Christian restò pietrificato, come, del resto, anche Hélène e Kate, che quasi non riuscivano a credere a ciò che avevano appena sentito.
“Va’ via!” continuò a ripetere Johanna, con un crescendo di agitazione che scosse Christian, il quale fu costretto ad eseguire l’ordine della donna che amava. Uscì, richiudendosi la porta alle spalle, incredulo e ferito da quelle parole che mai si sarebbe aspettato di sentire.
“Johanna…” Hélène fece per avvicinarsi, ma Johanna schivò anche il suo contatto.
“Va’ con lui, ti prego, Hélène. Ha bisogno di aiuto, non lo lasciare solo” le chiese, quasi implorandola con lo sguardo. Sapeva di aver ferito a morte Christian e sapeva che, probabilmente, questa ferita lo avrebbe allontanato definitivamente da lei. Forse, un giorno, nella speranza che tutta quella storia sarebbe finita bene, sarebbe riuscita a raccontargli la verità e lui avrebbe potuto amare quella piccola vita innocente che stava crescendo dentro di lei, ma, adesso, sapeva che non ce l’avrebbe fatta a vederlo star male per lei o per il figlio. Non ne aveva la forza.
Hélène fece un cenno di assenso e raggiunse l’amico in strada, offrendogli quel conforto che Johanna le aveva chiesto di portargli. Si abbracciarono, mentre Christian versava, per l’ennesima volta, lacrime di dolore causate da quell’amore tormentato per la donna che sapeva essere l’unica vera donna della sua vita. Non era così che si era immaginato questo viaggio: era partito da Parigi pieno di speranze e aveva finito per trovarsi davanti ad una porta chiusa, non prima di aver assaporato, però, la gioia infinita di potere di nuovo stringere tra le braccia la sua donna, di sentirla nuovamente sua. L’aveva avuta di nuovo tutta per sé e poi l’aveva miserabilmente perduta. Di nuovo. Ancora una volta. Non riusciva a credere che tutto questo stesse succedendo davvero.
“Hélène, ti prego, svegliami e dimostrami che è solo un incubo e che non sono finito in qualche strano girone dell’inferno” disse Christian, cercando disperatamente un appiglio per non finire schiacciato dai suoi stessi sentimenti.
“Vieni, andiamo, hai bisogno di riposare. Per adesso non possiamo fare niente. Domani affronteremo tutto con un po’ più di calma” cercò di tranquillizzarlo Hélène.
Christian si lasciò guidare dall’amica presso un hotel della zona, dove presero due stanze per poter riposare. Se mai vi fossero riusciti. In realtà, trascorsero tutti una notte più o meno insonne: Hélène, convinta che dietro il comportamento di Johanna si nascondesse qualcosa di più della sua gravidanza, Kate che conosceva la verità e Johanna e Christian, che non potevano fare a meno di pensare uno all’altra.
L’alba li sorprese entrambi ad osservare un sole nascente, i cui raggi non riuscivano a scaldare abbastanza la loro anima ferita.
Era ancora persa ad osservare i giochi di luce provocati dai raggi che filtravano dagli alberi, quando sentì bussare alla porta di ingresso e andò ad aprire, restando sorpresa di trovarsi di fronte proprio Christian.
“Non mi importa” le disse quando si trovarono occhi negli occhi. “Io ti amo e voglio stare con te. Se tu vorrai, tuo figlio sarà mio figlio; permettimi solo di esserci”.