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Autore: Inikos DS    14/08/2013    2 recensioni
Si avvicinò al viso dell’altro, come ipnotizzato dalle labbra schiuse che ispiravano ed espiravano, il petto che si alzava e abbassava.
- Ogni essere è così incolume nell'atto del sonno. Pensò il biondo.
Passò lievemente un dito sulla fronte del moro, delineandone il contorno e scese fino al naso dritto. Solleticò la barba che spuntava dalle guance, inspirò il suo odore.
Brad sorrise.
Il biondo timoroso si bloccò, ma le labbra di quello si richiusero, dormiva ancora; forse avvertiva la sua presenza.
Accarezzò poi le labbra, le baciò con delicatezza, l’altro non parve accorgersi di nulla.
Com'era in pace.
Un bacio ne portò un altro ed un altro ancora… era come drogato da quel ragazzo dormiente…
Improvvisamente però il braccio che lo cingeva strinse la presa, Brad aprì gli occhi.
"Ei…" sussurrò guardandolo. "Sei una visione o cosa?"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Inizio porgendovi le mie scuse, per la mia lunga assenza. 
Allora sono stato promosso senza debiti (smile) e se penso che tra meno di un mese la scuola si riapre, mi viene da piangere.
Comunque se vi ho fatto aspettare tanto, è colpa del mio pc, che si è rotto (ancora adesso lo è), quindi ho impiegato un'eternità a scrivere il capitolo a mano, e poi non ero mai soddisfatto.
Alla fine però c'è l'ho fatta. (smile)
Voi come state passando l'estate? Io sto sempre in giro con la mia best, (ed è grazie a lei se sto pubblicando il capitolo).
Dai adesso vi lascio leggere in santa pace xD
Buona lettura.
 
ps. Questo è il pov di Brad, per rinfrescarvi la memoria, ridate un'occhiata al capitolo 4.
 
 
 
 
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La lucciola nella nebbia.
La fiamma nel ghiaccio.
La gemma nella pietra.
L'inchiostro nella penna.
Il cuore nella gabbia toracica.
 
Sono in trappola.
Costretti a vivere segregati in un mondo che non è il loro.
 
Così si sentiva Brad.
 
Ma...
 
Il vento soffia via la nebbia. “La lucciola è libera” 
La fiamma divampa. Il ghiaccio si scioglie. “La fiamma arde”
La pietra si frantuma. “La gemma risplende”
Il poeta scrive. “L'inchiostro fuoriesce per dar vita a nuove storie”
 
E il cuore?
 
Lui non può scappare.
Non può essere liberato.
E' in trappola.
La maledizione dell'amore lo ha catturato e preso per sempre con sé.
 
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Il suo sguardo vagava in un'immensa villa, un ragazzo accomodato su una sontuosa sedia in mogano,  resa più accogliente da dei raffinati cuscini di batista. In un salone dal soffitto color avorio, dal quale pendevano gocce di rugiada. Dalle ampie vetrate, abbellite da tende di pizzo.
Davanti a lui si estendeva una lunga tavolata, addobbata da due imponenti candelabri d'argento e arricchita da ogni ben di Dio. Salmoni alla griglia conditi con salse dall'odore raffinato. Caviale deposto su bruschette di pane dorato. Cozze e vongole abbellite da ricci e frutti di mare. Vino dei migliori frantoi francesi e champagne delle marche più costose.
 
Qualunque essere umano di fronte a quella vista, sarebbe stato colto da una profonda sensazione di gioia e infinita felicità. 
 
Ma lui no.
Perché?
 
Era circondato da perfetti estranei.
Krystal e suo padre corrispettivamente a suoi lati, e i signori Clarck di fronte a loro.
 
/ A cosa servono i soldi e il lusso più sfrenato, se poi il cuore è una lapide di ghiaccio?
Sono inutili... \
 
Loro non possono sostituire il vuoto che solo u a persona può colmare.
Meglio essere poveri di beni materiali che di affetto.
 
