21
febbraio ‘08
Alla mia
adorata Bree.
Grazie di tutto, tesoro. Ti voglio bene. TANTI AUGURI!
Mi dispiace soltanto di non essere
riuscita a scriverti quello che mi ero
prefissata all’inizio, ma spero ti piaccia comunque ^^ E per questo ti dedico
il mio Neville, con la speranza che sia anche un po’ tuo <3
Un ringraziamento particolare anche al
mio ammorolo Simo, che mi ha betato questa
storiella. E, tenendo conto che solitamente io non faccio betare
niente a nessuno all’infuori di me stessa, è un bel passo avanti, no? =) Quindi
ringrazio dal profondo del cuore il mio “pervertofilo
gattiforme”, per aver ricontrollato questa fanfic, nonostante lui non sia assolutamente amante del
genere.
Ne approfitto anche per ringraziare infinitamente
tutte le persone che hanno lasciato un commento per la mia ultima one-shot: ubbo, whitewolf88,
Robyn (grazie, carissima, che bello vedere
il tuo nome tra i commenti! Mi manchi tanto!)
RITRATTO DI UNA VITA BIANCA
Un’esistenza
di un bianco accecante. È così che hai vissuto la tua vita.
E
se dovessi scegliere un colore per identificarla, non ci sarebbero blu, rosa,
verde o viola, no. Sarebbe solo bianco, quello stesso colore che in questo
momento hai davanti agli occhi, ad impedirti di vedere qualunque altra cosa.
Il
bianco, come colore neutro, come sei sempre stato. Indeciso, incerto, mai una
scelta intenzionale e certa.
La
sfumatura della resa, della mancanza di volontà di combattere, schiacciato dal
peso della paura.
Il
colore della luce, perché un tuo sorriso riesce anche ad illuminare tutte le
persone che ti circondano, ma quando si spegne è come aver soffiato su una
fragile fiamma.
Il
bianco della morte, per la perdita imprevista delle persone che amavi a causa
della guerra, a cui sei andato incontro volontariamente – la tua prima azione
da vero Grifondoro, esibizione di sfrontato e stupido
coraggio.
Poi
il colore dell’unione, perché hai trovato la persona più adatta per te, e se tu
sei il bianco, lui è il nero. Opposti, ma che prima o poi sono destinati ad
incontrarsi nelle sfumature di grigio.
Perché
puoi anche essere il bianco, ma esso non è semplice luce, oh no. Il bianco, invece,
è l’insieme di colori, l’abbraccio di tutte le sfumature. Ed è così che sei: ad
una prima occhiata del tutto irrilevante, come una futile farfalla, appena nata
dal suo bozzolo, ma un suo insignificante battere d’ali può provocare un
uragano dall’altra parte del mondo, così come tu riesci a mostrare tutte le
sfumature di cui sei composto, in modo inaspettato.
E,
infine, il bianco del nulla, della mancanza, dell’oblio, come una cornice
vuota, senza alcun ritratto all’interno. Ma il tuo nero è riuscito a farti
uscire da quell’assenza del tutto. Proprio come ora toglie dai tuoi occhi quel
bianco, aiutandoti a infilare quel maglione che tanto ti stava ostacolando. Un
poco spaesato cerchi il suo sguardo, ma invece sono le labbra che si
incontrano, in un lieve contatto.
Ti
passa una mano tra i capelli, in un gesto quasi noncurante, ma che ti trasmette
tutto il suo amore, mentre commenta divertito quanto appena accaduto, sempre
tenendoti tra le sue braccia. E ti concedi un sorriso. Uno di quelli luminosi,
che, forse non te ne accorgi nemmeno, ma illumina l’intera stanza e, ancor più
importante, sembrano illuminare lui.