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Autore: Niniane_88    15/08/2013    3 recensioni
Prendete una palazzina un po' vecchio stile, composta di sei appartamenti e situata in un ridente paesino dell'Italia centrale. Metteteci dentro gli inquilini, sei personaggi molto diversi tra loro, ma con una caratteristica in comune: nomi divertenti e strampalati, tanto che se un estraneo entrasse in quella casa, si chiederebbe se non è finito in un mondo parallelo. Mescolate il tutto e otterrete un buon numero di intrighi... e tante risate!
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo V
 
Alzi la mano chi non ama le feste!


Tre settimane dopo, Lindoro osservava un po’ frastornato il via vai di gente nell’appartamento di Salvatore Della Mela. Al suo fianco, Isabella sembrava altrettanto smarrita.
Erano appena le otto di sera di un qualunque venerdì ed entrambi erano stanchi morti dopo un’intera settimana di lavoro; oltretutto cominciava a fare caldo, il che poteva rendere più allettante l’idea di uscire… appunto, uscire! Fare una passeggiata, stare seduti in giardino o in un bar all’aperto…
Invece, erano tutti stipati in casa di Salvatore, il quale, a voce altissima, stava proponendo il quarto brindisi “ai nostri meravigliosi nuovi inquilini!”
- Quanto pensi che durerà tutto questo? – chiese Isabella – Ho già mal di testa… Salvatore ha una bella voce, ma la usa malissimo… perché non parla un po’ più piano, lo sentirebbero comunque tutti quanti, qua dentro! -
Lindoro sospirò: - Io sono rassegnato. – disse – Non potremo svignarcela prima delle due di notte. –
Isabella sembrava sconvolta: - Le due?! Ma io avevo in mente di alzarmi presto, domani mattina… -
- Per fortuna è sabato. – le rispose Lindoro, tetro – A proposito, - aggiunse più vivacemente – sei proprio carina stasera. Quel vestito ti sta bene. -
- Oh… grazie. – mormorò la ragazza, arrossendo.
In effetti Lindoro aveva notato come fosse vestita fin dal suo arrivo e avrebbe voluto rivolgerle subito un complimento, perché quel tubino blu scuro era proprio un amore e le stava d’incanto, ma Salvatore (che si stava comportando in modo decisamente strano da un paio di settimane) li aveva abilmente divisi, pilotando Isabella verso un gruppo di colleghe che palesemente la ragazza non aveva nessuna voglia di salutare, e Lindoro verso alcuni suoi amici imprenditori che l’avevano squadrato da capo a piedi, resi perplessi da non si sa bene che cosa.
Il giovane tecnico di laboratorio era riuscito a recuperare la sua amica solo dopo una mezz’ora, quando Salvatore, tutto preso dai suoi illustrissimi ospiti pareva ormai essersi dimenticato di quelli che nella sua testa contavano un po’ meno, cioè i vicini di casa.
Aveva invitato tutti, ovviamente: c’era il signor Maicol, con un paio di compagni di bevute e perfino la signora Maria, che si era chiusa in cucina con tre o quattro vecchie comari, invitate solo per cortesia da Salvatore… e sembrava che nessuna di loro avesse intenzione di lasciare quel rifugio sicuro per prendere parte al divertimento. Poco male, comunque, dato che si occupavano di tagliare in continuazione pane e salame per tutti…
La signorina Bianca Celeste Sempreverde sarebbe dovuta intervenire solo brevemente, giusto “per dare un saluto” e per un brindisi, dal momento che aveva del lavoro da sbrigare a casa. In realtà però, non se n’era ancora andata e sembrava che brindare le piacesse parecchio, anche se continuava a muoversi con la stessa fluidità di un manico di scopa e tendeva a starsene un po’ in disparte.
Poi c’erano loro, Lindoro e Isabella appunto, presentati a tutti come carissimi amici, ai quali ormai non rimaneva altro da fare che sorridere cortesemente al resto degli invitati e consolarsi con tramezzini e prosecco.
Infine, gli special guest: Leslie Cooper e la consorte, Leslie Richardson. La festa, sia chiaro, era in loro onore: una festicciola alla buona per dare alla splendida coppia il benvenuto ufficiale al numero 3 di via delle campanule e poco importava se avrebbero occupato l’appartamento del piano terra solo per due mesi, l’ospitalità era un sacro dovere per il nobile mecenate Salvatore Della Mela. Bisognava far sentire i nuovi arrivati parte della comunità, manifestare loro il proprio affetto, la propria stima, farli sentire a casa, in famiglia…
Probabilmente sarebbe andato tutto per il meglio se Salvatore si fosse limitato a invitare alla festa solo i vicini, ovvero la “famiglia” di cui tutti si sentivano parte, in modo così meraviglioso… Invece aveva invitato un sacco di gente: amici, amiche, amanti (ben riconoscibili, dal momento che sembravano aver fatto una gara a chi si metteva l’abito più discinto) colleghi, l’intero personale della sua azienda, conoscenti, perfino parenti. E poi, da come continuava a raccontare storielle divertenti e ad alzare il calice, sembrava quasi che il festeggiato fosse lui! 
- Non resisterò mai fino alle due… - sospirò Isabella – Ti prego, scappiamo! -
A quelle parole Lindoro sobbalzò, immaginando per un momento una scena che probabilmente non era passata neppure per l’anticamera del cervello di Isabella: loro due che fuggivano mano nella mano dall’appartamento, senza che nessuno se ne accorgesse e si rifugiavano in quello di Lindoro, dove faceva molto più fresco, si godevano una cenetta tranquilla, accompagnata da sguardi complici e infine, spinti da un’irrefrenabile passione concludevano la serata in modo meraviglioso…
… e alla festa facevano talmente tanto casino che nessuno li avrebbe sentiti… Chissà com’era Isabella sotto le lenzuola, di sicuro sarebbe stata un tipo appassionato e focoso, assolutamente insaziabile…
- … Lindoro? Tutto bene? -
- Eh? Co – Come? -
- Ci sei? -
- Oh... ehm… sì… cioè… volevo dire… vedrai che a una certa ora potremo andarcene… -
Era tutta colpa di quel tubino blu! Le stava troppo bene, le valorizzava le gambe e gli faceva fare pensieri decisamente poco casti.
Respira, Lindoro, respira…
 

