Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |      
Autore: xunjcorn    15/08/2013    1 recensioni
*dal primo capitolo*
Avrebbe voluto urlare tutta la sua frustrazione, dirgli che non era colpa sua se finiva nel letto di Zayn otto giorni su nove.
Avrebbe voluto dirgli che quelle come lei cercavano solo un po di amore in momenti rubati a persone che di amore ne concedevano fin troppo poco.
Ma si rese conto che era colpa sua, che urlare non avrebbe sistemato le cose, che sarebbe risultata patetica. Così rimase in silenzio perchè lei faceva così: stava sempre in silenzio e si autodistruggeva.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Love will remember.

-broken.-

 

is this the place we used to love?

 

 

La pioggia batteva forte sulle finestre di casa Malik, il vento entrava in ghiacciati spifferi dalle finestre chiuse male e dalle porte. Chantal si svegliò a causa del forte rombo di un tuono. Sbattè le palpebre per qualche secondo, prima di accorgersi di essere a casa di Zayn, nel letto di Zayn, con Zayn. Si passò una mano tra i capelli guardando fuori dalla finestra: era Novembre inoltrato e lei continuava a svegliarsi in quella stanza diverse volte nel giro di una settimana. Era sbagliato persino ai suoi occhi, ma non riusciva mai a smettere.
Guardò il moro al suo fianco che dormiva beatamente, con la bocca socchiusa e i capelli un po schiacciati dal cuscino. Ogni volta si svegliava e lo trovava così, poi si alzava, si vestiva e se ne andava per far finta che quelle notti non fossero mai esistite, almeno finchè non ricapitava.
Si alzò ed indossò prima la biancheria intima, poi i suoi vestiti stropicciati. Uscì da casa Malik senza fare rumore, come se in quella casa non ci fosse mai entrata. La pioggia era diminuita, ma non aveva del tutto smesso di battere, così Chantal si riparava sotto i tetti spiventi delle case.Si sentiva come una gocciolina d'acqua: caduta dal cielo senza appigli, senza sapere la sua meta, con la fiducia interrotta da una brusca morte.
-Chantal, dove sei stata?- scattò suo fratello non appena la ragazza ebbe messo piede in casa. Lei fece per rispondere, ma Liam, questo era il nome di suo fratello, la bloccò con un veloce gesto della mano. -Anzi, non dire niente. Riesco ad immaginarlo.- disse con un filo di acidità misto a preoccupazione nella voce.
Detto questo se ne andò, lasciandola sola nel silenzio di quella casa troppo grande.
Chantal aveva osservato Liam quel poco che bastava da farle capire che era rimasto sveglio tutta la notte ad aspettarla: aveva i capelli scompigliati e gli occhi cerchiati di grigio, tipici di chi ha dormito poco o niente.
Avrebbe voluto urlare tutta la sua frustrazione, dirgli che non era colpa sua se finiva nel letto di Zayn otto giorni su nove.
Avrebbe voluto dirgli che quelle come lei cercavano solo un po di amore in momenti rubati a persone che di amore ne concedevano fin troppo poco.
Ma si rese conto che era colpa sua, che urlare non avrebbe sistemato le cose, che sarebbe risultata patetica. Così rimase in silenzio perchè lei faceva così: stava sempre in silenzio e si autodistruggeva.
Salì al paino di sopra e sentì parlare animatamente al telefono suo fratello. Andò nella sua stanza e prese dei ricambi, per poi chiudersi in bagno. Si spogliò, accese il getto ghiacciato d'acqua e pianse in silenzio.
Quando si fu calmata si rivestì. Si pettinò i capelli castani, lasciati umidi, e si guardò allo specchio: era magra, forse un po troppo, gli zigomi sporgenti avevano delle lentiggini qua e la e gli occhi splendevano verdi come il vetro di una bottiglia. Era bella, glielo dicevano in molti, ma a lei non importava di se stessa. Per questo i suoi polsi erano ricoperti di strette linee lucide; per questo si concedeva a Zayn Malik ogni volta che quello aveva voglia.
Uscì dal bagno e andò a sbattere contro Harry, che la trattenne dalle spalle per evitare che sbattesse contro il muro.
-Cosa succede?- le chiese, guardandola. Attorno alle pupille spiccava il rosso la dove sarebbe dpvuto essere bianco.
Chantal alzò le spalle. -Liam si preoccupa troppo.-
-Liam lo fa per te. Perchè fai così?- le chiese con un tono di voce esasperato, sperando di creare nella ragazza un lieve senso di colpa.
-Non sento niente.- sussurrò con gli occhi colmi di lacrime. Ma non avrebbe mai pianto davanti a nessuno, così tirò su col naso e lo oltrepassò di corsa.
Non avrebbe resistito ad un'altra giornata a casa e , grazie al cielo, il suo lavoro mattutino le permetteva una minima distrazione. Quando arrivò davanti allo “Starlight” vide il suo collega appoggiato fuori dalla porta, ad aspettarla. Lui si che la capiva davvero: capiva quando era triste e capiva se doveva stare zitto. Era il suo migliore amico, anche se lo incontrava unicamente al lavoro.
-'Giorno Lloyd.- esclamò il ragazzo, staccandosi dal muro e andandole incontro.
-Tomlinson.- fece un cenno con la testa verso il ragazzo.
