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Autore: Halloween_    15/08/2013    1 recensioni
Primissima One Shot Drammatica che scrivo, siate clementi con me, per favore.
[Piccolo estratto.]
Mi stavano seguendo, lo sapevo per certo. Non mi avevano quasi mai persa di vista, in ogni Nazione c’era qualcuno di loro ad attendermi.
Fino ad ora me l’ero sempre cavata ma la fortuna, si sa, non è certo infinita.
E la mia si sarebbe presto esaurita.

Mi auguro vi piaccia.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Promessa Mantenuta.

Le ore d’aereo furono un interminabile supplizio e l’ansia che mi pesava come un macigno sul petto non era d’aiuto.
Osservavo tutti, anche il più piccolo movimento faceva scattare i miei campanelli d’allarme.
Quando finalmente raggiunsi l’Inghilterra, mi affrettai a recuperare il mio anonimo bagaglio nero e lasciai l’aeroporto cercando di non dare nell’occhio.
Mi stavano seguendo, lo sapevo per certo. Non mi avevano quasi mai persa di vista, in ogni Nazione c’era qualcuno di loro ad attendermi.
Fino ad ora me l’ero sempre cavata ma la fortuna, si sa, non è certo infinita.
E la mia si sarebbe presto esaurita.
Smisi di arrovellarmi e mi godetti la giornata visitando Londra.
Nella mia breve vita avevo viaggiato molto però era la prima volta che visitavo quella città e fu davvero un’esperienza da ripetere. Se solo avessi potuto.
Peccato.

Mentre calava la sera, mi sedetti su una panchina a Hyde Park e vi rimasi finché non il buio non divorò tutto. Non c’era più nessuno e il silenzio regnava sovrano spezzato dal ronzio incostante di un lampione morente.
Un ottimo posto per incontrarli.
Faceva molto caldo quella notte, nemmeno un soffio di vento muoveva le chiome degli alberi. Si soffocava ma forse era solo l’ansia dell’attesa.
Alla fine arrivarono.
Erano prevedibili, non si sarebbero lasciati scappare l’occasione che gli avevo servito su un piatto d’argento.

Il nostro confronto durò pochi minuti, appena il tempo necessario a rivelare che ciò da loro tanto cercato non era più in mio possesso; un paio di città prima l’avevo consegnato ai miei superiori. Il mio compito da quel momento era stato fare da esca.
Come la luce attira le falene così, avevo fatto io, conducendoli lontano dal loro vero obiettivo.
La rabbia sfigurò i loro volti per qualche istante; li avevo giocati e non gli era per niente piaciuto.
Nel momento in cui risi della loro ingenuità quello che pareva il capo estrasse una pistola dalla giacca e fece fuoco.
Il dolore fu intenso, s’irradiò nel corpo come una scossa elettrica ma finì subito. La debole resistenza dell’aria cedette facilmente al peso del mio corpo e caddi sull’erba secca.
Ci volle poco e non sentii più nulla, mi trovai a fissare il cielo terso privo di stelle con solo una sottile falce argentea che faceva capolino nel buio.
Non avevo più forze, il corpo pareva di piombo e non rispondeva più ai miei ordini così mi limitai a dedicare l’ultimo pensiero alla foto che portavo sempre con me, all’altezza del cuore, proprio dove mi avevano sparato.
Forse era meglio così, se l’avessi presa in mano quasi sicuramente ci avrei trovato un buco e il sangue a imbrattarla.
Pensarlo, ricordarlo era la cosa più giusta.

Presto l’avrei raggiunto, ancora pochi minuti e saremmo stati di nuovo insieme come una volta.
Esalai l’ultimo respiro sorridendo, felice di riabbracciare il mio migliore amico che da dieci anni era il mio angelo custode.
Quella promessa innocente che ci scambiammo da bambini, adesso sì che sarebbe stata mantenuta davvero.

Amici per sempre.
Anche dopo la morte.




Angolo dell'Autrice.
Salve a tutti e buon ferragosto. :)
È la mia prima One Shot, oltre che storia originale drammatica, anche se io la definirei più triste.
Se penso che è nata da un esercizio dei compiti d'inglese...
Beh, spero che qualcuno la legga e voglia lasciarmi una piccola recensione per sapere che ne pensa.
Accetto volentieri anche le critiche, purché giuste e costruttive perché aiutano a migliorare. ^^
Ah, secondo Word sono 506 parole.
Saluti,
Kuro.
   
 
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