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Autore: Inquisitor95    15/08/2013    1 recensioni
Dal secondo capitolo:
[…] Sento il fiato mozzato per l'agitazione: manca l'ultimo nome, l'ultima possibilità per finire negli Hunger Games; Raymond Stregor prende il bigliettino contenente l'ultimo partecipante del nostro Distretto. Lo dischiude e lo posa davanti ai suoi occhi, prende fiato e legge il nome.
« Darin Sodren! » urla con tranquillità.
È il mio nome! Forse l'ho sentito solo perché ho paura di essere realmente chiamato. Mi guardo intorno e vedo che tutti i ragazzi si sono voltati e mi guardano con sguardo addolorato. Allora è tutto vero! Ormai sono un tributo per gli Hunger Games! Sento un nodo alla gola, prendo una boccata d'aria per non scoppiare in lacrime sul momento, m'incammino verso il palco, verso il mio destino, verso la mia fine! […]
Genere: Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Nuovi Tributi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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La porta del Palazzo di Giustizia si apre improvvisamente e la luce esterna viene contro noi Tributi. Raymond Stregor avanza verso di noi tutto felice; provo odio per lui, per Capitol City, per il destino che mi si sta presentando. Ai miei occhi appare come un'enorme palla di grasso che rotola verso di noi. I Pacificatori chiudono le porte dietro di lui e torniamo nell'ombra. Né James né Marvin si muovono dai loro posti e i loro sguardi si spostano verso il nuovo arrivato.
« Che ragazzoni in forma! » dice Raymond fermandosi a pochi passi da noi. Ci sta scrutando uno per uno a partire da James: ovviamente lui ha un bel fisico e non ne trovi difetti, non sembra neanche essere denutrito o roba simile. Su di me indugia più tempo; forse i suoi pensieri vanno alla scarsità dei miei muscoli e quindi alla poca forza. Sposta lo sguardo su Marvin e sembra più che soddisfatto. « Magari uno dei due vincitori di quest'edizione potrebbe essere uno di voi... » in quel “voi” non ci sono io.
« Qual è il programma? » chiede Marvin avvicinandosi, ha la voce pensante e grave. Si sposta dal suo posto e si avvicina a Raymond.
« Essendo il vostro accompagnatore ho il compito di prepararvi alla galanteria di eventi mondani come potrebbe essere l'Intervista! Direi di cominciare con te! » risponde Raymond rivolto verso di lui. Ricordo che da un paio di anni i Tributi stanno pochi minuti al Palazzo di Giustizia, forse è questo ciò che accade. Lezioni di galanteria e di garbo!
« Cosa dovrei fare? » chiede scontroso Marvin, incrocia le braccia con una smorfia di noia in viso. Vuole cominciare ad uccidere è chiaro.
« Moderare i toni per cominciare! » risponde secco Raymond. « Dovete presentarvi con garbo alle telecamere e agli sponsor. Se vi vedranno sgarbati potrebbero non mandarvi doni quando sarete nell'Arena! »
Non mi sento in vena di parlare. Sono ancora sotto shock. Al mio posto è James ha parlare. Ha un voce delicata e calda, sembra trattenere la paura.
« A cosa ci serve un accompagnatore? Voglio dire... potrebbero semplicemente portarci i Pacificatori alla stazione e scortarci per tutta Capitol City! » Raymond fulmina James con i suoi occhi grigi e spenti che in un secondo prendono fuoco.
« Tu non sei educato! » dice carico di veleno nella voce. « Ad ogni modo... » riprende a parlare con Marvin. Vedo James che lo guarda carico di rabbia e trovo la cosa quasi divertente.
Riesco a farmi scappare persino un sorriso, James volge il suo sguardo su di me e non sembra essere arrabbiato, smetto però di sorridere e decido che stare seduto e immobile non mi fa bene. Mi alzo a fatica e sento la testa girarmi. Sento che sto quasi per cadere, forse perché in parte il caldo mi soffoca; prima che io mi muova mi appoggio alla scrivania e quasi mi ci siedo di botto. La testa mi gira e sento ancora più caldo. James si avvicina con fare gentile.
