Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Contessa    21/02/2008    5 recensioni
"Tornerai?"
"Puoi metterci la mano sul fuoco, Andromeda"
"Io mi butterei nel fuoco, per te"
SPOILER "HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE"
Genere: Generale, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Tonks, Ted Tonks
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

INTO THE FIRE

 

 

Ted Tonks chiuse lo zaino con aria soddisfatta, voltandosi poi a guardare la moglie, che lo osservava appoggiata allo stipite della porta della loro camera.

“Be’, direi che sono pronto” disse sorridendo. Andromeda sospirò profondamente, torcendosi le mani. Gli occhi, solitamente dolci e profondi, erano cerchiati da occhiaie bluastre.

“È… è proprio necessario che tu parta, Ted?” chiese.

“Direi di sì, tesoro. È solo questione di tempo, lo sai”

“Ed è proprio necessario che tu parta da solo?” incalzò. Ted sbuffò.

“Mi sembra di averne già parlato, Andromeda… qualcosa come tre milioni di volte. Sì, cara è proprio necessario”

“Ma io non voglio! Ted, lasciami venire con te! Io non voglio – non posso! – rimanere qui da sola mentre tu sei chissà dove!” strillò Andromeda con voce improvvisamente più acuta.

“Dromeda, tesoro, no. Ne abbiamo già parlato” ribatté Ted dolcemente.

“Ma io-“

“No. Dromeda, no. – la interruppe il marito deciso – È troppo, troppo rischioso, ed io non ho intenzione di mettere a repentaglio la tua vita”

“E la tua, di vita?”

“Oh, mi è sempre piaciuto il campeggio. Mi troverò benissimo nei boschi – rispose lui tranquillamente. Andromeda si lasciò scappare un sorriso; l’uomo si avvicinò a lei, le braccia aperte – Andromeda, tesoro…” disse piano abbracciandola.

“Ted, io non voglio. Non voglio, davvero…” sussurrò lei contro la spalla del marito.

“Non m’importa quello che tu vuoi o non vuoi, donna. Io sono l’uomo di casa, ed io decido” ribatté lui in tono imperioso. La moglie ridacchiò.

“Ted, sei così cretino…”

“Be’, dopotutto cos’è l’amore se non essere cretini insieme? – rispose lui facendo spallucce. Andromeda si strinse di più a lui, ridendo – Ok, lo ammetto, questa non è mia. Perle di saggezza Babbana. Non sono così stupidi come credono i Mangiamorte, sai?”

La donna rise ancora, tirando su con il naso come una bambina piccola.

“Ted… - sussurrò poi dopo quasi un minuto di silenzio – Io… io non so davvero cosa farei, se tu non…” la voce le morì in gola.

“Mi credi forse così stupido da farmi catturare da quel bellimbusto ossigenato di Lucius Malfoy, cara?”

“Ted!” protestò Andromeda alzando la voce.

“Tornerò, Dromeda. Questa guerra non può durare in eterno, e prima o poi si stuferanno di cercarmi. Non sono così bello, dopotutto… - la moglie gli diede un piccolo pugno sulla schiena, per poi stringerlo ancora più forte. Ted le accarezzò i capelli, cercando di nascondere il tremore delle mani – Tornerò, Dromeda. Tutto si sistemerà, vedrai: vivremo felici e tranquilli per almeno un altro centinaio d’anni, e ci occuperemo del nostro bellissimo nipotino. Saremo così schifosamente felici che faremo venire la carie alla gente”

La donna sollevò la testa verso il marito, sorridendo tra le lacrime.
”Tornerai?”

“Puoi metterci la mano sul fuoco, Andromeda”

“Io mi butterei nel fuoco, per te”

Ted prese il volto della moglie tra le mani, e la baciò: lentamente, ardentemente, come se fossero tornati a quel giorno di primavera, nel parco di Hogwarts, ed avessero tutta la vita davanti.

Quando si staccarono, si guardarono a lungo negli occhi, cercando d’imprimere nella memoria quelli che avrebbero potuto essere i loro ultimi momenti insieme.

“È solo un modo di dire, eh… non vorrei tornare a casa e trovarti senza una mano, cara – disse Ted abbozzando un sorriso ed asciugando con dolcezza le lacrime della moglie – Qualsiasi cosa succeda, tesoro, tu non devi piangere. Assolutamente no. Da quanto siamo sposati, vent’anni?”

