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Autore: sheishope    15/08/2013    1 recensioni
Hai assottigliato gli occhi e hai teso le labbra,quasi a volermi dire "Ti stavo aspettando."
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My fears,are your fears.

 

"I don’t want this moment, to ever end,
Where everything’s nothing, without you.
I’ll wait here forever just to, to see you smile,
Cause it’s true, I am nothing without you."





C'è che ti amo,e vaffanculo.
Perchè dovrei essere ovunque,ad una festa,a bere decine di birre una dietro l'altra,nella mia caffetteria preferita,sdraiata sulle mattonelle rovinate del terrazzo,in capo al mondo o nel baratro più profondo.
E invece,eccomi qui.
Vorrei dirti che sono cambiata,che le mani hanno smesso di tremare,che i braccialletti sul polso destro hanno smesso di aumentare,che non conservo più i biglietti dopo essere stata al cinema.
Vorrei dirti che ho chiamato mia madre,e che le ho detto quella frase,quella che mi fa tremare le costole e stringere il cuore;
"Mi dispiace,per non essere ciò in cui speravi."
Vorrei dirti che mi manchi,perchè,dannazione sono passati tre mesi,ed io sarei dovuta andare ad una festa e invece sono rimasta impigliata nella ragnatela dei miei stessi ricordi.
Vorrei dirti che la cicatrice sul fianco destro non brucia più come prima,che i tuoi occhi verdi non erano poi così impertinenti sul mio corpo,che le tue dita lunghe,costantamente calde e accoglienti non mi davano affatto fastidio.
Che le tue mani sui miei fianchi mi facevano sentire protetta,e che le mie adesso stanno ancora aspettando le tue.
Che ci sono momenti,in cui ho quasi paura che il respiro mi si blocchi in gola,che la tua felpa dentro l'armadio smetta di emanare il tuo profumo,che le vans rosse,quelle che hai dimenticato da me quella maledetta notte,spariscono
da sotto il letto.
Vorrei dirti,e giuro,avrei voluto e dovuto farlo molto prima,che amavo il modo in cui sapevi gestire il mio "istinto di auto-protezione",il modo in cui mi abbracciavi da dietro e facevi combaciare i nostri corpi.
Che amavo le frasi smozzicate che mi sussurravi la notte,con le nostre gambe avvolte e intrecciate nelle lenzuola color pesca,le braccia protettive strette alla mia vita,il naso nascosto tra i miei capelli,le dita strette come ancore di salvezza..

"Lo sai,no? Che non m'importa,che potremmo restare così altre venti ore,che mi fai incazzare da morire quando scappi di casa e non me lo dici.Quando ti metti quegli abiti troppo corti,quando mi guardi negli occhi e non parli,e quando non parli affatto per ore o giorni."

E quella sera Harry,giuro,avrei voluto amarti con tutta me stessa.

"Aria,io non lo so,come cazzo devo comportarmi con te .Perchè a volte mi tremano anche le ossa,perchè tu sei imprevedibile e io non sono mai sicuro.
Perchè potresti trovarne uno migliore anche qui,adesso,sotto casa tua.

Perchè sei bella,perchè il cassiere del super market ti ha fatto l'occhiolino,e tu mi hai stretto la mano più forte.
Perchè non riesco a dirtelo,e tu non riesci a rispondermi,ma lo sappiamo.."