« Tutto bene? Non mi sembri molto in forma... sembri un fantasma! » credo che il suo sia un semplice modo per fare conversazione e per non farmi pensare agli Hunger Games. Non ottiene l'effetto che spera. Sono più irritato che mai!
« Tranquillo sto benissimo! » devo dimostrarmi forte agli altri due. Potrebbero anche fare i gentili e poi essere i primi a darmi la caccia nell'Arena.
« Mi chiamo James! » dice tendendomi la mano. Che gioco sta facendo?
« L'ho sentito come ti chiami! » gli rispondo acidamente. Lui non sembra demordere. Lascia la sua mano sospesa tra noi due. Alla nostra conversazione si aggiunge Raymond.
« Così non ci siamo ragazzo! James si è presentato educatamente tendendo la mano e tu devi fare lo stesso. Mettiamo il caso che qualche sponsor ti si presenti, non puoi certo comportarti così! Inoltre... » i suoi discorsi mi infastidiscono! È come una mosca grassa e gigantesca. Taglio corto e prendo la mano del ragazzo.
« Il piacere è tutto mio, mi chiamo Darin! » accenno pure un inchino e James mi stringe la mano. Non posso negare che riesce ad infondermi uno strano senso di sicurezza.
« Molto meglio devo dire, magari però... un po' meno... gay ecco! » mi corregge ancora Raymond. Un campanello d'allarme risuona in me: essendo di Capitol City non sa di me ovviamente. Marvin però non si lascia sfuggire l'occasione di una risata. Sembra divertito dal mio imbarazzo.
« Io lo sono! » gli dico tornando acido. Mi accorgo di aver stretto troppo forte la mano di James e la lascio come se fosse rovente. « Scusa non volevo stringerla... »
« Tranquillo sto benissimo! » dice ridendo. Ha usato la mia stessa frase e sembra divertito dal mio imbarazzo. Questo James mi darà problemi è certo! Mi irrita troppo!
« Ehm... be' magari può essere utile questo fatto... non ne capitano molti di così spontanei a Capitol City. Sai ci sono molti sponsor... come te... insomma... » Raymond è chiaramente imbarazzato, ciò non fa altro che aumentare il mio odio per lui.
« Cosa?? » Marvin si intromette con fare disgustato. Raymond lo fissa con superiorità e riprende a parlare.
« Numero uno: non si interrompe mai qualcuno che sta parlando con qualcun altro o che non ha ancora finito! Numero due: questo può essere un vantaggio per tutti voi ragazzi. Saranno più tentati di darvi aiuto se gli state simpatici! »
« Io non ho bisogno del loro aiuto! » dice Marvin voltandoci le spalle e allontanandosi. Raymond lo segue per correggerlo e io torno in me. Accanto ho ancora James che sembra divertito dalla scena.
« Tu ridi mai? » mi chiede. Ridere? Forse non si è reso conto di cosa sta succedendo. Lo fisso con incredulità. Ancora mi rivolge la parola dopo aver avuto la conferma della mia natura? Sono sicuro che lo sa già e quindi gli è servito da conferma. Un ragazzo col cervello qui al Distretto 5? Bello e intelligente? Possibile?
« Ehm... sì rido! Ma forse non ti sei reso conto che stiamo per essere mandati nell'Arena! » magari se glielo ricordo si leverà quel sorriso fastidioso dalla faccia. Lui continua a mantenere il sorriso, è più spento di prima però.
« Già... ma essere tristi, arrabbiati e sgarbati come fai tu non ti salverà da lì, no? » è strano come lui sia riuscito a farmi del male con le sole parole. Forse sono stato un po' troppo sgarbato.
« Scusami allora... » che danno può fare aprirsi con lui? Sto già andando a morire, peggio di così che può capitare? « Non è un problema per te la mia omosessualità? » gli chiedo gironzolando per il Palazzo di Giustizia. Restiamo sempre nell'atrio in modo che i Pacificatori possano controllarci costantemente. James resta al mio fianco e mi sovrasta con la sua altezza.