 
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I quattro continuavano a chiacchierare, o meglio, Krystal e suo padre Alistair (suo padre) un uomo di vecchio stampo: dai capelli brizzolati, la pancia tozza e gli occhialini dai bordi e la catenina d'oro. Non facevano che adulare i signori Clarck, assecondando le loro richieste, ed elogiandoli per imprese mai esistite. Brad intanto, giocherellava con il suo salmone grigliato, non aveva fame, né sete.
Sentiva solo un grande vuoto.
Krystal gli aveva ordinato di tenere la bocca chiusa per paura che rovinasse il suo ruolo da ruffiana.
Quella cena pareva interminabile.
I pensieri volarono svelti al pomeriggio appena trascorso, 
-Chissà se Daniel stava bene. Forse anche lui lo stava pensando.
Certo che no. Chi si sarebbe mai innamorato di di un essere sottomesso e incapace di costruirsi da solo una vita indipendente?
Avrebbe voluto stringerlo tra le braccia, toccare la sua pelle calda, immergersi nei suoi occhi. Una foresta formata da tutte le sfumature di verde. Un prato dai ciuffi d'erica. Lui era lì, voleva rassicurare la sua incertezza fragilità. 
Ma improvvisamente un vento gelido, congelò le foglie degli alberi, e i ciuffi d'erica tramutarono in lame di ghiaccio. Tutto divenne azzurro, opale quasi trasparente. 
Quelli non erano gli occhi di Daniel, ma quelli di Krystal!
Infastidito da quella specie di visione, Brad tornò a prestare attenzione alle persone che lo circondavano, appena in tempo per sentire il Signor Clarck emettere un colorito commento sui “finocchi”, come li aveva definiti lui.
 
Non gli avrebbe permesso di passarla liscia.
 
<< Mi dispiace signore, ma come vede sul tavolo non ce ne sono. Se vuole gliene faccio portare dal cameriere. >> disse più sarcastico che mai.
Krystal lo colpì alla caviglia con la punta del tacco, mentre il signor Clarck imbarazzato prtovà a spiegarsi meglio.
 
<< No caro Brad, forse ha capito male io...>>
 
Non lo lasciò finire, interrompendolo bruscamente.
 
<< Non mi serve spiegazione signor Clarck! Ho capito benissimo, lei sta paragonando delle persone a degli ortaggi, in quanto la sua mente di vedute ristrette non riesce a capire che c'è una netta differenza tra i due! >> sbottò fuori di sé.
La signora Clarck fece cadere la forchetta nel piatto di pregiata porcellana, mentre il signor Clarck sbiancò e rimase zitto, senza sapere cosa controbattere.
Alistair da buon padrone di casa, cercò di giustificarlo.
 
<< Scusatelo, sapete al momento sta passando un brutto periodo con la famiglia ed è un po' nervoso. >>
Poi rivolto alla figlia.
<< Krystal perché non accompagni Brad a prendere una boccata d'aria? >>
<< Certo papà. >> rispose lei, facendogli cenno di alzarsi.
Lo scortò fino al balcone della sua odiosa camera.
<< Brad ti è per caso  saltato il cervello? >> sbraitò con la sua solita “gentilezza”.
Lui non rispose.
Ne aveva abbastanza. Di lei, di suo padre. Di tutti!
Voleva solo andarsene in un posto sconosciuto, in compagnia di qualcuno che lo amasse; e in cuor suo sapeva già la risposta.
 
<< Rispondimi Brad, te lo ordino! >> sibilò di nuovo quella a denti stretti.
Brad iniziò a tremare, il sangue gli ribolliva nelle vene, fino ad arrivare al cervello. La vista annebbiata dalla rabbia e l'odio più puro.
<< Mi ordini cosa? Tu non sei il mio Dio. >> sbraitò guardando Krystal con occhi fiammeggianti.
Quest'ultima incominciò ad arretrare, spaventata e sorpresa allo stesso tempo, dal nuovo lato animalesco di Brad che non conosceva.
Ma prima che potesse fare un altro passo, il ragazzo l'afferrò per la vita e la sbalanzò oltre il parapetto in muratura.
Dopo un attimo eterno attimo, si avverti il rumore dell'acqua, che si increspa. CRSHH
Krystal era precipitata nella piscina al piano terra.
 
Un fremito scosse Brad dalla testa ai piedi.
 
-Cosa aveva fatto? 
Solo ora che la rabbia era svanita si rendeva conto dell'atto appena compiuto.
Senza pensarci due volte si precipitò al piano terra, tuffandosi in piscina senza badare al costoso completo di Calvin Klain prestatogli da Alistair quando era ancora giovane.
Il corpo di Krystal giaceva sul fondo della piscina. I capelli e il vestito in taffetà ondeggiavano come tentacoli di meduse.
Con un po' di fatica, la riportò a galla. Depositata sull'erba tagliata di fresco, urlò per attirare l'attenzione degli ospiti e dei domestici, poi si accovacciò per praticarle la respirazione bocca s bocca.
Il cuore se pur debole batteva ancora.
No, non poteva morire. Non doveva morire!
La sua morte equivaleva alla galera; conoscendo Alistair addirittura all'ergastolo. Certo poteva sempre mentire, ma non era capace di farlo su una cosa così grossa.
Non gli avrebbe permesso di rovinargli quel che della vita gli rimaneva.
 