 
Alle nove e mezzo le comari fecero arrivare dalla cucina l’insalata di riso e la pasta fredda condita con verdure e formaggio. Alcuni si trasferirono in terrazza, cercando refrigerio. Lindoro e Isabella, un po’ per disperazione, un po’ per sfuggire alla voce di Salvatore, che aveva deciso di augurare buon appetito a tutti intonando “In fondo al mar, in fondo al maaaaaar!” optarono proprio per la cucina.
Le comari non parvero dispiaciute di averli con loro, ma mai scelta si rivelò più triste per i due, già esasperati, ragazzi. 
In gruppo, si sa, le vecchie megere sono terrificanti: se la signora Maria, da sola, poteva fare paura, per le sue manie religiose, che dire della sua amica Teresa, che con la sua cantilenante parlata veneta si lamentava di tutte, ma proprio TUTTE le scelte dei suoi figli e nipoti, dal lavoro, alle fidanzate, alla casa…?
Isabella cercò di vedere il lato comico della situazione, sorridendo di nascosto a un complice Lindoro, ma poi, inevitabilmente successe quello che avrebbero dovuto prevedere. Le comari, entrate improvvisamente in modalità “materna”, avvertirono l’impellente desiderio di dare dei consigli, dall’alto della loro esperienza, all’unica fanciulla presente.
Prima le chiesero se Lindoro fosse il suo fidanzato: al che, la signora Maria, che non aveva ancora perdonato al vicino di aver spalleggiato suo marito riguardo ai film erotici, disse che assolutamente no, loro non erano fidanzati, erano solo amici e neanche tanto, vero? VERO???
Isabella, un po’ confusa cercò di dire che invece erano amici eccome, fidanzati no, certo, ma amici sì, nel vero senso della parola. A quel punto, comare Graziella, un tipo più acido dell’olio di ricino, le raccomandò di trovarsi un bravo ragazzo, di non fidarsi di quelli come il signor Salvatore, perché erano poco moderati e assolutamente inaffidabili, e che per carità, non restasse incinta prima del matrimonio…
A questo punto, la faccia di Lindoro aveva ormai assunto tutte le possibili gradazioni di colori, dal bianco, al verdognolo, al rosso, fino a una gradevole tonalità di viola. In più, la sua mente continuava a suggerirgli immagini decisamente spinte di lui che… ehm… cavalcava… Isabella, per cui si sentiva davvero molto a disagio. Ritenendo che fare un comaricidio ad una festa non fosse la migliore delle soluzioni, si alzò con finta calma e sempre con finta calma disse che riteneva opportuno tornare dagli ospiti d’onore.
Isabella lo seguì a ruota, non prima però di aver assicurato a comare Graziella che avrebbe seguito tutti i suoi consigli alla lettera. 
- Mio Dio, che festa orrenda! – esplose, non appena la cucina fu alle loro spalle – Questo posto è irriconoscibile! -
In effetti non aveva tutti i torti, pensò Lindoro, mentre tornavano nel soggiorno sovraffollato. Le ultime settimane erano state un continuo via vai di operai, geometri, idraulici, tappezzieri… non c’era stato un attimo di pace e anche se i Cooper non facevano che scusarsi per il disagio che stavano creando, la gran parte del vicinato non li trovava più così simpatici. Per tutta quella confusione aveva pagato, ancora una volta, il signor Maicol, che un mercoledì era stato nuovamente cacciato di casa dalla tirannica consorte, con l’accusa di essersi messo in affari con gente maleducata, egoista e megalomane. Lindoro l’aveva sorpreso a dormire sulle scale, infilato in un sacco a pelo e, impietosito, gli aveva offerto ospitalità per un paio di notti. Il risultato era che Maicol adesso lo adorava più di prima e aveva costretto la moglie (dopo che questa gli aveva nuovamente aperto l’uscio) a sdebitarsi preparandogli lasagne, gnocchi, spezzatini, polpette, patate di ogni tipo, torte, focacce… insomma, Lindoro aveva messo su tre chili in tre giorni.
Poi c’era stato Salvatore, ovviamente. Come prevedibile, aveva iniziato a spiare tutte le mosse dei Cooper e sembrava l’unico in tutto il palazzo a vedere in loro ogni genere di qualità, vere o presunte. Fin da subito aveva iniziato a parlare affabilmente con entrambi (con lei, in particolar modo) e tanto aveva detto e fatto, da riuscire a organizzare addirittura quell’assurda festa di benvenuto (un evento che al numero tre di via delle campanule non si era mai verificato).
Lindoro però, rideva ancora nel ripensare a come aveva preso in giro l’ignaro Salvatore, il lunedì seguente all’arrivo dei Cooper.


