Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Micene    22/07/2003    4 recensioni
"La vita è un sogno oppure i sogni aiutano a vivere meglio?"
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Vite parallele”

Vite parallele

 

Ero lì, anche se non sapevo dove.

 

Ero completamente nudo e avevo freddo.

 

Lo desiderai e cominciò a fare più caldo.

 

Cominciai a camminare, ma il terreno sotto di me era sempre più in salita e stavo cominciando a stancarmi.

 

Lo desiderai e la salita diventò una pianura di fronte ai miei occhi.

 

Dopo un po’ ebbi fame.

 

Lo desiderai e intravidi poco lontano un albero che produceva frutti grossi e deliziosi che, una volta presi, ricrescevano continuamente; ne mangiai finché fui sazio.

 

Cominciai a sentirmi solo, e per quanto l’ambiente intorno fosse meraviglioso non c’era nessun altro oltre a me.

 

Lo desiderai e comparve al mio fianco un altro uomo, nudo come me, e cominciammo a parlare.

 

Ora sentivo la mancanza di una sola cosa.

 

La desiderai.

 

L’amico al mio fianco scomparve salutandomi e in lontananza scorsi una donna della mia stessa età, nuda e stupenda che camminava verso di me.

 

Quando mi raggiunse mi accorsi che aveva veramente tutte le qualità che avevo da sempre cercato in una donna e che mai ne avrei potuta desiderare un’altra.

 

Mi prese la mano e c’incamminammo verso un prato morbidissimo lì vicino.

 

Ci sdraiammo e facemmo l’amore per ore e ore, senza mai stancarci, senza nessun altro pensiero, senza dominatore né dominato.

 

Persino il prato diventò morbido per farci stare più comodi e la luce scomparve come se facesse notte per creare più atmosfera.

 

Avevo tutto quello che potevo desiderare e non mi ero mai sentito meglio.

 

Ero in un mondo ideale, nel mio mondo dei sogni, nella più completa felicità, ma quello rimaneva sempre un mondo dei sogni.

 

E tutti i sogni prima o poi finiscono e si torna alla realtà.

 

È mattina. Me lo comunica quella stramaledettissima sveglia, la stessa che tutte le dannate mattine interrompe i miei sogni trapassandomi il cervello. Più o meno alla velocità della luce mi devo ficcare su pantaloni, camicia e maglione mentre il tostapane mi scalda un toast. Neanche a dirlo, quando arrivo in cucina bello vestito per mangiare mi accorgo che il toast in questione è già bello e che andato a farsi fottere. Mentre lo tiro fuori tutto carbonizzato e ne metto dentro un altro già imbottito con sottiletta e prosciutto per fare prima, non stacco gli occhi dall’orologio appeso al muro, maledicendomi. Quando diavolo mi deciderò ad andare a letto prima anziché lamentarmi dell’emicrania la mattina dopo? Già abbastanza incazzato, tiro fuori il toast prima che sia pronto e lo infilo in bocca. Che schifo! Sono riuscito a farlo venire mezzo caldo e mezzo freddo. Qualcosa mi dice che mi resterà sullo stomaco fino alla fine dell’era geologica. Scendo velocemente in garage e tiro fuori la bicicletta con la cartella ancora sulle spalle : naturalmente le ruote sono sgonfie e devo perdere tempo anche qui. Una volta fatto anche questo, esco velocemente dal garage e arrivo in strada in sella alla bici. Esco troppo velocemente da un incrocio e vi risparmio le bestemmie di quello che aveva la precedenza. Visto che il buongiorno si vede dal mattino potete immaginare il resto della giornata: sgamato fuori a sorpresa mi becco il classico fottutissimo due mentre il solito secchione insieme a me sa tutto con conseguente umiliazione; i miei amici sono incazzati anche loro che ci manca poco di litigare e una ragazza con cui avrei dovuto uscire da più di una settimana mi ha lasciato ad aspettare come un’idiota per più di un’ora senza poi venire.

 

Che vita di merda!

 

Mi ero finalmente svegliato.

 

Ciò significava che “di là” adesso era notte.

 

Parlare con il mio amico mi aveva chiarito dove e cosa fossi.

 

Sapevo anche che tra poco avrei avuto un incontro molto speciale.

 

La ragazza sconosciuta era ancora sdraiata al mio fianco.

 

La svegliai e dopo un ultimo dolcissimo bacio si allontanò con una frase molto chiara:

 

“Tu sai cosa puoi fare”.

 

Adesso sì, lo sapevo.

 

Mi alzai e cominciai a camminare con il grande desiderio di incontrarlo.

