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Autore: PrimPrime    15/08/2013    1 recensioni
Un grido echeggiò nella giungla
“cavalieri!”
Sentendolo i due si fermarono e sfoderarono le spade pronti a difendersi. Davanti a loro apparvero due ragazzi dai vestiti consumati e logori, e con i visi impiastricciati di tintura e sudore. Uno di loro impugnava la spada mentre l’altro sembrava pronto a combattere a mani nude.
“se vi avvicinate sarà peggio per voi” lo avvertì Efrem
“hai visto? Già rischiamo la vita per colpa tua, l’avevo detto che ci avresti fatto ammazzare!” gli urlò Amos.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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___Una ferita da riaprire

Per tutta la vita si era sentita in dovere di aiutare gli altri.
Molte persone si stavano radunando presso una città, perché non andare a dare un’occhiata? Magari c’era bisogno di costruttori, di contadini, di infermieri. Qualsiasi cosa le sarebbe andata bene, pur di aiutare il prossimo.
La città si chiamava Darkaria, aveva edifici imponenti e colorati, che trasmettevano allegria. Ma una volta entrati, lo spettacolo era diverso. I cittadini erano costretti a lavorare senza tregua, alcuni morivano di stenti e i loro cadaveri venivano lasciati sulla strada. Quello spettacolo agghiacciante le gelò il sangue.
Un uomo le si avvicinò e l’afferro per il braccio, ma lei sguainò la spada e si difese come meglio poteva. Ci vollero cinque uomini per placare la sua ira.
Quando finalmente riuscirono ad immobilizzarla, venne portata in una grande sala con addobbi rossi e un trono degno di un re. Su di esso era seduto un ragazzo e al suo fianco un cavaliere in armatura di ferro, come quelli che l’avevano catturata.
Gli uomini affermarono che era brava a combattere e il re decise di metterla alla prova. La fece combattere con Aron, il suo guerriero migliore.
Aron era il cavaliere che gli stava affianco, proteggendolo da tutto e da tutti. In combattimento dimostrò di sapersela cavare ma la ragazza non fu da meno.
“basta così” disse il re “io sono The Black Cavalier, il re di Darkaria. Dimmi il tuo nome”
“mi chiamo Fox” rispose con orgoglio
“Fox, vuoi essere il mio comandante? Condurrai una vita ricca di soddisfazioni, quasi come quella di un re. Sarai il vice di Aron e uno dei miei guerrieri migliori”
Lei non voleva accettare, ma se rifiutava potevano farle di tutto. Infatti, intorno a loro, si erano radunate schiere di cavalieri per vederli combattere.
“accetto” rispose dopo un attimo preso per pensare.
Allora vide il re indietreggiare di un passo e portarsi una mano sul ventre. Quel gesto dava l’impressione che un ricordo gli fosse tornato alla mente, un ricordo doloroso. Qualcuno doveva averlo ferito. Solo allora notò che una benda glielo fasciava. Adesso Fox sapeva cosa fare, doveva aspettare il momento giusto e lo avrebbe attaccato: aveva una ferita da riaprire.