“Venti… venticinque”

“Bene, in venticinque anni di matrimonio ti avrò vista piangere sì e no due volte. Quindi, non mi sembra il caso che tu diventi proprio ora una di quelle donnicciole isteriche e piagnucolose. Dopotutto tu sei una Black, no?” disse Ted sorridendo. La moglie sbuffò, ricambiando il sorriso.

“Ho smesso di essere una Black secoli fa; ora sono una Tonks” rispose prima di stringere tra le proprie le mani del marito.

“Ti amo, lo sai?” le chiese Ted guardandola fissa negli occhi. Lei annuì, troppo emozionata per parlare, prima di baciarlo dolcemente.

“Tornerò” disse per l’ultima volta l’uomo.

 

***

 

“Ma prima di ascoltare Royal e Romulus, dedichiamo un istante all’elenco dei caduti che Radio Strega Network e La Gazzetta del Profeta non ritengono importante divulgare. È con enorme dolore che informiamo i nostri ascoltatori dell’assassinio di Ted Tonks e Dirk Cresswell”

Il piatto le scivolò di mano, frantumandosi.

Andromeda non si curò di raccogliere i cocci, precipitandosi più vicino alla radio per sentire meglio. Perché doveva per forza aver sentito male; non potevano aver detto Ted Tonks. Semplicemente non potevano.

Sentì confusamente qualcosa a proposito di una famiglia Babbana e Bathilda Bath, ma non vi fece caso.

Ted Tonks, Ted Tonks… perché diamine continuavano a parlare di Bathilda Bath? Andromeda trattenne il respiro quando lo speaker fece una brevissima pausa.

Non dire quel nome, assolutamente no, non Ted.

“Cari ascoltatori – riprese poi lo speaker – vi invito ora ad unirvi a noi nell’osservare un minuto di silenzio in memoria di – non Ted, non Ted! – Ted Tonks, Dirk Cresswell, Bathilda Bath, Gonci e degli sconosciuti, ma non meno rimpianti, Babbani assassinati dai Mangiamorte”

L’aveva detto.

Per Merlino, aveva detto Ted Tonks. Aveva detto Ted Tonks.

Il silenzio della stanza si riempì improvvisamente della voce di Ted – Ted Tonks, quel Ted, il cui corpo ora giaceva chissà dove.

Mi credi forse così stupido da lasciarmi catturare da quel bellimbusto ossigenato di Lucius Malfoy, cara?

Andromeda serrò i pugni, lasciando che le unghie si conficcassero nei palmi delle mani.

Tutto si sistemerà, vedrai: vivremo felici e tranquilli per almeno un altro centinaio d’anni, e ci occuperemo del nostro bellissimo nipotino. Saremo così schifosamente felici che faremo venire la carie alla gente.

Si morse un labbro per non urlare.

Tornerò.

Bugiardo, bugiardo! Sapeva benissimo che non sarebbe tornato, lo sapeva fin dall’inizio, eppure le aveva mentito spudoratamente, lasciandola lì a sperare e fantasticare a proposito di giorni felici che non sarebbero mai giunti.

Il marito la salutò sorridendo, chiuso nella cornice di una foto. Andromeda la prese in mano, accarezzandone la superficie liscia. Ted continuava a sorridere.

Tornerò.

La donna sorrise amaramente, sentendo le lacrime pizzicarle gli occhi.

Qualsiasi cosa succeda, tesoro, tu non devi piangere. Assolutamente no.

“Perdonami” sussurrò prima che le lacrime prendessero il sopravvento.

 

 

Come al solito, niente di che.

La lettura del libro in italiano mi ha lasciato ancora più sconvolta di quanto non avesse fatto quella in inglese, e ripensando al libro in questi giorni mi è venuta in mente questa storiella sconclusionata.

Che ci posso fare, in fondo sono una romanticona.

Qualsiasi tipo di commento sarà ben accetto! ^^

Il titolo è quello di una canzone dei Thirteen Senses, “Into The Fire”: bellissima, vi consiglio di ascoltarla.

Le frasi che Andromeda ascolta alla radio sono prese da pagina 406 del libro.

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Contessa