 
Erano le sei di sera e Salvatore era appena rientrato. Lindoro invece stava scendendo per andare velocemente al supermercato, prima che chiudesse.
- Lindoro! – l’aveva chiamato il suo vicino, dal pianerottolo – Ma tu lo sapevi che sono arrivati i nuovi vicini? -
- Sì, lo sapevo. – aveva risposto Lindoro, vago – Volevo proprio avvisarti, ma non ti ho mai visto in questo weekend. -
- Sono stato sempre in giro… Comunque ho appena parlato con Leslie! -
Sentendo quel nome, non accompagnato né dal cognome né da nessun altro dettaglio, Lindoro aveva soppesato l’informazione e aveva deciso di prendere un po’ per il culo il caro signor Della Mela.
- Oh, bene, e che te ne pare? – aveva buttato lì.
Salvatore aveva abboccato: - Oh, trovo che sia incredibile, ha una classe… -
- Eh già, hai visto che abiti di taglio finissimo? -
- Altroché! E come si muovo poi… mamma mia! -
- Mi piacciono molto le sue cravatte! -
Salvatore si era bloccato: - Cravatte? Ma di che parli? Leslie non porta cravatte! E’ la donna più femminile che abbia mai visto! –
Lindoro si era a malapena trattenuto dal ridergli in faccia: - Ma di chi stai parlando? – gli aveva invece chiesto, fintamente confuso.
- Vuoi dire di chi stai parlando tu! – aveva rimbeccato Salvatore – Io parlo della signora Leslie Cooper, e nel caso tu non l’abbia guardata bene è una strafiga come non ne ho mai… -
- Ah, ma certo, la signora! – aveva risposto allora Lindoro, illuminandosi – Io pensavo al marito! -
Salvatore aveva sgranato gli occhini blu: - Marito?! – aveva balbettato.
- Sì, certo ha un marito, non lo sapevi? – Lindoro aveva fatto l’indifferente – Devi sempre specificare di chi stai parlando, si chiamano Leslie tutti e due! Buffo, no? -
- Per niente! – aveva replicato Salvatore, scocciato – Io non pensavo che avesse un marito! Ed è ovvio che parlavo di lei! -
- E io come facevo a saperlo? – Dopodiché, Lindoro se l’era data a gambe, prima che l’altro potesse trovare qualcosa da dire.


