
Michelle: Michelle Muller di Hamburg
Soldato: rimettiti a lavoro arriva qualcuno
Mi rimisi a lavoro, non erano tutti dei mostri, almeno qualche soldato buono c'era. E forse lui mi avrebbe aiutato con mia sorella Anja. Volevo parlargliene ma non sapevo se farlo o no.
Decisi di dirglielo.
Michelle: senti devo dirti una cosa che riguarda mia sorella posso?
Klaus: non qui ti dirò io dove e quando
Michelle: ok
  
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