Subito arrivarono i passi frettolosi di Alistair, seguito dai signori Clarck e dall'intera servitù.
 
<< Tu! Cosa hai fatto alla mia bambina? >> tuonò il capofamiglia, fulminando Brad con lo sguardo.
Scansandolo con una manata si accovacciò vicino alla sua bambina, che non dava segni di riprese. Un'istante dopo arrivò anche l'ambulanza annunciata dalle stridenti sirene oceano. Dal veicolo scesero quattro infermieri che subito calarono la barella sulla quale deposero il corpo esanime di Krystal. Alistair salì con loro, nonostante fosse ben consapevole di dover rinunciare al grosso affare, che stava per riuscire a compiere, tuttavia amava troppo sua figlia per non sostenerla in un momento del genere.
 
<< Con te farò i conti più tardi. >> sibilò a Brad in cagnesco, prima che lo sportello si chiudesse.
Quest'ultimo rimase lì senza sapere che pesci prendere.
I signori Clarck sbigottiti, da tutti quei colpi di scena, se ne andarono senza degnarlo di uno sguardo.
 
Cosa doveva fare?
La polizia lo avrebbe arrestato? 
Scappare era inutile. Qual'era l'ultima cosa che voleva fare prima che la libertà gli fosse stata sottratta?
Il cuore rispose per lui.
Incontrare Daniel.
 
 
 
 
 
 
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La luna era scomparsa, e ora il cielo era nero come pece.
Grossi nuvoloni petrolio avanzavano sempre più, annunciando un temporale con i fiocchi.
Brad si aggirava per le vie della città silenziose e macabre.
Tutto taceva.
-Come avrebbe fatto a trovare Daniel? Non sapeva niente di lui; dove abitasse o che scuola facesse. Gli unici posti in cui l'aveva visto erano la biblioteca e il bar, chiusi a quell'ora. Così decise di prendere la strada per il parco.
Arrivato si sedette sotto la panchina, illuminata dall'unico lampione ancora funzionate.
L'altalena cigolava in modo sinistro, e i rami delle piante frusciavano, emettendo suoni d'oltretomba.
Un gatto nero si aggirava in cerca di un riparo dalla pioggia imminente.
Gli occhi evidenziatore, affascinanti e misteriosi, come la luce del faro per le falene.
Un lampo squarciò il manto ossidiana, dal quale iniziarono a cadere gocce di tempesta, che si andarono ad unire alle calde lacrime di disperazione che solcavano il viso di Brad.
 
-Non voleva più soffrire.
Non voleva più fingere
Non voleva più nascondersi
Bensì
Voleva amare 
Voleva mostrarsi a tutti per quello che era. 
E soprattutto...
Voleva Daniel.
 
Se fosse finito in carcere i suoi genitori cosa avrebbero fatto? Sicuramente niente. Anzi la galera sarebbe stato un pretesto in più per farsi odiare. Povera Angy, chissà come avrebbe reagito sapendo di avere un fratello criminale. Anche lei si sarebbe allontanata ignorando la sua esistenza?
E Daniel? 
 
Il tremore del telefonino (stranamente ancora funzionante) nella tasca dei pantaloni, ormai fradici, interruppe il corso dei pensieri di Brad.
 
<< Pronto. >> esclamò con voce che non era sua.
<< Brad sono Alistair, Krystal ha ripreso conoscenza, vieni subito qui, ho un'accordo da proporti. >>
Non attese nemmeno una sua risposta, riattaccandogli in faccia.
 
-Krystal era ancora viva.
Niente carcere. Forse...
Ma cosa intendeva dire Alistair con la parola “accordo”?
 
 
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Benarrivati alla fine del capitolo. (smile)
mi auguro che vi sia piaciuto. Se volete lasciate una recensione, che è sempre ben accolta fate pure. Sapere se ci sono errori, o che il mio “lavoro” vi ha soddisfatto per me è importantissimo.
Lo so, vi lascio sempre sulle spine, ma è più forte di me.
Ahahahah Dobby è un elfo libero xD
Grazie a tutti.
Alla prossima. (smile)
Baci baci.
xxNick
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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