 

Come era facile aspettarsi dopo pochi secondi lo vidi in lontananza e mi diressi verso di lui.

 

Lo osservai un’ attimo prima di  avvicinarmi: era perfettamente identico a me, come d’altronde mi aspettavo, visto che quello ero io stesso, solamente che indossavo una maglietta della salute ed un paio di boxer.

 

Quando gli andai incontro fece una faccia a dir poco allucinata.

 

“E tu chi cavolo sei? Perché sei identico a me e vai in giro nudo come un verme? E dove cazzo siamo?”

 

L’ansia nelle parole e nel viso era più che evidente, ma effettivamente aveva ragione, la situazione era come minimo strana.

 

“Le cose stanno così: tu sei la persona che sei normalmente, io sono quello che tu vorresti essere nel mondo che tu vorresti.”

 

Rifletté un po’,e mentre desideravo che il suolo diventasse più soffice per entrambi, ci sedemmo.

 

 “Tu mi stai dicendo che adesso ci troviamo in un mio desiderio?”

 

“Non in un desiderio, in un sogno.”

 

“I desideri sono uno dei possibili frutti della riflessione di un individuo, i sogni sono i suoi pensieri più nascosti, intimi e incomprensibili.”

 

Feci una pausa per osservare il suo volto, ora stava iniziando a capire.

 

“Se noti, i sogni appaiono solo durante il sonno, quando il corpo e la mente sono completamente rilassati.”

 

“E perché sono qui proprio adesso se sogno tutte le notti?”

 

“Perché riflettendo durante il tuo sogno ho capito solo adesso una cosa che credo ti sarà molto utile.”

 

Quando finii di spiegargli tutto,lui svanì e poco dopo il mondo intorno a me iniziò a dissolversi: anche quella notte stava finendo.

 

Adesso era tutto nelle sue mani.

 

È di nuovo mattina.

 

Mi sveglio ancora prima che suoni la sveglia, il sogno che ho fatto stanotte mi ha troppo eccitato.

 

Quello che ho sentito mi rimbomba ancora in testa :

 

“La vita di ciascun uomo o donna può essere apatica, stressante o persino dolorosa, questo lo sappiamo tutti.”

 

Prendo dall’armadio i jeans e la maglietta più comodi che ho e li indosso lentamente, è ancora abbastanza presto.

 

Per la prima volta noto che, al contrario di molti altri miei vestiti, questi hanno anche dei colori particolarmente vivaci.

 

“Ti sei mai chiesto perché?”

 

Giuro che mai prima d’ora ho avuto le idee così chiare, penso mentre faccio colazione, sempre con la massima calma.

 

Quando mi impegno riesco a cucinare veramente niente male!

 

“Perché talvolta lasciamo che la vita ci scorra addosso, fermandoci al classico “Così sia”, o pensando che tutto sia merito o colpa degli altri e del destino.”

 

La sveglia suona ma, mi dispiace per lei, stavolta ho vinto io.

 

Dopo averla messa a tacere mi metto lo zaino in spalla e, visto che ho ancora molto tempo, decido di andare a piedi.

 

Il sole sta spuntando da dietro una montagna e illumina la strada di una splendida luce rossiccia.

 

“La nostra vita non è un fiume in cui lasciarci trascinare, ma un mare agitato, dove possiamo scegliere la nostra direzione.”

 

“Anche se questo può costarci fatica e dolore.”

 

“ Sappiamo che un giorno potremmo giungere ad una splendida isola chiamata felicità, e abbiamo tutto il diritto di arrivarci.”

 

Quando arrivo a scuola, tutti mi guardano con aria strana, probabilmente per il fatto che per una volta tanto anch’io sto sorridendo.

 

“Le correnti contrarie, gli avversari, la sfortuna ci saranno sempre, ma se imparerai a sconfiggerli o schivarli muovendoti più velocemente di loro, non conteranno più nulla.”

 

La giornata è andata alla perfezione.

 

Ho avuto l’occasione di rimediare il brutto voto e ce l’ho fatta.

 

Sono andato da quella ragazza e abbiamo chiarito tutto.

 

Le interesso davvero, e ieri non è venuta perché si è sentita male.

 

Abbiamo fissato di incontrarci il prossimo sabato sera, e da come ci salutiamo sento che stavolta sarà veramente speciale.

 

Sarò anche un illuso, ma ho deciso di credere in me, nelle mie possibilità e nella vita che posso crearmi.

 

“Ora tocca solamente a te decidere se vuoi cambiare la tua vita o sei preferisci che sia lei a cambiare te.”

 

 

 

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Micene