« No figurati... » non sembra in imbarazzo e pare dire il vero. Potrebbe essere davvero simpatico come dicono i miei genitori.
« Mio padre dice di averti incontrato qualche giorno fa dal ferramenta. Dice che lavori... perché? » gli chiedo senza troppi problemi. Guardo in avanti e mi rendo conto che la paura è svanita. Sento un po' di leggerezza.
« Ecco... la mia famiglia non è molto ricca, anzi, non lo siamo per niente. Mio padre lavora quasi tutte le ore del giorno come impiegato alla centrale elettrica sul mare. Non guadagna molto » credo di aver toccato un argomento delicato e non è mio affare.
« Non avrei dovuto chiedertelo! »
« Non ti preoccupare. Quante tessere hai? » chiede. È chiaro che se lui lavora e suo padre non guadagna molto, avrà molte più tessere rispetto a me.
« Sei. Tu? » lo dico tremolante perché temo la sua risposta.
« Io le avevo a tredici anni! » dice ridendo. « Ventiquattro! » sento il pavimento mancare sotto i miei piedi. È un ragazzo buono e dolce, un grande lavoratore probabilmente, rischia la vita per la sua famiglia e questo è ciò che gli deve capitare!
Ancora una volta sento lo stomaco rivoltarsi e mi piego in due. James si china su di me, sembra tranquillo. Come se aspettasse una qualche mia risposta.
« È orribile! » riesco a dire con voce tremante. Lui mi tiene per la braccia e mi tira su. Non sento neanche dolore, ha una presa delicata.
« Non così orribile se ci pensi... per i miei genitori e per la mia sorellina sarei pronto a tutto! » dice serio. Anch'io sento di essere così. Ero pronto a sacrificare me stesso per Seth no? Pensare al mio fratellino mi fa stare male. Meglio lasciar perdere.
« Hai una sorellina? » gli chiedo stupidamente. Finalmente la sua stretta diventa debole e mi reggo in piedi. Sono davanti a lui e sento uno strano senso di imbarazzo.
« Ha solo otto anni » dice pensando con un dolce sorriso alla sorellina. « Si chiama Mary. Raccolgo tessere anche per lei, non voglio che anche lei faccia lo stesso. Voglio che il suo nome non compaia quanto il mio... » i suoi occhi verdi s'inumidiscono. « Certo forse dopo quest'anno si troveranno senza le mie tessere e i miei sforzi » anche lui è rassegnato come me. Non siamo poi tanto diversi.
« Anch'io ho un fratellino! » gli dico lasciandolo dietro di me e riprendendo a camminare.
« Tutti nel Distretto conoscono te e la tua famiglia » dice con un sorriso. « Più te. Sei come una star nel Distretto... »
« Immagino il perché! » sicuramente per me e Ryan. Ryan... pensare a lui è come riaprire una voragine nel mio cuore. Non rivedrò più il ragazzo che amo.
« Sei realmente fidanzato con Tersdan? » ha usato il cognome di Ryan. Ci stiamo avvicinando a Raymond che sembra aver annoiato a morte Marvin. Magari è una nuova tecnica di Capitol City farci a pezzi moralmente.
« Sì... stiamo insieme da tre anni »
« E vuoi tornare da lui? » chiede con naturalezza. Non posso rispondere visto che la porta del Palazzo di Giustizia si apre improvvisamente e si avvicina un Pacificatore con divisa nera. È colui che deve scortarci alla stazione. Raymond è emozionato e ci spinge tutti e tre fuori alla luce del sole. Fa caldo e ci sono alcuni uomini che stanno smontando gli schermi e gli altri macchinari, nessuno sembra notare la nostra presenza e la piazza è completamente vuota oltre i lavoratori. I familiari di coloro che non sono stati chiamati staranno festeggiando. Le nostre tre famiglie invece staranno piangendo la nostra scomparsa. Una grande limousine si trova davanti al palco. Scendiamo gli scalini ed entriamo nell'automobile. C'è un piccolo tavolino e sei posti attorno ad esso. Io mi siedo al centro tra i due ragazzi mentre Raymond si trova dall'altro lato. Comincia a parlare di quanto sia bella Capitol City, di ciò che ci aspetta sul treno, del lusso a cui prenderemo parte. I suoi primi discorsi sugli Hunger Games riguardano la Sfilata dei Tributi. Comincia a parlare dei nostri tre stilisti e tutti noi perdiamo il filo del discorso. Non ci importa niente di quel che dice!
La stazione è grande e non troviamo nessun civile eccetto i Pacificatori. Stanno sorvegliando un grande e lungo treno argentato pieno di stemmi di Capitol City: sono dipinti di rosso in modo da spiccare come se bruciassero. C'è una lunga fila di finestre e la maggior parte di esse hanno i vetri oscurati: nessuno può vedere l'interno ma chi sta dentro vede cosa sta fuori. Il primo a salire sul treno e Raymond che ci tende un braccio come ad indicarci la direzione. Marvin è il primo di noi a salire e non bada e fermarsi sulla soglia per vedere l'interno, entra come se conoscesse la strada. James si fa avanti e sale i primi scalini, si gira e mi tende con dolcezza la mano. Ignoro quel gesto di gentilezza perché sento il fiato mancarmi, sono in trappola ormai.
James si volta in avanti e prosegue con incertezza dentro il vagone. Sono praticamente dietro di lui quando la porta si chiude e non abbiamo più via di scampo. Raymond supera tutti noi e si avvicina ad un telefono nella parete. Clicca un pulsante con scritto “sala controllo” e parla.
« Siamo tutti dentro. Possiamo partire! » parla come se stesse andando al lunapark, ma per noi non è affatto così! Sono arrabbiato e ho voglia di picchiarlo. Sento infine le ruote del treno muoversi e prendere velocità. A poco a poco la stazione scompare e così fanno le case del Distretto 5; rimaniamo in silenzio e il treno va alla sua massima velocità quando ci lasciamo dietro il distretto. Il nostro viaggio comincia ora.
« Mettetevi comodi! » ci dice Raymond. Credo voglia che ci sediamo sui divanetti e sulle poltrone in questo vagone. « Vado a cercare Norman Vonshuttle... » continua. Il nostro mentore. Si avvicina alla porta del vagone e scompare oltre.
Il vagone è lungo e dalle pareti argentate, i divanetti e le poltrone sono di un rosso simile al sangue, ci sono alcuni mobili di quello che sembra essere mogano. Dei bei lampadari illuminano la stanza debolmente visto che è ancora giorno. È tutto molto lussuoso, mi ricorda alcuni uffici bancari o al Palazzo di Giustizia.
Vedo Marvin che si siede il più lontano possibile da me, si stira per intero su un divano e mette i piedi con le scarpe sui cuscini. È un idiota! James invece si mette su una poltrona accanto a due divani piccoli. Mi siedo su quello più lontano dal ragazzo e rimango assorto nei miei pensieri. Da cosa cominciare? Devo chiedergli qualcosa in particolare? Norman come potrà farmi vincere? O farmi resistere? Ciò che Ryan considerava buone capacità a me non convincono, ho paura di morire nella corsa verso la Cornucopia. Il nostro mentore entra nel vagone e si chiude la porta dietro le spalle. I suoi occhi scuri ci scrutano uno per uno come se riuscisse a vedere un vincitore tra noi, probabilmente non si fermerà a lungo su di me. Dopo pochi attimi si avvicina a noi e si siede sul divano tra me e James. Tutti e tre pendiamo dalle sue labbra come se da ciò che sta per dire dipendesse la nostra vittoria.
« Ciao ragazzi! » si limita a dire con il viso chino. Ciao? Ci sta salutando? Voglio consigli non saluti!
« Cosa dobbiamo fare? » dice Marvin ignorando come me i saluti dell'uomo.
« Quanta fretta... » fissa l'orologio che ha sul polso. « Tra due giorni saremo a Capitol City... in questo lasso di tempo devo infondervi tutto ciò che conosco sull'Arena »
« Sarebbe a dire? Come si caccia? Come si sopravvive? » Marvin sembra eccitato da tutto questo. Forse vuole vendicare il fratello morto.
« Consiglio numero uno: frena la lingua! » dice Norman seccato. Marvin si pietrifica e io cerco di resistere dal ridere. James mi fissa divertito e mi concentro su Norman per non scoppiare. « Da un punto di vista di osservazione: cosa capite dall'inizio degli Hunger Games? Perché dopo il minuto di tempo tutti corrono o non si tuffano subito sulle armi? » è una domanda.
Ho assistito ad alcune edizioni, ogni anno i Tributi aspettavano un intero minuto sulle loro pedane, una volta che il tempo scade corrono verso la Cornucopia o dal lato opposto. Perché aspettare? Cerco qualcosa nella mia mente quando compare un ricordo. Avevo sei anni, stavo osservando alla televisione il primo giorno degli Hunger Games, un Tributo del Distretto 8 aveva abbandonato la postazione appena era partito il tempo; ricordo solo che esplose in pezzi appena mise il piede a terra. Mine antiuomo!
« Ci sono delle bombe attorno alle pedane! » rispondo. « Al termine del minuto vengono disattivate? » chiedo con insicurezza. Norman mi fissa sconvolto, non si aspettava che rispondessi correttamente.
« Esatto, complimenti. Quest'anno abbiamo qualcuno con il cervello! » mi sento lusingato da quel complimento. « Già... mine! Non toccate il pavimento neanche con una pietra piccola. Alla minima variazione di peso si attivano e voi saltate in aria! » i consigli sono appena cominciati.
« Va bene! Poi? » chiede Marvin affamato di informazioni. « Corriamo verso la Cornucopia? » Norman scuote la testa.
« Ci sono due strategie che si basano sulla vostra velocità e agilità: la prima è di correre verso la Cornucopia e cercare di prendere quanti più zaini possibili, i più vicini a voi conterranno oggetti non molto utili ma tutto vi sarà d'aiuto. Ora: tutti i Tributi sono disposti a cerchio attorno alla Cornucopia, essa sta quindi al centro e figuratevela come una zona rossa piena di cibo, acqua e armi. Attorno alla zona rossa ci sono cinque anelli, poi a distanza di qualche metro ci siete voi. Ogni anello contiene qualcosa di utile in base alla sua posizione... nel primo anello ci staranno zaini con armi, acqua, tende e altro. Nel secondo invece posizionano armi e tende. Dal terzo in poi dite addio alle armi, ci sono acqua e tende. Nel quarto anello troverete tende ed oggetti che illuminano o che vi aiutano. Nel quinto anello troverete zaini piccoli dal contenuto ignoto. Può esserci un'arma o acqua o cibo... »
« Perciò cosa facciamo? Prendiamo uno zaino del quinto anello? » chiede James.
« Darin tu cosa faresti? » mi chiede Norman. Io? Che cosa farei? Sono abbastanza veloce. Potrei forse arrivare al primo anello tanto per prendere un'arma... ma non sono sicuro che sia la scelta più giusta.
« Ecco... » non so cosa rispondere e lui mi precede.
« La seconda strategia è quella di ignorare tutto ciò che è intorno alla Cornucopia e fuggire dal lato opposto. Ciò è molto utile in quanto vi assicura la vita e almeno non morirete nel bagno di sangue della Cornucopia, ma una volta che sarete fuggiti dovrete aiutarvi con la natura, in quel caso vi consiglio di trovare una fonte d'acqua pura. Potrete tornare in seguito alla Cornucopia, magari quando le acque si saranno calmate! » termina Norman. La lezione è già finita? Immagazzino tutto ciò che mi ha detto nella mente e cerco di fare spazio a nuove informazioni.
« Come funzionano gli sponsor? » chiede James. « Non credo dobbiamo mostrarci solo educati e simpatici come ci ha detto Raymond »
« Esatto! Io sono quello che, una volta che sarete nell'Arena, vi salverà e cercherà di convincere gli sponsor a mandarvi doni! Acqua, armi, cibo, medicine. Tutto ciò che vi aiuta lo mandano da Capitol City! » prende un respiro e continua. « Voi potete solo mostrarvi simpatici, non potete fare altro. Dovete però aiutarmi a convincerli che su di voi possono scommettere, dovete agire con astuzia ed essere convinti della vostra vittoria... » questo non va di certo a mio favore. Pazienza! Non avrò sponsor. Mi sono quasi rassegnato al mio destino, basta resistere quanto più a lungo possibile.
« Altri consigli? » gli chiedo. Voglio cambiare argomento. Quello degli sponsor non mi servirà d'aiuto. Norman mi guarda soddisfatto del garbo con cui l'ho chiesto.
« Per oggi credo sia meglio finire qui! Domani parleremo delle vostre abilità e capacità. Se mi verrà in mente qualcosa più tardi ne parleremo! » si alza accennando ad un saluto e scompare oltre la porta del vagone.
« Credo dovremmo seguirlo... » provo a dire. James pare essere d'accordo con me. Marvin mi guarda con disgusto. Mi alzo lasciandomi il vagone alle spalle e seguo Norman nel secondo vagone.
Si tratta di una gigantesca sala da pranzo, sembrano esserci numerosi scaffali dal quale prendere cibo, biscotti, dolci vari e altra roba zuccherosa. Raymond è occupato a leggere il giornale su una poltrona che riempie totalmente con il suo grasso. Mi fa cenno di un saluto e ricambio. Mi avvicino al tavolo in cui Norman sta organizzando la sua colazione: una cioccolata calda e un croissant ripieno di crema. Mi fa cenno di sedermi e seguo il suo ordine. Prende un'altra cioccolata calda e un vassoio pieno di biscotti con marmellata e cioccolato e mi passa tutto su un piatto d'argento. Comincia a mangiare e bere e quando inghiotte parla.
« Prendi anche questo consiglio: mangia quanto più puoi, anche fino a scoppiare, fino a che non hai la nausea. Non preoccuparti di ingrassare anche trenta chili come il nostro Raymond! » dice con un cenno all'uomo. Stregor lo fissa come se fissasse uno scarafaggio.
« I miei sono problemi di tiroide! » gli risponde acido. Non riesco a trattenermi. Scoppio a ridere e non riesco a fermarmi, Norman è davvero simpatico, sento che mi mancherà quando sarò nell'Arena.
« Sta' zitto grassone! » gli urla Norman ispirato dalle mie risate. « Tralasciando gli scherzi: quando sarai nell'Arena l'unico cibo sicuro che avrai sarà il grasso corporeo. Il tuo corpo consumerà quello in fretta. Prendi chili e molti! »
« Sento di avere la nausea... » dico facendo una smorfia. Comincio ad ingozzarmi di biscotti contro ciò che il mio corpo mi dice. Mi obbligo a mangiare a fatica.
« Sai... forse tu hai qualche chance di vincere rispetto a quei due! » dice Norman. Rimango paralizzato. Per lui posso farcela?
« In che senso? » chiedo ingenuamente. Lui mi fissa con i suoi occhi scuri e profondi.
« Sei intelligente. Scaltro e furbo. Immagino siano abilità che hai ereditato da... la sorella di tua nonna credo? » credo di sì. Se non sbaglio la mamma mi ha raccontato di una sua zia che non ha mai conosciuto poiché vittima dei settantaquattresimi Hunger Games. L'anno di Katniss e Peeta. Diceva che la nonna piangeva sempre pensando alla sorella scomparsa.
« E oltre questo cosa ho in più di James e Marvin? » chiedo bevendo la cioccolata calda. Fuori ci sono più di trenta gradi, questo mi fa sentire ancora più caldo.