-Brutta giornata?- le tenne aperta la porta per farla entrare e la seguì a ruota.
-Brutta vita.- lo corresse lei indossando il grembiule, stile anni 60. Era semplice e sul bianco spiccava la frase “Benvenuti allo Starlight” in grassetto nero.
Louis annuì, indossando il suo grambiule e ,insieme, andarono dietro il bancone e diedere il cambio ad altre due ragazze. Louis faceva le ordinazioni ai tavoli, lei invece restava dietro il bancone.
Il bar era in stile anni 80: le mattonelle erano quadrati bianchi e neri, i sedili a quattro osti rossi e i tavoli in metallo grigi.
Un posto accogliente, si ritrovò a pensare Chantal guardandosi intorno.Louis faceva le ordinazioni ai tavoli, lei invece restava dietro il bancone.
-Ehi, scusa.- la voce la arrivò ovattata alle orecchie e ci mise qualche secondo a capire da dove arrivasse quel rumore. Si girò lentamente, ma quello che vide la fece rimanere piacevolmente sorpresa. Davanti a lei si trovava un ragazzo biondo, con la pelle chiara e due occhi...che occhi. Azzurri come il cielo di una mattinasta estiva, due pozzi di azzurro nei quali ci si poteva perdere per ore.
Era strano che di li passassero ragazzi simili.
Lei gli sorrise.
-Oh, si. Cosa vuoi ordinare?- gli chiese prendendo la penna dietro l'orecchio, dove l'aveva messa.
Il biondo si passò una mano tra i capelli, le guance gli si tinsero di rosa.
-Io...uhm... ti ho vista e... volevo parlarti.- cercò le parole come se non gli arrivassero alla bocca. Chantal rimase a bocca aperta: quel ragazzo era entrato in uno stupido bar solo per parlarle. Anche questo era strano.
Vedendo che li non rispondeva il biondo si schiarì la voce:-Io... me ne vado.- le sorrise e fece per alzarsi.
-No, no. Rimani. Ma sarebbe meglio che ordinassi qualcosa, altrimenti il mio capo mi uccide.- disse lei di tutta fretta, per bloccarlo. Lui si voltò felice e si sedette sullo sgabello sfogliando il menu.
-Credo che ordinerò una ciambella e... e un cappuccino.- le disse posando l'elenco dei cibi. Chantal scrisse le ordinazioni e le passò al cuoco. Poi tornò a concentrarsi sul volto del ragazzo. Bellissimo.
-Perchè volevi parlarmi?- gli chiese appoggiandosi al bancone.
-Perchè...ecco, mi ricordi qualcuno.- buttò lì velocemente. -Io sono Niall, tu?- sorrise.
Ecco perchè era entrato: non perchè lei gli interessasse in alcun modo. Soltanto perchè gli ricordava qualcuno. Le felicità della ragazzi si sgonfiò come un palloncino punto da uno spillo.
-Piacere Niall, io sono Chantal.- rispose. -Non sei di qui, vero?-
Niall scosse la testa. -Il mio accento si sente così tanto? Vengo da Mullingar, Irlanda.-rispose. -Neanche i tuoi tratti sembrano inglesi, però.-
-Oh, sono inglese al 100% io. Mia madre era Francese e tutti mi dicono che assomiglio a lei.- giocò con le mani come era solita fare quando qualcosa la innervosiva.
-Perchè dici “era”?- eccola li quella domanda che tanto odiava. Stava per rispndergli che non erano affari suoi, ma arrivò Louis a sistemare la situazione.
-Stamattina il locale è piuttosto vuot... oh, chi è lui?-indicò il biondo, notando che Chantal ci stava parlando.
Niall si presentò e Louis fece lo stesso.
-Nessuno resiste al fascino della mia amica, glielo dico sempre.- disse Louis con tono da chi la sapeva lunga. Chantal scosse la testa, ma Niall si ritrovò ad annuire mentalmente.-Comunque, visto che questa ragazza non parla con nessuno che sia il sottoscritto da... da sempre, tu dovresti ritenerti fortunato. Ed è per questo che stasera ti invito a venire ad ascoltare me, suo fratello ed alcuni nostri amici. Siamo una piccola band, sai com'è con le ragazze...- gli schiacciò l'occhio e Niall propruppe in una grassa risata.
-Accetto volentieri l'invito, dove suonate?-chiese.
-Nel garage di casa mia.- disse Chantal, pulendo il bancone. Non gli piaceva come si stava comportando Louis. Nemmeno lo conoscevano quel Niall e lui già lo stava invitando ad ascoltarli.
Niall prese un fazzoletto e ci scrisse sopra delle cifre, per poi passarlo alla ragazza.
-Questo è il mio numero. Poi dimmi la via e come arrivarci. Adesso devo andare, a più tardi.- si mise una mano in tasca e cacciò una banconota da 20 sterline per poggiarla sul bancone. Poi uscì dal locale senza darle tempo di ribattere.
-Ma la tua ordinazione!-esclamò lei, ma Niall era già troppo lontano.
Non aveva aspettato la ciambella e il caffe. Lei sbuffò e prese i soldi.
-Così fai nuove conquiste, eh? Era ora di dire addio a Zayn.-Louis le schiacciò un occhio.
Chantal lo mandò al diavolo.





















Buonasera!
Questa è la mia seconda ff su Niall e mi piace molto, spero che piaccia anche a voi.
Spero che lasciate qualche recensione, positiva o negativa che sia.
Adesso devo scappare, comunque dal prossimo capitolo le cose saranno più movimentate.
Alla prossima, baci, Wayland.
<3

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: xunjcorn