Spazio, vuoto attorno a me, la sensazione dell' ultimo momento, la visione opaca della fine.

La mia vita era meravigliosa, ma non ero una ragazza normale.
Caddi sulla Terra pochi giorni fa, non conosco niente di qui, non so cosa significhi ad esempio la parola "studiare", o tutte le altre parole, ma ero sola qua, quindi dovevo adattarmi, sarebbe stato l' unico modo per continuare.
Mi presento, mi chiamo Seveya, lo so, non è un nome comune, ma da dove vengo io significa "salvezza", per questo i miei genitori mi hanno chiamata così.
Mia madre è morta quattro anni fa, quando avevo solo quattordici anni, mio padre invece non l'ho mai conosciuto.
Sono cresciuta con i miei zii, ma mi hanno abbandonata un anno fa dicendomi di costruirmi un futuro lontano da loro, e così sto facendo. Il mio è un passato difficile, non comune a quello di nessuno.
Mi sento perplessa all' idea di dover trascorrere gran parte della mia vita qui, in questo strano mondo fatto di alti habbat di pietra e costretta a dover vedere il mio regno da lontano, ma sono ancor più distrutta all' idea di non poter cambiare tutto questo.
Non posso tornare dai miei zii, né dai miei amici, neanche nei grandi e azzurri bashari in cui passavo la maggior parte del mio tempo a leggere.
Mi piaceva passare il tempo a pettinare i miei lunghi e dorati capelli mossi, ad indossare quei tanti e meravigliosi abiti bianchi dei quali purtroppo adesso mi rimane solo il ricordo. Ricordo ancora i giorni passati a fissare quei grandi talush pieni d'acqua con piccoli jehi che vi nuotavano dentro, ogni giorno vedevo riflettere i miei occhi blu nel riflesso. Mi manca la mia vita, non voglio iniziarne una nuova.  La mia migliore amica era Crishan, mi manca molto, era l' unica persona pronta a consolarmi in qualsiasi situazione. Stavo vagando per le strade di Londra, quando ad un tratto vedo un bar "Angels Coffèe", sorrido ed entro.
Ero sbalordita da ciò che stavo vedendo, non sembrava affatto un "angels coffèe"! Era tutto buio, gli shaver venivano serviti su degli strani oggetti di metallo, poi vidi una strana cosa con sopra la scritta "TOILETTE" ed incuriosita da cosa fosse entrai. Trovai due strane melen con dei cartelli sopra, uno rosa con una sagoma ed uno azzurro con un altra sagoma. Il mio colore preferito è l' azzurro, quindi entrai lì.
Appena aprii la porta c'era una puzza terribile, e poi vedevo qualcosa muoversi dentro ad un'altra delle sei porte presenti all' interno. Mi girai dalla parte opposta e vidi strani oggetti di metallo sputare acqua, non sapevo come fermarla così inizio a cadere sul pavimento e ad allagare l' intera stanza. Mi impaurii e scivolando caddi a terra.
Uscì dalla melen uno strano tizio biondo, alto e dagli occhi azzurri.
Mi guardò un po' e poi mi porse la mano; avevo paura che mi facesse del male, ma poi mi fece rialzare ed iniziò a parlarmi…

-Hey tutto bene? Che ci fai qui?- mi chiese
-Buongiorno strano signore, non capisco cosa intende con queste eshare ma la sua presenza non è di mio gradimento.- risposi io
-cos'hai detto? hahaha piacere io sono Ryan e tu?-
-Io cosa?-
-Tu chi sei?-
-Oh, si certo.. sono la regina di elesya, inchinati al mio cospetto-
-Dai non fare la scema, come ti chiami?-
-Io non sono scema! Mi ai chiesto chi sono e ti ho risposto! Comunque mi chiamo Seveya.-
-Fino ad ora non ho mai sentito nessuno con questo nome, da dove vieni?- continuò lui.
Ero seccata da tutta questa insolenza e curiosità nei miei confronti, ma decisi di assecondarlo -Cosa vorresti dire?! Vengo dal regno di Elesya e tu?-
-Ragazza ma hai battuto la testa? cos'è Elesya? Comunque io vengo da qui, da Londra.-
-Non chiamarmi ragazza, ti sto dicendo la verità, non essere insolente ragazzino!- gli risposi io
-Si va bene hahaha sembri simpatica, posso portarti a fare un giro per Londra? Così magari mi dici di dove sei.-
Ero tentata, qui non conoscevo nessuno ed un nuovo amico sarebbe stato l' ideale per rincominciare a vivere qui.
-Certo, ti concedo il permesso di farlo- conclusi.

Lui si mise a ridere ma poi mi fece strada. Uscimmo da quello strano posto e ci incamminammo verso un altissimo habbat con degli stecchini che si muovevano.

-Bello quel' habbat!- dissi io
-Habbat? Haha quello è il Big Ben, è la sede del parlamento britannico- mi rispose-Cos'è un parlamento?-
-Bhè, noi abbiamo anche una regina ma il par..-
-Avete una regina? Voglio conoscerla!-
-Hahaha sei divertente!-

Non avevo capito cosa intendesse dire, ma rimasi in silenzio e continuammo il nostro giro per Londra. Infondo non era un ragazzo tanto male, era carino, simpatico e si stava mostrando gentile nei miei confronti.

-Che scuola fai?- mi chiese
-Io non vado a scuola, io regno- risposi convinta,
iniziò a ridere e poi continuò il discorso:
-Ma perché continui a dirlo?-
-Perchè è la verità!-
-Non ti credo…-
-Fai come vuoi, io sono sincera-
-Perchè chiami in modo strano gli edifici? Cosa sarebbero gli "Habbat"?-
-Si pronuncia Hàbbat, non Habbàt, comunque gli Habbat sono quelli che tu chiami "Edifici" credo, queste strane montagne di pietra. Ma se vi cascano in testa non vi fate male?--Perchè dovrebbero caderci in testa? Sono fatte apposta per rimanere in piedi. Sai, non ti capisco, non riesco a credere a ciò che mi dici, non è possibile che tu venga da un altro Regno.-
-Infatti, io vengo da un altro pianeta, Amohes.-
-Si, certo-
-Già, è così- conclusi io la conversazione.

Perché non voleva credermi? E' la verità! Sono la regina di Enesya, vengo dal pianeta Amohes e non sono soltanto una regina, ma questo non potevo dirlo.
Continuammo a camminare, ed io osservavo continuamente alzando la testa il mio Regno, mi mancava davvero tanto, volevo tornare là.
Mi manca tutto di Elesya.


ANGOLO DELL' AUTRICE:

BHE', E' LA PRIMA VOLTA CHE SCRIVO, QUINDI SPERO VI SIA PIACIUTA! CONTINUERO' PRESTO :)
SE L' AVETE GRADITA LASCIATE UNA RECENSIONE!

ECCOVI COMUNQUE LE FOTO DEI PERSONAGGI DI QUESTO CAPITOLO:

Seveya:




Ryan:



Crishan: