…Hands…
Fuoco. C’è solo
fuoco attorno a te: chimere, draghi e serpenti fiammeggianti ti circondano.
Tutto, in questa stanza, sta
ardendo tra le fiamme. Oggetti e tesori accumulati in anni e anni da tutti gli
studenti che hanno abitato il castello.
È così piena d’oggetti
che non ti stupisce la facilità con cui le fiamme hanno attaccato.
Ma non sono fiamme comuni.
Questa è Magia Nera. Non che la cosa sia nuova per te, abituato come sei
a questo tipo d’incantesimi.
L’assurdo credi che sia
il fatto che è stato Vincent ad evocare le fiamme.
Tiger, che si è sempre
spacciato per uno stupido gorilla, buono solo a prendere qualcuno a pugni.
Non sai ora dove sia,
l’hai perso di vista quando le fiamme si sono alzate verso il soffitto.
Gregory è troppo
pesante per te, o sei tu ad essere troppo leggero.
Ma sta di fatto che non sei
del tutto sicuro di riuscire a tenerlo ancora per molto.
Siete precari su una
traballante pila di sedie semi carbonizzate, Goyle è svenuto e sei
consapevole che pure tu tra poco lo sarai.
Non hai mai avuto così
tanta paura come in questo momento.
Non sei mai stato un tipo
coraggioso. Affatto, ma sei sempre riuscito a cavartela per il rotto della
cuffia.
Ma questa volta non ne sei
del tutto sicuro.
Non sei ancora pronto per
morire, però. Hai solo diciassette anni, cazzo!
Davanti a te, una vita
intera.
Poi…lo vedi.
Sfreccia nella stanza in
fiamme a tutta velocità, verso di te e sempre più vicino.
Si dice che quando stai per
morire tutta la tua vita ti passa davanti in un secondo.
Quello che vedi tu,
però è uno spiraglio di quella che sarebbe potuta essere la tua
vita se un determinato episodio si fosse concluso in un altro modo.
Uno scompartimento di un treno.
Piccoli undicenni alla ricerca solo di un po’ d’amicizia.
“Non tarderai a scoprire che alcune famiglie di
maghi sono migliori di altre, Potter. Non vorrai mica fare amicizia con le
persone sbagliate? In questo posso aiutarti io”.
Una mano stesa verso un altro.
Con quel gesto voleva solo fargli capire che lui lo
vedeva come un suo pari.
Ed ecco che il morettino afferra quella mano candida,
e si alza sotto lo sguardo stupefatto del rosso davanti a lui.
Quattro teste escono dallo scompartimento.
Una, bionda, gongola dalla felicità, anche se
non lo può dare a vedere. È pur sempre un Malfoy, e i Malfoy non
si fanno mai vedere in balia dei sentimenti.
Poi sono solo flash. Piccoli attimi di vita che si
susseguono troppo velocemente per poterli anche solo scolpire nel proprio
cuore.
Scherzi, sorrisi e risate. Fraterni abbracci. Rincorse
sui prati e fra la neve. Studi in biblioteca. Partite a quidditch.
Draco ed Harry come sarebbero potuti essere.
Non Malfoy, non Potter. Non Malferret, non Sfregiato.
Solo Draco ed Harry.
Lo stemma di Serpeverde sulle loro divise. Le loro
mani intrecciate in quel particolare saluto tutto
loro, in una stretta di mano che non era proprio una stretta.
Perché palmo contro dorso non si può
chiamare così.
Nessuna testa rossa ad abbracciare il moro dopo aver
distrutto la Pietra Filosofale. Ma una bionda.
Nessuna testa rossa che lo aiutava a tagliare il cibo
dopo essersi tagliato la mano con la zanna del Basilisco. Ma una bionda.
Nessuna testa rossa che rideva con lui delle strambe
lettere del suo padrino dopo averlo aiutato a fuggire. Ma una bionda.
Nessuna testa rossa che tornava ad essere suo amico
dopo aver litigato con lui per il Torneo Tremaghi. Ma una
bionda.
Nessuna testa rossa che lo seguiva all’Ufficio
Misteri, e combatteva contro i Mangiamorte. Ma una bionda, che combatteva
contro suo padre.
Nessuna testa bionda che disarmava Silente sulla torre
d’Astronomia.
Due amici che festeggiavano insieme la fine di
Voldemort, e l’inizio della loro nuova vita. Finalmente liberi di
scegliere per se stessi.
Ma tutto questo erano solo
stralci di vita non vissuta.
Niente di tutto ciò era mai realmente accaduto.
Perché quel fatidico giorno sull’Espresso
per Hogwarts, il ragazzo moro non l’aveva accettata quella mano.
E adesso, a distanza di sette
anni, tu te ne stai lì, lo sguardo vacuo rivolto al moro sopra di te.
Il tuo soccorritore.
E ancora una volta stendi la
mano verso di lui.
La prenderà, questa
volta? Non puoi fare a meno di chiederti, e in cuor tuo speri tanto che la
risposta sia sì.
Se lui ti darà questa
possibilità giuri che diventerai un’altra persona, non come quella
che hai visto nei flash di poco prima, perché ormai hai fatto scelte diverse,
ma sicuramente proverai ad essere migliore.
E questa volta lui
l’afferra.
Mentre tu ti riprometti di
seguire la promessa che ti sei fatto poco prima.
Lo vedi andare via con i suoi
amici senza rivolgerti il ben che minimo sguardo.
La guerra prosegue, e Harry
Potter è l’attore principale.
Chissà, magari in
futuro i vostri figli avranno quell’opportunità che voi non avete
avuto.
…§---§…
1 settembre 2017, Espresso per Hogwarts.
In uno scompartimento del treno…
-Ciao! Io mi chiamo Scorpius Malfoy-
Il ragazzino biondo allunga una mano candida verso il
ragazzino davanti a lui.
Ed ecco che subito il moro gliela stringe,
sorridendogli apertamente.
-Piacere! Io sono Albus Potter!-
§---------§
Chissà se le cose andranno veramente
così, la Rowling non ci ha permesso di saperlo…ma
è per questo che scriviamo fanfiction no?
Immaginando quello che potrebbe succedere.
In questa piccola storia ho voluto riprendere quella
stretta di mano mancata tra Harry e Draco nel primo libro. Perché
io credo che tutta la loro inimicizia sia iniziata in quel momento. Quando
ho letto quelle pagine sul settimo libro la mia mente
è subito tornata proprio a quel esatto momento…e così, a
distanza di mesi da quando mi è balenata in mente per la prima volta, ho
deciso di scriverla.
Spero davvero che vi sia piaciuta, sebbene storie di
questo genere ce ne siano a milioni!!
Se volete lasciarmi anche un commentino, la mia gioia
sarà la vostra!!
Baci
Kel