___

I quattro ragazzi si erano addormentati per strada in un vicolo stretto, mentre ancora camminavano. Questo perché erano sfiniti, ma non volevano smettere di procedere. A svegliarli era stato un grande trambusto provenire dalla strada principale. Quando vi arrivarono capirono tutto, la popolazione veniva portata verso il castello.
Decisero di mischiarsi tra la folla e in poco tempo furono dentro al maestoso castello di The Black Cavalier. Seguirono gli altri cavalieri e le persone in una grande stanza e si trovarono nella sala dove il re parlava al popolo. Sui muri c’erano addobbi rossi, alcuni dei quali raffiguranti il suo stemma, e in terra vi era un tappeto rosso. Il popolo venne fatto accomodare sulle molte sedie presenti in sala, che guardavano verso il trono, mentre i cavalieri dovettero restare in piedi dietro di loro.
Non passò poco tempo che il re entrò, scortato da due cavalieri. Quello alla sua sinistra era Aron, ormai lo avrebbero riconosciuto tra mille. Perché? Semplice, avevano capito che, essendo il generale, era l’unico ad avere degli inserti blu sull’armatura.
Alla sua destra, invece, vi era un cavaliere con dei dettagli in rosso sull’armatura. Era il capitano Fox, ma ancora non la conoscevano.
“fate silenzio al cospetto del nostro re” ordinò Aron e tutti subito obbedirono.
Perché Remi non era lì? Forse l’avevano catturata veramente. Tutti e quattro capirono subito che avrebbero dovuto agire.
Amos estrasse l’arco e mirò la testa di The Black Cavalier, mentre tutti erano troppo attenti per accorgersene. Stava per scoccare un colpo mortale quando tutte le altre frecce sgusciarono fuori da una tasca e caddero in terra, provocando un forte rumore che echeggiò per la sala. Improvvisamente gli altri cavalieri si voltarono a fissarlo, i suoi amici compresi. Mollò la presa sull’arco, facendo partire ugualmente la freccia che però venne prontamente schivata.
Fu allora che Aron scese le scalette che lo separavano dal resto del popolo e gli andò incontro a grandi falcate. Appena gli fu davanti non esitò a togliergli l’elmo dalla testa.
“Amos! Lo sapevo! Ci sono anche i tuoi amichetti vero?” gli urlò contro.
Il ricciolo anziché rispondere gli sputò in faccia, suscitando ancora di più la sua collera. Il generale lo prese per un braccio e lo trascinò davanti a The Black Cavalier, facendolo inginocchiare davanti a lui.
“chi sei?” gli chiese il re in tono severo.
Ma il ragazzo non voleva parlare.
“si chiama Amos e insieme a un altro tipo e a Remi vagano per le zone circostanti scappando da ogni piccolo e innoquo mob che si trovano davanti” disse Aron.
“questo non è affatto vero!” Amos si era alzato e gli aveva puntato un dito contro, urlandogli in faccia.
Ma The Black Cavalier non aveva colto tutta la frase, si era fermato quando aveva sentito il nome di Remi. Se lui era un suo amico, era probabile che anche lei fosse nella stanza. Si portò una mano al ventre, dove lei lo aveva colpito e per un attimo ricordò quel doloroso momento.
“l’assemblea è rimandata!” ordinò. “Aron, porta questo sporco ribelle in una cella e cerca i suoi amici, devi trovarli al più presto! Fox, prendi un cavaliere in cui riponi fiducia e seguimi nelle mie stanze”
Mentre il popolo veniva scortato fuori, il capitano si avvicinò ad uno dei cavalieri che la seguì subito. Durante l’assemblea aveva avuto la paura di non poter più intraprendere il loro piano, ma per fortuna si sbagliava. Si era sentita sollevata quando il re le aveva ordinato di chiamare un cavaliere fidato, quindi chiamò a sé Remi e proseguì con lei in un corridoio dietro alla sala.
Intanto Aron stava portando Amos nelle segrete, senza che il ribelle smettesse di insultarlo. Il cavaliere, ovviamente, rispondeva ad ogni singolo insulto con rabbia.
“ti rendi conto? Una volta eravamo amici noi due!” gli ricordò Aron, guardandolo con disprezzo.
“si, e poi ho visto chi eri davvero!” Amos gli urlò in faccia con tutta la forza che aveva.
Il ragazzo stava per sbatterlo in una cella quando emise un gemito e cadde a terra. Dietro di lui erano arrivati Efrem, Man e Craf e lo avevano colpito. Se non era morto, era ferito gravemente. Ma non avevano il tempo di pensarci. Diedero una rapida occhiata alle segrete ma erano vuote, quindi Remi non era stata catturata.
Forse aveva trovato un modo per seguire Dark e ucciderlo lontano dagli occhi degli altri cavalieri.
Decisero che dovevano seguirlo e se Remi non era lì lo avrebbero ucciso loro.
   
 
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