Ed io cosa avrei dovuto risponderti? Che non sapevo niente,che l'unico legame portato a termine era quello con i miei
libri e i braccialetti stretti ai polsi,che sentivo caldo in quel letto troppo piccolo per entrambi,che ti amavo e che ti amo ancora.
Zayn mi ha detto che hai iniziato a fumare,che hai tagliato i capelli,che non porti più le converse e che sorridi poco.
Mi ha detto che non vuoi finire l'università,che esci spesso e che non hai tolto il nostro bracciale.
Ed io lo sto ascoltando,credimi,e ti sto immaginando con i capelli più corti,i ricci ancora più indefiniti di prima,le labbra sempre più rosee,le mani sempre più morbide e il nostro braccialetto sempre stretto al polso destro.
Ti sto immaginando,mentre corri per casa perchè "cazzo,è di nuovo tardi!",mentre passi sotto casa mia e tiri dritto,come se niente fosse,come se sotto quel portone non ci fossimo mai baciati una centinaia di volte.
E poi il tuo migliore amico si è lasciato scappare qualcosa:
-"E' incazzato di brutto in questi giorni."
-"Perchè?"
 ho sussurrato.
-"Perchè gli manchi,e perchè ha visto un tizio abbracciarti sotto casa tua, l'altra notte."
Le gambe si erano fatte fragili come gelatina,le dita avevano preso ad accarazzare il tessuto del nostro bracciale,la ferita sul fianco destro aveva ripreso a bruciare.Avevo corso,per quei due isolati avevo sentito la suola degli anfibi bruciare contro il terreno,avevo pianto e riso nello stesso momento,avevo rivissuto i pomeriggi nel tuo salotto,i baci accanto l'orecchio, i tuoi "ti fai troppe paranoie,vivimi così..",gli abbracci rubati e i miei muscoli tesi,le litigate in cucina e i tuoi "Io ho visto come ti ha guardata,e no! Non mi va bene,perchè sei mia!"
Ho suonato il campanello,e come al solito non hai risposto,ho bussato contro la porta,ho aspettato e aspettato.
Poi finalmente,sei arrivato.
Hai svoltato l'angolo,stretto in una giacca di pelle,il cappuccio della felpa grigia che fuorisciva da essa,le mani nascoste nelle tasche di un paio di skinny jeans scuri,le spalle rilassate e gli occhi spenti.Una canotta bianca sotto la felpa,i capelli informi,lo stesso profumo mischiato a quello di qualcun altro.
Hai assottigliato gli occhi e hai teso le labbra,quasi a volermi dire "Ti stavo aspettando",ma non ti sei mosso,non mi hai sorriso,non hai preso a pugni niente,non mi hai urlato contro.
E a me veniva da piangere,avrei girato gli anfibi e sarei corsa volentieri nel mio letto,nascosta tra le coperte,ma ho parlato.
"Sono una codarda,Harry. Ho una dannata paura.." avevo sussurrato.
"Quella notte non sarei dovuta scappare,sarei dovuta restare lì. Ma ho paura,perchè i miei legami,tutto ciò che ho avuto è sempre stato fragile.Ed io e tu sembriamo pezzi di un puzzle mal ridotto,incapaci di trovarsi e incastarsi."
Avevi chiuso gli occhi,li avevi stretti,aveti serrato i pugni,ed io avevo pianto piano sotto il balcone di casa tua,alle cinque del mattino. Le mani tremanti,gli occhi stanchi e spenti,tu che non parlavi,ed io a pezzi peggio di quello stupido puzzle.
Poi dopo cinque mesi,un giorno e cinque ore,avevo risentito la tua voce,più roca di quello che ricordavo,più bella di quanto mi aspettassi.
"Vorrei salire a casa e chiuderti la porta in faccia.Perchè,cazzo,Aria nessuno mi ha mai fatto soffrire così.Ma tu lo sai,sono disposto ad annullarmi per te,sono disposto a curare le tue ferite e farle mie,a non avere più paura insieme."
Mi hai stretta forte,mi hai baciato la fronte,i capelli,la punta del naso e la palpebre chiuse.Ed io ho sorriso contro il tuo petto scolpito,la tua giacca di pelle scura come quella notte. Mi sono messa sulle punte,e ti ho guardato dritto negli occhi verdi,la causa delle mie paure,delle mie insicurezze,e mi sono sentita parte di quel puzzle,parte di te,Harry.
"Lo sai?" ti ho sussurrato,le mani avvinghiate sulle tue spalle,e le tue ad accarezzarmi i capelli lunghi.
"Lo so.." hai annuito.
Perchè quel "ti amo" che tanto ci faceva paura,quello che non riuscivamo a pronunciare,quello che ci faceva tremare le gambe e chiudere il cuore,l'avevamo già detto tante volte,e io in quel momento te lo stavo urlando guardandoti negli occhi.

  
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