« Oltre questo!? Queste qualità ti faranno vivere il doppio del loro tempo! » dice Norman sbattendo la tazza sul tavolo e rovesciandone il contenuto. Raymond è allarmato e dalla porta del vagone spuntano James e Marvin con espressione incuriosita. Si avvicinano a noi e si siedono al tavolo.
« Tutto bene? » mi chiede James appoggiandomi una mano sulla spalla. Sono turbato dalle parole di Norman. Vivrò il doppio del loro tempo... loro sono forti. Può l'astuzia battere questa caratteristica?
« Sì! » rispondo seccamente scansandolo. La sua vicinanza è piacevole ma al momento mi irrita quando Marvin.
Il pomeriggio passa velocemente, non parlo con nessuno, neanche con James visto che comincerebbe a parlare e non smetterebbe un secondo. È come se volesse essermi amico. È adorabile per questo, ma al momento non ho bisogno di amici, ho bisogno di capire come mantenermi in vita. La sera arriva in fretta e dopo cena corro subito in camera mia, è in uno degli ultimi vagoni ed è gigantesca, c'è una armadio enorme, un letto a due piazze e due comodini. Le finestre sono con le tendine aperte; posso vedere che stiamo viaggiando su dei laghi e fiumi molto grandi. Credo stiamo sorvolando il Distretto 4. Vado in bagno ed entro nella doccia, apro il rubinetto in modo che l'acqua esca tiepida e mi spoglio; dentro la doccia è come se mi spogliassi di quella giornata, come se cercassi di lavar via la Mietitura che sembra lontana anni luce, ma è successo solo stamattina. Una volta che ho finito prendo l'accappatoio e ritorno in camera asciugandomi per bene. Sento poi qualcuno che batte sulla porta. Mi avvicino ed apro trovandomi davanti gli occhi James, indossa solo un paio di mutande e una canottiera bianca. Lo fisso sconcertato e lui si limita a sorridermi.
« Ciao! Disturbo? » chiede. Lo ritrovo già dentro la stanza e si guarda intorno.
« Scusa... ehm... non sono molto a mio agio! » ammetto. Non posso fare a meno di guardare il suo corpo e ogni muscolo di esso e la cosa mi fa imbarazzare da morire. Ryan mi ucciderebbe se mi vedesse!
« Siamo tra ragazzi no? Che male c'è? » dice lui ridendo. Forse ha problemi a recepire messaggi, forse non ha capito che a me piacciono i ragazzi e lui mi si presenta così!?
« A me piacciono i ragazzi! » gli ripeto per sicurezza. « Sono un po'... a disagio vedendoti senza pantaloni! »
« Non ti ho detto una cosa e credo sia giusto essere sincero con te! » dice con il viso serio, sembra anche imbarazzato. Si sposta e si siede sul letto fissandomi. « Anche a me piacciono i ragazzi! »
Mi sento strano. Ora sono io che non recepisco il suo messaggio. È uno scherzo o è serio? Sembra troppo serio e nessuno che non abbia studiato è così bravo a recitare. « Ehm... in che senso? » No! Questa domanda è insensata e già mi pento di averla fatta perché lui ride. Si alza e si avvicina in pochi passi a me. Mi sfiora le braccia con le sue mani e sento un potente senso di irritazione dentro di me.
« Ci vuole molto a capirlo? Oltre a Tersdan sei l'unico nel Distretto5! Speravo magari potessimo conoscerci meglio! » Sei completamente fuori!? Il mio unico pensiero è Ryan. E poi... James! Un bel ragazzo come lui, muscoloso e dai penetranti occhi verdi, gay? Ripenso a quel giorno in cui ero in acqua e lui era arrivato sulla spiaggia. Possibile che già ci fosse qualcosa?
« Io amo Ryan! » gli dico serio aprendo la porta per cacciarlo via. Lui sembra ferito.
« Ascolta: sono serio! So che questa dichiarazione sembra assurda e insensata, però devi credermi! » lo leggo nei suoi occhi che è vero. Ha una strana luce. « Mi piaci da un bel po'! ». Comincio a pensare alla gentilezza di quella mattina e del pomeriggio, non era solo per essermi amico, era per qualcosa di più.
