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Autore: Estran    14/08/2013    0 recensioni
Il battito del cuore all’improvviso si fece più accelerato, le mani iniziarono a sudare freddo, la vista si appannò. Era un ricordo quello che si era appena risvegliato nella parte più nascosta dei pensieri?
Frank.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' la mia seconda ff,
sarei molto contenta se lasciaste una critica
sia positiva che negativa, vorrei migliorare.
Grazie mille c:
(Siate clementi ahh T-T)

 

Warm sweet tear

Una mezza Luna si affacciava di tanto in tanto tra le spesse nuvole.
Il suo sguardo si perdeva nell’oscurità di una notte di dicembre senza stelle. Meccanicamente Gerard ispirava il fumo della sua sigaretta, tenuta nella mano destra.

Non aveva senso un cielo senza stelle, pensò.

C’era silenzio. Un silenzio spettrale, irreale e affamato.
Nessun bambino, nessun movimento, niente. Anche il vento sembrava scomparso.
Amava quel periodo dell’anno. La città era come dormiente, assopita, appariva ovattata e senza nulla da dire.
Gerard stava così bene nei propri pensieri quando il mondo esterno non pretendeva che interagisse.
Una felpa nera e calda gli riscaldava il petto.
Chiuse gli occhi. Ispirò profondamente. L’aria gelida di quella sera tanto strana gli entrò nei polmoni, ancora pieni di fumo, e lo stordì per un momento.
Il battito del cuore all’improvviso si fece più accelerato, le mani iniziarono a sudare freddo, la vista si appannò. Era un ricordo quello che si era appena risvegliato nella parte più nascosta dei pensieri?

Frank.

La sigaretta gli cadde al piano di sotto. La signora Margaret si sarebbe sicuramente infuriata l’indomani, d’altronde non l’aveva mai potuto vedere quell’inquilino, tanto misterioso quanto malinconico.
Gerard sussultò, si stava sporgendo troppo dal balcone e le vertigini, come al solito, si stavano facendo sentire.
Da giorni ormai aveva un peso sopra lo stomaco che lo spaesava, e tutto gli procurava dolore. Soprattutto le vertigini, ma persino il cibo, il caffè, i suoi adorati fumetti. 

Frank.

Gerard rientrò in casa e si mise comodo vicino il camino.
Dio, faceva un freddo cane, neanche il fuoco riusciva a regalargli abbastanza calore. Era freddo dentro.

Frank.

Perché diavolo?! Quel ricordo aveva un nome e faceva male più di tutto.
Era affiorato da un momento all’altro, dal nulla dell’oscurità. Si era assopito negli anni, proprio come la città in inverno. Ma ora faceva di nuovo male. Di nuovo aveva quella capacità di spezzargli il fiato, di scuoterlo da tutte le preoccupazioni, di renderlo triste e felice nello stesso tempo. Non poteva continuare a restare lì dove l’aveva lasciato tanti anni prima?
Quel nome avrebbe potuto dormire come facevano i rumori di quella sera, mangiato dal silenzio, dalle parole non dette. E invece...
Perché in quel momento, perché di nuovo?

Si era fatta l’una.
Gerard spense il fuoco e con l’amaro in bocca si distese sul suo letto vuoto.
Poi avvenne qualcosa, che gli umani non sanno spiegarsi. Forse il Destino, il Fato, l’Amore.
Suonarono alla porta.
-Frank?.- Gerard era senza parole, davanti a lui un nanetto incappucciato e pieno di neve gli sorrideva come aveva sempre fatto, come se nulla fosse cambiato. E come nel ricordo dei giorni felici le loro labbra si sovrapposero dolcemente.
Gerard venne improvvisamente percosso da un fuoco, che subito si diffuse in tutto il corpo. Il miglior calore che avesse potuto desiderare.

Non aveva senso un cielo senza stelle, pensò.
 
E sorrise tra le lacrime che gli scendevano calde sul viso.

 
  
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