 
Ah, che scena. Una goduria.
In salotto però c’era poco da ridere. Faceva un caldo atroce, come se fosse luglio e non maggio; c’era gente dappertutto, c’erano piatti ovunque e la voce di Salvatore s’incuneava sopra tutti gli altri suoni o rumori. Isabella strinse il braccio di Lindoro:
- Guarda, - sussurrò – continua a fare il cretino con la signora Cooper. -
In effetti era vero: Salvatore era seduto accanto all'attrice e le parlava in modo fin troppo confidenziale, inoltre doveva ormai essere parecchio brillo, eppure continuava a farsi riempire il bicchiere e a civettare con lei, che gli rispondeva con la sua risata argentina e il suo accento americano.
- E guarda lì! – continuò Isabella, esterrefatta.
Lindoro seguì il suo sguardo e allora vide anche lui qualcosa di ancora più strano: Mr Cooper, infatti, stava parlando amabilmente con un’irriconoscibile signorina Sempreverde e non sembrava infastidito dall’atteggiamento della moglie.
- Ma la Sempreverde non doveva essere andata via un’ora fa? – fece Lindoro, osservando perplesso l’avvocatessa, che agitava il capo in modo vagamente civettuolo facendo ondeggiare allegramente gli enormi orecchini e ridendo, anche un po’ sguaiatamente, alle battute del suo interlocutore.
- Già… e guarda come ride! Dev’essere completamente ubriaca! -
In quel momento, Salvatore si alzò dalla sedia, strillando:
- Un brindisi all’amicizia! -
- Ok, - decise Lindoro – E’ ora di darsela a gambe! -
E presa per mano Isabella, infilò la porta, senza neppure salutare Salvatore o chiunque altro.
La serata non terminò come nei suoi ogni più romantici, ma andarono effettivamente nel suo appartamento, giusto per bere una camomilla digestiva e chiacchierare un po’. Il palazzo era molto silenzioso.
- Stasera danno Via col Vento. – disse Isabella – Quasi quasi ne guardo un pezzo, tanto lo so a memoria… -
- Guardiamolo insieme, allora! – propose Lindoro – Non è il mio genere, ma è sempre un bel film. -
Isabella si illuminò: - Buona idea! Si vede che stasera era destino che facessi tardi… ma dopotutto… chi se ne importa, tanto… domani è un altro giorno! -
 
 

Buonasera e buon ferragosto a tutti! Prima di dire altre cose, vorrei avvisare chi si fosse imbattuto per caso in questo capitolo, che il nome Maicol scritto così non è un errore, ma una scelta, stessa cosa dicasi per Braian. Preferisco ricordarlo, ogni tanto, non si sa mai!
Come dico sempre nelle mie storie, non riesco ad avere un calendario preciso, purtroppo nella mia professione ci sono tempi e ritmi un po' imprevedibili. So che è fastidioso per voi, perché non sapete quando aspettarmi, ma per ora non riesco a fare di meglio. Oltretutto, come al solito, non sto scrivendo solo questa storia, ne ho in corso una che devo assolutamente finire (me la tiro dietro da un anno e mezzo...)
Penso comunque che aggiornerò questa storia una volta al mese circa: infondo è una storia leggera, divertente, utile per rilassarsi, non c'è particolare suspance... spero che continuerete a seguirla, anche se andrà avanti un po' a rilento.
Grazie delle vostre recensioni e buone vacanze!
Alla prossima!
Niniane
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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