« Vai via per favore! » gli dico freddamente. Ora mi irrita come fosse una mosca. Non riesco a capire cosa vuole da me. Vuole realmente conoscermi? Sembra una di quelle frasi dette male.
« Per favore lasciami parlare! » perché non lo prendo semplicemente a calci? « Mi piaci e anche molto. È da quando ti ho visto al mare tre anni fa! » allora se ne ricorda. « Non credevo che avrei mai incontrato qualcuno come te... voglio dire, Tersdan non è esattamente il mio tipo! Tu invece sei dolce e sei esattamente come figuro nella mia mente il mio ragazzo! » è totalmente impazzito! Cosa vorrebbe da me? Io sto con Ryan. Io amo Ryan. La mia mente riflette un po' sulle sue parole: neanche io pensavo che oltre me e Ryan ci fosse qualcun altro; per lui dev'essere difficile visto che Ryan è un tipo più mascolino, cerca qualcuno come me: qualcuno più femminile, lui è un tipo come Ryan ed è più attratto da me che da lui! Sono troppo assorto nei miei pensieri e nel frattempo James si è avvicinato pericolosamente a me. Sento il suo fiato in faccia e automaticamente gli porto una mano di fronte al viso e lo allontano.
« Stavi cercando di baciarmi!?!? » sento di essere rosso per l'imbarazzo e per le vampate di calore che è riuscito a farmi venire in pochi secondi. Ne ho la certezza: i suoi gesti gentili e le sue attenzioni sono per far colpo su di me.
« Volevo essere dolce! Mica sono violento come Ryan! » mi dice quasi urlando. Credo di avergli fatto male. Non è però arrabbiato e ciò mi lascia sempre più scosso.
Tutti si accorgono del modo in cui ci baciamo io e Ryan, i nostri baci sono violenti e passionali, come fosse una battaglia. Ammetto che quei baci mi fanno impazzire, ma anche quelli dolci sono il mio punto debole. Sento di essere stato un po' brusco nei confronti di James.
« Scusa ti ho fatto male? » mi avvicino a lui cercando di mantenere distanza tra i nostri due volti. Non voglio che abbia un'opportunità per baciarmi. Mi fissa negli occhi e mi fa sentire strano, un misto di imbarazzo e sicurezza.
« Non sei così forte! » dice con una risata. Sembra stare anche troppo bene! « Forse è meglio che vada a dormire » è tranquillo. Ryan probabilmente si sarebbe arrabbiato anche se non gli avessi fatto male. Si avvicina di scatto a me, non per avere le mie labbra, mi sfiora dolcemente la guancia con le sue e si limita a quello. « Buonanotte... » sembra voler aggiungere qualcos'altro ma non lo fa. Ha uno sguardo che conosco bene, somiglia molto al modo in cui mi guarda Ryan, gli occhi di un'innamorato.
Mi limito a guardarlo camminare verso la porta e chiudersela alle spalle. Mi lascia di sasso. Credevo che avrebbe insistito ancora, sento però che è solo la fine del primo round. Mi stendo sul letto e non mi prendo la briga di mettermi sotto le coperte o di vestirmi, preferisco lasciarlo a domani visto che necessito di farmi un'altra doccia. Chiudo gli occhi, mi lascio cullare dal moto rilassante del treno e sprofondo in sonni tranquilli.






Buongiorno e Buon Ferragosto ^^! Ancora una volta vi ringrazio di aver letto un nuovo capitolo e spero che vi abbia appassionato come i precedenti. Il viaggio è cominciato a siamo quasi a metà strada e che rivelazione il nostro James o.o xD (spero che qualche FolleH non se ne fosse innamorata anche se potete shipparlo se volute u.u). Perdonate la settimana che ho lasciato passare ma avuto alcuni impegni. Continuate a seguire il viaggio di Darin verso la capitale. A presto. Baci baci!

  
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